Contro la censura di internet
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Re: Contro la censura di internet
Anche il gruppo hacker Anonymous non si è fatto attendere e ha lanciato l'operazione #OpMegaUpload contro i sequestri avvenuti colpendo diversi siti facendoli diventare irraggiungibili per ore ( alcuni di questi lo sono ancora attualmente mentre scriviamo ) tra cui quello della Casa Bianca e del FBI oltre che di singole major cinematografiche e discografiche
La lista dei siti principali che hanno subito l'attacco è la seguente:
The White House (Whitehouse.gov)
Federal Bureau of Investigation (FBI.gov)
Department of Justice (Justice.gov)
HADOPI law site (HADOPI.fr)
Motion Picture Association of America (MPAA.org)
Universal Music (UniversalMusic.com)
Belgian Anti-Piracy Federation (Anti-piracy.be/nl/)
Recording Industry Association of America (RIAA.org)
U.S. Copyright Office (Copyright.gov)
Universal Music France (UniversalMusic.fr)
Senator Christopher Dodd (ChrisDodd.com)
Vivendi France (Vivendi.fr)
BMI (BMI.com)
Warner Music Group (WMG.com)
La lista dei siti principali che hanno subito l'attacco è la seguente:
The White House (Whitehouse.gov)
Federal Bureau of Investigation (FBI.gov)
Department of Justice (Justice.gov)
HADOPI law site (HADOPI.fr)
Motion Picture Association of America (MPAA.org)
Universal Music (UniversalMusic.com)
Belgian Anti-Piracy Federation (Anti-piracy.be/nl/)
Recording Industry Association of America (RIAA.org)
U.S. Copyright Office (Copyright.gov)
Universal Music France (UniversalMusic.fr)
Senator Christopher Dodd (ChrisDodd.com)
Vivendi France (Vivendi.fr)
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Re: Contro la censura di internet
Addio Megavideo E Megaupload: Alcune Alternative
Infiniti utenti sono scossi dalla triste notizia che corre sul web: Megaupload.com è stato chiuso. Questo significa che non si potranno più sfruttare i suoi fenomenali servizi. Non si avrà più l’occasione di vedere filmati streaming utilizzando le sue pagine e neppure scaricare i file presenti sul suo server. Purtroppo non si tratta di una bufala, ma di una reale notizia.
I procuratori federali della Virginia hanno deciso di chiudere le pagine del portale per pirateria e violazione del copyright. Tale decisione di certo non ci sorprende, per anni il sito ha diffuso telefilm e film agli utenti, ma adesso è finita. Addirittura Megaupload.com è accusata di aver causato un danno economico che supera la strabiliante cifra di 500 milioni di dollari.
Questo sarà solo il primo di tanti siti che saluterà il mondo virtuale? Probabilmente si. Ricordiamo che Megaupload è stato il tredicesimo sito più popolare del mondo. Effettivamente è quasi impossibile trovare un utente che non abbia goduto dei suoi servizi.
Le alternative a disposizione
Al momento, però, esistono ancora delle valide alternative che vi continueranno ad offrire dei servizi simili. Il primo che possiamo prendere in considerazione è sicuramente VideoWeed, uno dei maggiori avversari del noto sito ormai chiuso. Anche questo portale non possiede un motore di ricerca mediante il quale si possono trovare i file presenti al suo interno, ma bisogna affidarsi a dei siti che raccolgono i giusti collegamenti che rimandano alle sue pagine.
Ancora non possiamo non citare MovShare che possiamo definire una sorta di copia di Megavideo, ma addirittura con qualche marcia in più! L’unica pecca di questo portale è il bisogno di installare un software per visualizzare i filmati, ma la qualità video sarà superiore a quella del defunto sito: i filmati saranno in DIVX.
Raggiungendo il sito http://www.divx.com potrete andare nella sezione “Software” e scaricare unicamente il webplayer. Durante l’installazione scegliete di installare solo questo componente e, se non volete, non installate Norton Security Scan. Dopo l’installazione, arrivando sulle pagine dei filmati di MovShare potrete vedere i video.
