Personaggi esecrabili
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Re: Personaggi esecrabili
Putin è un personaggio esecrabile
E a chi piace Putin in Italia?
https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 265025650/
E a chi piace Putin in Italia?
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Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
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Re: Personaggi esecrabili
A me pare uno gioviale, però un the insieme non ce lo prenderei
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Re: Personaggi esecrabili
(Anche Giove ti tirava una saetta se lo facevi 'ncazzà, tra l'altro)
Amicus Plato,
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Re: Personaggi esecrabili
nelle chiacchere dei russi (sia ricchi che poveri)), Putin si confrontava solo con l'ubriacone Boris Yeltsin, uscendone vincitore ALLA GRANDEcicciuzzo ha scritto: ↑20/08/2020, 9:42Putin è un personaggio esecrabile
E a chi piace Putin in Italia?
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- Drogato_ di_porno
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Re: Personaggi esecrabili
Putin però non sapeva fare questo
non so niente, non mi importa niente, non mi occupo di niente, non credo niente e non voglio niente
Re: Personaggi esecrabili
a occhio nemmeno Yeltsin



Questa scena mi ha ricordato "morto Stalin se ne fa un altro", chiaramente una presa in giro ma divertente
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Re: Personaggi esecrabili
a me invece ha ricordato MASHA E ORSO 



- OSCAR VENEZIA
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Re: Personaggi esecrabili


modifica immagini online gratis italiano
Fa abbastanza pena, su questo c'è poco da discutere.

Il problema e' che ,come tutti quelli del PD, ha la Legion d'Onore che gli hanno dato i francesi.
Lui per meritarsela ha favorito la Francia a discapito dell'Italia al salone del libro di Torino ed ora è indagato per questa bravata
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... a/4081211/
- OSCAR VENEZIA
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Re: Personaggi esecrabili

Un libro nero che più nero non si può per raccontare i panni sporchi dei magistrati, lavati preferibilmente in famiglia, messi in fila dalla sezione disciplinare del Csm ma sbianchettati perché si sa, la privacy è sacra e quella delle toghe, se possibile, lo è ancora di più. Anche perché i protagonisti delle storie che Stefano Zurlo racconta ne «Il Libro Nero della Magistratura» (Baldini&Castoldi, 224 pagine, in libreria da domani), e che coprono lo spazio dell' ultimo decennio, spesso continuano a fare il proprio lavoro. Restano al loro posto, cavandosela magari con una censura, un ammonimento, il corrispettivo disciplinare di una tirata d' orecchi.
Ma le storie, appunto, restano, e sono emblematiche di comportamenti che, come dice l'autore nella prefazione, fanno impallidire pure il caso Palamara. Ma restano nell' ombra o vedono la luce protetti dal bianchetto, che nasconde i nomi, ma non cancella fatti incredibili ma veri: dal giudice che «molesta e assilla» la collega pm a quello che copia le sentenze, fino al collega che assegna centinaia di incarichi all' amico professionista con cui condivide la frequentazione di un club di prostitute, al Gip che «si ricorda» di liberare due imputati dai domiciliari con un anno e mezzo di ritardo o al giudice di Corte d'Appello che fotografava le nipoti minorenni e diffondeva in rete quelle foto pedopornografiche.
Sono trentaquattro storie da non credere quelle messe in fila da Zurlo. Come quella di Orazio Gallo (il nome, come lo sono anche tutti gli altri, è appunto di fantasia), giudice in aspettativa, che ad aprile e poi a luglio del 2009 per due volte dà i numeri sulla pubblica via, prima ubriaco, aggredendo i passanti che vogliono aiutarlo, del insultando i poliziotti accorsi e offrendosi di «leccare la f...» alla dottoressa 118, poi concedendo il bis con i carabinieri, dopo un tamponamento seguito da tentativo di fuga e sfociato in atti di vandalismo contro la «gazzella» dell' Arma e in un inevitabile arresto, concluso tra insulti e contumelie dell' uomo.
