Ma Valentino? Niente, nemmeno ai tempi di rossifumi e pollo Osvaldo. Dei difetti caratteriali degli avversari si è spesso detto (frignoni, musoni, falsi) ma Valentino non è un mr. simpatichetti, quel grande simpa della cumpa dipinto dall'agiografia nazionale. Perché? Mi è venuto in soccorso un articolo di tal Pippo Russo che pur schierandosi con Rossi non esita a denunciare gli aspetti negativi del suo carattere: e lo dico non provando alcuna simpatia per Max Biaggi (nella sfida col romano facevo il tifo per Ralf Waldmann)
http://www.dagospia.com/rubrica-30/spor ... 111535.htm
Dico di più: mi schiero dalla parte di Valentino Rossi nonostante non abbia mai provato simpatia per lui. Anzi, se devo dirla tutta il suo personaggio pubblico mi è sempre risultato negativo. Indiscutibile come campione, l’ho trovato più volte troppo costruito: quel suo essere un professionista della simpatia, il voler sembrare “ganzo” a tutti i costi, il cavarsela costantemente con l’atteggiamento cazzaro da “muretto & comitiva”.
Soprattutto trovai del tutto fuori luogo, a suo tempo, il tormento dato – ai limiti dello stalking – a Max Biaggi. Il romano era già maturo e Valentino s’affacciava appena alle gare d’alto livello, e pareva che per il pesarese l’attività principale fosse perculare il collega anziano anziché preoccuparsi di vincere in pista (cosa che peraltro gli riusciva ugualmente). E magari all’inizio la cosa risultava anche spiritosa, ma poi prese a essere fastidiosa e stucchevole.
Bisognerebbe sempre portare un minimo di rispetto, soprattutto verso i colleghi più anziani. E invece il “giovane e simpatico” Vale non perdeva occasione di sbertucciare l’esperto Max, scendendo persino sul piano personale. Per dirne una, nel 1997 al Mugello il diciottenne Vale compì il giro della vittoria portando a spasso una bambola gonfiabile con la scritta “Claudia Schiffer”.
E interrogato sul motivo del gesto disse che era la sua risposta al flirt tra Max Biaggi e Naomi Campbell. Tutti risero. Io invece trovai che il gesto fosse immensamente squallido, oltreché animato da un’ossessione personale.
E inoltre in quell’ossessione di Valentino per Max c’era una voglia di stravincere che non si perdona a nessuno. Perché era chiaro che Rossi fosse più forte, e che in ragione dell’età nettamente più giovane s’avviasse a scalzare Max Biaggi dai podi di tutto il mondo e dal cuore degli sportivi italiani. E dunque che bisogno c’era di mettersi pure a infierire?
Ripensando a quella saga dello sfottò, è un meraviglioso contrappasso che adesso Valentino Rossi si trovi a malpartito a causa del comportamento “da stalker” (oltreché “da stopper”) di un suo ex giovane fan, Marc Marquez. Prima o poi la ruota gira per tutti, e ci si vede restituire con gli interessi ciò che abbiamo saputo meritarci. Inoltre, merita ricordare quella volta in cui la tensione fra i due divi italiani della moto toccò il punto più elevato.