Apertura di Casini
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Apertura di Casini
Mario Prignano
ROMA - C’è una legge, alla Camera dei deputati, che non riesce a sbloccarsi, non va nè avanti nè indietro. Bossi è d’accordo. Il duo effe-effe Fini-Follini, pur con qualche sopracciglio inarcato, è d’accordo anche lui. Berlusconi non ne parliamo: fu il Cavaliere a proporla per primo, proprio dalle colonne di Libero. Eppure il disegno di legge sulla prostituzione è lì, bloccato da quasi un mese in commissione Giustizia. Motivi di ordine pubblico, a quanto pare.
Il fatto è che come tutti i progetti di legge, anche questo prevede le audizioni delle categorie interessate. Ovvio: parlo di medicine, invito a dire la loro i farmacisti; riduco le dimensioni dei quadratini delle reti per la pesca d’altura (succede anche questo) ed ecco il capo dei pescatori d’altura fornire ai parlamentari il suo (...)
(segue a pagina
(...) autorevole parere in materia. Precedenti ce ne sono in quantità , come possono documentare i noiosissimi bollettini delle sedute delle commissioni parlamentari. Questa volta peró la faccenda, non si capisce bene perchè, ha assunto una piega diversa. O forse si capisce, perchè. Gira gira, la questione è riassumibile nei termini seguenti: possono delle signore che esercitano il mestiere più antico del mondo (come si dice quando non si vuole dire prostitute) entrare nel tempio delle istituzioni, calpestare i pianciti che calpestano ministri e deputati, deambulare nei corridoi dove deambularono Giolitti e De Gasperi. Insomma: possono delle puttane entrare in Parlamento? Se già qualcuno si è voltato dall’altra parte scandalizzato sappia che non è finita. Perchè oltre a loro, le signore di nascita, ci sono anche le signore, chiamiamole così, di costituzione. Insomma, i transessuali. Dopotutto il provvedimento interessa da vicino anche loro: soprattutto loro, se è vero (lo sostengono gli intenditori) che la concorrenza che fanno alle donne d’origine controllata è diffusissima e implacabile. E forse proprio per questo l’opposizione ha chiesto già da tempo di invitare le une e le altre in commissione Giustizia per sapere che ne pensano di quel progetto di legge. Ma il tempo stringe, il ddl dovrebbe andare in aula prima della fine dell’anno: il nodo delle audizioni, quindi, va sciolto adesso. La Camera dei deputati per un giorno come la più grande casa chiusa del Paese?
La risposta che finora è aleggiata la si puó racchiudere nella seguente domanda: «Ma non se ne puó fare a meno?». Garante del buon andamento dei lavori nonchè, si suppone, della moralità del luogo in cui si svolgono, il presidente della commissione Gaetano Pecorella manifesta più di un dubbio. «Se diamo corso a tutte le audizioni che hanno richiesto, passano altri due anni». E fin qui, come dargli torto. «E poi, insomma». Segue un silenzio che forse è indicativo. Ma stiamo ancora girando intorno all’argomento. «àˆ che andiamo a creare il precedente». Prostitute e transex che all’improvviso diventano di casa a Montecitorio: ecco il punto. Magari qualcuno apprezzerebbe. «Bisogna sentire cosa ne pensa Casini». Addirittura. «Sta a lui decidere: ma ho l’impressione che quelle audizioni, alla fine, si faranno». Una tragedia. Dalla presidenza della Camera assicurano che «la questione ancora non si è posta». Ma l’inevitabile gossip spiffera che Pier Ferdi l’ha già detto chiaro e tondo: invitate chi vi pare, non voglio entrarci.
