OT - CSI story (bleah): la Traviata

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Romeo
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OT - CSI story (bleah): la Traviata

#1 Messaggio da Romeo »

Ragazzi,

anche il benemerito Giuseppe Verdi, nel '800, ha sbattuto il capo contro la CSI e i suoi indecenti fautori. S'è incaxxato tanto che ci ha fatto un'Opera memorabile:

"La Traviata".


Anche la sua povera compagna ha subito duramente l'arretratezza rodicola della Cultura Sessuale Italia, cioè CSI...

ITAGGGGLIAAANNIIIIIIIIII :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh:

EPPURE Giuseppe Verdi è il simbolo dell'italianità ...
V.E.R.D.I.: Vittorio Emanuele Re D'Italia! Dicevano i rivoluzionari.

Da ció si conclude che gli squallidi sostenitori della CSI (e ce ne sono molti in questo forum, e fuori)

NON SONO DEGNI DI ESSERE ITALIANI !!
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Rex_Sinner
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#2 Messaggio da Rex_Sinner »

C'è poco da essere degni... :-?

Io all'estero mi vergogno a dire che sono italiano (e per fortuna tratti somatici e colori mi aiutano)... :(

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fiatAGRI
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#3 Messaggio da fiatAGRI »

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#4 Messaggio da Piantadinoci »

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Re: OT - CSI story (bleah): la Traviata

#5 Messaggio da Federico Botticelli »

Romeo ha scritto: Giuseppe Verdi s'è incaxxato tanto che ci ha fatto un'Opera memorabile:

"La Traviata".
Ti ricordo che Verdi è un compositore.
Il librettista dell'opera è Francesco Maria Piave che si è a sua volta rifatto a La dame aux camèlias di Alexandre Dumas figlio.
Se vogliamo falsificare la storia, facciamolo in modo verosimile almeno.

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Paperinik
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#6 Messaggio da Paperinik »

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Black Ice
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#7 Messaggio da Black Ice »

Paperinik ha scritto:Immagine
E che significa! :-? Che ti stai facendo una canna! :DDD

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Re: OT - CSI story (bleah): la Traviata

#8 Messaggio da Romeo »

Federico Botticelli ha scritto:
Romeo ha scritto: Giuseppe Verdi s'è incaxxato tanto che ci ha fatto un'Opera memorabile:

"La Traviata".
Ti ricordo che Verdi è un compositore.
Il librettista dell'opera è Francesco Maria Piave che si è a sua volta rifatto a La dame aux camèlias di Alexandre Dumas figlio.
Se vogliamo falsificare la storia, facciamolo in modo verosimile almeno.
Vendereste vostra madre pur di non ammettere quanto siete fuori dall'ordine delle cose...
Vi spaventate della vostra mostruosità .

Beh, tutti (meno voi) sanno che Verdi volle fare un'opera contro la mentalità , che purtroppo non è cambiata di una virgola.






Paperinik ha scritto:Immagine
Si fa i pipponi di CSI pura. Costa molto poco...

:bleh: :bleh: :bleh:
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Paperinik
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#9 Messaggio da Paperinik »

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Squirto
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Re: OT - CSI story (bleah): la Traviata

#10 Messaggio da Squirto »

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#11 Messaggio da Paperinik »

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#12 Messaggio da Paperinik »

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cytherea
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Re: OT - CSI story (bleah): la Traviata

#13 Messaggio da cytherea »

[quote:caadc3ced0="Romeo"]Ragazzi,

anche il benemerito Giuseppe Verdi, nel '800, ha sbattuto il capo contro la CSI e i suoi indecenti fautori. S'è incaxxato tanto che ci ha fatto un'Opera memorabile:

[size=18:caadc3ced0][i:caadc3ced0]"La Traviata".[/i:caadc3ced0][/size:caadc3ced0]


Anche la sua povera compagna ha subito duramente l'arretratezza rodicola della Cultura Sessuale Italia, cioè CSI...

ITAGGGGLIAAANNIIIIIIIIII :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh: :bleh:

EPPURE Giuseppe Verdi è il simbolo dell'italianità ...
V.E.R.D.I.: Vittorio Emanuele Re D'Italia! Dicevano i rivoluzionari.

