bigtitslover ha scritto:si Anto', ed è l'essenza della democrazia. Piuttosto chiediti cosa si potrebbe fare per cambiare, se ci si deve arrendere dicendo che è tutta colpa della tv oppure no. ma io non metterei in discussione il principio "un uomo, un voto".
si, ma infatti parlavo di un'utopia.
comunque a questo punto il futuro è necessariamente in mano ai giovani, o almeno dovrebbe esserlo.
Tuttavia la società è vittima del progressismo oramai.
Wikipedia sul progressismo:
"Il progressismo è una visione o tendenza politica (e in alcuni casi anche etica). Utilizzato per la prima volta nel tardo XIX secolo negli Stati Uniti, questo termine identifica coloro che sostengono che i diritti civili e sociali debbano essere promossi tramite riforme progressive, anzichè tramite una rivoluzione anarchica o socialista."
e alcuni pensieri di Jeammet:
"il privare posti di lavori a giovani che hanno studiato piu' dei genitori, fa nascere i noi dubbi riguardo il valore della famiglia, il potere nella propria porfessione, quindi la reazione dei giovani sfoga in trasgressione o nichilismo."
e
"noi adolescenti e post adolescenti paghiamo le cause del progressismo, le insicurezze dei nostri genitori ci danno un maggior peso alle nostre incurezze da adolescenti, dato che gli adulti sono insicuri anche su come esercitare la loro autorità "
qualcun altro dice che:
"siamo vittime del capitalismo in fase terminale, dove il capitalismo ha cancellato tutti i nostri valori solo per avere più consumatori, che pronti a soddisfare ogni proprio desiderio sono pronti a sborsare denari, e quindi noi giovani siamo pronti a morire sfruttando il godimento fino all'estremo."
la società che si sta costruendo puó portare solamente ad un precipizio...
E' costruita sull'abbattimento dei valori più basilari, in favore del consumismo...
E a noi giovani, cosa cazzo ci rimane? Ma cosa cazzo ci rimane?!
bastardi capitalisti di merda...
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.