Non proprio come mangiare la pizza surgelata rispetto a quella fatta a Napoli ma poco ci manca.
Si è vero, asciutto può essere anche di dimensioni maggiori ma se piccolo io lo preferisco sempre.
P.s. Comunque io parlo di Cappelletti che non sono Tortellini. Da noi il Tortellino è il nome alternativo che diamo ai Ravioli. (quelli solitamente ripieni di ricotta e spinaci oppure di sole patate).
Mentre il Tortello è quello "alla lastra" (anche questo ripieno di erbe o patate) da mangiare con le mani.
Io tornerei a parlare di tortellini per farvi capire che la versione dei Cappelletti con ripieno di carne (al formaggio sono un obbrobrio) sono ad un livello superiore, soprattutto in brodo.
Benissimo, col tortellino in me trovi sempre sponda. Dunque, se dici "soprattutto" in brodo, significa che per te possono essere serviti anche in altro modo, ed escludendo il formaggio cosa consigli per il cappelletto DOP?
Lo so che per Ronzinante è sacro sentire il sapore del ripieno e per questo il brodo è perfetto ma i Cappelletti con ripieno di carne di maiale e vitello o manzo, uova, noce moscata, un po' di grana e sale q.b. (stop, niente altro) sono eccezionali anche pasticciati (panna e ragù, oppure panna e speck).
Naturalmente il cappelletto deve essere piccolo e fatto in casa.
mi permetto di intervenire ma i cappelletti pasticciati con la panna no! Devi usare la besciamella, leggermente più densa del normale, ragù e farli gratinare in forno.
PS: l'uso della panna coi cappelletti dovrebbe essere considerato crimine conto l'umanità.
PSS: come giustamente dici i cappelletti, alla Romagnola o alla Reggiana sono una cosa, i tortellini un'altra.
Si, però se pasticci il cappelletto con besciamella, che ha un sapore intenso, ragù e fai gratinare, non è che il sapore del cappelletto un po' si perde? Cioè, può andar bene per quelli industriali, al posto di una pasta, ma per gli altri mi sembrerebbe di perdere parte delle caratteristiche del ripieno. Ma forse sbaglio io.
Sul nome, onde evitare confusione, da noi tortellini e cappelletti son quasi sinonimi, normalmente con ripieno di carne (il secondo rigorosamente); raviolo è quello con diversa foggia, più schiacciata, ripieno di ricotta e spinaci; tortello è più generico e viene spesso usato per indicare paste di svariate forme e grandezze, ripiene di impasti diversi.
Io uso una "panna" che mi da quello che cerco, non tutti i pacchettini che trovi nei negozi vanno bene.
La besciamella, fatta in casa, solo per le lasagne. e ad occhio non credo che vada bene per i cappelletti come li intendo io.
Gratinati vanno bene i gnocchi o i ravioli. I cappelletti proprio no.
Si Salieri. Io che ti abito "vicino" e uso il termine tortellini come sinonimo più di Ravioli che di Cappelletto. e il raviolo è quello che dici te.
Tortello è generico, perchè molti anziani lo usano come "dialetto". Fammi un piatto di tortelli può significare appunto "fammi un piatto di ravioli".
Perchè da noi si mangiano i cappelletti e i ravioli (tortelli - ni) non i tortellini emiliani.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Prima lo stendi (anche se qui sta esagerando con il "compenso".
Lo chiudi
e in pezzi tagliati con la rotella li cuoci sulla lastra.
Si mangia caldo, ma anche quando sono freddi hanno un buon sapore.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
Mi sarebbe venuta pure fame, dato che ancora non ho mangiato!
Comunque Sotto, se mi sai indicare qualche pastificio artigianale di qualità inserito in qualche catena di distribuzione o che accetta anche ordinazioni, mi faresti un piacere. Sono disponibile a provare qualsiasi tipo di pasta ripiena di qualità, che è da tempi di mia nonna che non mangio un cappelletto come si deve!
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
E' una battuta per elogiarla o veramente commercia pasta fresca? Perchè se si, puoi preparare il pacco degustazione e indicarmi gli estremi di pagamento.
E' una battuta per elogiarla o veramente commercia pasta fresca? Perchè se si, puoi preparare il pacco degustazione e indicarmi gli estremi di pagamento.