I maggiori siti streaming, però, hanno ancora i link che puntano verso Megavideo, sarà quindi difficile trovare degli indirizzi esatti. Ricordatevi che potete avviare delle ricerche all’interno dei siti attraverso Google grazie a tale dicitura che va inserita nella barra del motore di ricerca: site:nomesito.it contenuto
ad esempio per cercare le notizie relative a Megavideo sul nostro sito ZioGeek dovrete scrivere: site:ziogeek.com Megavideo
http://ziogeek.com/addio-megavideo-e-me ... ternative/
Megaupload, prove tecniche di rilancio
A poche ore dal sequestro, Megaupload starebbe già tentando il rilancio sotto nuovo dominio: l'iniziativa è per ora catalogata da Chrome come "phishing".
L’operazione appare azzardata, ma inizia a raccogliere credito: a distanza di poche ore dalla chiusura del sito, Megaupload avrebbe già avviato le pratiche per riorganizzare le proprie attività. Un nuovo dominio, probabilmente una nuova offerta, qualche tempo per il ripristino dei contatti e quindi il rientro a pieno regime. Ad oggi quella che è offerta è semplicemente una scatola vuota che il passaparola sta però rendendo immediatamente celebre: se non è questo il nuovo Megaupload, sono comunque in molti a dar credito alla candidatura.
Il sito si cela dietro il nuovo dominio megavideo.bz. La dichiarazione di intenti è chiara fin dalla homepage: «Questo è il nuovo sito Megaupload! Stiamo lavorando per tornare nuovamente operativi». Difficile intuire anche chi possa esserci dietro una operazione di questo tipo visto che parte del team Megaupload è stato arrestato ed in parte è nel mirino delle autorità di mezzo mondo, con specifici mandati di cattura già messi nero su bianco dall’FBI.
Il sito è al momento catalogato da Google come sospetto caso di phishing: collegarsi con Chrome al nuovo dominio restituisce un errore e consiglia di non procedere. Sospetto, peraltro, non del tutto vuoto: si consiglia di consultare tali pagine con circospezione.
Attenzione: possibile tentativo di phishing!
Il sito web all’indirizzo megavideo.bz è stato segnalato come sito di “phishing”. I siti di phishing sono siti che inducono gli utenti a rivelare informazioni personali o finanziarie, spacciandosi spesso per istituzioni affidabili, come delle banche.
Al momento la richiesta è quella del passaparola tramite social network per diffondere rapidamente il nuovo punto di riferimento. Difficilmente le autorità potranno però consentire un riavvio tanto solerte delle attività: Megaupload è stato sradicato con forza, mettendo i lucchetti tanto ai responsabili quanto ai server, pertanto ogni riorganizzazione dovrà giocoforza passare attraverso difficili tentativi di ricostruzione della struttura antecedente. Il clamore del momento ed il supporto degli Anonymous sembrano però sospingere questa possibilità, il che offre al nuovo dominio quantomeno una opportunità.
Opportunità che l’FBI terrà sotto stretta osservazione fin da subito, peraltro con in mano un database ricco di log, IP e dati relativi agli utenti premium che già in precedenza hanno fatto uso di Megaupload per caricare e scaricare materiale illecito.
Leggi tutto: http://www.webnews.it/2012/01/20/megaup ... -rilancio/
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
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Re: Contro la censura di internet
anonymous hanno fatto una rappresaglia incredibile....prende il via ufficialmente la guerra telematica!!
Re: Contro la censura di internet
Speriamo bene, devono disintegrarli sti meledetti


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Re: Contro la censura di internet
http://attivissimo.blogspot.com/2012/01 ... rmatico%29
Ne parlerò in dettaglio nella puntata del Disinformatico di oggi (venerdì) alle 11 sulla Rete Tre della RSI, ma a costo di dire cose impopolari, mi tocca segnalare che la reazione isterica (denial of service a raffica) di Anonymous alla chiusura di Megaupload e Megavideo da parte dell'FBI fa esattamente il gioco di chi vuole difendere lo status quo del copyright e inasprirne le leggi. Proprio adesso che si stava arrivando a liquidare SOPA e forse anche PIPA, Anonymous realizza un autogol attaccando i siti di FBI, Dipartimento di Giustizia USA, Universal Music, RIAA e altri. Adesso le varie lobby potranno puntare il dito e dire “Visto? Ve l'avevamo detto che l'accusa di censura e la difesa della libertà d'espressione erano foglie di fico per poter continuare a scroccare.”
