[O.T.] Crisi economica

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Helmut
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1396 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto:nel boom liberista degli anni scorsi non lo facevano solo gli spagnoli. basti pensare all'Irlanda, celebrata da Helmut "grazie a una politica economica liberale e bassa tassazione."

Un paio di amici erano emigrati a Dublino considerata la nuova mecca d'Europa (industria meccanica). sono tornati a casa disoccupati...
(...)
sti bastardi dovranno aumentare la pressione fiscale altro che bassa tassazione
Dimentichi che l'Irlanda era, ancora nel 1996, uno dei Paesi a più bassa crescita d'Europa...la ricchezza accumulata dagli irlandesi in 15 anni vale nulla, secondo te...???
Tu vorresti lo sviluppo economico senza squilibri, la rivoluzione con il consenso dell'autorità costituita, il peccato con il perdono incluso... :blankstare:

Tutto si paga nel mondo terreno... :o

"Bastardi" è una definizione di pancia, caro Drogato...come se in realtà fossero dei cattivoni il cui fine unico è quello di affamare il prossimo...sono dentro un meccanismo pure loro...

...e ogni tanto devono fare la "danza della pioggia" davanti alla tribù...sperando che piova per poi dire che avevano ragione loro. :-?
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Drogato_ di_porno
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1397 Messaggio da Drogato_ di_porno »

azzarola...pure gli inglesi ci dan dentro.
Londra, quando la crisi uccide. In forte salita il numero dei suicidi

di Cinzia Zambranotutti

Morire di non lavoro. La Grande Crisi che ha colpito il Regno Unito negli ultimi 18 mesi ha lasciato dietro di sè un gran numero di disoccupati. E non solo. Nel Paese oltre la Manica il numero dei suicidi è aumentato considerevolmente da quando è iniziata la recessione economica, stravolgendo la tendenza dell’ultimo decennio.
È questa la drammatica fotografia fatta dall’Ons, l’Istat britannico, secondo i dati pubblicati questa settimana. L’aumento è del 6%: tra la popolazione al di sopra dei 15 anni da 5.377 morti calcolate nel 2007 si è passati a 5.706 nel 2008; e tra gli uomini il numero di suicidi è tre volte superiore a quello registrato tra le donne. Il dato, secondo quanto riferito dall’Istituto, è fortemente connesso alla crisi economica. Che spinge, sempre secondo l’Ons, anche a un maggior consumo di alcol. Stando a un secondo rapporto infatti, il numero delle morti legato ad un eccessivo consumo di bevande alcoliche è notevolmente aumentato con la crisi economica, portando a 9mila il numero dei decessi.

«Purtroppo l’aumento dei suicidi in un periodo di crisi era in un certo senso atteso - ha riferito il professore Rory O’Connor della Stirling University-, visto che già in passato sono stati evidenziati legami tra il numero dei suicidi e la recessione economica». «La perdita di lavoro ha complicazioni economiche, causa tensioni nei rapporti familiari, ti isola dalle rete sociale, fino ad aumentare il rischio di suicidio. Il più delle volte causato dal consumo di droga o alcol».
Sebbene la Gran Bretagna sia uscita ufficialmente dalla recessione, -secondo le cifre diffuse dall’Ons in questi giorni - il Paese fatica ad uscire dai 18 mesi di contrazione consecutiva che hanno trasformato la crisi del credito nella Grande Crisi, ovvero la peggiore che il Regno Unito abbia mai affrontato a partire dagli anni Trenta. L’Ons ci dice che il Pil del Regno Unito, nell'ultimo trimestre del 2009, è cresciuto dello 0,1%. Poco, pochissimo, anche meno di quanto vaticinato dagli auspici dell'economia.