[u:caadc3ced0]Da ciò si conclude che gli squallidi sostenitori della CSI (e ce ne sono molti in questo forum, e fuori) [/u:caadc3ced0]

[size=24:caadc3ced0]NON SONO DEGNI DI ESSERE ITALIANI !![/size:caadc3ced0][/quote:caadc3ced0]


Romeo, ti informo che il libretto de [b:caadc3ced0]La Traviata[/b:caadc3ced0] è stato tratto da un romanzo francese di Alessandre Dumas figlio, [i:caadc3ced0]La Dame aux Camélias[/i:caadc3ced0], di cui esiste anche una versione teatrale con lo stesso titolo. Dunque devi allargare le radici della tua CSI.

Ora, se vuoi davvero sapere qualcosa di più riguardo quest'opera, leggiti questa intervista, fatta al Direttore degli Studi Verdiani di Parma.



Pierluigi Petrobelli

[b:caadc3ced0]Petrobelli: Verdi e la sua Traviata
La musica di Verdi, le fortune, le difficoltà , gli interpreti dell'opera più rappresentata al mondo.[/b:caadc3ced0] A colloquio con Pierluigi Petrobelli.
di Maria Agostinelli

Direttore dell'Istituto Nazionale Studi Verdiani e docente di Storia della musica presso l'Università La Sapienza di Roma, Pierluigi Petrobelli è autore di Musica nel teatro (EDT, 1998), di Tartini, le sue idee e il suo tempo (LIM, 1992) e di Immagini per Aida (insieme a Riccardo De Sanctis, 1983). Qui ci parla della musica di Verdi, della nascita della Traviata e delle sue peculiarità .

D. Com'è nata la Traviata? La struttura della vicenda tratta da Dumas è stata tracciata da Verdi o da Piave?

R. La scelta fu totalmente di Verdi. Nell'estate del 1852 egli cercava disperatamente soggetti da mettere in musica per rispettare l'impegno con il Teatro La Fenice di Venezia. Nel frattempo stava completando il Trovatore per Roma. Era quindi un momento di grande tensione e di grande incertezza. Improvvisamente si decise per La signora delle camelie di Dumas: la passione di Verdi per questo argomento fu repentina. Come ricostruire le origini della Traviata? Si può avere un'idea della genesi dell'opera dall'edizione critica della partitura e dalla trascrizione dell'abbozzo, entrambe curate da Fabrizio Della Seta. Nell'abbozzo dell'intero primo atto, dove la protagonista figura ancora come Margherita, ci sono solo alcune melodie, come ad esempio il brindisi e la grande aria della protagonista. Tutto il resto della struttura drammatica, però, è già schizzato semplicemente con parole: dal malore di Margherita alla dichiarazione del tenore. L'intera struttura del libretto è dunque da attribuire a Verdi.

D. Qual è il tema che fece appassionare Verdi a tal punto? E qual è il segreto del successo della Traviata?

R. La Traviata è l'opera più rappresentata in assoluto, ha sempre commosso il pubblico e mi auguro che continuerà a commuoverlo. Non si tratta di una storia d'amore, ma di una storia di violenza e - a partire dalla richiesta di Germont - della sopraffazione del forte sul debole. Verdi, in questo gioco crudele, si pose sempre dalla parte del debole, della vittima. Qui la vittima è Violetta, che sacrifica tutta se stessa per amore e subisce l'enormità di tale violenza. Da questo punto di vista la Traviata è tremendamente attuale.

D. Come mai il nome della protagonista fu mutato da Margherita in Violetta?

R. Credo che le motivazioni riguardino essenzialmente la cantabilità : "Violetta" si canta molto meglio che "Margherita". Verdi era estremamente attento a questi particolari. Nella ballata iniziale del Rigoletto, quando il duca di Mantova canta "questa o quella per me pari sono", Piave aveva inserito i nomi delle due amanti di Franà§ois Premier, ossia Diane de Poitier e Agnese Sorel. Il duca si ritrovava quindi a cantare: "Diana e Agnese per me pari sono", ma ne risultava un suono sgradevole, pieno di "gna gna" e di assonanze fastidiose. "Questa o quella", invece, è molto più efficace, scattante e incisivo. Parte della forza del teatro verdiano nasce proprio da queste attenzioni, apparentemente secondarie.

D. La Traviata fu rappresentata per la prima volta al Teatro La Fenice nel 1853 e fu un clamoroso insuccesso. Ce ne può spiegare le ragioni?