Uno che deve entrarci per forza è il capogruppo forzista Luigi Vitali. Il quale ridacchia: «A me personalmente non creerebbe alcun disturbo. Ma se a qualcuno l’idea non andasse giù si potrebbe sempre spedire a quelle signore il testo del provvedimento e chiedere un parere scritto: l’abbiamo già fatto altre volte». Ma poi chi sarebbero queste signore di cui andiamo parlando? «Tutta zente che frequenta congressi internassionali, mica tipi presi così, per strada»: chissà perchè, il bolognese di Franco Grillini sembra aggiungere pepe ad una vicenda che più pepata di così non potrebbe essere. àˆ lui, onorevole diessino e gay dichiarato, ad avere chiesto di ascoltare la leader del comitato per i diritti delle prostitute Carla Corso («una che è già al suo terzo libro, sa?») e il transessuale sessantenne Marcella Di Folco, 150 chili di peso e una voce cavernosa che quando ti incontra e dice CIAO, COME VA? sembra il doppiatore di Hulk in persona.
Giovedì prossimo ci sarà una riunione della commissione che si annuncia decisiva. Almeno per capire se la scontatissima battuta sul casino delle libertà rischia davvero di trovare spazio su qualche titolo di giornale, oppure no.
ROMA - C’è una legge, alla Camera dei deputati, che non riesce a sbloccarsi, non va nè avanti nè indietro. Bossi è d’accordo. Il duo effe-effe Fini-Follini, pur con qualche sopracciglio inarcato, è d’accordo anche lui. Berlusconi non ne parliamo: fu il Cavaliere a proporla per primo, proprio dalle colonne di Libero. Eppure il disegno di legge sulla prostituzione è lì, bloccato da quasi un mese in commissione Giustizia. Motivi di ordine pubblico, a quanto pare.
Il fatto è che come tutti i progetti di legge, anche questo prevede le audizioni delle categorie interessate. Ovvio: parlo di medicine, invito a dire la loro i farmacisti; riduco le dimensioni dei quadratini delle reti per la pesca d’altura (succede anche questo) ed ecco il capo dei pescatori d’altura fornire ai parlamentari il suo (...)
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(...) autorevole parere in materia. Precedenti ce ne sono in quantità , come possono documentare i noiosissimi bollettini delle sedute delle commissioni parlamentari. Questa volta peró la faccenda, non si capisce bene perchè, ha assunto una piega diversa. O forse si capisce, perchè. Gira gira, la questione è riassumibile nei termini seguenti: possono delle signore che esercitano il mestiere più antico del mondo (come si dice quando non si vuole dire prostitute) entrare nel tempio delle istituzioni, calpestare i pianciti che calpestano ministri e deputati, deambulare nei corridoi dove deambularono Giolitti e De Gasperi. Insomma: possono delle puttane entrare in Parlamento? Se già qualcuno si è voltato dall’altra parte scandalizzato sappia che non è finita. Perchè oltre a loro, le signore di nascita, ci sono anche le signore, chiamiamole così, di costituzione. Insomma, i transessuali. Dopotutto il provvedimento interessa da vicino anche loro: soprattutto loro, se è vero (lo sostengono gli intenditori) che la concorrenza che fanno alle donne d’origine controllata è diffusissima e implacabile. E forse proprio per questo l’opposizione ha chiesto già da tempo di invitare le une e le altre in commissione Giustizia per sapere che ne pensano di quel progetto di legge. Ma il tempo stringe, il ddl dovrebbe andare in aula prima della fine dell’anno: il nodo delle audizioni, quindi, va sciolto adesso. La Camera dei deputati per un giorno come la più grande casa chiusa del Paese?
La risposta che finora è aleggiata la si puó racchiudere nella seguente domanda: «Ma non se ne puó fare a meno?». Garante del buon andamento dei lavori nonchè, si suppone, della moralità del luogo in cui si svolgono, il presidente della commissione Gaetano Pecorella manifesta più di un dubbio. «Se diamo corso a tutte le audizioni che hanno richiesto, passano altri due anni». E fin qui, come dargli torto. «E poi, insomma». Segue un silenzio che forse è indicativo. Ma stiamo ancora girando intorno all’argomento. «àˆ che andiamo a creare il precedente». Prostitute e transex che all’improvviso diventano di casa a Montecitorio: ecco il punto. Magari qualcuno apprezzerebbe. «Bisogna sentire cosa ne pensa Casini». Addirittura. «Sta a lui decidere: ma ho l’impressione che quelle audizioni, alla fine, si faranno». Una tragedia. Dalla presidenza della Camera assicurano che «la questione ancora non si è posta». Ma l’inevitabile gossip spiffera che Pier Ferdi l’ha già detto chiaro e tondo: invitate chi vi pare, non voglio entrarci.