Era per dire che quella che mangio io la prepara lei, non la compro.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
guarda, adesso che mia mamma non li fa più, compro cappelletti reggiani, tortelli(ortica, erbetta, zucca, patate ecc.) da un gruppo di vecchiette pensionate che si riuniscono e li fanno come una volta per arrotondare la pensione. Industriali non li ho mai comprati ma mi dicono che quelli di http://www.nonnalea.it/index.html, sono ottimi.
PS: per gratinatura intendevo una leggerissima per fare una piccola crosticina, senza esagerare.
L'Italia resta un paese stupendo, pur se abitato dagli italiani, anche per queste cose: due paesi a 50 km di distanza chiamano lo stesso prodotto con due nomi diversi, oppure con lo stesso nome due cose diversissime. E magari prodotti apparentemente simili in realtà nascondono diversità sostanziali. Per esempio a Modena le "focaccine" di pasta cotte nelle piastre di ghisa o meglio sulla pietra refrattaria (storicamente si cuocevano davanti al camino alternate con le "tigelle") in collina si chiamano crescentine, ed è il nome corretto, in pianura le chiamano tigelle, erroneamente, visto che queste ultime sarebbero appunto il disco di terra che, prima passato nelle braci, serviva per cuocere le crescentine. Di più, a Bologna, chiamano crescenta ciò che a Modena è il gnocco fritto, tutt'altra cosa. Quando sento un accento bolognese nel locale di mia moglie che chiede la crescenta devo sempre specificare, perchè in genere poi si aspettano un altro prodotto.
Tornando ai tortellini, a Modena e a Bologna si chiamano nello stesso modo (Castelfranco Emilia, che pare essere il paese dove sono nati, è in provincia di Modena, ma confina con la provincia di Bologna) e sono presso che identici. Il ripieno (pesto) prevede (nella ricetta della mia famiglia) carne di maiale e di manzo, da cuocere negli odori (che poi vanno tolti) e l'aggiunta a freddo di prosciutto crudo e mortadella, doppia macinatura, e infine noce moscata e abbondante parmigiano. Questi si piegano con la punta del dito indice oppure con il dito mignolo, e si mangiano in brodo, fatto con gli odori, il doppione di manzo e la gallina (o cappone).
Esiste poi nel modenese, provenienza collina, una versione fatta con la pasta verde delle lasagne, leggermente più grandi, e nel pesto viene aggiunta la salsiccia e poca ricotta di mucca. Questi si condiscono con un sugo di pancetta e funghi porcini. Stratosferici, ma tutta un'altra cosa rispetto a quelli tradizionali.
Poi ci sono i tortelloni, che si piegano sempre a tortellino, con tutto il dito indice, ma sono di dimensioni decisamente diverse: il rapporto è tipo 1:8/10. Considerate che i tortellini dovrebbero essere di misura tale per cui in un cucchiaio ce ne stanno 7. I tortelloni classici sono quelli con la ricotta di mucca e pochi spinaci nel ripieno, conditi con burro e salvia. Poi ci sono quelli di zucca, tipici della bassa modenese e del ferrarese/mantovano. A Modena si fanno con sola zucca e parmigiano nel ripieno, a Ferrara in genere aggiungono l'amaretto. Il condimento è lo stesso dei precedenti oppure in alternativa con scaglie di parmigiano e Aceto balsamico. Terzo e ultimo tortellone tipico del modenese, ma più della collina reggiana, è quello con all'interno un soffritto di pancetta e patate (a Reggio il soffritto non tutti lo fanno). Condimento (a parte il solito burro) con sugo di pancetta, oppure con olio e pepe (a Modena più con la pancetta). Esiste poi un' ultima versione ormai introvabile, che ogni tanto mia moglie mi prepara, fatta con il semolino al posto della ricotta (tra le due guerre e anche immediatamente dopo la seconda, la ricotta era consuetudine solo in poche case) e abbondanti spinaci, o erbette di campo. Questi venivano conditi con la parte più liquida del ragù che veniva in superficie durante la lenta cottura (per chi poteva permettersi l'uso della carne) oppure con un soffritto. Queste sono le paste ripiene tipiche da noi, i ravioli non esistono.
