
Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
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- GiarneseUmnberto
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
non a caso fanno i casting per i personaggi ed includono anche determinati particolari nella scelta dell'attore, che si adattano al ruolo che si andrà a ricoprire, ma vaglielo a spiegare
ma il politically correct ha stravolto pure questo e la qualità artistica è ai suoi minimi storici, roba insulsa nel cinema e film ridicoli sono all'ordine del giorno, una pochezza disarmante di idee per non parlare degli attori, uno peggio dell'altro in questa nuova infornata.

- Salieri D'Amato
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Come detto, andrebbero un minimo fatti apparire orientali, non è che si dovrebbero presentare con i baffoni alla Zapata e un poncho sopra la divisa! Per dire, secondo te Tomas Milian nei panni di un indio messicano non era credibile?Nip ha scritto: ↑22/02/2021, 17:01Salieri D'Amato ha scritto: ↑22/02/2021, 16:45
Anche perchè alla fine, dell'etnia degli attori personalmente frega il classico beneamato cazzo, l'importante è che siano bravi a recitare e soprattutto i film ben diretti e sceneggiati. Mi scoccia molto di più la manipolazione dei contenuti storici o delle opere che hanno ispirato i film per uniformarli al p.c..
Facciamo un esempio: un film storico su Pearl Harbor se ci mettessero degli attori sudamericani a interpretare i kamikaze giapponesi ti andrebbe bene a patto che sia ben diretto e recitato? Per me crollerebbe dalle fondamenta. Gli attori devono essere si bravi ma pure credibili, anche dal punto di vista fisico/estetico, col ruolo che interpretano.
Poi certo, più similitudini somatiche vi sono, meglio è, ma non mi appare così fondamentale l'integralismo, alla fine anche persone dello stesso ceppo etnico sono spesso molto diverse tra loro.
La via più breve tra due cuori è il pene
- Gargarozzo
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
beh dipende dal genere di film e dalle velleità realistiche che questo ha in partenza: non devo certo spiegarvi che un film di Quentin Tarantino non ha finalità rappresentative nè pretese di attendibilità che può avere un film reportage.
Ai tempi ricordo che un mio amico iraniano (che pur era di ampie vedute, era uscito dal suo paese come dissidente, ateo ed amante della cultura occidentale) mi disse che non capiva perché nel film "300" di Zack Snyder, basato sull'omonimo fumetto di Frank Miller, rappresentasse i persiani come "di colore".
Gli diedi una doppia risposta: che no, non era un film che faceva dell'accuratezza storica la propria finalità, ma a partire dal fumetto stesso, che non era un libro di storia ma una storia che pescava da un fatto storico (la battaglia delle Termopili) per trarne una storia di tipo mitologico, espressionista.
...ma c'è un altro fatto da ammettere: Miller, autore di CHIARA impostazione destrorsa, diede al fumetto un'impostazione di supporto POLITICO alla visione dualistica tipica dell'amministrazione di Bush senior: c'era da combattere il terrorismo e "il suo fantasma" (come si scoprirà in seguito, anche in collegamento alla vicenda di Saddam), ed era un po' quel che De Amicis fece per Umberto I col suo libro (orrendo) Cuore.
Aggiungo però un dettaglio non da poco, avendo sia letto il fumetto accuratamente che avendo visto con la medesima cura il film. Ci sono delle divergenze estetiche, per la diversità di pubblico e non solo: ad esempio, nel fumetto Leonida è più vecchio, nel film per ovvie ragione è più giovane e in più aggiunta la scena del "tradimento a fini di ragion di stato" della moglie di Leonida.
Ma c'è un passaggio ancora più importante:
nel film, ben più mainstream del fumetto, è evidente come Sparta appaia come Baluardo della Democrazia contro la Tirannide Persiana. Un po', metaforicamente, come gli Stati Uniti HANNO RACCONTATO per decenni di essere (prima dell'isolazionismo trumpiano e dopo l'isolazionismo di Roosevelt), "il Mondo Democratico vs l'Impero del Male" (e, a questo fine, giustificarsi di legittimare i vari dittatori sparsi nel mondo, tra cui il sanguinario Pol Pot in Cambogia ed altri mille).
Nel fumetto, quando un oplita esegue un ordine ma sembra quasi lamentarsi, gli viene ribattuto:
"la Democrazia è per gli Ateniesi. Noi siamo Spartani..."
scusate la lunga digressione.
Ai tempi ricordo che un mio amico iraniano (che pur era di ampie vedute, era uscito dal suo paese come dissidente, ateo ed amante della cultura occidentale) mi disse che non capiva perché nel film "300" di Zack Snyder, basato sull'omonimo fumetto di Frank Miller, rappresentasse i persiani come "di colore".
Gli diedi una doppia risposta: che no, non era un film che faceva dell'accuratezza storica la propria finalità, ma a partire dal fumetto stesso, che non era un libro di storia ma una storia che pescava da un fatto storico (la battaglia delle Termopili) per trarne una storia di tipo mitologico, espressionista.
...ma c'è un altro fatto da ammettere: Miller, autore di CHIARA impostazione destrorsa, diede al fumetto un'impostazione di supporto POLITICO alla visione dualistica tipica dell'amministrazione di Bush senior: c'era da combattere il terrorismo e "il suo fantasma" (come si scoprirà in seguito, anche in collegamento alla vicenda di Saddam), ed era un po' quel che De Amicis fece per Umberto I col suo libro (orrendo) Cuore.
Aggiungo però un dettaglio non da poco, avendo sia letto il fumetto accuratamente che avendo visto con la medesima cura il film. Ci sono delle divergenze estetiche, per la diversità di pubblico e non solo: ad esempio, nel fumetto Leonida è più vecchio, nel film per ovvie ragione è più giovane e in più aggiunta la scena del "tradimento a fini di ragion di stato" della moglie di Leonida.
Ma c'è un passaggio ancora più importante:
nel film, ben più mainstream del fumetto, è evidente come Sparta appaia come Baluardo della Democrazia contro la Tirannide Persiana. Un po', metaforicamente, come gli Stati Uniti HANNO RACCONTATO per decenni di essere (prima dell'isolazionismo trumpiano e dopo l'isolazionismo di Roosevelt), "il Mondo Democratico vs l'Impero del Male" (e, a questo fine, giustificarsi di legittimare i vari dittatori sparsi nel mondo, tra cui il sanguinario Pol Pot in Cambogia ed altri mille).
Nel fumetto, quando un oplita esegue un ordine ma sembra quasi lamentarsi, gli viene ribattuto:
"la Democrazia è per gli Ateniesi. Noi siamo Spartani..."

