Questo è da quando è uscito che mi ero ripromesso di vederlo, ma per un motivo o per l'altro non ci ero mai riuscito, al punto che ormai l'interesse era venuto un pò meno e avevo accantonato la cosa. Poi é capitato di parlare di Steve Mc Queen (il regista) con una collega, e da lì è venuto anche fuori il discorso di Shame. Così sono tornato alla carica con nuovi e più potenti mezzi e finalmente me lo sono procurato e l'ho visto.Giulio Tremonti ha scritto:Perchè sono uno dei pochi a cui è piaciuto tanto Shame.
Perchè racconta molto bene la tragedia umana di un bell'uomo, realizzato nel lavoro e che non ha problemi ad approcciare, la cui ossessione lo pone in un isolamento sociale, condizione in cui si trovano solitamente tutt'altre categorie umane.
L'impossibilità del protagonista di intrattenere relazioni con le donne che vadano al di là del sesso ripetitivo e meccanico si mostra drammaticamente quando tenta di avere una relazione più profonda con una collega con la quale non riuscirà a concludere un rapporto sessuale (rimedierà subito dopo con una prostituta). Episodio che ricorda la fragilità del drogato che, nonostante i buoni propositi di uscire dal tunnel, ci ricasca rassegnato.
L'arrivo a casa sua di sua sorella (figura antitetica: artista sensibile e perennemente emotivamente coinvolta) manda in corto circuito l'equilibrio precario su cui si basa la finzione che è la sua vita, basata sul meticoloso ordine delle cose e dei gesti.
Complimenti a Fassbender per la recitazione, e complimenti per la minchia tanta.
Pimpi, non ti piacerebbe (il film, intendo). Non andare a vederlo.
Sul piano dei contenuti la recensione di Giulio Tremonti va perfettamente al punto. Aggiungo che, cinematograficamente parlando alcune sequenze sono davvero molto belle: lo scambio di sguardi con la ragazza nel vagone del metrò, l'amplesso in piedi davanti alla finestra a tutta parete nel grattacielo, i cambiamenti di espressione nel volto di Brandon durante il threesome, Brandon che soccorre sua sorella nel bagno dopo che si è tagliata i polsi.
In conclusione: a me é piaciuto, molto. Non l'ho trovato né esagerato né moralista, anzi al contrario plausibile e veritiero, anche alla luce, ovviamente, del mio personale bagaglio di esperienze.