La disoccupazione fa segnare un preoccupante 7,8%. Sono numeri che suggeriscono cautela. Non è un caso che il premier Gordon Brown abbia scelto un profilo basso: niente proclami, lavorare a testa bassa. I maghi dei sondaggi dicono infatti che gli elettori non sono per niente convinti di attribuire al governo il merito di aver evitato il disastro. Eppure di questo si tratta. Ora che l'autopsia della Grande Crisi si fa pratica nelle “cliniche” della City, molti economisti concordano: poteva andare molto peggio.
Insomma, la Grande Crisi ha ridisegnato in meno di due anni il panorama economico della Gran Bretagna e, come scrive il Guardian, «ha messo in evidenza i limiti di una crescita basata sull'indebitamento delle famiglie e sulla forza della City di Londra». Come dice Colin Ellis, di Daiwa Capital Markets, Brown - per dieci anni, prima di diventare premier, ministro delle Finanze del Regno - «non può vantare troppo credito per il sostegno dato dallo Stato». Se il Regno Unito, infatti, è l'ultima economia del G20 a essere uscita dalla recessione, in Germania l'indice di fiducia delle imprese (IFO) ha già fatto ad esempio segnare un aumento superiore alle aspettative - ferme a 95,1.

02 febbraio 2010
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1398 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Helmut ha scritto:..la ricchezza accumulata dagli irlandesi in 15 anni vale nulla, secondo te...???
qualche giorno fa avevo visto un servizio su "euronews" sulla ricchezza degli ultimi 18 anni (dal '92) "bruciata" dalla crisi in un anno e mezzo. è impressionante la facilità con cui da un giorno all'altro si torna con le pezze al culo. dall'euforia al suicidio.

io non voglio ciò che hai scritto helmut. voglio che provi un senso di colpa cattolico per gli squilibri del capitalismo. mi basta il tuo senso di colpa, poi ti perdono tutto.
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Helmut
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1399 Messaggio da Helmut »

coppia_co ha scritto:(ANSA) - ROMA, 13 MAG - 'Sara' la disoccupazione il problema piu' grosso. Dovremo lavorare, gia' da ora, per proteggere chi ha perso il lavoro' dice Epifani.


Bene, allora, invece di lanciare piagnistei come nella tradizione sincacale italica, faccia proposte concrete.
Tipo quella di una tassazione straordinaria, una sorta di "contributo di solidarietà" sugli stipendi e le pensioni dei dipendenti pubblici, che non rischiano il posto di lavoro, per finanziare gli ammortizzatori sociali dei lavoratori privati.

I salariati con maggiori protezioni hanno dei doveri di solidarietà.

Altrimenti resta una parola vuota buona solo per i salotti televisivi o per le omelie domenicali. :blankstare:
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1400 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Helmut ha scritto:Tipo quella di una tassazione straordinaria, una sorta di "contributo di solidarietà" sugli stipendi e le pensioni dei dipendenti pubblici, che non rischiano il posto di lavoro, per finanziare gli ammortizzatori sociali dei lavoratori privati.

I salariati con maggiori protezioni hanno dei doveri di solidarietà.
ma così non sostieni la domanda interna :-D
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1401 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto:ma così non sostieni la domanda interna :-D
E come no...???

Trattasi di una forma di "redistribuzione del reddito disponibile".

NB sul "senso di colpa". Nessuno, caro Drogato. Non ho deciso io di nascere nella zona più sviluppata del Pianeta. :o
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1402 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Helmut ha scritto:E come no...???

Trattasi di una forma di "redistribuzione del reddito disponibile".
ma i soldi che togli ai dipendenti pubblici per darli ai disoccupati serviranno per la sopravvivenza: cibo, acqua ecc., non rilanceranno i consumi
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1403 Messaggio da Capitanvideo »

Helmut ha scritto: Dimentichi che l'Irlanda era, ancora nel 1996, uno dei Paesi a più bassa crescita d'Europa...la ricchezza accumulata dagli irlandesi in 15 anni vale nulla, secondo te...???
Tu vorresti lo sviluppo economico senza squilibri, la rivoluzione con il consenso dell'autorità costituita, il peccato con il perdono incluso... :blankstare:
Appunto, un po di riassuntino per rinfrescarci le idee.