Il Csm, anche di fronte a due precedenti sempre «stradali» sfociati in altrettanti procedimenti disciplinari, decide di cacciarlo dalla magistratura. Ma non va sempre a finire così. Zurlo lo dimostra raccontando il caso di Giovanni Domodossola, magistrato la cui moglie si ritrova con un ematoma al naso dopo una lite e che, si legge nel fascicolo del Csm, «dal 1995 al febbraio 2007 teneva fuori dall' ufficio condotte tali da renderlo immeritevole della fiducia e della considerazione di cui deve godere un magistrato».
Una storia, lunga, di liti con la consorte, ricche di insulti, strattoni, lesioni. Ma la donna ritira la querela, la sezione disciplinare ne prende atto. Derubrica tutto a «insofferenze reciproche», mette nero su bianco che «tutte le violenze, a quanto consta dagli atti, furono consumate all' interno della convivenza, dunque senza effetti sul piano sociale e della credibilità del magistrato». Insomma, Domodossola sarebbe colpevole solo di vivere una «quotidianità triste». E viene assolto.
Ma Zurlo ci racconta anche di Franco Rossi, pm al quale ad agosto 2011 arriva sulla scrivania un caso di cronaca terribile: un padre che ha accoltellato alla gola, davanti alla moglie e ai familiari, la figlia di due anni. L'autore del gesto ha gravi problemi psichici, ma il pm non fa nulla, anzi, indaga l'uomo «erroneamente» per lesioni colpose, e tocca al procuratore capo, più di un mese dopo, correggere l' imputazione in lesioni dolose. Il pm non si smuove e gli atti del procedimento disciplinare fotografano l' assurdo, scrivendo che «si asteneva da ogni atto concreto di indagine, sebbene sollecitato più volte».
E più di un anno dopo, a ottobre 2012, l' accoltellatore, con la giustizia che ha ignorato ogni allarme, chiude il cerchio e ammazza la moglie. Il pm, scrive il Csm, «in tal modo non impediva» che l' indagato «provocasse alla donna il danno irreparabile della perdita della vita». Il caso finisce al Csm 4 anni dopo, nel 2016, ma «finisce ancora prima di cominciare», racconta sconsolato Zurlo, perché il pm, nel frattempo, si è spogliato dalla toga. Tutto in archivio. Tranne il sentimento della vergogna.
- OSCAR VENEZIA
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Re: Personaggi esecrabili
Eccolo qua il post dove parlo di Prodi con il tempo e’ sparita la foto
OSCAR VENEZIA ha scritto: ↑02/03/2019, 21:02Esecrabili possono essere anche soggetti del mondo porno , quindi in linea di principio , niente off topic.
[url][url]
Personaggio che puzza lontano un miglio:
- Seduta spiritica durante il sequestro Moro dalla quale lui tira fuori il nome di Gradoli !??
- Gli Inglesi sostengono che sia un informatore del Kgb
- Conflitto di interessi fra la sua attività all'IRI e il suo incarico in Nomisma
- La sua specialità sono le svendite agli amici ed agli stranieri, non costruisce nulla regala e vende sottocosto per ingraziarsi i potenti e raggiungere i suoi obiettivi. Peccato che si sia praticamente venduto l'Italia.
Chi si chiede come abbiamo fatto a cadere cosi in basso non può ignorarlo.
Per chi vuole approfondire (da Dagospia) :
LA GRANDE ABBUFFATA – ECCO COME IL SOLITO PRODI HA REGALATO A DE BENEDETTI E CRAGNOTTI LA SME, CHE RIUNIVA TUTTE LE ATTIVITÀ AGROALIMENTARI DELL’IRI – DA QUELLA SVENDITA (CHE LO STESSO GIORGIO NAPOLITANO DEFINÌ UN FURTO) SONO DERIVATI I DUE PIÙ GRANDI SCANDALI FINANZIARI DELLA REPUBBLICA: IL CRAC DI PARMALAT E CIRIO, CHE HANNO MESSO SUL LASTRICO 100MILA RISPARMIATORI CON UN BUCO DI OLTRE 4 MILIARDI - VIDEO
La svendita dell' agroalimentare dell' Iri è però un capitolo a parte: è la summa del disastro e una tavola ben apparecchiata per gli amici degli amici: Unilever, Benetton, De Benedetti, passando per tutto il sottobosco affaristico prima Dc e poi ulivista.