Uno che deve entrarci per forza è il capogruppo forzista Luigi Vitali. Il quale ridacchia: «A me personalmente non creerebbe alcun disturbo. Ma se a qualcuno l’idea non andasse giù si potrebbe sempre spedire a quelle signore il testo del provvedimento e chiedere un parere scritto: l’abbiamo già fatto altre volte». Ma poi chi sarebbero queste signore di cui andiamo parlando? «Tutta zente che frequenta congressi internassionali, mica tipi presi così, per strada»: chissà perchè, il bolognese di Franco Grillini sembra aggiungere pepe ad una vicenda che più pepata di così non potrebbe essere. àˆ lui, onorevole diessino e gay dichiarato, ad avere chiesto di ascoltare la leader del comitato per i diritti delle prostitute Carla Corso («una che è già al suo terzo libro, sa?») e il transessuale sessantenne Marcella Di Folco, 150 chili di peso e una voce cavernosa che quando ti incontra e dice CIAO, COME VA? sembra il doppiatore di Hulk in persona.
Giovedì prossimo ci sarà una riunione della commissione che si annuncia decisiva. Almeno per capire se la scontatissima battuta sul casino delle libertà rischia davvero di trovare spazio su qualche titolo di giornale, oppure no.
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Re: Apertura di Casini
ma non ci sono già ?dostum ha scritto:
Insomma: possono delle puttane entrare in Parlamento?
... se è entrata la nipote di Mussolini, Nanni Moretti (anche solo come spettatore), Avv.Taormina, Toni Negri, Giuliano Ferrara e il Papa ( Blasfemo!!!!! ) ....BanitoXXX ha scritto:Se è entrata una Pornostar , se sono entrati Previti e Salvi possono entrare anche le prostitute. Del resto molti parlamentari le conoscono bene......
In puro spirito europeo, potrebbero ovviare al problema invitando delle ragazze da Amsterdam, dove è legale, visto che si porrebbe anche il problema dell'illegalità (favoreggiamento ecc..).
E i clienti non li sentono ?
Chissà perchè... forse si considerano già "informati sui fatti"
Trova il sillogismo della vita
aggiornamento
ROMA - Passi che stava senza giacca e cravatta. Passi pure che ad un certo punto si è informata presso il deputato diessino Franco Grillini su «chi era quello seduto vicino a Pecorella...». Marcella Di Folco, imponente, giunonica, ammiccante e cordiale nella sua vestaglia nera che la copriva pudicamente da capo a piedi (stola viola e cappottone in tinta), la testa rasata e giallissima, ieri ha fatto il suo ingresso a Montecitorio per dire la sua in commissione Giustizia a proposito del disegno di legge sulla prostituzione, già ferocemente combattuto da tutte le associazioni e i vari sindacati delle prostitute. Da ieri preso di petto anche da lei, presidente del Mit, Movimento identità transessuale, già attrice felliniana, protagonista di una cinquantina di film, figura storica dei transex di casa nostra. Perchè Marcella un tempo è stata Marcello, e chi l’ha incontrata, ieri, qualche sospetto se l’è fatto venire di sicuro. Bastava vedere le facce dei commessi più giovani per rendersene conto. Passi tutto, dunque, per una del suo calibro e della sua fama, ma farsi fotografare nella sacralità della sala della Lupa, primo piano di Montecitorio, quella della Bicamerale di D’Alema, quella dei super convegni e dei ricevimenti ufficiali, mentre titilla sorridente il simbolo di Roma. Insomma. Meno male che nel momento del misfatto non c’erano nessuno.