"In poco più di una generazione, l’Irlanda è passata dall’essere uno dei paesi più poveri dell’Europa occidentale ad esserne uno dei più prosperosi, invertendo la storica situazione di terra d’emigrazione, e raggiungendo una reputazione invidiabile in quanto a sviluppo. Come risultato di un impegno costante durato molti anni si è lasciata alle spalle il suo passato caratterizzato da una popolazione in declino, un basso tenore di vita, perenne stagnazione economica e disoccupazione cronica. L’Irlanda aveva allora, e fino al 2009, come detto, il secondo più alto prodotto interno lordo (PIL) pro capite nell’Unione europea (dopo il Lussemburgo), superiore di un terzo rispetto alla media UE-25. "

Ecco le cause della crisi:

"Mettendo insieme i tasselli, possiamo concludere che le cause che portarono allo scoppio della bolla speculativa furono essenzialmente: il sopravvalutato valore immobiliare delle abitazioni, il lento declino della crescita demografica dopo il 2000 (quindi in prospettiva il conseguente declino della domanda), ed infine la troppo ottimistica visione circa le prospettive di continua crescita dell’economia irlandese. Da queste condizioni, unite alla forte partecipazione alla speculazione degli istituti bancari irlandesi, e ad evidenti errori e ritardi nella gestione politica – disinteressata rispetto al mercato immobiliare, a giudicare dai rari ed inefficaci tentativi di raffreddarlo – è esplosa nel 2007 la bolla speculativa, in parallelo all’analoga bolla statunitense.

Dopo il tonfo dei prezzi, la crisi è andata ad intaccare il settore bancario e finanziario, quando nel 2008 è iniziata la crisi finanziaria globale.

Interessante è notare che in Irlanda nonostante la presenza di numerosi istituti finanziari d’investimento internazionali, attivi con il finanziamento di numerose operazioni d’investimento, quei complessi strumenti finanziari che durante i primi giorni della crisi del 2008 sono diventati i cosiddetti "junk bonds", ovvero titoli spazzatura, non erano molto diffusi e non hanno quasi preso parte alla crisi bancaria dell’isola: la crisi delle banche irlandesi è stata per lo più un fenomeno legato alla mancanza di controllo e regolamentazione interna sulle concessioni di credito da parte delle banche.

Nel caso irlandese, la scarsa attenzione riguarda soprattutto la mancata applicazione delle raccomandazioni contenute nel protocollo di Basilea II circa la vigilanza sulle banche in relazione alla concentrazione di rischio di credito.

Prestando a interessi minimi e senza reali garanzie, negli anni del boom le banche hanno ingozzato l’economia e gli irlandesi di mutui e di debiti; al sopraggiungere della crisi e della flessione del prezzo delle case, migliaia di debitori si sono scoperti insolventi: è qui che sfocia della crisi bancaria. Così il governo di Dublino dopo alcuni tentennamenti, annunciò una ricapitalizzazione da 10 miliardi di euro delle maggiori banche; a fine settembre l’Irlanda è stata uno dei primi paesi a intervenire per arginare la crisi finanziaria annunciando che il Governo avrebbe garantito tutti i depositi bancari per due anni, per una cifra potenziale di 440 miliardi di euro. La notizia ha inizialmente fatto volare i titoli delle banche irlandesi dopo forti ribassi, ma le critiche degli analisti sulla mancanza di dettagli del piano hanno poi frenato i rialzi. La principale azione in tal senso è stata la nazionalizzazione della Anglo Irish Bank, il terzo istituto di credito in Irlanda, e quello maggiormente esposto nel Irish property bubble, nazionalizzata dal governo all’inizio del 2009."
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1404 Messaggio da Capitanvideo »

Drogato_ di_porno ha scritto:
Helmut ha scritto:E come no...???

