OT La Repubblica - Prima pagina
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
Ecco perché bisogna fermarla
di ROBERTO SAVIANO
La Legge bavaglio non è una legge che difende la privacy del cittadino, al contrario, è una legge che difende la privacy del potere. Non intesa come privacy degli uomini di potere, ma dei loro affari, anzi malaffari. Quando si discute di intercettazioni bisogna sempre affidarsi ad una premessa naturale quanto necessaria. La privacy è sacra, è uno dei pilastri del diritto e della convivenza civile.
Ma qui non siamo di fronte a una legge che difende la riservatezza delle persone, i loro dialoghi, il loro intimo comunicare. Questa legge risponde al meccanismo mediatico che conosce come funziona l'informazione e soprattutto l'informazione in Italia. Pubblicare le intercettazioni soltanto quando c'è il rinvio a giudizio genera un enorme vuoto che riguarda proprio quel segmento di informazioni che non può essere reso di dominio pubblico. Questo sembra essere il vero obiettivo: impedire alla stampa, nell'immediato, di usare quei dati che poi, a distanza di tempo, non avrebbe più senso pubblicare. In questo modo le informazioni veicolate rimarranno sempre monche, smozzicate, incomprensibili. L'obiettivo è impedire il racconto di ciò che accade, mascherando questo con l'interesse di tutelare la privacy dei cittadini.
Chiunque ha una esperienza anche minima nei meccanismi di intercettazione nel mondo della criminalità organizzata sa che vengono registrati centinaia di dettagli, storie di tradimenti, inutili al fine dell'inchiesta e nulle per la pubblicazione. Il terrore che ha il potere politico e imprenditoriale è quello di vedere pubblicati invece elementi che in poche battute permettono di dimostrare come si costruisce il meccanismo del potere. Non solo come si configura un reato. Per esempio l'inchiesta del dicembre 2007 che portò alla famosa intercettazione di Berlusconi con Saccà ha visto una quantità infinita di intercettazioni di dettagli privati, di cui in molti erano a conoscenza ma nessuna di queste è stata pubblicata oltre quelle necessarie per definire il contesto di uno scambio di favori tra politica e Rai.
La stessa maggioranza che approva un decreto che tronca la libertà di informazione in nome della difesa della privacy decide attraverso la Vigilanza Rai di pubblicare nei titoli di coda il compenso degli ospiti e dei conduttori. Sembra un gesto cristallino. E' il contrario. E non solo perché in una economia di mercato il compenso è determinato dal mercato e non da un calcolo etico. In questo modo i concorrenti della Rai sapranno quanto la Rai paga, quindi il meccanismo avvantaggerà le tv non di Stato. Mediaset potrà conoscere i compensi e regolarsi di conseguenza. Ma la straordinaria notizia che viene a controbilanciare quella assai tragica dell'approvazione della legge sulle intercettazioni è che il lettore, lo spettatore, quando comprende cosa sta accadendo diviene cittadino, ossia pretende di essere informato. Migliaia di persone sono indignate e impegnate a mostrare il loro dissenso, la volontà e la speranza di poter impedire che questa legge mutili per sempre il rapporto che c'è tra i giornali e i suoi lettori: la voglia di capire, conoscere, farsi un'opinione. Non vogliamo essere privati di ciò. Mandare messaggi ai giornali, mostrarsi imbavagliati, non sono gesti facili, scontati. Non sono gesti che permettono di sentirsi impegnati. Sono la premessa dell'impegno. L'intento d'azione è spesso l'azione stessa. Il dichiararsi non solo contrari in nome della possibilità di critica ma preoccupati che quello che sta accadendo distrugga uno strumento fondamentale per conoscere i fatti. La legge che imbavaglia, viene contrastata da migliaia di voci. Voci che dimostrano che non tutto è concluso, non tutto è determinabile dal palinsesto che viene dato agli italiani quotidianamente. Ogni persona che in questo momento prende parte a questa battaglia civile, sta permettendo di salvare il racconto del paese, di dare possibilità al giornalismo - e non agli sciacalli del ricatto - di resistere. In una parola sta difendendo la democrazia.