scusate la lunga digressione.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Se si dimentica la sequenza storica, si perde molto nella comprensione del fenomeno.
Antefatto: circola l'idea (buona? cattiva? sticazzi?) di far recitare agli attori che hai sotto mano e in cui il tuo pubblico si riconosce anche parti tirate per i capelli.
Atto primo: emerge l'idea (balorda) che questa è un'offesa, un'appropriazione culturale, che farsi la faccia negra o mettersi il pareo è un attentato.
Atto secondo: spunta l'idea (povera) che allora ogni cultura e storia si tenga le sue immagini e i suoi personaggi e loro non si azzardino a toccare i nostri.
E' il terzo principio dell'ideodinamica: Per ogni fesseria, o minchiata, che una mente A infligge a un'altra mente B,
istantaneamente un'altra uguale in modulo e direzione, ma opposta in verso viene inflitta dalla mente B alla mente A.
In tutto questo, non si sa nulla della sceneggiatura: l'Anna Bolena negra agisce e pensa come quella storica
o è una ex-schiava delle colonie che conquista il trono inglese per combattere contro il razzismo sessista dei gesuiti papisti?
Scilicet, il colore è un attributo accidentale o essenziale?
Generalmente, la stragrande maggioranza dei personaggi (quelli femminili in particolare), nei film storici si comportano in modo assurdo, anche quando hanno imbroccato il colore giusto.
Antefatto: circola l'idea (buona? cattiva? sticazzi?) di far recitare agli attori che hai sotto mano e in cui il tuo pubblico si riconosce anche parti tirate per i capelli.
Atto primo: emerge l'idea (balorda) che questa è un'offesa, un'appropriazione culturale, che farsi la faccia negra o mettersi il pareo è un attentato.
Atto secondo: spunta l'idea (povera) che allora ogni cultura e storia si tenga le sue immagini e i suoi personaggi e loro non si azzardino a toccare i nostri.
E' il terzo principio dell'ideodinamica: Per ogni fesseria, o minchiata, che una mente A infligge a un'altra mente B,
istantaneamente un'altra uguale in modulo e direzione, ma opposta in verso viene inflitta dalla mente B alla mente A.
In tutto questo, non si sa nulla della sceneggiatura: l'Anna Bolena negra agisce e pensa come quella storica
o è una ex-schiava delle colonie che conquista il trono inglese per combattere contro il razzismo sessista dei gesuiti papisti?
Scilicet, il colore è un attributo accidentale o essenziale?
Generalmente, la stragrande maggioranza dei personaggi (quelli femminili in particolare), nei film storici si comportano in modo assurdo, anche quando hanno imbroccato il colore giusto.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
E che dire di Kirk Lazarus che si scurisce la pelle chirurgicamente per interpretare il sergente afroamericano Lincoln Osiris?
"Gli amici del campetto
passati dalle Marlboro direttamente all'eroina
alla faccia delle droghe leggere"
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
vabbè, e De Niro che cambiò connotati per alcuni ruoli? (ingrassava, o si rendeva più muscoloso?)
o Christian Bale che ha estremizzato la cosa?
ci si affeziona troppo alle forme, io ad esempio non sono nè SOLO un negro, un eterosessuale, uno che fa "il lavoro che faccio", eccetera
sono l'insieme di tutto queste cose.
E così tutti quanti... Non dico di credere nell'anima, ma forse è anche peggio credere in maniera così ossessiva in un singolo tratto della propria identità. Diventa una malattia, cari miei. E si rompe il cazzo persino a chi cerca di essere creativo. Non viene proprio il dubbio che è troppo, cazzo?
o Christian Bale che ha estremizzato la cosa?
ci si affeziona troppo alle forme, io ad esempio non sono nè SOLO un negro, un eterosessuale, uno che fa "il lavoro che faccio", eccetera
sono l'insieme di tutto queste cose.
E così tutti quanti... Non dico di credere nell'anima, ma forse è anche peggio credere in maniera così ossessiva in un singolo tratto della propria identità. Diventa una malattia, cari miei. E si rompe il cazzo persino a chi cerca di essere creativo. Non viene proprio il dubbio che è troppo, cazzo?