R. Fu un fiasco per vari motivi, soprattutto legati agli interpreti. La protagonista femminile, grassa e florida, aveva un po' di difficoltà a far capire che moriva di tisi. Il baritono nella parte di Germont, Felice Varesi, era l'interprete prediletto di Verdi. Per quanto ne possiamo sapere la sua voce non valeva un granché, ma pare che come attore fosse formidabile, tanto che fu il primo Macbeth e il primo Rigoletto. Verdi scrisse queste parti anche pensando a lui. Nel 1853 Varesi era quasi alla fine della carriera e la parte di Germont presentava una tessitura estremamente alta: l'interprete si trovò quindi in difficoltà . L'insuccesso della prima rappresentazione fu riscattato dalla messa in scena del '54, quando Verdi tornò sul luogo della sconfitta, ossia La Fenice. Gli interpreti erano stati cambiati e al posto di Varesi c'era un altro grande cantante-attore: Filippo Coletti. Verdi riscrisse alcuni pezzi della parte di Germont per adattarla a Coletti e l'opera ebbe un enorme successo.

D. Per la parte della protagonista Verdi cercava "una donna di prima forza" e la vulgata vuole che per interpretare Violetta si debba passare attraverso tutti e tre i tipi di soprano - leggero, lirico e drammatico - in relazione ai differenti momenti della vicenda...

R. Queste distinzioni sono essenzialmente contemporanee. In realtà al tempo di Verdi - e anche più tardi - non vi erano delle categorie così rigide e, per quel che ne sappiamo, i cantanti avevano un'estrema flessibilità nell'impiego della loro voce. Verdi era sempre attentissimo alle qualità dei suoi interpreti, ma aveva anche delle idee molto chiare su quello che voleva. Perché nel primo atto Violetta canta come se fosse un soprano leggereo? Perché deve dare l'idea della spensieratezza, del vivere giorno per giorno ("sempre libera degg'io folleggiare di gioia in gioia"). La situazione diventa da soprano drammatico nel secondo atto, quando deve rinunciare ad Alfredo - a cui tiene più della sua vita - pensando così di fare il bene di lui. Verdi aveva delle esigenze drammatiche imprescindibili. Ecco perché la parte di Violetta è così difficile. Ma ciò non impedisce a molte cantanti contemporanee di poterla interpretare egregiamente: se veramente servissero tutti e tre i tipi di soprano questo risulterebbe impossibile e la Traviata non sarebbe l'opera più eseguita al mondo.

D. Quali sono le maggiori difficoltà tecnico-vocali e interpretative nella parte di Violetta?

R. Prima di ogni altra cosa l'interprete di Violetta deve essere una grande attrice: i mezzi vocali sono in funzione di una precisa espressività . Se il soprano cantasse solo le note il fiasco sarebbe assicurato. Nella grande aria virtuosistica del primo atto, ad esempio, invece di voler fare a tutti i costi quel mi bemolle sopracuto alla fine, che non è presente nella partitura, le cantanti si dovrebbero accontentare di eseguire ciò che è stato scritto da Verdi, perché quel che bisogna rendere fino in fondo non sono le note, ma il carattere del personaggio: la leggerezza, l'apparente superficialità di questo carpe diem musicale. Al contempo, però, bisogna tener sempre ben presente anche un'altra cosa, ossia tutta la tragicità insita nella protagonista. Nell'abbozzo di cui parlavo prima l'aria termina con Violetta che dice a se stessa "Taci, taci mio cuore".

D. Uno dei motivi del primo insuccesso della Traviata fu probabilmente dovuto anche all'ambientazione contemporanea: la vicenda non si svolge nel passato, ma nel presente. Quali furono, per Verdi, le ragioni di questa scelta e quanto risultò innovativa?

R. Per Verdi non si trattava della prima volta: Stiffelio, di poco precedente il Rigoletto, è anch'esso ambientato nella contemporaneità . Siamo in quella fase del teatro verdiano che chiamerei - con un termine forse un po' troppo forte e probabilmente inadeguato - "intimista". Anche in Luisa Miller - che è del '49, ossia immediatamente prima di Stiffelio - è presente questa caratteristica: tutto si basa sull'approfondimento psicologico e sui sentimenti dei personaggi, non c'è un fattore scenico importante. Luisa Miller, Stiffelio e Traviata sono le opere in cui Verdi scava all'interno dei suoi personaggi. In una bellissima lettera contemporanea alla composizione della Traviata l'autore scriveva che, lavorando all'opera, provava il più grande piacere, mentre molti altri compositori si sarebbero fatti "mille goffi scrupoli". Ciò rivela una scelta ben precisa: Verdi vuol fare un teatro che presenti dei conflitti di grande attualità . Il conflitto principale messo in scena dalla Traviata non è tanto quello interno a Violetta, quanto quello di Violetta con la società , della quale lei è espressione perché le cortigiane erano parte integrante del contesto parigino dell'epoca. La ribellione e il successivo sacrificio di Violetta, insieme alla richiesta di Germont, sono perfettamente inscrivibili nelle convenzioni della società borghese. Verdi è molto interessato da tutto questo perché è fonte di conflitti, perché il teatro verdiano è teatro di conflitti, tanto all'interno dei personaggi quanto tra i personaggi e il loro mondo.