Trattasi di una forma di "redistribuzione del reddito disponibile".
ma i soldi che togli ai dipendenti pubblici per darli ai disoccupati serviranno per la sopravvivenza: cibo, acqua ecc., non rilanceranno i consumi
Si, ma i consumi non li puoi nemmeno sostenere regalando denaro che non hai a gente inutile.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1405 Messaggio da Helmut »

Drogato_ di_porno ha scritto:ma i soldi che togli ai dipendenti pubblici per darli ai disoccupati serviranno per la sopravvivenza: cibo, acqua ecc., non rilanceranno i consumi
Le produzioni si adattano ai tempi di crisi...beni a basso valore, servizi a elevata intensità di manodopera, scambi di prodotti usati, vendite sottocosto etc...

...già ampiamente successo nella Storia... :o
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1406 Messaggio da Capitanvideo »

Helmut ha scritto:
coppia_co ha scritto:(ANSA) - ROMA, 13 MAG - 'Sara' la disoccupazione il problema piu' grosso. Dovremo lavorare, gia' da ora, per proteggere chi ha perso il lavoro' dice Epifani.


Bene, allora, invece di lanciare piagnistei come nella tradizione sincacale italica, faccia proposte concrete.
Tipo quella di una tassazione straordinaria, una sorta di "contributo di solidarietà" sugli stipendi e le pensioni dei dipendenti pubblici, che non rischiano il posto di lavoro, per finanziare gli ammortizzatori sociali dei lavoratori privati.

I salariati con maggiori protezioni hanno dei doveri di solidarietà.

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Si certo, i sindacati, buoni quelli :lol:

L'altra casta - inchiesta sul sindacato

“Il sindacalista che parla di lavori usuranti mi deprime e mi fa sorridere.[…]Che cosa fa un sindacalista? E’ un mestiere fondato sugli appuntamenti” .. e sulla conservazione dei propri e di certuni privilegi.

E’ quello che ci vuol far intendere il caustico giornalista Stefano Liviadotti, che nel suo libro-reportage, evidenziando con la frase di Asor Rosa su riportata, come la Triplice (CGIL, CISL e UIL) goda di privilegi inimmaginabili e quali misfatti sia stata in grado di produrre pur di mantenere inalterato il suo numero di iscritti, nonché il proprio fatturato.

Si, perché spulciando questo libello fin troppo schematico e scorrevole si scopre che i “3 porcellini”, così come sono stati fantasiosamente definiti da un impensabile D’Alema, agiscono come una vera e propria holding. Ciò nondimeno, non rendono pubblico il loro bilancio, prassi alla quale sono invece tenuti tutti i partiti politici. Buona parte dell’introito dei sindacati grava sul contribuente e costa all’Erario dello Stato, tra rimborsi per le dichiarazioni dei Caf, le pratiche per gli enti previdenziali dei Patronati e le trattenute automatiche sulle buste paga, più dell’intero personale di un Ministero.

A ciò si aggiunga che tutto quanto percepito dal Sindacato è esentasse, così come lo sono le donazioni ed i lasciti ricevuti dai privati cittadini.

Le confederazioni sindacali sono tra i maggiori proprietari immobiliari italiani. E fa specie che abbiano tanto strepitato per pretendere il pagamento dell’ICI da parte della Chiesa, quando invece non solo non pagano l’ICI, ma neanche alcun canone per immobili ricevuti in regalo dallo Stato come “risarcimento minimo di quanto questi patirono dal punto di vista politico, umano e materiale nel Ventennio”.

Il libro procede con voli brevi e pindarici, cercando di spaziare in tutti i modus operandi della Triplice, peccando però di superficialità ed a volte di un noioso dilungarsi in cifre e percentuali. L’inchiesta serve pertanto più a soddisfare una curiosità personale del lettore che ad esplorare fino in fondo le tematiche trattate. Rimane, però, esemplificativo sulle motivazioni di alcune delle più grandi tragedie economico-sociali d’Italia. Una per tutte, quella sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, dove i sindacati sono complici della riduzione del numero di ispettori che operano i controlli sul territorio.