Il caso Sme è la plastica rappresentazione dell' incapacità di quelli che sono diventati personaggi dal sapere economico mitologico, «prenditori» protetti da Confindustria e foraggiati da un sistema bancario complice, in azione dal 1985 al 1994.
All' ombra della Sme - un agglomerato che andava da Motta a Cirio, da Bertolli ad Autogrill, dai surgelati ai supermercati, che nel 1985 fatturava oltre 800 miliardi di lire e dava utili consistenti - si sono consumate vendette, scontri tra cooperative e industrie, il tutto in un turbinare di carte bollate che hanno seguito - in Italia la giustizia va così - il corso degli eventi politici.
FRATELLI BENETTON
Più si consolidava l' idea dell' Ulivo con Prodi conducator, più i tribunali si occupavano non del disastro prodotto dal Professore, ma di chi lo aveva contrastato. Dalla svendita Sme sono derivati i due più grandi scandali finanziari della Repubblica italiana: il crac di Parmalat e Cirio, che hanno messo sul lastrico oltre 100.000 risparmiatori, con un buco di oltre 4 miliardi di euro, dando un colpo mortale alla credibilità internazionale del sistema finanziario italiano.
DE BENEDETTI 2
I risparmiatori saranno i veri pelati di Stato, altro che le conserve che Prodi ha svenduto a Sergio Cragnotti, senza passare dal via. Ma ovviamente oggi nessuno ne parla più perché protagonisti di quei casi furono Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, protettissimi dalla Dc e molto amati da Prodi.
Complice ne fu Cesare Geronzi, il padrone di Banca di Roma (abbiamo visto ieri che fu creata apposta per fare da pronta cassa per le svendite prodiane) condannato a 4 anni al termine di un processo durato 15 anni. Dalla disgraziata svendita della Sme è derivata la perdita di centralità del nostro agroalimentare.
CALLISTO TANZI
Ed è bene sapere che se c' è il caporalato al Sud, se chi produce latte non ce la fa a tirare avanti, se la grande distribuzione è diventata intoccabile e strozza gli agricoltori, se Francia e Spagna hanno fatto banco sulle nostre eccellenze agroalimentari, tutto questo va sul conto di questa operazione.
La storia è complessa e ci vide lungo Bettino Craxi che al di là della damnatio memoriae costruita dagli ultimi epigoni del Pci, diventati improvvisamente liberisti, ebbe a dire nel 1997 dall' esilio di Hammamet: «Si presenta l' Europa come una sorta di paradiso terrestre; l' Europa per noi, nella migliore delle ipotesi, sarà un limbo, nella peggiore sarà un inferno.
GERONZI CUCCIA
La cosa più ragionevole era pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht. Perché se l' Italia ha bisogno dell' Europa, l' Europa ha bisogno dell' Italia e l' Italia è un grande Paese».
Sembra la chiosa alla protesta di Cristina e Craxi fu colui che impedì che Prodi regalasse a Carlo De Benedetti tutto l' agroalimentare italiano per una cifra quattro volte inferiore al valore poi realizzato (probabilmente meno della metà del valore reale).
Tutto ebbe inizio nell' aprile del 1985 quando Bruno Visentini, repubblicano, viene avvertito da Giancarlo Elia Valori (il grande capo della Sme irizzata) che Prodi, arrivato a presiedere l' Iri già dal 1982, voleva fare un regalo a Carlo De Benedetti e battezzò l' affare come «quel pasticciaccio brutto di via Veneto».
CIRIO
C' era il leit motiv alimentato bene da Prodi che comprava pubblicità sui giornali: lo Stato non può né sfornare i panettoni né fare i pelati, nonostante Pietro Armani, vicepresidente dell' Iri in quota Pri, e Giancarlo Elia Valori dimostrassero, bilanci alla mano, che la Sme si avviava a produrre buoni utili.
Ma nel frattempo Carlo De Benedetti con la Cir si era comprato la Buitoni-Perugina per 160 miliardi. Un anno dopo la rivenderà alla Nestlé per 1.600 miliardi e si guadagnerà il soprannome di CoBaVe che sta per Compra baratta e vendi. Che il gruppo Buitoni-Perugina sia stato poi spolpato non interessa più a nessuno.