Prima di prendere le difese di Megaupload, leggete i capi d'accusa in sintesi o per intero. I suoi titolari non sono stati arrestati per semplice file sharing di materiale sotto copyright. Hanno fatto ben di peggio: riciclaggio di denaro, tanto per dirne una.
Inoltre sono diventati multimilionari scroccando le fatiche altrui (proprio come certi magnati della musica e del cinema). Non stiamo parlando di un gruppo di ragazzini che mette su un server per condividere le puntate introvabili di Magnum PI o sottotitolare in russo Doctor Who rimettendoci tempo e soldi. Stiamo parlando di gente che s'è fatta cinque Mercedes AMG e decine di milioni di profitti con Megaupload. Sicuri di volerli presentare come paladini della lotta contro la censura per la libertà di Internet? Un conto è il file sharing senza scopo di lucro; un altro è lucrare sul file sharing.
Io non ho problemi a elogiare la “pirateria” come modo per custodire la cultura e la libertà delle idee, ma qui rischiamo di trovarci dei compagni d'avventura decisamente imbarazzanti. Se fossi complottista, direi che sono stati scelti apposta perché spettacolarmente impresentabili.
Ne parlerò in dettaglio nella puntata del Disinformatico di oggi (venerdì) alle 11 sulla Rete Tre della RSI, ma a costo di dire cose impopolari, mi tocca segnalare che la reazione isterica (denial of service a raffica) di Anonymous alla chiusura di Megaupload e Megavideo da parte dell'FBI fa esattamente il gioco di chi vuole difendere lo status quo del copyright e inasprirne le leggi. Proprio adesso che si stava arrivando a liquidare SOPA e forse anche PIPA, Anonymous realizza un autogol attaccando i siti di FBI, Dipartimento di Giustizia USA, Universal Music, RIAA e altri. Adesso le varie lobby potranno puntare il dito e dire “Visto? Ve l'avevamo detto che l'accusa di censura e la difesa della libertà d'espressione erano foglie di fico per poter continuare a scroccare.”
Prima di prendere le difese di Megaupload, leggete i capi d'accusa in sintesi o per intero. I suoi titolari non sono stati arrestati per semplice file sharing di materiale sotto copyright. Hanno fatto ben di peggio: riciclaggio di denaro, tanto per dirne una.
Inoltre sono diventati multimilionari scroccando le fatiche altrui (proprio come certi magnati della musica e del cinema). Non stiamo parlando di un gruppo di ragazzini che mette su un server per condividere le puntate introvabili di Magnum PI o sottotitolare in russo Doctor Who rimettendoci tempo e soldi. Stiamo parlando di gente che s'è fatta cinque Mercedes AMG e decine di milioni di profitti con Megaupload. Sicuri di volerli presentare come paladini della lotta contro la censura per la libertà di Internet? Un conto è il file sharing senza scopo di lucro; un altro è lucrare sul file sharing.
Io non ho problemi a elogiare la “pirateria” come modo per custodire la cultura e la libertà delle idee, ma qui rischiamo di trovarci dei compagni d'avventura decisamente imbarazzanti. Se fossi complottista, direi che sono stati scelti apposta perché spettacolarmente impresentabili.
"Se è vero che l'arte commerciale rischia sempre di finire prostituta, non è meno vero che l'arte non commerciale rischia di finire zitella"
Erwin Panofsky
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Re: Contro la censura di internet
Com'è possibile paragonare MU agli altri (almeno in versione free)? Con MU usavo sempre tutta la banda disponibile (750-800 KB/s di media) e ultimamente non dovevi più inserire i captcha, né attendere i 45 secondi prima del download: era diventato praticamente perfetto! Gli altri free, a confronto, fanno schifo.crackpot ha scritto:Giusto, io scaricavo tantissimi documentari, film e altre cazzate varie quasi tutti i giorni.Paperinik ha scritto:Un cazzo, megaupload era l'unico che, assieme a rapidshare, viaggiava come le palle di fuoco anche senza abbonamento..
ovvio per uno morto (megaupload) se ne aprono altri cento..
ma comunque non è questo il punto, nessuno era ai livelli di Megaupload..
con tutti gli altri ci vuole il triplo del tempo a scaricare.. almeno che ti fai l account premium
se la prende in culo.Paperinik ha scritto:ma la gente che ha pagato abbonamenti e che lo usava per altri fini?