Giornatina singolare ieri per il Palazzo. Dopo otto mesi di martellamento continuo da parte dei diessini, il presidente della commissione Giustizia aveva finalmente acconsentito all’audizione delle «categorie interessate» al ddl sulla prostituzione. Troppo sconveniente, per un’istituzione come Montecitorio, ospitare persone abituate a frequentare, diciamo così, ben altri luoghi e in ben precise circostanze. Morale: Pecorella aveva interessato Casini che peró gli aveva rimandato la palla: decidi tu. Dà gli e dà gli, alla fine il presidente della commissione ha ceduto. Marcella si è presentata, ha fatto la sua audizione, ha detto quello che doveva dire, (incassando i complimenti anche dell’unico deputato di centro destra presente, il relatore del ddl, Giancarlo Pittelli). Poi, soddisfatta del suo trionfo, si è guardata attorno, ha preso sotto braccio Franco Grillini (a sua volta fondatore dell’Arci gay) e ha sparato: «Carino, mi fai fare un giro?». Alla prima tappa la prima marachella, che peró è venuta male. Poteva, una come Marcella rinunciare alla foto ricordo dagli spalti dell’aula, così, tanto per dire «ci sono stata?». Evidentemente non poteva, ma senza flash anche gli infernali aggeggi digitali in circolazione possono nulla. Rinuncia al ricordino ma non alla battuta: «Che meraviglia quelle scalinate. Ci hai mai pensato, Franco? sembrano fatte apposta per uno spettacolo da cabaret. Tu dove sei seduto, carino?». E Grillini: «Ah, il mio è un posto molto invidiato: terzo settore quarta fila vicino al corridoio. Proprio ad un metro da Rutelli». Gridolino impossibile da riportare dell’altra (peraltro dotata di sonora voce baritonale), seguito da un efficace e sentito: «Ma non mi dire».
Il momento della trasgressione è stato raggiunto quando, accompagnati dal gruppetto di “On the road, gli amici delle prostitute da strada”, Marcella e Pia Covre, leader del movimento per i diritti civili delle prostitute, anche lei ospite del Palazzo, hanno fatto il loro ingresso nella sala gialla, al primo piano. «Pensa che festini, sarebbe perfetto», non ha potuto fare a meno di commentare la Covre. E quando da lì si è passati nell’adiacente sala della Lupa, gli «ooooh» di ammirazione hanno quasi subito lasciato il posto all’inevitabile «dà i che qui la foto ci scappa». Caffè alla buvette, scambio di battute con Pierluigi Mantini, responsabile giustizia della Margherita, e il tempo di fantasticare: «Peró, certo che se qualcuno decidesse di candidarmi». Esperienza non nuova, per Marcella Di Folco, una candidatura alle politiche. A suo tempo gliel’offrirono i Verdi, le andó male, ma chissà che adesso non decidano di ripetere l’esperienza, magari in vista delle Europee: «Se qualcuno me lo chiedesse un pensierino ce lo farei eccome», ammicca lei mentre naso all’insù si gusta il soffitto di un Trasatlantico ancora deserto prima che scoppi la battaglia sulla gasparri.
Certo, il piglio del legislatore Marcella Di Folco ce l’avrebbe. Basta vedere con quali argomenti si è imposta ieri durante l’audizione. Poco prima, i rappresentanti di Confedilizia si erano lamentati perchè la presenza di una prostituta farebbe scendere il valore di un appartamento, hanno detto, almeno del quaranta per cento. «Mi sembrerebbe un sistema efficacissimo per calmierare i prezzi delle case». In fondo, perchè no?