CARLO DE BENEDETTI
Prodi ha in testa il modello tedesco e per inseguirlo distruggerà l' economia italiana. Così vuole dare la Sme a De Benedetti per costruire un solo polo dell' agroalimentare. I due si mettono d' accordo in gran segreto - Prodi avvertirà solo Clelio Darida, allora ministro dc delle Partecipazioni statali -per una cifra ridicola: De Benedetti offre meno di 1.100 lire ad azione quando la quotazione è di 1.270.
Il 29 aprile del 1985, nelle stanze di Mediobanca, Prodi e De Benedetti firmano, presente Enrico Cuccia, il preliminare d' acquisto: la Buitoni-Perugina rileva dall' Iri il 31% di Sme per 397 miliardi e un ulteriore 13% di azioni viene valutato 100 miliardi.
CRAXI
Giorgio Napolitano, allora comunista, fa il diavolo a quattro e parla di furto, Craxi si mette di traverso e blocca tutto. Si organizza una cordata alternativa composta da Silvio Berlusconi, Ferrero e Barilla. La vendita sfuma e ne nasce un contenzioso che va avanti 13 anni e su cui si incardinerà anche il famoso «processo Sme» che terrà il Cav imputato per quasi 10 anni.
Secondo la Procura di Milano aveva comprato le sentenze per impedire il trasferimento della Sme a De Benedetti. Cesare Previti e il giudice Renato Squillante furono condannati, Berlusconi completamente assolto. Ma nessuno ha invece indagato sulla seconda vendita di Sme. Si materializza nel 1993 quando alla presidenza dell' Iri c' è Franco Nobili che ha deciso di vendere a pezzi: Italgel, Gs e Autogrill, Cirio-Bertolli-DeRica.
NAPOLITANO SENATO
Scoppia Tangentopoli, Antonio Di Pietro arresta Nobili, che resta in galera due mesi e poi viene completamente scagionato, ma tanto basta per far tornare all' Iri Romano Prodi.
E lui, trovandosi lo spezzatino preparato da Nobili, si bea della vendita della Sme. Ma fa colossali errori ed enormi favori.
Il primo favore è per la Nestlè: gli dà Italgel per 680 miliardi quando Nobili aveva già concordato 750. Il secondo lo fa ai soliti Benetton. Ci sono in ballo gli Autogrill e i veneti, che già pensano ad Autostrade e si portano a casa i ristoranti insieme ai supermercati Gs. Ai Benetton vanno anche i ristoranti Ciao, il marchio Pavesi e proprietà immobiliari.
AUTOGRILL 3
Tutto per 740 miliardi. Rivenderanno i supermercati al gruppo francese Carrefour - di fatto aprendo le porte dell' Italia alla grande distribuzione d' Oltralpe per 5.000 miliardi di lire.
Secondo due procure, Perugia e Salerno, ai Benetton alla fine sono rimasti in tasca poco meno di 5.000 miliardi di lire e la rete Autogrill. Ma lo scandalo vero è la privatizzazione della Cdb (Cirio-Bertolli-De Rica).
Prodi la mette a bando per un valore di 380 miliardi, la metà di quello stimato dagli advisor.
Si fa avanti subito la Granarolo (Legacoop), ma Prodi sa già a chi vuole vendere. Il Pci cerca d' impallinarlo ma lui resiste: i pomodori sono per Cragnotti, il latte per Tanzi, ma serve un intermediario per non farla troppo sporca.
PRODI PRETE
Compare così Carlo Saverio Lamiranda di Acerenza, pupillo di Ciriaco De Mita. La sua cooperativa Fisvi raggruppa produttori di pomodori e ha un capitale sociale di 50 milioni di lire. Eppure Prodi prosegue con Lamiranda, che si fa dare da Cesare Geronzi una fideiussione da 50 miliardi.
Prodi assegna alla Fisvi le quote e prima che la finanziaria delle coop agricole lucane abbia pagato una sola lira Lamiranda gira la Bertolli (il più prestigioso marchio di olio d' Italia) alla Unilever per 253 miliardi. Unilever, di cui Prodi è stato consulente fino a poco prima di tornare all' Iri, rivenderà poi agli spagnoli guadagnandoci un centinaio di miliardi.