Re: Contro la censura di internet
Megaupload e il tesoretto di Kim Dotcom
“No, macché partita… ieri sera mi son messo lì è ho guardato un film su Megavideo“.
“Ehhh, figurati che io mi son pure abbonato per vedere quelli in HD“.
Stralci di conversazione intercettata al volo in strada, solo pochi giorni fa. Che mi ha fatto drizzare le orecchie. Perché gli interlocutori non erano ragazzetti con lo zaino in spallo, ma signori con qualche capello bianco in testa. Megaupload e soprattutto lo streaming su Megavideo, spenti ieri dall’Fbi, erano diventati un fenomeno di costume molto più ampio della cerchia degli smanettoni assidui (secondo la Fimi coinvolgeva circa 1,7 milioni di italiani). Una sorta di Facebook del download, facilissimo e immediato. Un supermercato dell’illegale da cui transitava di tutto. Anche roba perfettamente lecita: lo strumento era utile e anche qui al giornale ci è capitato di ricevere materiale (servizi video e fotografici) caricato su Megaupload da qualche collaboratore.
Ma al di là di questo è ovvio che la prevalenza del materiale piratato sui Mega-server era enorme. E il business che vi ruotava intorno era altrettanto immenso. Non solo quello diretto, ma persino quello indiretto: su Internet c’era chi vendeva Codici Premium illegali (l’illegalità della pirateria, una sorta di pirateria al cubo) e su iPhone/iPad c’erano App che (a pagamento) promettevano la visione di film su Megavideo, di per sé non consultabile dai dispositivi senza Flash Player come quelli di Apple. Per tacer di chi lucrava con i banner di siti che indicizzavano gli upload su Megavideo (in Italia siamo ben forniti, nel settore).
Insomma un business immenso. Al vertice della piramide c’è (ci sarebbe, visto che lui ufficialmente ha sempre smentito) il 37enne tedesco Kim Schmitz aka Kim Dotcom aka Kimble. Fisico oversize, mente brillante, parecchi peli sullo stomaco. Esordi da hacker e proseguimento di carriera da conman, da imbroglione. Ma dell’era digitale. Un paio di condanne passate in giudicato. Una per essere penetrato nella rete di un network privato e aver commerciato con schede telefoniche rubate. L’altra per insider trading, 20 mesi. Si era messo in tasca 1.5 milioni di dollari con il rialzo pilotato delle azioni di Letsbuyit.com.
Poi la nascita nel 2005 della galassia di siti Megaworld. E l’accumulo di una fortuna da strabuzzare gli occhi: le autorità americane hanno bloccato a Schmitz, alle sue aziende e a suoi associati beni e capitali per circa 175 milioni di dollari in tutto il mondo. Una sorta di caverna dei Quaranta Ladroni in cui i G-Men hanno trovato una collezione di auto da fare invidia a un museo delle quattro e due ruote: una Rolls-Royce Phantom, una Maserati GranCabrio, una Lamborghini, due Cadillac d’epoca (’57 e ’59), 2 Mini e ben 16 Mercedes, oltre ad Harley Davidson, altre moto e moto d’acqua (anche se verità, da geek la cosa che gli invidio di più sono i 3 Lcd Samsung da 82 pollici e i due 108 pollici Sharp). La passione di Kim per i motori d’altronde era più che nota: il suo nome figura infatti tra i partecipanti e pure tra i vincitori (edizione 2001) della celebre Gumball 3000, il “rally” su strade aperte al traffico a cui partecipano diverse celebrities.
La risposta alla chiusura di Megaupload è stata una spettacolare campagna di attacchi da parte degli Anonymous. Sì, un’azione di polizia “planetaria” come quella messa in campo dall’Fbi fa impressione e un po’ paura: come scrive la EFF “se gli Usa hanno il potere di fermare un cittadino olandese in Nuova Zelanda sulla base di una presunta violazione del copyright, cosa ci aspetta?”. Ed è palese che la legislazione sul diritto d’autore nell’era del digitale continua a essere inadeguata ai tempi e spesso miope (così come i giri di vite alla Sopa/Pipa). Ma, come dice l’ottimo Attivissimo: siete davvero disposti a battervi per un tipo come Kim Schmitz?
(N.B.: nel documento dell’Fbi si sottolinea la differenza tra Megaupload/Megavideo e i mille altri siti di sharing, tipo YouTube, o di personal storage, tipo Dropbox, su cui transita ovviamente ingente quantità di materiale protetta dal copyright. Ovvero il fatto che Mega-siti erano concepiti per incentivare l’upload di materiale ad alto traffico:
The indictment alleges that the site was structured to discourage the vast majority of its users from using Megaupload for long-term or personal storage by automatically deleting content that was not regularly downloaded. The conspirators further allegedly offered a rewards program that would provide users with financial incentives to upload popular content and drive web traffic to the site, often through user-generated websites known as linking sites. The conspirators allegedly paid users whom they specifically knew uploaded infringing content and publicized their links to users throughout the world.
(L’accusa sostiene che il sito è stato strutturato in modo da scoraggiare la maggior parte dei suoi utenti dall’utilizzare Megaupload per la conservazione a lungo termine di materiale personale, eliminando automaticamente il contenuto che non è stato regolarmentescaricato. I cospiratori avrebbero inoltre offerto un programma a premi che offrono agli utenti incentivi finanziari per caricare i contenuti web popolare e guidare il trafficoal sito, spesso generati dagli utenti attraverso siti web conosciuti come siti di collegamento. I cospiratori avrebbero pagato agli utenti i quali conoscevanospecificamente caricato violazione dei contenuti e pubblicizzato i loro legami per gli utenti di tutto il mondo)
http://malditech.corriere.it/2012/01/20 ... im-dotcom/
“No, macché partita… ieri sera mi son messo lì è ho guardato un film su Megavideo“.
“Ehhh, figurati che io mi son pure abbonato per vedere quelli in HD“.
Stralci di conversazione intercettata al volo in strada, solo pochi giorni fa. Che mi ha fatto drizzare le orecchie. Perché gli interlocutori non erano ragazzetti con lo zaino in spallo, ma signori con qualche capello bianco in testa. Megaupload e soprattutto lo streaming su Megavideo, spenti ieri dall’Fbi, erano diventati un fenomeno di costume molto più ampio della cerchia degli smanettoni assidui (secondo la Fimi coinvolgeva circa 1,7 milioni di italiani). Una sorta di Facebook del download, facilissimo e immediato. Un supermercato dell’illegale da cui transitava di tutto. Anche roba perfettamente lecita: lo strumento era utile e anche qui al giornale ci è capitato di ricevere materiale (servizi video e fotografici) caricato su Megaupload da qualche collaboratore.
Ma al di là di questo è ovvio che la prevalenza del materiale piratato sui Mega-server era enorme. E il business che vi ruotava intorno era altrettanto immenso. Non solo quello diretto, ma persino quello indiretto: su Internet c’era chi vendeva Codici Premium illegali (l’illegalità della pirateria, una sorta di pirateria al cubo) e su iPhone/iPad c’erano App che (a pagamento) promettevano la visione di film su Megavideo, di per sé non consultabile dai dispositivi senza Flash Player come quelli di Apple. Per tacer di chi lucrava con i banner di siti che indicizzavano gli upload su Megavideo (in Italia siamo ben forniti, nel settore).
Insomma un business immenso. Al vertice della piramide c’è (ci sarebbe, visto che lui ufficialmente ha sempre smentito) il 37enne tedesco Kim Schmitz aka Kim Dotcom aka Kimble. Fisico oversize, mente brillante, parecchi peli sullo stomaco. Esordi da hacker e proseguimento di carriera da conman, da imbroglione. Ma dell’era digitale. Un paio di condanne passate in giudicato. Una per essere penetrato nella rete di un network privato e aver commerciato con schede telefoniche rubate. L’altra per insider trading, 20 mesi. Si era messo in tasca 1.5 milioni di dollari con il rialzo pilotato delle azioni di Letsbuyit.com.
Poi la nascita nel 2005 della galassia di siti Megaworld. E l’accumulo di una fortuna da strabuzzare gli occhi: le autorità americane hanno bloccato a Schmitz, alle sue aziende e a suoi associati beni e capitali per circa 175 milioni di dollari in tutto il mondo. Una sorta di caverna dei Quaranta Ladroni in cui i G-Men hanno trovato una collezione di auto da fare invidia a un museo delle quattro e due ruote: una Rolls-Royce Phantom, una Maserati GranCabrio, una Lamborghini, due Cadillac d’epoca (’57 e ’59), 2 Mini e ben 16 Mercedes, oltre ad Harley Davidson, altre moto e moto d’acqua (anche se verità, da geek la cosa che gli invidio di più sono i 3 Lcd Samsung da 82 pollici e i due 108 pollici Sharp). La passione di Kim per i motori d’altronde era più che nota: il suo nome figura infatti tra i partecipanti e pure tra i vincitori (edizione 2001) della celebre Gumball 3000, il “rally” su strade aperte al traffico a cui partecipano diverse celebrities.
La risposta alla chiusura di Megaupload è stata una spettacolare campagna di attacchi da parte degli Anonymous. Sì, un’azione di polizia “planetaria” come quella messa in campo dall’Fbi fa impressione e un po’ paura: come scrive la EFF “se gli Usa hanno il potere di fermare un cittadino olandese in Nuova Zelanda sulla base di una presunta violazione del copyright, cosa ci aspetta?”. Ed è palese che la legislazione sul diritto d’autore nell’era del digitale continua a essere inadeguata ai tempi e spesso miope (così come i giri di vite alla Sopa/Pipa). Ma, come dice l’ottimo Attivissimo: siete davvero disposti a battervi per un tipo come Kim Schmitz?
(N.B.: nel documento dell’Fbi si sottolinea la differenza tra Megaupload/Megavideo e i mille altri siti di sharing, tipo YouTube, o di personal storage, tipo Dropbox, su cui transita ovviamente ingente quantità di materiale protetta dal copyright. Ovvero il fatto che Mega-siti erano concepiti per incentivare l’upload di materiale ad alto traffico:
The indictment alleges that the site was structured to discourage the vast majority of its users from using Megaupload for long-term or personal storage by automatically deleting content that was not regularly downloaded. The conspirators further allegedly offered a rewards program that would provide users with financial incentives to upload popular content and drive web traffic to the site, often through user-generated websites known as linking sites. The conspirators allegedly paid users whom they specifically knew uploaded infringing content and publicized their links to users throughout the world.
(L’accusa sostiene che il sito è stato strutturato in modo da scoraggiare la maggior parte dei suoi utenti dall’utilizzare Megaupload per la conservazione a lungo termine di materiale personale, eliminando automaticamente il contenuto che non è stato regolarmentescaricato. I cospiratori avrebbero inoltre offerto un programma a premi che offrono agli utenti incentivi finanziari per caricare i contenuti web popolare e guidare il trafficoal sito, spesso generati dagli utenti attraverso siti web conosciuti come siti di collegamento. I cospiratori avrebbero pagato agli utenti i quali conoscevanospecificamente caricato violazione dei contenuti e pubblicizzato i loro legami per gli utenti di tutto il mondo)
http://malditech.corriere.it/2012/01/20 ... im-dotcom/
Scrisser per ogni muro e in ogni via
Come l'Angela Zaffa, nel Trent'uno
A i sei d'Aprile, habbia sfamato ognuno.
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Re: Contro la censura di internet
Proprio adesso che cominciavo a caricare qualcosina 

Re: Contro la censura di internet
Ho letto ma non so con esatezza tutte le accuse che l'FBI fa per Mega e per i suoi amministratori. Truffa, cospirazione, reciclaggio? Di queste cose non so. Non elogio Mega ma come si fa a arrestare una persona nella Nuova Zelanda, che ha una cittadinanza olandese/tedesca (se non sbaglio) per questione di copyright?vertigoblu ha scritto:http://attivissimo.blogspot.com/2012/01 ... rmatico%29
Ne parlerò in dettaglio nella puntata del Disinformatico di oggi (venerdì) alle 11 sulla Rete Tre della RSI, ma a costo di dire cose impopolari, mi tocca segnalare che la reazione isterica (denial of service a raffica) di Anonymous alla chiusura di Megaupload e Megavideo da parte dell'FBI fa esattamente il gioco di chi vuole difendere lo status quo del copyright e inasprirne le leggi. Proprio adesso che si stava arrivando a liquidare SOPA e forse anche PIPA, Anonymous realizza un autogol attaccando i siti di FBI, Dipartimento di Giustizia USA, Universal Music, RIAA e altri. Adesso le varie lobby potranno puntare il dito e dire “Visto? Ve l'avevamo detto che l'accusa di censura e la difesa della libertà d'espressione erano foglie di fico per poter continuare a scroccare.”
Prima di prendere le difese di Megaupload, leggete i capi d'accusa in sintesi o per intero. I suoi titolari non sono stati arrestati per semplice file sharing di materiale sotto copyright. Hanno fatto ben di peggio: riciclaggio di denaro, tanto per dirne una.
Inoltre sono diventati multimilionari scroccando le fatiche altrui (proprio come certi magnati della musica e del cinema). Non stiamo parlando di un gruppo di ragazzini che mette su un server per condividere le puntate introvabili di Magnum PI o sottotitolare in russo Doctor Who rimettendoci tempo e soldi. Stiamo parlando di gente che s'è fatta cinque Mercedes AMG e decine di milioni di profitti con Megaupload. Sicuri di volerli presentare come paladini della lotta contro la censura per la libertà di Internet? Un conto è il file sharing senza scopo di lucro; un altro è lucrare sul file sharing.
Io non ho problemi a elogiare la “pirateria” come modo per custodire la cultura e la libertà delle idee, ma qui rischiamo di trovarci dei compagni d'avventura decisamente imbarazzanti. Se fossi complottista, direi che sono stati scelti apposta perché spettacolarmente impresentabili.
Roman Polanski ha stuprato una ragazzina america di 13 anni nel USA, e cosa l'FBI ha fatto fino ad ora?
Dunque, si parla di altre accuse (piu' pesanti) contro Mega i gli amministratori.
L'ho detto in vari post, che il copyright e' secondo me una truffa in se stessa. Quando i major dell'industria cinematografica parlano di pirataggio, di furto (che non e'), e che lo scarico illegale dei file non fa lavorare gli "artisti", mi fanno ridere. A gli artisti di secondo, terzo, quarto, quinto grado gli danno i spiccioli, i soli che fanno soldi sono quelli di grado A. E soltanto i CEO e direttori di queste ditte incassano milioni di dollari in salario e bonus ogni anno. Se il "pirataggio" non esistera piu' da domani mattina, i major non venderanno i CD musicali o DVD di film a meno prezzo, il biglietto per andare al cinema non costera' di meno, e l'industria cinematografica non ingaggera' migliaia di operai di piu' (per fare cosa poi?)!
I major faranno veramente lavorare piu' gente creando leggi a loro interessi e allungando all'eternita' il copyright su un film?
Creano soltanto profitti per la ditta e per i direttori. Un film vecchio di 50-60 anni non fa aumentare 500-2000 nuovi posti di lavoro.
A quale punto una canzone, un film fara' parte del dominio pubblico che tutti possono godersi senza che la polizia/avvocati stanno dietro la porta a volerti arrestare for "furto"?
- baroccosiffredi
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Re: Contro la censura di internet
Come al solito i danni stimati sono esageratamente gonfiati, perchè ritengono scontato che se io guardo un film in streaming gratis, non potendolo fare lo andrei sicuramente a comprare...balle! 

- katmandu69
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Re: Contro la censura di internet
baroccosiffredi ha scritto:Come al solito i danni stimati sono esageratamente gonfiati, perchè ritengono scontato che se io guardo un film in streaming gratis, non potendolo fare lo andrei sicuramente a comprare...balle!
bravo barocco ti quoto,ma è cosi difficile da far capire a certa gente???
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
Re: Contro la censura di internet
Ed e' li il problema del "copyright infringement". Provarlo non e' difficile, ma come evaluare il "danno" finanziario al detentore del copyright? Se io ho scaricato 5 film, vecchi di 40 anni, che danno ho fatto? Se poi io ho filmato il film (nuovo di zecca) in sala e ho fatto l'upload su un file share, e l'hanno scaricato 147 persone (che poi io non ho nessuna idea che ci hanno fatto quelli li) che danno ho creato?katmandu69 ha scritto:bravo barocco ti quoto,ma è cosi difficile da far capire a certa gente???baroccosiffredi ha scritto:Come al solito i danni stimati sono esageratamente gonfiati, perchè ritengono scontato che se io guardo un film in streaming gratis, non potendolo fare lo andrei sicuramente a comprare...balle!
Nega si e' arricchito di abbonamenti "premium"? E quanti di questi abbonamenti premium hanno scaricato materiale protetti di copyright? A chi Mega ha dato soldi (quanti soldi?) per permettere quel sito di linkare i links di un file illegale?
Come si fa a a dire che Mega ha causato danni di $500,000,000?
Re: Contro la censura di internet
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Re: Contro la censura di internet
Capitanvideo ha scritto:Si, in Francia ad esempio credo che lo Stato finanzi il cinema in modo più consistente che in Italia.Len801 ha scritto:
Quasi all'infuoiri degli Stati Uniti, quasi tutti i paesi della terra sovvenziano l'industria cinematografica di un modo o un altro.
Ma sinceramente non trovo nessun senso in questo. Non e' un servizio indispensabile, si producono privatamente centinaia di film ogni anno, non c'è bisogno che lo Stato sprechi preziose risorse per far lavorare persone senza nessun talento.
beh, pero' e' comprensibile che gli stati vogliano avere dei film che riflettono le loro usanze, sistema legale ecc. e non quello americano...
http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/M ... andOsmosis
Re: Contro la censura di internet
Una nazione democratica non ha nessuna obbligazione ne giustificazione di finanziare musica, letteratura, cinema prodotti per scopi commerciali.Barabino ha scritto:Capitanvideo ha scritto:Si, in Francia ad esempio credo che lo Stato finanzi il cinema in modo più consistente che in Italia.Len801 ha scritto:
Quasi all'infuoiri degli Stati Uniti, quasi tutti i paesi della terra sovvenziano l'industria cinematografica di un modo o un altro.
Ma sinceramente non trovo nessun senso in questo. Non e' un servizio indispensabile, si producono privatamente centinaia di film ogni anno, non c'è bisogno che lo Stato sprechi preziose risorse per far lavorare persone senza nessun talento.
beh, pero' e' comprensibile che gli stati vogliano avere dei film che riflettono le loro usanze, sistema legale ecc. e non quello americano...
http://tvtropes.org/pmwiki/pmwiki.php/M ... andOsmosis
Ricordi come funzionavano i giochi olimpici? Non si "accettavano" partecipanti se erano considerati "professionisti"?
Ma la Russia e i loro stati satelliti reclutavano (da giovane eta'), li pagavano, li alloggiavano, gli davano da mangiare, e gli fornivano tutto il necessario. I giocatori di hockey russi erano soldati. Che tipo di competizione olimpica era quella? Un povero atleta/corridore da una piccola nazione africana non aveva nemmeno le scarpe o scarpe adatte per la corsa.
Se uno stato/nazione fornisce finanziamento all'industria cinematografica, prima di tutto si impone una certa censura (diretta o indiretta) e poi quando prensentano tali film a un film festival con chi fanno la concorrenza (con certe nazioni in cui il regista ha dovuto ipotecarsi la sua casa o la casa del padre per trovare i soldi per fare quel film)?
Ritornando on-topic per l'affare Megaupload, credo che l'FBI ha strutturato le accuse in tale modo a mostrare che gli amministratori sono diventati ricchi, anzi super ricchi, e secondo FBI alle spese dell'industria musicale/cinematografica.
Insomma comme stanno andando le cose, prima si blocca un sito internet, si confiscano i servers, si censura, si arresta, e poi fanno il processo. Tutto all'inverso. E tutto questo in un paese straniero (Nuova Zelanda). Che cosa gli importa alla Nuova Zelanda tutto questo?