Sotto gli occhi di tutti è, poi, la vicenda Alitalia, sulla quale lo scrittore si dilunga per un intero capitolo e ci ricorda amenità come il rapporto stipendio/ore di lavoro dei dipendenti (motivo per cui il ministro Sacconi ha promesso salari inalterati ma preteso maggiore produttività) e la cacciata di Air France. Fatto avvenuto, è bene ricordarlo, perché CGIL, CISL e UIL avrebbero preferito AirOne come compratore perché il monopolio le “consentirebbe di incassare una buona rendita della quale i sindacati saprebbero facilmente appropriarsi: basterebbe minacciare uno sciopero sulla tratta Linate – Fiumicino, che in assenza di alternative bloccherebbe l’Italia”. AirOne ed Alitalia insieme deterebbero infatti il 90% del traffico sulla Roma-Milano.

Il resto è cronaca dei nostri giorni.

Liviadotti si sofferma troppo spesso in congetture ed enfatizza i fatti esacerbandone il giudizio. Va pertanto preso con le dovute cautele e con un forte senso critico, anche se, contemporaneamente, gli va riconosciuto il merito di averci aperto gli occhi, e con documentati dati alla mano, sullo strapotere, l’invadenza e l’ingordigia delle tre grandi centrali confederali, le quali hanno dimenticato il principio primo sulle quali sono state fondate – e cioè la difesa dei diritti dei più deboli – per diventare una casta iperburocratizzata ed autoreferenziale, in grado di ricattare anche i propri compagni di partito: “La scelta su Alitalia costerà molto al governo”, Raffaele Bonanni al governo.. Prodi.
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1407 Messaggio da Giulio Tremonti »

Ocse: Italia salari sempre più bassi

L'Italia è sotto la media Ocse che nel 2009 risultava di 26.395 dollari per il salario netto e 35.887 per il lordo e sotto la media Ue-15 (28.454 e 40.525 dollari rispettivamente). Espressi in euro i salari netti nel 2009 in Italia risultano di 18.503 euro su un lordo di 26.181 euro, in calo dal 2008 (18.578 e 26.304 euro).


Notare che Germania e Francia hanno salari più alti con cuneo fiscale maggiore.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]

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Re: [O.T.] Crisi economica

#1408 Messaggio da Drogato_ di_porno »

Giulio Tremonti ha scritto:Notare che Germania e Francia hanno salari più alti con cuneo fiscale maggiore.
ma questo a cosa è dovuto? al fatto che le aziende italiane sono meno produttive/competitive di quelle tedesche? che le tedesche sono a più alto valore aggiunto?

ormai non si sente dir altro che il problema italiano è la "crescita". che non serve a nulla far debiti se si cresce dello zero virgola qualcosa, che fare debito non crea problemi se col debito si finanzia la crescita (almeno del 2% annuo).
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Re: [O.T.] Crisi economica

#1409 Messaggio da Blif »

Vinz Clortho ha scritto:Dato che i suicidi sotto la metro di Tokyo erano ormai diventati troppo frequenti, da un po' le aziende che la gestiscono si rivalgono sugli eredi dei suicidi per la mancanza del servizio. Questo come deterrente a buttarsi sotto al treno (non al suicidio in generale...).
In Giappolandia ci sono dei parchi famosi nei dintorni di Tokyo per essere posti per suicidarsi. Porti la tua corda (se non sbaglio l'impiccagione è numero 1) e alla mattina ci sono delle ronde che girano per recuperare i cadaveri. Raramente tornano a mani vuote.
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)

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Re: [O.T.] Crisi economica

#1410 Messaggio da Parakarro »

volete dare soldi ai disoccupati?!

e per farci cosa?! comprare loghi e suonerie?!

ma voi siete matti...

per cercare una crescita non si dovrebbe MAI e poi MAI dare soldi ai ceti meno abbienti... bisogna creare le situazioni per far si che i poracci si guadagnono la michetta!

D'accordo con il taglio dello stipendio... ma deve partire dall'alto

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