CRAGNOTTI
Con i soldi di Bertolli, Lamiranda paga la prima tranche all' Iri, poi costituisce con Cragnotti la Sagrit girandogli la Cirio. L' affare viene fatto, presente Prodi, nell' ufficio di Cesare Geronzi, che di fatto presta a Cragnotti, via Lamiranda, i soldi per comprare la Cirio e il latte. Cragnotti poi girerà a Parmalat il latte, realizzando una plusvalenza fittizia che è alla base del crac di Cirio e Parmalat.
LUCIANO GIULIANA GILBERTO BENETTON
Lamiranda resta con pochi spiccioli, ma soprattutto finirà processato: il classico pesce piccolo che paga per tutti. Il 24 febbraio del 1996 Prodi riceve un mandato di comparizione dal pm romano Giuseppe Geremia per abuso d' ufficio.
Geremia a novembre chiederà il rinvio a giudizio, ma di quel procedimento si sono perse le tracce. Come nessuno ha mai indagato su quanto denunciato dal Telegraph. Secondo il quotidiano britannico nel 1994 Unilever fece un bonifico di 4 miliardi alla società di studi economici Asa di Romano Prodi e della moglie Flavia, via Goldman Sachs. Perché? A nessuno è interessato saperlo.
Re: Personaggi esecrabili
Cazzo che autorevolezza
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- Nuovi Impulsi
- Messaggi: 210
- Iscritto il: 12/04/2021, 15:22
Re: Personaggi esecrabili
Hai quotato 4 volte in momenti diversi questo tuo post lunghissimo, senza nessun costrutto o senso logico, se non quello di intasare il topic con la tua autorefenzialità.OSCAR VENEZIA ha scritto: ↑26/03/2025, 22:47[Scopri]SpoilerEccolo qua il post dove parlo di Prodi con il tempo e’ sparita la foto
OSCAR VENEZIA ha scritto: ↑02/03/2019, 21:02Esecrabili possono essere anche soggetti del mondo porno , quindi in linea di principio , niente off topic.
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Personaggio che puzza lontano un miglio:
- Seduta spiritica durante il sequestro Moro dalla quale lui tira fuori il nome di Gradoli !??
- Gli Inglesi sostengono che sia un informatore del Kgb
- Conflitto di interessi fra la sua attività all'IRI e il suo incarico in Nomisma
- La sua specialità sono le svendite agli amici ed agli stranieri, non costruisce nulla regala e vende sottocosto per ingraziarsi i potenti e raggiungere i suoi obiettivi. Peccato che si sia praticamente venduto l'Italia.
Chi si chiede come abbiamo fatto a cadere cosi in basso non può ignorarlo.
Per chi vuole approfondire (da Dagospia) :
LA GRANDE ABBUFFATA – ECCO COME IL SOLITO PRODI HA REGALATO A DE BENEDETTI E CRAGNOTTI LA SME, CHE RIUNIVA TUTTE LE ATTIVITÀ AGROALIMENTARI DELL’IRI – DA QUELLA SVENDITA (CHE LO STESSO GIORGIO NAPOLITANO DEFINÌ UN FURTO) SONO DERIVATI I DUE PIÙ GRANDI SCANDALI FINANZIARI DELLA REPUBBLICA: IL CRAC DI PARMALAT E CIRIO, CHE HANNO MESSO SUL LASTRICO 100MILA RISPARMIATORI CON UN BUCO DI OLTRE 4 MILIARDI - VIDEO
La svendita dell' agroalimentare dell' Iri è però un capitolo a parte: è la summa del disastro e una tavola ben apparecchiata per gli amici degli amici: Unilever, Benetton, De Benedetti, passando per tutto il sottobosco affaristico prima Dc e poi ulivista.
Il caso Sme è la plastica rappresentazione dell' incapacità di quelli che sono diventati personaggi dal sapere economico mitologico, «prenditori» protetti da Confindustria e foraggiati da un sistema bancario complice, in azione dal 1985 al 1994.
All' ombra della Sme - un agglomerato che andava da Motta a Cirio, da Bertolli ad Autogrill, dai surgelati ai supermercati, che nel 1985 fatturava oltre 800 miliardi di lire e dava utili consistenti - si sono consumate vendette, scontri tra cooperative e industrie, il tutto in un turbinare di carte bollate che hanno seguito - in Italia la giustizia va così - il corso degli eventi politici.
