Drogato_ di_porno ha scritto:anche Ferrero (Nutella) e Del Vecchio (Luxottica) sono ricchi sobri.
Naaa Drugat questi riferimenti "morali" eliminate le basi religiose cosa significano? IMHO molto meglio uno che va a puttane e rimette in circolo piuttosto che il modello avaro/stitico
"razionalizzazione" del capitale
Non abbiamo mai creduto e mai crederemo ai borghesi “buoni”o “cattivi”. Come non abbiamo mai creduto in un capitalismo buono o cattivo a seconda che sia amministrato bene o male. Continuiamo ad essere convinti che non esiste una terza via tra il capitalismo e il comunismo. Se ragioniamo in termini di classe, se andiamo oltre le irrilevanti personalizzazioni, il ricorso o meno allo strumento dei licenziamenti non ha nulla a che vedere con la bontà o meno dei singoli borghesi. È l’andamento del mercato, la fase del ciclo economico, con le sue ripercussioni all’interno della società classista, che in ultima istanza risulta determinante. L’andamento di queste fasi, le condizioni del mercato si riflettono, in maniera falsata, in ideologie fuorvianti per il proletariato. Solo ancorandosi al marxismo e al metodo scientifico che esso rappresenta si può superare la rappresentazione ideologica della realtà economica e sociale. Il proletariato nella sua lotta deve essere cosciente che la sua azione non può prescindere dai rapporti di produzione esistenti. Sia in fasi di espansione del mercato capitalistico che nelle sue fasi di contrazione. Con il riferimento iniziale ai “borghesi buoni” volevamo ricordare una infelice etichetta che tempo fa l’allora presidente della Camera, Fausto Bertinotti, affibbiò all’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. Non che da Bertinotti ci si aspettasse chissà quale rivendicazione di classe nei confronti della borghesia, ma purtroppo, avendo all’epoca una certa influenza tra i salariati, era facile che quelle sue esternazioni avessero una loro risonanza e un corso in alcuni segmenti della nostra classe. Oggi, il “borghese buono”, caro a quel Bertinotti ora politicamente “defunto” (almeno per il momento, poi, come si sa, l’opportunismo è come la gramigna, difficile da estirpare), rilascia dichiarazioni molto significative a proposito di una realtà produttiva come Termini Imerese. Sul Sole 24 ore del 26 Giugno, Marchionne afferma che «Termini Imerese non aveva ragione di esistere». Già sul Corriere della Sera del 18 Giugno, si potevano leggere prese di posizione molto indicative. Dopo un incontro a Palazzo Chigi, l’Ad aveva affermato che «di fronte alla crisi globale del settore auto c'è necessità di razionalizzazione per contrastare una sovra-capacità produttiva cronica». Ora è tempo di razionalizzare. E il “borghese buono” è buono sì, ma per il profitto.
