Siamo solo cose, un masso di atomi che in seguito a reazioni elettro-chimiche si percepiscono come soggettività, come "io" unico, pensante e senziente. Ma questo essere un "io" è solo un'illusione in realtà siamo un'infinità (di atomi) oppure un piccolissima parte dell'intera massa di materia. Perciò quando il mio io scalcia mostrandosi come uno spirito (un qualcosa di non riducibile alla somma dei suoi atomi ma dotato di un qualche cosa di più, di un'anima, di uno spirito assoluto) cerco di ricordarmi che di illusione si tratta...e per questo anche domande come la vita dopo la morte o il senso ultimo perdono di significato. Un tostapane è fatto di atomi e non si domanda nulla, lo stesso fa una cavalletta, lo stesso dovremmo fare noi: annullare il nostro io per tornare ad essere un cumulo di atomi senza scopo parte di un tutto fatto di materia e figlio di energia. Per farlo ci sono tante vie: la meditazione, il calarsi in quello che si fa, perdersi nelle passioni carnali, intellettuali, materiali; tutto va bene purchè lo si faccia riuscendo a perdere quell'io ingannatore che sempre ci tormenta e ci fa soffrire, e per diventare un tutt'uno con le nostre azioni e ciò che ci sta intorno. Riuscire ad annullarlo porta ad accettare il fluire delle cose così come sono, accettando l'invecchiamento, la morte, accettare la mancanza di un fine come qualcosa di assolutamente naturale.
Ecco questa è la mia visione, ovviamente ancora non sono riuscito ad annullare il mio io per diventare veramente parte del tutto, ma ci sto lavorando.
[O.T.] Spiritualità
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Re: [O.T.] Spiritualità
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Re: [O.T.] Spiritualità
La cosa più frustrante di questa esistenza è che sia il male che il bene si sono presentati con forme intercambiabili e lavorano entrambi allo scopo di perpetrare a tempo determinato l'autoumiliazione di pezzi del Tutto modellati a propria immagine e somiglianza.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
Re: [O.T.] Spiritualità
Bellissimo topic.
Volevo scrivere qualcosa di sensato e profondo,
ma avrei finito solo col parlare di alberi e montagne, ruscelli, insetti, funghi, cristalli, uccelli, fiori e bacche.
E di fratello sole e di sorella luna. E magari di quando vai in posta e l'impiegato ti racconta dei suoi hobby.
Meglio un disegnino.

Volevo scrivere qualcosa di sensato e profondo,
ma avrei finito solo col parlare di alberi e montagne, ruscelli, insetti, funghi, cristalli, uccelli, fiori e bacche.
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Re: [O.T.] Spiritualità
Questo si che è un argomento interessante!
Dal punto di vista metafisico, penso semplicemente che dio sia una "ipotesi non necessaria". Le scoperte scientifiche non hanno fatto altro che smontare pezzo dopo pezzo tutto ciò che, nei secoli passati, veniva identificato come "divino". Malattie che, un tempo, venivano viste come "punizioni divine" oggi si curano con un pò di pennicillina... forse l'uomo ha più potere di dio?
A livello individuale, dopo lunga riflessione, sono giunto alla conclusione che chi non crede ha qualcosa in più rispetto a chi crede, e non qualcosa in meno come, per anni, ho pensato.
Non credo che, per avere un'etica di riferimento, un essere umano debba basarsi sui dettami di un ente trascendentale che giudichi, giustifichi o punisca le azioni in un'immaginaria vita ultraterrena.
L'etica umana può basarsi benissimo sull'uomo e sulle potenzialità (limitate, ma migliorabili) di cui l'uomo dispone. I valori ultimi di riferimento possiamo anche darceli da soli (come Nietzsche ha cercato di dirci) e le religioni vogliono combattere in ogni modo proprio questo.
In definitiva, personalmente vedo le religioni (tutte) come una serie di favolette nate in contesti più o meno oscuri per soddisfare un bisogno infantile di protezione ed approvazione insito nella natura umana, dal quale è bene liberarsi, oltre ad una forma di controllo sociale, mentale ed un business.
Rispetto però chi crede purchè chi crede faccia altrettanto con me (cosa, purtroppo, assai rara... il proselitismo è parte integrante di quasi tutte le religioni, e un vero credente ha, in forme più o meno radicali, l'obbligo di "convertire" e di far trionfare il proprio credo su quello degli altri).
Per concludere, per dirla con con Schopenaur, direi che il mio pensiero si può riassumere nell'affermazione che "o si pensa
o si crede
"!
Dal punto di vista metafisico, penso semplicemente che dio sia una "ipotesi non necessaria". Le scoperte scientifiche non hanno fatto altro che smontare pezzo dopo pezzo tutto ciò che, nei secoli passati, veniva identificato come "divino". Malattie che, un tempo, venivano viste come "punizioni divine" oggi si curano con un pò di pennicillina... forse l'uomo ha più potere di dio?
A livello individuale, dopo lunga riflessione, sono giunto alla conclusione che chi non crede ha qualcosa in più rispetto a chi crede, e non qualcosa in meno come, per anni, ho pensato.
Non credo che, per avere un'etica di riferimento, un essere umano debba basarsi sui dettami di un ente trascendentale che giudichi, giustifichi o punisca le azioni in un'immaginaria vita ultraterrena.
L'etica umana può basarsi benissimo sull'uomo e sulle potenzialità (limitate, ma migliorabili) di cui l'uomo dispone. I valori ultimi di riferimento possiamo anche darceli da soli (come Nietzsche ha cercato di dirci) e le religioni vogliono combattere in ogni modo proprio questo.
In definitiva, personalmente vedo le religioni (tutte) come una serie di favolette nate in contesti più o meno oscuri per soddisfare un bisogno infantile di protezione ed approvazione insito nella natura umana, dal quale è bene liberarsi, oltre ad una forma di controllo sociale, mentale ed un business.
Rispetto però chi crede purchè chi crede faccia altrettanto con me (cosa, purtroppo, assai rara... il proselitismo è parte integrante di quasi tutte le religioni, e un vero credente ha, in forme più o meno radicali, l'obbligo di "convertire" e di far trionfare il proprio credo su quello degli altri).
Per concludere, per dirla con con Schopenaur, direi che il mio pensiero si può riassumere nell'affermazione che "o si pensa


Re: [O.T.] Spiritualità
Bella discussione, con un balkan-Bernstein in grande spolvero.