FRATELLI BENETTON
Più si consolidava l' idea dell' Ulivo con Prodi conducator, più i tribunali si occupavano non del disastro prodotto dal Professore, ma di chi lo aveva contrastato. Dalla svendita Sme sono derivati i due più grandi scandali finanziari della Repubblica italiana: il crac di Parmalat e Cirio, che hanno messo sul lastrico oltre 100.000 risparmiatori, con un buco di oltre 4 miliardi di euro, dando un colpo mortale alla credibilità internazionale del sistema finanziario italiano.
DE BENEDETTI 2
I risparmiatori saranno i veri pelati di Stato, altro che le conserve che Prodi ha svenduto a Sergio Cragnotti, senza passare dal via. Ma ovviamente oggi nessuno ne parla più perché protagonisti di quei casi furono Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, protettissimi dalla Dc e molto amati da Prodi.
Complice ne fu Cesare Geronzi, il padrone di Banca di Roma (abbiamo visto ieri che fu creata apposta per fare da pronta cassa per le svendite prodiane) condannato a 4 anni al termine di un processo durato 15 anni. Dalla disgraziata svendita della Sme è derivata la perdita di centralità del nostro agroalimentare.
CALLISTO TANZI
Ed è bene sapere che se c' è il caporalato al Sud, se chi produce latte non ce la fa a tirare avanti, se la grande distribuzione è diventata intoccabile e strozza gli agricoltori, se Francia e Spagna hanno fatto banco sulle nostre eccellenze agroalimentari, tutto questo va sul conto di questa operazione.
La storia è complessa e ci vide lungo Bettino Craxi che al di là della damnatio memoriae costruita dagli ultimi epigoni del Pci, diventati improvvisamente liberisti, ebbe a dire nel 1997 dall' esilio di Hammamet: «Si presenta l' Europa come una sorta di paradiso terrestre; l' Europa per noi, nella migliore delle ipotesi, sarà un limbo, nella peggiore sarà un inferno.
GERONZI CUCCIA
La cosa più ragionevole era pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht. Perché se l' Italia ha bisogno dell' Europa, l' Europa ha bisogno dell' Italia e l' Italia è un grande Paese».
Sembra la chiosa alla protesta di Cristina e Craxi fu colui che impedì che Prodi regalasse a Carlo De Benedetti tutto l' agroalimentare italiano per una cifra quattro volte inferiore al valore poi realizzato (probabilmente meno della metà del valore reale).
Tutto ebbe inizio nell' aprile del 1985 quando Bruno Visentini, repubblicano, viene avvertito da Giancarlo Elia Valori (il grande capo della Sme irizzata) che Prodi, arrivato a presiedere l' Iri già dal 1982, voleva fare un regalo a Carlo De Benedetti e battezzò l' affare come «quel pasticciaccio brutto di via Veneto».
CIRIO
C' era il leit motiv alimentato bene da Prodi che comprava pubblicità sui giornali: lo Stato non può né sfornare i panettoni né fare i pelati, nonostante Pietro Armani, vicepresidente dell' Iri in quota Pri, e Giancarlo Elia Valori dimostrassero, bilanci alla mano, che la Sme si avviava a produrre buoni utili.
Ma nel frattempo Carlo De Benedetti con la Cir si era comprato la Buitoni-Perugina per 160 miliardi. Un anno dopo la rivenderà alla Nestlé per 1.600 miliardi e si guadagnerà il soprannome di CoBaVe che sta per Compra baratta e vendi. Che il gruppo Buitoni-Perugina sia stato poi spolpato non interessa più a nessuno.
CARLO DE BENEDETTI
Prodi ha in testa il modello tedesco e per inseguirlo distruggerà l' economia italiana. Così vuole dare la Sme a De Benedetti per costruire un solo polo dell' agroalimentare. I due si mettono d' accordo in gran segreto - Prodi avvertirà solo Clelio Darida, allora ministro dc delle Partecipazioni statali -per una cifra ridicola: De Benedetti offre meno di 1.100 lire ad azione quando la quotazione è di 1.270.