D. Da questo punto di vista mi sembra emblematico l'interesse di Verdi nei confronti di Shakespeare...

R. Appunto: Shakespeare ha proprio questo tipo di libertà e di possibilità , totalmente assenti nel teatro classico. In una lettera a Clarina Maffei, di parecchio posteriore alla Traviata, Verdi affermava che "copiare il vero è una bella cosa, ma inventare il vero è meglio, molto meglio".

D. Quali sono le innovazioni strumentali e compositive della Traviata rispetto al primo Verdi o, ad esempio, al precedente modello rossiniano? La Traviata ci dice qualcosa di particolare dal punto di vista musicale?

R. Di rossiniano la Traviata non ha assolutamente nulla, perché il teatro di Rossini è costruito sulla bellezza della vocalità , mentre per Verdi questo fattore è solo in funzione della realizzazione drammatica. Sul piano strumentale, invece, la Traviata colpisce sicuramente per l'inizio dei preludi del primo e del terzo atto. Qui i violini divisi suonati nel registro più acuto hanno una precisa funzione drammatica: che cosa stanno a significare? Simboleggiano la morte, la fine, il venir meno di tutto ciò che è concreto. Nel preludio al primo atto segue il tema di "Amami Alfredo", ossia dall'amore. Non bisogna dimenticare che per la Traviata si era pensato al titolo Amore e morte. Questi due temi sono le colonne portanti di tutta l'opera: se Violetta non fosse malata e prossima a morire, la Traviata non avrebbe ragione d'essere. Per realizzare tutto ciò Verdi si serve dei preludi in modo estremamente preciso: già dall'inizio ci svela quali sono i poli della vicenda. Non si tratta di un semplice gioco di suoni.

D. Ci sono delle messe in scena o delle interpreti della Traviata che le sono piaciute più delle altre?

R. Per quanto riguarda le interpreti il nome più ovvio è sempre uno: Maria Callas. Perché? Dirò una bestemmia: Maria Callas non aveva una voce particolarmente bella. Ma aveva una padronanza tecnica incredibile e, soprattutto, è riuscita a creare qualcosa di meraviglioso come attrice drammatica, tanto che Pasolini le fece interpretare Medea. Nessuna è mai riuscita ad eguagliarla da questo punto di vista. Aveva un fantastico talento drammatico, capace di far vibrare tutte le sfumature interne ai personaggi.
Tra le messe in scena annovererei sicuramente quella di Visconti, sempre con la Callas. Un'altra regia che ho apprezzato moltissimo è stata quella di Liliana Cavani alla Scala, soprattutto perché giocava fondamentalmente sui personaggi e non sull'aspetto spettacolare. Non credo, però, che la Traviata necessiti di grandi registi perché ha più bisogno di grandi attori. Il regista serve soprattutto alla fine del secondo atto, che è un po' più complesso dal punto di vista scenico.


http://www.railibro.rai.it/interviste.asp?id=175
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Re: OT - CSI story (bleah): la Traviata

#14 Messaggio da cytherea »

Federico Botticelli ha scritto:
Romeo ha scritto: Giuseppe Verdi s'è incaxxato tanto che ci ha fatto un'Opera memorabile:

"La Traviata".
Ti ricordo che Verdi è un compositore.
Il librettista dell'opera è Francesco Maria Piave che si è a sua volta rifatto a La dame aux camèlias di Alexandre Dumas figlio.
Se vogliamo falsificare la storia, facciamolo in modo verosimile almeno.

Scusa Federico, non avevo letto la tua precisazione, sono partita subito in quarta appena ho letto il titolo.

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#15 Messaggio da Romeo »

Sono con Verdi e la sua gentile signora,
con i Dumas,

contro questo mondo di bacchettoni che sono riuscito a svelare, da come reagiscono (coda di paglia...) :)

E ANTIITALIANI !!

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