L'Italia resta un paese stupendo, pur se abitato dagli italiani, anche per queste cose: due paesi a 50 km di distanza chiamano lo stesso prodotto con due nomi diversi, oppure con lo stesso nome due cose diversissime. E magari prodotti apparentemente simili in realtà nascondono diversità sostanziali. Per esempio a Modena le "focaccine" di pasta cotte nelle piastre di ghisa o meglio sulla pietra refrattaria (storicamente si cuocevano davanti al camino alternate con le "tigelle") in collina si chiamano crescentine, ed è il nome corretto, in pianura le chiamano tigelle, erroneamente, visto che queste ultime sarebbero appunto il disco di terra che, prima passato nelle braci, serviva per cuocere le crescentine. Di più, a Bologna, chiamano crescenta ciò che a Modena è il gnocco fritto, tutt'altra cosa. Quando sento un accento bolognese nel locale di mia moglie che chiede la crescenta devo sempre specificare, perchè in genere poi si aspettano un altro prodotto.
Tornando ai tortellini, a Modena e a Bologna si chiamano nello stesso modo (Castelfranco Emilia, che pare essere il paese dove sono nati, è in provincia di Modena, ma confina con la provincia di Bologna) e sono presso che identici. Il ripieno (pesto) prevede (nella ricetta della mia famiglia) carne di maiale e di manzo, da cuocere negli odori (che poi vanno tolti) e l'aggiunta a freddo di prosciutto crudo e mortadella, doppia macinatura, e infine noce moscata e abbondante parmigiano. Questi si piegano con la punta del dito indice oppure con il dito mignolo, e si mangiano in brodo, fatto con gli odori, il doppione di manzo e la gallina (o cappone).
Esiste poi nel modenese, provenienza collina, una versione fatta con la pasta verde delle lasagne, leggermente più grandi, e nel pesto viene aggiunta la salsiccia e poca ricotta di mucca. Questi si condiscono con un sugo di pancetta e funghi porcini. Stratosferici, ma tutta un'altra cosa rispetto a quelli tradizionali.
Poi ci sono i tortelloni, che si piegano sempre a tortellino, con tutto il dito indice, ma sono di dimensioni decisamente diverse: il rapporto è tipo 1:8/10. Considerate che i tortellini dovrebbero essere di misura tale per cui in un cucchiaio ce ne stanno 7. I tortelloni classici sono quelli con la ricotta di mucca e pochi spinaci nel ripieno, conditi con burro e salvia. Poi ci sono quelli di zucca, tipici della bassa modenese e del ferrarese/mantovano. A Modena si fanno con sola zucca e parmigiano nel ripieno, a Ferrara in genere aggiungono l'amaretto. Il condimento è lo stesso dei precedenti oppure in alternativa con scaglie di parmigiano e Aceto balsamico. Terzo e ultimo tortellone tipico del modenese, ma più della collina reggiana, è quello con all'interno un soffritto di pancetta e patate (a Reggio il soffritto non tutti lo fanno). Condimento (a parte il solito burro) con sugo di pancetta, oppure con olio e pepe (a Modena più con la pancetta). Esiste poi un' ultima versione ormai introvabile, che ogni tanto mia moglie mi prepara, fatta con il semolino al posto della ricotta (tra le due guerre e anche immediatamente dopo la seconda, la ricotta era consuetudine solo in poche case) e abbondanti spinaci, o erbette di campo. Questi venivano conditi con la parte più liquida del ragù che veniva in superficie durante la lenta cottura (per chi poteva permettersi l'uso della carne) oppure con un soffritto. Queste sono le paste ripiene tipiche da noi, i ravioli non esistono.
Esatto, basti pensare che lo gnocco fritto, come nome, finisce sull'Enza. Appena passi l'acqua, i cosi lo chiamano torta fritta.
Castelfranco è diventato modenese attorno al 1930 su ordine di LVI, prima era bolognese.
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
Raga, state seguendo la storia farlocca di questa ragazza russa che si spacciava per Denise Pipitone?? Acclarato che non é Denise, é venuto a galla che ha fatto un reality hot russo. Sto uscendo pazzo ma non ho trovato una mazza, solo sta cazzata. Qualcuno é piu ferrato? https://m.tp24.it/2021/04/07/cercando-d ... hot/162371