Il 29 aprile del 1985, nelle stanze di Mediobanca, Prodi e De Benedetti firmano, presente Enrico Cuccia, il preliminare d' acquisto: la Buitoni-Perugina rileva dall' Iri il 31% di Sme per 397 miliardi e un ulteriore 13% di azioni viene valutato 100 miliardi.
CRAXI
Giorgio Napolitano, allora comunista, fa il diavolo a quattro e parla di furto, Craxi si mette di traverso e blocca tutto. Si organizza una cordata alternativa composta da Silvio Berlusconi, Ferrero e Barilla. La vendita sfuma e ne nasce un contenzioso che va avanti 13 anni e su cui si incardinerà anche il famoso «processo Sme» che terrà il Cav imputato per quasi 10 anni.
Secondo la Procura di Milano aveva comprato le sentenze per impedire il trasferimento della Sme a De Benedetti. Cesare Previti e il giudice Renato Squillante furono condannati, Berlusconi completamente assolto. Ma nessuno ha invece indagato sulla seconda vendita di Sme. Si materializza nel 1993 quando alla presidenza dell' Iri c' è Franco Nobili che ha deciso di vendere a pezzi: Italgel, Gs e Autogrill, Cirio-Bertolli-DeRica.
NAPOLITANO SENATO
Scoppia Tangentopoli, Antonio Di Pietro arresta Nobili, che resta in galera due mesi e poi viene completamente scagionato, ma tanto basta per far tornare all' Iri Romano Prodi.
E lui, trovandosi lo spezzatino preparato da Nobili, si bea della vendita della Sme. Ma fa colossali errori ed enormi favori.
Il primo favore è per la Nestlè: gli dà Italgel per 680 miliardi quando Nobili aveva già concordato 750. Il secondo lo fa ai soliti Benetton. Ci sono in ballo gli Autogrill e i veneti, che già pensano ad Autostrade e si portano a casa i ristoranti insieme ai supermercati Gs. Ai Benetton vanno anche i ristoranti Ciao, il marchio Pavesi e proprietà immobiliari.
AUTOGRILL 3
Tutto per 740 miliardi. Rivenderanno i supermercati al gruppo francese Carrefour - di fatto aprendo le porte dell' Italia alla grande distribuzione d' Oltralpe per 5.000 miliardi di lire.
Secondo due procure, Perugia e Salerno, ai Benetton alla fine sono rimasti in tasca poco meno di 5.000 miliardi di lire e la rete Autogrill. Ma lo scandalo vero è la privatizzazione della Cdb (Cirio-Bertolli-De Rica).
Prodi la mette a bando per un valore di 380 miliardi, la metà di quello stimato dagli advisor.
Si fa avanti subito la Granarolo (Legacoop), ma Prodi sa già a chi vuole vendere. Il Pci cerca d' impallinarlo ma lui resiste: i pomodori sono per Cragnotti, il latte per Tanzi, ma serve un intermediario per non farla troppo sporca.
PRODI PRETE
Compare così Carlo Saverio Lamiranda di Acerenza, pupillo di Ciriaco De Mita. La sua cooperativa Fisvi raggruppa produttori di pomodori e ha un capitale sociale di 50 milioni di lire. Eppure Prodi prosegue con Lamiranda, che si fa dare da Cesare Geronzi una fideiussione da 50 miliardi.
Prodi assegna alla Fisvi le quote e prima che la finanziaria delle coop agricole lucane abbia pagato una sola lira Lamiranda gira la Bertolli (il più prestigioso marchio di olio d' Italia) alla Unilever per 253 miliardi. Unilever, di cui Prodi è stato consulente fino a poco prima di tornare all' Iri, rivenderà poi agli spagnoli guadagnandoci un centinaio di miliardi.
CRAGNOTTI
Con i soldi di Bertolli, Lamiranda paga la prima tranche all' Iri, poi costituisce con Cragnotti la Sagrit girandogli la Cirio. L' affare viene fatto, presente Prodi, nell' ufficio di Cesare Geronzi, che di fatto presta a Cragnotti, via Lamiranda, i soldi per comprare la Cirio e il latte. Cragnotti poi girerà a Parmalat il latte, realizzando una plusvalenza fittizia che è alla base del crac di Cirio e Parmalat.
