[O.T.] Devo entrare in analisi?

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pan
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#331 Messaggio da pan »

Helmut ha scritto:
Antonchik ha scritto: Cosa daremmo per scappare via da tutto e tutti, possibilmente anche da noi stessi?
"Marinaio, arma la prora e salpa verso il mondo!"(cit.)

:-D
"La prora è sempre verso l'ignoto" (E.Bugini)

Come Antonchik sa benissimo.

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CanellaBruneri
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#332 Messaggio da CanellaBruneri »

pan ha scritto:
balkan wolf ha scritto:imho si fa ancora confusione tra depressione esistenziale e depressione clinica

ohh che mondo di merda me infelice è una cosa

opps. è 1 mese che non esco di casa e non parlo con nessuno è un altra

servirebbe un intervento coi controcazzi del doc canella per fare chiarezza
Provo velocemente a sostituirmi all'autorevole collega in questo momento impegnato.

I due casi esemplificati da bw( cui va un "bravissimo" in psichiatria, per la capacità  più volte dimostrata di saper cogliere l'essenza della sue fenomenologie) sono i poli delle due situazioni.

Effettivamente la depressione è stata la prima grande sindrome clinica di cui sono state individuate le basi molecolari in un'alterazione nel metabolismo cerebrale di certi neuromediatori che non mi dilungo a descrivere.

Nella sua forma tipica insorge senza un collegamento con avvenimenti esterni luttuosi, e comunque slegata da esperienze di "perdita". Un tempo veniva chiamata depressione endogena, proprio per significarne l'apparente inspiegabilità .

Al contrario, quelle che insorgono dopo un'esperienza di perdita(lutti, abbandoni, malattie fisiche, tracolli economici ecc.ecc.) venivano etichettate col termine "esogene" o "reattive" per indicare l'esistenza di un nesso di causalità  "comprensibile".

Tuttavia, come tutte le classificazioni, risentiva di uno schematismo più che altro didattico, essendo pressochè infinite le situazioni intermedie, proprio come nella scala dei grigi.

Infatti non tutti rispondono allo stesso modo al medesimo evento.

Anche in seguito alle nuove e vigenti classificazioni sono stati usati criteri convenzionali statistici quanto arbitrari.

Ad esempio la depressione che segue la perdita di una persona amata(per morte o abbandono) è considerata fino a determinati limiti fenomenologici e temporali "lutto non complicato", ma oltre questi diviene "lutto complicato" che prevede un'intervento terapeutico decisamente più incisivo.

Facile rendersi conto di quanto tutti questi strumenti presuntamente oggettivi siano molto più idonei a eliminare l'ansia e l'incertezza dell'operatore, che a inquadrare realmente la condizione di un dato paziente, perchè in psichiatria, più che in ogni altra branca, esiste il malato e non la malattia.

Concordo in toto con la mirabile descrizione del collega Pan.
Nell'evidenziare l'ultimo capoverso,ho voluto sottolineare con più enfasi la saggezza e la scienza che c'e' in un "vecchio arnese da corsia", quale pan è.

Purtroppo, le discipline psichiatriche, alla ricerca di una impervia legittimazione nel campo medico, hanno voluto, goffamente, darsi un certo tono con l'intoduzione del DSM IV (a breve la quinta versione).

Si tratta, in apparenza , di un normale libro,in cui purtroppo è nascosto il demonio: il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.

Personalmente trovo il DSMIV piuttosto utile oltre che umoristico: il vero problema è l'uso smodato che se ne fa,un uso che complica, produce e soprattutto allarga il campo semantico del patologico dilatandolo fino all'inverosimile, fino al paradosso per cui al bimbo birba si prescrive l'antidepressivo così sta buonino.

Insomma, una storia antica: la salute mentale corrisponde ad un modello statistico conformista e funzionale alle distopie che il Potere impone all'Uomo.
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie

Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

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norrin2007
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#333 Messaggio da norrin2007 »

CanellaBruneri ha scritto:
pan ha scritto:
balkan wolf ha scritto:imho si fa ancora confusione tra depressione esistenziale e depressione clinica

ohh che mondo di merda me infelice è una cosa

opps. è 1 mese che non esco di casa e non parlo con nessuno è un altra

servirebbe un intervento coi controcazzi del doc canella per fare chiarezza
Provo velocemente a sostituirmi all'autorevole collega in questo momento impegnato.

I due casi esemplificati da bw( cui va un "bravissimo" in psichiatria, per la capacità  più volte dimostrata di saper cogliere l'essenza della sue fenomenologie) sono i poli delle due situazioni.

Effettivamente la depressione è stata la prima grande sindrome clinica di cui sono state individuate le basi molecolari in un'alterazione nel metabolismo cerebrale di certi neuromediatori che non mi dilungo a descrivere.

Nella sua forma tipica insorge senza un collegamento con avvenimenti esterni luttuosi, e comunque slegata da esperienze di "perdita". Un tempo veniva chiamata depressione endogena, proprio per significarne l'apparente inspiegabilità .

Al contrario, quelle che insorgono dopo un'esperienza di perdita(lutti, abbandoni, malattie fisiche, tracolli economici ecc.ecc.) venivano etichettate col termine "esogene" o "reattive" per indicare l'esistenza di un nesso di causalità  "comprensibile".

Tuttavia, come tutte le classificazioni, risentiva di uno schematismo più che altro didattico, essendo pressochè infinite le situazioni intermedie, proprio come nella scala dei grigi.

Infatti non tutti rispondono allo stesso modo al medesimo evento.

Anche in seguito alle nuove e vigenti classificazioni sono stati usati criteri convenzionali statistici quanto arbitrari.

Ad esempio la depressione che segue la perdita di una persona amata(per morte o abbandono) è considerata fino a determinati limiti fenomenologici e temporali "lutto non complicato", ma oltre questi diviene "lutto complicato" che prevede un'intervento terapeutico decisamente più incisivo.

Facile rendersi conto di quanto tutti questi strumenti presuntamente oggettivi siano molto più idonei a eliminare l'ansia e l'incertezza dell'operatore, che a inquadrare realmente la condizione di un dato paziente, perchè in psichiatria, più che in ogni altra branca, esiste il malato e non la malattia.

Concordo in toto con la mirabile descrizione del collega Pan.
Nell'evidenziare l'ultimo capoverso,ho voluto sottolineare con più enfasi la saggezza e la scienza che c'e' in un "vecchio arnese da corsia", quale pan è.

Purtroppo, le discipline psichiatriche, alla ricerca di una impervia legittimazione nel campo medico, hanno voluto, goffamente, darsi un certo tono con l'intoduzione del DSM IV (a breve la quinta versione).

Si tratta, in apparenza , di un normale libro,in cui purtroppo è nascosto il demonio: il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.

Personalmente trovo il DSMIV piuttosto utile oltre che umoristico: il vero problema è l'uso smodato che se ne fa,un uso che complica, produce e soprattutto allarga il campo semantico del patologico dilatandolo fino all'inverosimile, fino al paradosso per cui al bimbo birba si prescrive l'antidepressivo così sta buonino.

Insomma, una storia antica: la salute mentale corrisponde ad un modello statistico conformista e funzionale alle distopie che il Potere impone all'Uomo.
mi sembra che tutto quadri. ma non potrebbe anche essere un modo per autoreferenziare, legittiminadola, la propria funzione (quella degli psichiatri)?
"Nessun uomo è mai tanto grande come quando è in ginocchio davanti a Dio." (B. Pascal)
"Vi è una sola cosa peggiore dell'ingiustizia: la giustizia senza la spada in mano. Quando il diritto non è la forza è male." (O. Wilde)
"io so' 'n gueriero che sta riposanno dopo che ha rivortato mezzo monno. ma ormai c'ho er doppio petto e la cravatta, 'ndo voi che vada..." (F. Califano)
"sta diventando morale tutto ciò che ci conviene. praticamente, un affare." G. Gaber

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CanellaBruneri
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#334 Messaggio da CanellaBruneri »

norrin2007 ha scritto:mi sembra che tutto quadri. ma non potrebbe anche essere un modo per autoreferenziare, legittiminadola, la propria funzione (quella degli psichiatri)?

Lo psichiatra è stato nel suo sviluppo storico, di volta in volta: fanfarone, secondino, aguzzino, dipendente della provincia.

Ora cerca, con fatica di essere solomedico; è una strada ancora lunga
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#335 Messaggio da jhonnybuccia »

CanellaBruneri saggiamente ha scritto:il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.
l'uomo tabella di dostojevskiana memoria.

in ogni caso mi pare pacifico che la componente meramente farmacologica dei disturbi non possa essere bellamente snobbata. le evidenze cliniche (pensiamo ad esempio agli episodi acuti) ci sono.
incerto al 76%.

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#336 Messaggio da norrin2007 »

jhonnybuccia ha scritto:
CanellaBruneri saggiamente ha scritto:il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.
l'uomo tabella di dostojevskiana memoria.

in ogni caso mi pare pacifico che la componente meramente farmacologica dei disturbi non possa essere bellamente snobbata. le evidenze cliniche (pensiamo ad esempio agli episodi acuti) ci sono.
infatti... ma mi sembra che CanBru, appunto, evidenziasse l'estremizzazione delle diagnosi "patologicamente orientate". almeno, questo è quello che io ho colto...
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#337 Messaggio da jhonnybuccia »

da esterno (a patologie o professioni attinenti) mi sembra di vedere troppi medici dalla ricetta facile.

sarà  comodità , sarà  disinteresse, sarà  effettiva incompentenza non lo so.

rimane una sensazione che mi danno i miei tre o quattro amici con la paroxetina sempre nel taschino.
incerto al 76%.

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#338 Messaggio da norrin2007 »

jhonnybuccia ha scritto:da esterno (a patologie o professioni attinenti) mi sembra di vedere troppi medici dalla ricetta facile.

sarà  comodità , sarà  disinteresse, sarà  effettiva incompentenza non lo so.

rimane una sensazione che mi danno i miei tre o quattro amici con la paroxetina sempre nel taschino.
appunto, siamo d'accordo. ma io di tutto parlerei, tranne che di dis-interesse...
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#339 Messaggio da CanellaBruneri »

norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:
CanellaBruneri saggiamente ha scritto:il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.
l'uomo tabella di dostojevskiana memoria.

in ogni caso mi pare pacifico che la componente meramente farmacologica dei disturbi non possa essere bellamente snobbata. le evidenze cliniche (pensiamo ad esempio agli episodi acuti) ci sono.
infatti... ma mi sembra che CanBru, appunto, evidenziasse l'estremizzazione delle diagnosi "patologicamente orientate". almeno, questo è quello che io ho colto...

La possibilità  di avere dei farmaci che, più o meno, funzionano, è una risorsa preziosissima.

Un problemasi evidenzia: una terapia, mettiamo, antibiotica dura una settimana, dieci giorni. Ilneurolettico, trent'anni.

C'e' molta strada da fare ancora, il che puó essere anche entusiasmante, soprattutto per chi, operando nel settore gode ancora di un margine di discrezionalità  ed inventiva che, ad esempio, è negata ad altre specialità  mediche
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Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)

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#340 Messaggio da norrin2007 »

CanellaBruneri ha scritto:
norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto:
CanellaBruneri saggiamente ha scritto:il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.
l'uomo tabella di dostojevskiana memoria.

in ogni caso mi pare pacifico che la componente meramente farmacologica dei disturbi non possa essere bellamente snobbata. le evidenze cliniche (pensiamo ad esempio agli episodi acuti) ci sono.
infatti... ma mi sembra che CanBru, appunto, evidenziasse l'estremizzazione delle diagnosi "patologicamente orientate". almeno, questo è quello che io ho colto...

La possibilità  di avere dei farmaci che, più o meno, funzionano, è una risorsa preziosissima.

Un problemasi evidenzia: una terapia, mettiamo, antibiotica dura una settimana, dieci giorni. Ilneurolettico, trent'anni.

