sthevoicev ha scritto:probabilmente se nella pianificazione delle tappe nelle grandi corse di più settimane,Giro Vuelta e Tour in primis,dosassero il kilometraggio e razionalizzassero la presenza di montagne,la situazione potrebbe cambiare,magari sono troppo ottimista.
diciamoci la verità ,il ciclismo è uno sport troppo faticoso,stare a questi ritmi qui è veramente disumano,il solo allenamento non basta.
la cosa che faccio fatica a comprendere,ma come si fa a presentarsi alla corsa + importante del mondo soltanto con il MINIMO DUBBIO che si possa essere beccati all'antidoping,come si fa a pensare di farla franca,tutto ció mi sembra francamente assurdo
In realtà per un professionista super allenato fare una salita non è un grosso problema. E' la velocità con cui la si affronta il nodo. Se non ci si dopasse la media della scalata sarebbe semplicemente più bassa.
In quanto al chilometraggio della tappa, se noti, quando gli organizzatori mettono 5 G.P. della montagna in una tappa del Giro d'Italia, i migliori restano insieme per tutta la corsa, nessuno scatta fino a 1 Km dall'arrivo, è così da anni, quindi è inutile infarcire la tappa di difficoltà .
Zoncolan ha scritto:Marco Pantani era un campione vero, rovinato poi con il tempo dalle amicizie sbagliate e dal carattere non molto forte, ma vi garantisco che io ho visto parecchie corse sue e anche alcune uscite di allenamento e non ho mai visto nessuno andare in salita come lui... nessuno... doping o non doping in salita è stato il migliore.
... e ribadisco che Pantani non è stato mai trovato positivo a nessun controllo antidoping... mai!!
scusate, come sapete, il ciclismo mi annoia e lo seguo "di sguincio", ma Pantani non era stato cacciato a calci in culo dal Giro di qualche anno fa?
E per cosa lo avevano cacciato? Per detenzione e uso di basilico ?
ematocrito alto
è ben diverso da trovare tracce di epo e altre sostanze nelle urine
pantani è stato fermato per un livello di ematocrito superiore a 50
dopo qualche anno il livello di ematocrito consentito è stato alzato a 52
ora io non voglio difendere Pantani, se si dopava è stata giusta la squalifica
ma mi limito a constatare che lui non è stato mai trovato positivo a nessun controllo antidoping
tutto quà
Leggetevi "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" per capire come fu incastrato nel '98.
Oltre a Ricco' la Saunier Duval licenzia anche Piepoli. Fine ingloriosa di un' onesta carriera. Ricco' deve essere radiato, non serve altro che una legnata memorabile. Ha riallontanato definitivamente dal ciclismo quanti si erano di nuovo appassionati. E questa storia del doping e' una sputtanata colossale per la Gazzetta che organizza il giro e per tutti i controlli antidoping esistenti in Italia. Nessuno si e' accorto che Ricco' era strafatto, forse non hanno voluto accorgersi. Un' autentico schifo
varenne ha scritto:Oltre a Ricco' la Saunier Duval licenzia anche Piepoli. Fine ingloriosa di un' onesta carriera. Ricco' deve essere radiato, non serve altro che una legnata memorabile. Ha riallontanato definitivamente dal ciclismo quanti si erano di nuovo appassionati. E questa storia del doping e' una sputtanata colossale per la Gazzetta che organizza il giro e per tutti i controlli antidoping esistenti in Italia. Nessuno si e' accorto che Ricco' era strafatto, forse non hanno voluto accorgersi. Un' autentico schifo
Quoto ancora. L'Antidoping rincorre il Doping. Quest'ultimo è in vantaggio (per la verità anche in molti altri sport). Cioè esistono controfarmaci che nascondono l'effetto dei farmaci dopanti e passano inosservati ai controlli.
Evidentemente in Francia l'Antidoping ha segnato un punto a favore. Resta il devastante danno di immagine. Con conseguenze pesantissime per i cicloamatori, per quelli che amano andare in bicicletta... e perfino per i progetti di piste ciclabili. Ieri alla Domenica Sportiva su Rai2 nessuna immagine e nessun servizio sulla tappa del tour. Si è parlato di ciclismo con lo stesso imbarazzo con cui si parla di un parente in carcere. Tristissimo.
andando un po' off topic voglio postare un servizio della gazzetta dello sport dell 11 settembre 2003..
si parla di doping nel calcio..
L'ex presidente del Napoli rivela i trucchi per far sfuggire il Pibe de oro all'antidoping. E sullo scudetto del '90: "Avevo buoni rapporti col designatore..."
NAPOLI, 11 settembre 2003 - Trucchi per sfuggire alle maglie dei controlli antidoping, designazioni degli arbitri compiacenti se non pilotate, coperture per salvare Maradona. Corrado Ferlaino vuota il sacco - il suo almeno - in una pepatissima intervista rilasciata al quoidiano Il Mattino di Napoli. "Maradona mi attacca sempre - racconta l'ingegnere -, mi ritiene un nemico ma l'ho salvato decine di volte. Con l'antidoping soprattutto. Dalla domenica sera al mercoledì Diego era libero di fare quel che voleva, ma il giovedì doveva essere pulito. Moggi, Carmando, il medico sociale chiedevano ai giocatori se erano a posto. Io non sapevo cosa accadeva, ma qualche anno dopo ho scoperto che, se qualcuno era a rischio, gli si dava una pompetta contenente l'urina di un altro; lui se la nascondeva nel pantalone della tuta e nella stanza dell'antidoping, invece di fare il suo 'bisognino', versava nel contenitore delle analisi l'urina 'pulita' del compagno. Nonostante questo Diego, quel giorno del 1991, fu trovato positivo".
"Moggi - continua Ferlaino riferendosi all'allora manager del Napoli - aveva chiesto a Maradona se era in condizione e lui rispose: sì, lo sono, va tutto bene. Il fatto è che i cocainomani mentiscono a se stessi. Risultó positivo e quando l'allora presidente federale Nizzola mi chiamó in via confidenziale per darmi la notizia fu troppo tardi. Insistetti, gli dissi: presidente dimmi cosa posso fare, ma lui rispose: ormai non puoi fare più nulla". E sul sistema di controllo in vigore oggi: "Non si puó andare in tuta a fare i controlli, bisogna essere nudi. quindi il trucco della pompetta è irrealizzabile. Adesso c'è una lista con dei numeri, ognuno corrisponde a un calciatore, un medico preposto li estrae a sorte. Ma non è difficile trovare medici amici. Per cui basta toccare con le mani inumidite dalla saliva i numeri dei giocatori sicuramente puliti, così i numeri diventano più luccicanti e quando si estrae si sa come scegliere. Una specie di sorteggio pilotato, insomma".
Altre rivelazioni sul secondo scudetto vinto dal Napoli nel 1990: "Allacciai buoni rapporti con il designatore Gussoni. Il Milan aveva un arbitro molto amico, Lanese, a noi invece era vicino Rosario Lo Bello, che era un meridionalista convinto. Il campionato si decise il 22 aprile: il Milan giocava a Verona, Gussoni designó Lo Bello per quella partita; successe di tutto, espulsioni, milanisti arrabbiati che scaraventarono le magliette a terra: persero 2-1. Noi vincemmo serenamente a Bologna per 4-2 e mettemmo in tasca tre quarti di scudetto". E la famosa monetina di Alemao a Bergamo? "Fu colpito - spiega l'ingegnere - forse ingigantimmo l'episodio ma la partita comunque era già vinta a tavolino. Facemmo un po' di scena. L'idea fu del massaggiatore Carmando. Alemao all'inizio non capì, lo portammo di corsa all'ospedale, gli feci visita e quando uscii dichiarai addolorato ai giornalisti: 'Non mi ha riconosciuto'. Subito dopo scoppiai a ridere da solo, perchè Alemao era bello e vigile nel suo lettino".
Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente
Ithkuil:Progetto filosofico a priori basato sull'ipotesi di Sapir-Whorf
Errante ha scritto:Il ciclismo mi sta deludendo anno dopo anno..
andando un po' off topic voglio postare un servizio della gazzetta dello sport dell 11 settembre 2003..
si parla di doping nel calcio..
L'ex presidente del Napoli rivela i trucchi per far sfuggire il Pibe de oro all'antidoping. E sullo scudetto del '90: "Avevo buoni rapporti col designatore..."
NAPOLI, 11 settembre 2003 - Trucchi per sfuggire alle maglie dei controlli antidoping, designazioni degli arbitri compiacenti se non pilotate, coperture per salvare Maradona. Corrado Ferlaino vuota il sacco - il suo almeno - in una pepatissima intervista rilasciata al quoidiano Il Mattino di Napoli. "Maradona mi attacca sempre - racconta l'ingegnere -, mi ritiene un nemico ma l'ho salvato decine di volte. Con l'antidoping soprattutto. Dalla domenica sera al mercoledì Diego era libero di fare quel che voleva, ma il giovedì doveva essere pulito. Moggi, Carmando, il medico sociale chiedevano ai giocatori se erano a posto. Io non sapevo cosa accadeva, ma qualche anno dopo ho scoperto che, se qualcuno era a rischio, gli si dava una pompetta contenente l'urina di un altro; lui se la nascondeva nel pantalone della tuta e nella stanza dell'antidoping, invece di fare il suo 'bisognino', versava nel contenitore delle analisi l'urina 'pulita' del compagno. Nonostante questo Diego, quel giorno del 1991, fu trovato positivo".
"Moggi - continua Ferlaino riferendosi all'allora manager del Napoli - aveva chiesto a Maradona se era in condizione e lui rispose: sì, lo sono, va tutto bene. Il fatto è che i cocainomani mentiscono a se stessi. Risultó positivo e quando l'allora presidente federale Nizzola mi chiamó in via confidenziale per darmi la notizia fu troppo tardi. Insistetti, gli dissi: presidente dimmi cosa posso fare, ma lui rispose: ormai non puoi fare più nulla". E sul sistema di controllo in vigore oggi: "Non si puó andare in tuta a fare i controlli, bisogna essere nudi. quindi il trucco della pompetta è irrealizzabile. Adesso c'è una lista con dei numeri, ognuno corrisponde a un calciatore, un medico preposto li estrae a sorte. Ma non è difficile trovare medici amici. Per cui basta toccare con le mani inumidite dalla saliva i numeri dei giocatori sicuramente puliti, così i numeri diventano più luccicanti e quando si estrae si sa come scegliere. Una specie di sorteggio pilotato, insomma".
Altre rivelazioni sul secondo scudetto vinto dal Napoli nel 1990: "Allacciai buoni rapporti con il designatore Gussoni. Il Milan aveva un arbitro molto amico, Lanese, a noi invece era vicino Rosario Lo Bello, che era un meridionalista convinto. Il campionato si decise il 22 aprile: il Milan giocava a Verona, Gussoni designó Lo Bello per quella partita; successe di tutto, espulsioni, milanisti arrabbiati che scaraventarono le magliette a terra: persero 2-1. Noi vincemmo serenamente a Bologna per 4-2 e mettemmo in tasca tre quarti di scudetto". E la famosa monetina di Alemao a Bergamo? "Fu colpito - spiega l'ingegnere - forse ingigantimmo l'episodio ma la partita comunque era già vinta a tavolino. Facemmo un po' di scena. L'idea fu del massaggiatore Carmando. Alemao all'inizio non capì, lo portammo di corsa all'ospedale, gli feci visita e quando uscii dichiarai addolorato ai giornalisti: 'Non mi ha riconosciuto'. Subito dopo scoppiai a ridere da solo, perchè Alemao era bello e vigile nel suo lettino".
cosa c'entra la droga col doping scusa?
Non doveva succedere, ma la verità è che è successo.
Come gia' detto piu' volte l'unica soluzione e' LEGALIZZARE il doping nel ciclismo.....
(negli altri sport si puo' mantenere l'antidoping se proprio si vuole...)
Mi viene l'orticaria tutte le volte che sento i giornalisti ed i vari sportivi che si scandalizzano quando un ciclista viene trovato positivo.....vergogna....ci hai tradito....radiamolo dal ciclismo....etc. etc....
Il doping nel ciclismo c'e' sempre stato ed e' stato utilizzato da TUTTI SEMPRE (la famosa intervista in cui Coppi diceva di prendere la cosiddetta bomba non viene mai presa sul serio...ma in realta'...).
Se un giornalista pensa che si possano fare tre settimane filate in bicicletta con una media di 180 chilometri al giorno con medie superiori ai 40 all'ora e con chilometri e chilometri di salita mangiando solo pane e acqua andrebbe radiato dall'ordine dei giornalisti seduta stante....
Quando Indurain vinceva 5 Tour di fila era perche' si dopava meglio degli altri????? Oppure anche se gli altri si dopavano (e sappiamo che era cosi', ad es. Chiappucci in un giro d'italia pare avesse un ematocrito vicino al 60% ma ancora non c'era la regola di fermare i ciclisti con ematocrito superiore al 50%) lui vinceva anche senza doping???
Oppure era semplicemente il piu' forte con o senza doping?????.....
L'unico caso in cui il doping ha fatto diventare fenomeno uno che era piu' simile ad un brocco e' stato nel 96 con Bjarne Riis che vinse il Tour......ma quello fu un tour particolare.... Ullrich non forzo' il passo per non togliere la vittoria all'allora suo capitano ed Indurain era ormai in fase calante....
Per il resto credo che il doping falsi molto poco i risultati delle grandi corse a tappe.....
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"
E' una tesi estrema Husker... in linea con il forum ma impossibile da praticare temo. A me dello scandalo frega un cazzo. Mi frega la catena causa effetti ciclismo-dopato-> campagna moralizzatrice dei media -> meno appassionati in bicicletta -> meno attenzione ai problemi come le piste ciclabili, i ciclisti falcidiati dalle auto, ecc. Sarà perche' mi sono dato alla bicicletta ultimamente.
L'effetto di legalizzare il doping (improponibile quanto legalizzare le droghe pesanti) avrebbe l'effetto di considerare i ciclisti amatoriali e professionisti dei drogati del cazzo... e l'ultima cosa che voglio quando pedalo su strada è incontrare un moralizzatore alla guida di un SUV.
Lo so, un discorso ad minchiam ma il numero di vaffanculo che mi prendo quando sono in bici è direttamente proporzionale alla campagna "moralizzatrice" nel ciclismo. Ah, dimenticavo. Siamo in ItaGlia.
Doping: nel culturismo c'è una federazione "natural", si potrebbe fare così anche per tutti gli altri sport. Per me i problemi del doping sono la competizione sleale e l'inganno, non la salute del dopato consapevole.
In ogni caso non concordo Husk: entri in una federazione dove il doping è vietato, ne accetti le regole con le relative sanzioni, compresi i rimproveri per aver ingannato.
X Berlino: sono un ciclista urbano (nei we e a volte la sera - di giorno autobus) e tutto sommato mi trovo abbastanza bene. Peró ho il culo di vivere in una città pianeggiante... a Genova non so se lo farei.
Lasciami passare il paragone: Genova è ciclabile quanto San Francisco mentre Milano lo è quanto Manhattan.
Un modo per andare in bici a Genova peró c'è e si chiama intermodale. La fascia costiera da Voltri a Nervi ha poco dislivello ed è abbastanza ciclabile. Se devi raggiungere la parte alta ci sono ascensori e funicolari su cui puoi caricare la bici. E' lo stesso principio dello skilift. E' possibile anche mettere quelle sottospecie di robe a due ruote pieghevoli sugli autobus o comprarsi una bici elettrica (ne ho viste diverse in giro).
Ho percorso in bicicletta da Savona a Chiavari (non nello stesso giorno) e se l'ho fatto io lo puó fare chiunque. Siccome mi rompe prendere ascensori e funicolari e ferrovie a cremagliera mi sono comprato una bici da corsa leggerissima con cui mi faccio tranquillamente qualunque salita. Ultimamente le trovo perfino divertenti (avevo un talento da grimpeur e non lo sapevo).
Il vero problema a Genova come a Milano (ma anche a SF e a Manhattan) sono le auto. Ma se Milano puó vantare diverse piste ciclabili Genova ne ha esattamente zero. La tecnica fondamentale da imparare non è come affrontare le salite ma come non farsi uccidere dai veicoli da tre ruote in su. Esiste un paradiso per i ciclisti e si chiama Olanda... ma anche la Germania e l'Austria non scherzano. Che significa migliaia di km di piste ciclabili perfette, raggiungibilità di qualunque posto da qualunque altro in bici, parcheggi coperti, massimo rispetto per il ciclista, ecc. ecc. ecc.
Il cicloamatore italiano peró ha percorsi da favola. Dai navigli sul Ticino, all'appennino abruzzese, dalle aspre colline della Sicilia alle Dolomiti... devo continuare?
Prova il percorso Genova Portofino. Poi le ciclabili tra Milano e Monza ti sembreranno la salerno-reggio calabria in auto
Tornando in topic la tappa di oggi sul Col de la Bonette era fantastica. Non so chi l'ha vista (io a tratti in ufficio). La lunga salita l'attacco di Schumacher che lo vede spompato a metà ... l'inseguimento del gruppetto e quella incredibile discesa a velocità folle. Con il sudafricano Augustyn che arriva per primo al passo e che poi tira lungo in una curva e vola giù dalla scarpata (per fortuna sua senza conseguenze). Che sport fantastico!
E volete che uno non si incazzi quando viene rovinato dal doping dei furbetti?
x Husker: il doping moderno è molto diverso dalle bombe di Coppi. Il criterio è molto semplice come dice SuSer, fai uno sport e ne accetti le regole. Se le vìoli ne accetti anche le conseguenze. La lotta tra doping e antidoping continua... che sia anche questo un elemento dello spettacolo?