LUCIANO GIULIANA GILBERTO BENETTON
Lamiranda resta con pochi spiccioli, ma soprattutto finirà processato: il classico pesce piccolo che paga per tutti. Il 24 febbraio del 1996 Prodi riceve un mandato di comparizione dal pm romano Giuseppe Geremia per abuso d' ufficio.
Geremia a novembre chiederà il rinvio a giudizio, ma di quel procedimento si sono perse le tracce. Come nessuno ha mai indagato su quanto denunciato dal Telegraph. Secondo il quotidiano britannico nel 1994 Unilever fece un bonifico di 4 miliardi alla società di studi economici Asa di Romano Prodi e della moglie Flavia, via Goldman Sachs. Perché? A nessuno è interessato saperlo.
Stavolta cancello i post, la prossima cancello altro.
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Re: Personaggi esecrabili
In questi anni ho visto che a molte persone interessano di più le fazioni che le idee, i sentimenti, e tutto il resto.
Per me le fazioni (politiche e non) sono le idee più pigre che esistano. Io sono un pigro e tante scelte non le faccio (o continuo a farle) per pigrizia, non mi sottraggo a questa grande equazioni. E quindi non scrivo da nessun pulpito, mi sentirei ridicolo da solo.
In nome delle fazioni si difende la qualunque in nome di una bandiera, in nome di un "meno peggio" che dipende solo dai gusti personali e dai condizionamenti ricevuti.
Non mi considero migliore di nessuno, ed anzi questa cosa mi ha solo causato problemi nella vita, ma a me hanno sempre dato infinitamente più fastidio i casi negativi nella mia "fazione" che in altre. Non sopporto la divisione in buoni e cattivi, implicita ma che appare ovunque, perché ritengo i "falsi buoni" infinitamente più dannosi di coloro che sono evidentemente beceri: perché creano una falsa coscienza. Ma oggi, dirlo, significa ormai sempre "essere dalla parte dei cattivi". E' una semplificazione che in nome di valori blaterati è stata accettata.
Per me le fazioni (politiche e non) sono le idee più pigre che esistano. Io sono un pigro e tante scelte non le faccio (o continuo a farle) per pigrizia, non mi sottraggo a questa grande equazioni. E quindi non scrivo da nessun pulpito, mi sentirei ridicolo da solo.
In nome delle fazioni si difende la qualunque in nome di una bandiera, in nome di un "meno peggio" che dipende solo dai gusti personali e dai condizionamenti ricevuti.
Non mi considero migliore di nessuno, ed anzi questa cosa mi ha solo causato problemi nella vita, ma a me hanno sempre dato infinitamente più fastidio i casi negativi nella mia "fazione" che in altre. Non sopporto la divisione in buoni e cattivi, implicita ma che appare ovunque, perché ritengo i "falsi buoni" infinitamente più dannosi di coloro che sono evidentemente beceri: perché creano una falsa coscienza. Ma oggi, dirlo, significa ormai sempre "essere dalla parte dei cattivi". E' una semplificazione che in nome di valori blaterati è stata accettata.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: Personaggi esecrabili
Non si dovrebbe commentare per dire solo che si è d'accordo, ma lo faccio perché raramente mi sono ritrovato così tanto in un commento, e in particolare nella parte quotata. Noto anche che non si è quasi mai disposti ad ammettere di avere detto o pensato qualcosa che si è dimostrato errato o che non si è verificato, ma si preferisce aggrapparsi a qualunque aspetto per ribadire che si aveva ragione comunqueGargarozzo ha scritto: ↑27/03/2025, 13:00Ma oggi, dirlo, significa ormai sempre "essere dalla parte dei cattivi". E' una semplificazione che in nome di valori blaterati è stata accettata.
Re: Personaggi esecrabili
Figuriamoci, in questo forum ci sono stati utenti che anziché chiedere scusa lo hanno lasciato
Per chiedere scusa dopo aver sbagliato, vale per la vita reale soprattutto ed ovviamente, ci vogliono palle d'acciaio. Pochi le posseggono
Per chiedere scusa dopo aver sbagliato, vale per la vita reale soprattutto ed ovviamente, ci vogliono palle d'acciaio. Pochi le posseggono
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione