Il cantautore genovese aveva 69 anni. Sul web si definiva «un uomo, un artista, un poeta fungaiolo»
MILANO - Lutto nel mondo della canzone: l'artista genovese Bruno Lauzi è deceduto nella sua casa di Peschiera Borromeo, a Milano. La notizia della morte, avvenuta martedì pomeriggio, è stata data in mattinata dai familiari. I funerali sono già stati fissati per oggi alle 15.30.
ADDIO - Il noto cantautore aveva 69 anni e da tempo era affetto dal morbo di Parkinson (leggi la sua lettera con la quale raccontava, in maniera unica, la malattia che l'aveva colpito). Solo pochi giorni fa si è saputo che a lui, vincitore del Premio Tenco 2006, sarebbe stata dedicata la «Rassegna della canzone d'autore 2006» in programma dal 9 all'11 novembre al Teatro Ariston di Sanremo.
LA CARRIERA - Lauzi era ritenuto con Umberto Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta «scuola genovese» da cui nacque la canzone moderna italiana ed il cantautorato. Approdato a Milano negli anni Sessanta, frequenta l'ambiente del «Derby», dove conosce Jannacci, Cochi e Renato, Lino Toffolo. Alla fine del decennio diventa amico di Lucio Battisti e porta al successo brani storici come «E penso a te» e «Amore caro, amore bello». La sua fama è inoltre legata a canzoni per bambini molto popolari come «Johnny Bassotto». Come autore scrisse per Mia Martini («Minuetto» e «Donna sola») (e "Almeno tu nell'universo", aggiungo io!!!

«AUTENTICO ANTICONFORMISTA» - Numerosi i messaggi di cordoglio di artisti e non per la scomparsa di Lauzi. «Lo voglio ricordare come un autentico anticonformista» ha detto il genovese Ivano Fossati. Anche il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha inviato un messaggio alla famiglia Lauzi: «Con sincera commozione ho appreso la notizia della scomparsa di Bruno Lauzi, artista colto e di grande umanità . La scena culturale italiana - si legge nel messaggio di Bertinotti - perde con lui una voce sensibile e mai banale». Il club Tenco ha deciso infine di dedicargli la prossima Rassegna, in programma a Sanremo dal 9 all'11 novembre.
La sua lettera a Mister Parkinson
Egregio Signore, non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d'altra parte avrei dovuto parlarle a quattr'occhi, affrontarla di persona, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c'è di peggio per far perdere la pazienza anche ad un santo, figuriamoci a me.
Le scrivo, come puó notare, col computer, perchè la mia calligrafia s'è fatta illeggibile e così minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente d'ingrandimento per riuscire a decifrarla...
Perchè le scrivo? àˆ presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l'imbarazzo che lei (l'ho scritto senza maiuscola, non la merita) mi ha creato chiedendo pubblicamente la mia mano ed ovviamente ottenendola. Convivere con un ufficiale inglese a riposo, già condannato nel Punjab per ripetuti tentativi di violenza neurologica su qualunque essere di qualunque specie (le cose si vengono a sapere, come vede...) non è stato facile, la mia è una famiglia è all'antica e non ha apprezzato.
MA ORA LEI STA ESAGERANDO, signore, glielo devo dire. Quando è troppo è troppo, e il troppo stroppia! C'è un proverbio arabo che dice: «Se hai un amico di miele non lo leccare tutto», INVECE LEI S'APPROFITTA D'OGNI RILASSATEZZA, DELL'ABBASSAMENTO DELLA GUARDIA NELLA BATTAGLIA QUOTIDIANA, ci proibisce di pensare ad altro, contando sulla superficialità con cui io ho affrontato l'insorgere del male... si sa, gli artisti sono farfalloni incoscienti... no, vecchio caprone, non le sarà facile, nè con me nè con gli altri, la Resistenza è cominciata. Perchè, vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così!
D'ora in avanti prometto che staró più attento ai consigli dei miei dottori, e che mi impegneró maggiormente nell'aiutarli nella raccolta dei fondi necessari per la ricerca. Anzi sul tema della solidarietà mi ci gioco una mano, la mano che, pitturata e serigrafata fa da piedistallo ad una poesia contro di lei, colonnello dei miei stivali, funzionando da incentivo a dare... già , poichè a chiunque faccia un'offerta per la ricerca verrà inviata «LA MANO» come ricordo e memento...
Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all'Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie... Parola mia, di questo omino per molti un po' buffo, per altri un po' patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prendere a schiaffi. A mano ferma. Mi stia male e a non rivederla.
Bruno Lauzi