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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Basta che non facciano diventare bianco il Moro di Venezia, senza interracial perde valore
anche se i berberi non è che siano tutto sto ebano
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
No comment, cazzo 
https://www.lantidiplomatico.it/dettnew ... i/8_39857/

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Israele arresta 2 bambini palestinesi di 6 e 8 anni
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
I messicani sono anche di origine spagnola quindi è già più credibile. Una regina britannica del medioevo è inconcepibile che sia di etnia africana, per lo più si parla di un personaggio storico realmente esistito. Ma poi cioè la famiglia nobiliare inglese a cui appartiene li fanno tutti di colore oppure se ne fregano pure lì? Ma si...Il papà lo fa un samoano e la mamma un attrice cinese...tanto sti cazzi. Ma come fa a non farvi uscire di testa sta roba?Salieri D'Amato ha scritto: ↑22/02/2021, 17:19Come detto, andrebbero un minimo fatti apparire orientali, non è che si dovrebbero presentare con i baffoni alla Zapata e un poncho sopra la divisa! Per dire, secondo te Tomas Milian nei panni di un indio messicano non era credibile?Nip ha scritto: ↑22/02/2021, 17:01Salieri D'Amato ha scritto: ↑22/02/2021, 16:45
Anche perchè alla fine, dell'etnia degli attori personalmente frega il classico beneamato cazzo, l'importante è che siano bravi a recitare e soprattutto i film ben diretti e sceneggiati. Mi scoccia molto di più la manipolazione dei contenuti storici o delle opere che hanno ispirato i film per uniformarli al p.c..
Facciamo un esempio: un film storico su Pearl Harbor se ci mettessero degli attori sudamericani a interpretare i kamikaze giapponesi ti andrebbe bene a patto che sia ben diretto e recitato? Per me crollerebbe dalle fondamenta. Gli attori devono essere si bravi ma pure credibili, anche dal punto di vista fisico/estetico, col ruolo che interpretano.
Poi certo, più similitudini somatiche vi sono, meglio è, ma non mi appare così fondamentale l'integralismo, alla fine anche persone dello stesso ceppo etnico sono spesso molto diverse tra loro.

- GiarneseUmnberto
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
è come se per fare Ragnarr Loðbrók prendessero un marocchino all'incrocio
insomma la serie Vikings sarebbe stata alquanto ridicola se avessero scelto i personaggi per una sorta di isteria politicamente corretta.
debbo dire che mi è piaciuta molto, la consiglio,



debbo dire che mi è piaciuta molto, la consiglio,

Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Ecco, pensavo proprio a Vikings con i guerrieri palestranti e le guerriere puttaneggianti
come esempio in cui cambiare anche il colore non avrebbe fatto alcuna differenza.

come esempio in cui cambiare anche il colore non avrebbe fatto alcuna differenza.

Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
le guerriere puttaneggianti hanno sempre un perché
io le approvo incondizionatamente



- GiarneseUmnberto
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
no, debbo dire che sono azzeccati gli attori, solo Rollo spicca per fisico rispetto agli altri, ma ci può stare, la fama dei norreni era incentrata su guerrieri grossi e forzuti, non mi pare tanto fuori dalla realtà. Poi le donne a parte qualcuna 4-5, non sono propriamente delle super fighe, debbo dire che quella prima a sinistra è certamente la migliore super figa di tutto il parco attrici della serie e ci sta pure quello. Come serie è molto buona, poi ovviamente le ultime stagioni non le ho apprezzate ma la base di partenza è stata ok, superiore certamente di mille anni luce a tutta la merda che sta su netflix
- GiarneseUmnberto
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Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
come scelta artistica è azzeccatissima, da diverse testimonianze storiche, a quei tempi accoppiarsi era una cosa quotidiana, in molte ore del giorno, si praticava spessissimo per via delle basse temperature e si facevano molti giochi particolari per riscaldarsi e le orge erano di natura selvaggia.
Re: Politically Correct: punto di non ritorno? (OT)
Brave ragazze 

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