Giornatina singolare ieri per il Palazzo. Dopo otto mesi di martellamento continuo da parte dei diessini, il presidente della commissione Giustizia aveva finalmente acconsentito all’audizione delle «categorie interessate» al ddl sulla prostituzione. Troppo sconveniente, per un’istituzione come Montecitorio, ospitare persone abituate a frequentare, diciamo così, ben altri luoghi e in ben precise circostanze. Morale: Pecorella aveva interessato Casini che peró gli aveva rimandato la palla: decidi tu. Dà gli e dà gli, alla fine il presidente della commissione ha ceduto. Marcella si è presentata, ha fatto la sua audizione, ha detto quello che doveva dire, (incassando i complimenti anche dell’unico deputato di centro destra presente, il relatore del ddl, Giancarlo Pittelli). Poi, soddisfatta del suo trionfo, si è guardata attorno, ha preso sotto braccio Franco Grillini (a sua volta fondatore dell’Arci gay) e ha sparato: «Carino, mi fai fare un giro?». Alla prima tappa la prima marachella, che peró è venuta male. Poteva, una come Marcella rinunciare alla foto ricordo dagli spalti dell’aula, così, tanto per dire «ci sono stata?». Evidentemente non poteva, ma senza flash anche gli infernali aggeggi digitali in circolazione possono nulla. Rinuncia al ricordino ma non alla battuta: «Che meraviglia quelle scalinate. Ci hai mai pensato, Franco? sembrano fatte apposta per uno spettacolo da cabaret. Tu dove sei seduto, carino?». E Grillini: «Ah, il mio è un posto molto invidiato: terzo settore quarta fila vicino al corridoio. Proprio ad un metro da Rutelli». Gridolino impossibile da riportare dell’altra (peraltro dotata di sonora voce baritonale), seguito da un efficace e sentito: «Ma non mi dire».
Il momento della trasgressione è stato raggiunto quando, accompagnati dal gruppetto di “On the road, gli amici delle prostitute da strada”, Marcella e Pia Covre, leader del movimento per i diritti civili delle prostitute, anche lei ospite del Palazzo, hanno fatto il loro ingresso nella sala gialla, al primo piano. «Pensa che festini, sarebbe perfetto», non ha potuto fare a meno di commentare la Covre. E quando da lì si è passati nell’adiacente sala della Lupa, gli «ooooh» di ammirazione hanno quasi subito lasciato il posto all’inevitabile «dà i che qui la foto ci scappa». Caffè alla buvette, scambio di battute con Pierluigi Mantini, responsabile giustizia della Margherita, e il tempo di fantasticare: «Peró, certo che se qualcuno decidesse di candidarmi». Esperienza non nuova, per Marcella Di Folco, una candidatura alle politiche. A suo tempo gliel’offrirono i Verdi, le andó male, ma chissà che adesso non decidano di ripetere l’esperienza, magari in vista delle Europee: «Se qualcuno me lo chiedesse un pensierino ce lo farei eccome», ammicca lei mentre naso all’insù si gusta il soffitto di un Trasatlantico ancora deserto prima che scoppi la battaglia sulla gasparri.
Certo, il piglio del legislatore Marcella Di Folco ce l’avrebbe. Basta vedere con quali argomenti si è imposta ieri durante l’audizione. Poco prima, i rappresentanti di Confedilizia si erano lamentati perchè la presenza di una prostituta farebbe scendere il valore di un appartamento, hanno detto, almeno del quaranta per cento. «Mi sembrerebbe un sistema efficacissimo per calmierare i prezzi delle case». In fondo, perchè no?
- Super Zeta
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Casa delle Libertà
arrivo carcere per le 'lucciole'
(ANSA) - ROMA, 28 SET - In arrivo una sanzione che punisce con la reclusione sino a 6 mesi per chi esercita la prostituzione in luogo pubblico. La Commissione Giustizia ha approvato un emendamento in tal senso al disegno di legge contro la prostituzione. Connesso a questo emendamento, presentato dal presidente Gaetano Pecorella, vi e' anche una modifica del codice di procedura penale diretta a prevedere la possibilita' dell'arresto in flagranza per questo tipo di reato.
arrivo carcere per le 'lucciole'
(ANSA) - ROMA, 28 SET - In arrivo una sanzione che punisce con la reclusione sino a 6 mesi per chi esercita la prostituzione in luogo pubblico. La Commissione Giustizia ha approvato un emendamento in tal senso al disegno di legge contro la prostituzione. Connesso a questo emendamento, presentato dal presidente Gaetano Pecorella, vi e' anche una modifica del codice di procedura penale diretta a prevedere la possibilita' dell'arresto in flagranza per questo tipo di reato.
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