C'e' molta strada da fare ancora, il che puó essere anche entusiasmante, soprattutto per chi, operando nel settore gode ancora di un margine di discrezionalità  ed inventiva che, ad esempio, è negata ad altre specialità  mediche
per chi è dal lato tuo è sicuramente una prospettiva affascinante. ma per chi è dall'altro lato, parole come "discrezionalità " ed "inventiva" suonano come portarici di un'alea a dir poco inquietante... nel senso che potrebbero far sentire il "paziente" come l'oggetto di un esperimento...
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#341 Messaggio da CanellaBruneri »

norrin2007 ha scritto:
CanellaBruneri ha scritto:
norrin2007 ha scritto:
jhonnybuccia ha scritto: l'uomo tabella di dostojevskiana memoria.

in ogni caso mi pare pacifico che la componente meramente farmacologica dei disturbi non possa essere bellamente snobbata. le evidenze cliniche (pensiamo ad esempio agli episodi acuti) ci sono.
infatti... ma mi sembra che CanBru, appunto, evidenziasse l'estremizzazione delle diagnosi "patologicamente orientate". almeno, questo è quello che io ho colto...

La possibilità  di avere dei farmaci che, più o meno, funzionano, è una risorsa preziosissima.

Un problemasi evidenzia: una terapia, mettiamo, antibiotica dura una settimana, dieci giorni. Ilneurolettico, trent'anni.

C'e' molta strada da fare ancora, il che puó essere anche entusiasmante, soprattutto per chi, operando nel settore gode ancora di un margine di discrezionalità  ed inventiva che, ad esempio, è negata ad altre specialità  mediche
per chi è dal lato tuo è sicuramente una prospettiva affascinante. ma per chi è dall'altro lato, parole come "discrezionalità " ed "inventiva" suonano come portarici di un'alea a dir poco inquietante... nel senso che potrebbero far sentire il "paziente" come l'oggetto di un esperimento...

...il tutto in ossequio al codice deontologico :-D
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#342 Messaggio da jhonnybuccia »

vai di sperimentazione a gogo.

l'etere avrà  avuto il suo paziente zero no?

bravi tutti col sevoflurano e il cisatracurio sul manualino.

:)
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pan
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#343 Messaggio da pan »

CanellaBruneri ha scritto: Lo psichiatra è stato nel suo sviluppo storico, di volta in volta: fanfarone, secondino, aguzzino, dipendente della provincia.
Questa perla necessita di una spiegazione per renderla pienamente godibile a tutti (giovani in particolare). Dipendente della provincia perchè dal 1904 al 1978 gli Ospedali Psichiatrici (leggi "I Manicomi") che "custodivano" migliaia di pazienti erano affidati alla gestione diretta delle amministrazioni provinciali.

Giulio Tremonti
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#344 Messaggio da Giulio Tremonti »

CanellaBruneri ha scritto: ...
Purtroppo, le discipline psichiatriche, alla ricerca di una impervia legittimazione nel campo medico, hanno voluto, goffamente, darsi un certo tono con l'intoduzione del DSM IV (a breve la quinta versione).

Si tratta, in apparenza , di un normale libro,in cui purtroppo è nascosto il demonio: il suo scopo precipuo è infatti quello di ridurre qualsiasi esperienza umana (e sottolineo qualsiasi) a categoria patologica, con tutto un sistema di "assi", "diagrammi ad albero" ed altre amenità  che in splendida concordia danno origini a sempre nuove Sindromi.

Personalmente trovo il DSMIV piuttosto utile oltre che umoristico: il vero problema è l'uso smodato che se ne fa,un uso che complica, produce e soprattutto allarga il campo semantico del patologico dilatandolo fino all'inverosimile, fino al paradosso per cui al bimbo birba si prescrive l'antidepressivo così sta buonino.

Insomma, una storia antica: la salute mentale corrisponde ad un modello statistico conformista e funzionale alle distopie che il Potere impone all'Uomo.
Non credi che all'estremo opposto, evitare qualsiasi generalizzazione e classificazione ci porti alla considerazione della malattia psichica dell'epoca prescientifica? Considerare olisticamente un individuo anzichè come il complesso delle sue manifestazioni psichiche implica che ogni individuo è una singolarità  non generalizzabile. Non è più scienza.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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SuSEr
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#345 Messaggio da SuSEr »

La depressione non è il problema, è la soluzione.

Uno stato di ovatta che ti avvolge e ti distacca dagli affanni del mondo. Un'oasi di pace e di oblio. Dopo un periodo di sofferenza è meraviglioso trovarsi in quello stato, è la risposta del nostro affascinante organismo al dolore. Ti culla, ti ricovera, ti rigenera e ti fa crescere. Il meglio a cui l'uomo possa aspirare.

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