di ROBERTO SAVIANO
La Legge bavaglio non è una legge che difende la privacy del cittadino, al contrario, è una legge che difende la privacy del potere. Non intesa come privacy degli uomini di potere, ma dei loro affari, anzi malaffari. Quando si discute di intercettazioni bisogna sempre affidarsi ad una premessa naturale quanto necessaria. La privacy è sacra, è uno dei pilastri del diritto e della convivenza civile.
Ma qui non siamo di fronte a una legge che difende la riservatezza delle persone, i loro dialoghi, il loro intimo comunicare. Questa legge risponde al meccanismo mediatico che conosce come funziona l'informazione e soprattutto l'informazione in Italia. Pubblicare le intercettazioni soltanto quando c'è il rinvio a giudizio genera un enorme vuoto che riguarda proprio quel segmento di informazioni che non può essere reso di dominio pubblico. Questo sembra essere il vero obiettivo: impedire alla stampa, nell'immediato, di usare quei dati che poi, a distanza di tempo, non avrebbe più senso pubblicare. In questo modo le informazioni veicolate rimarranno sempre monche, smozzicate, incomprensibili. L'obiettivo è impedire il racconto di ciò che accade, mascherando questo con l'interesse di tutelare la privacy dei cittadini.
Chiunque ha una esperienza anche minima nei meccanismi di intercettazione nel mondo della criminalità organizzata sa che vengono registrati centinaia di dettagli, storie di tradimenti, inutili al fine dell'inchiesta e nulle per la pubblicazione. Il terrore che ha il potere politico e imprenditoriale è quello di vedere pubblicati invece elementi che in poche battute permettono di dimostrare come si costruisce il meccanismo del potere. Non solo come si configura un reato. Per esempio l'inchiesta del dicembre 2007 che portò alla famosa intercettazione di Berlusconi con Saccà ha visto una quantità infinita di intercettazioni di dettagli privati, di cui in molti erano a conoscenza ma nessuna di queste è stata pubblicata oltre quelle necessarie per definire il contesto di uno scambio di favori tra politica e Rai.
La stessa maggioranza che approva un decreto che tronca la libertà di informazione in nome della difesa della privacy decide attraverso la Vigilanza Rai di pubblicare nei titoli di coda il compenso degli ospiti e dei conduttori. Sembra un gesto cristallino. E' il contrario. E non solo perché in una economia di mercato il compenso è determinato dal mercato e non da un calcolo etico. In questo modo i concorrenti della Rai sapranno quanto la Rai paga, quindi il meccanismo avvantaggerà le tv non di Stato. Mediaset potrà conoscere i compensi e regolarsi di conseguenza. Ma la straordinaria notizia che viene a controbilanciare quella assai tragica dell'approvazione della legge sulle intercettazioni è che il lettore, lo spettatore, quando comprende cosa sta accadendo diviene cittadino, ossia pretende di essere informato. Migliaia di persone sono indignate e impegnate a mostrare il loro dissenso, la volontà e la speranza di poter impedire che questa legge mutili per sempre il rapporto che c'è tra i giornali e i suoi lettori: la voglia di capire, conoscere, farsi un'opinione. Non vogliamo essere privati di ciò. Mandare messaggi ai giornali, mostrarsi imbavagliati, non sono gesti facili, scontati. Non sono gesti che permettono di sentirsi impegnati. Sono la premessa dell'impegno. L'intento d'azione è spesso l'azione stessa. Il dichiararsi non solo contrari in nome della possibilità di critica ma preoccupati che quello che sta accadendo distrugga uno strumento fondamentale per conoscere i fatti. La legge che imbavaglia, viene contrastata da migliaia di voci. Voci che dimostrano che non tutto è concluso, non tutto è determinabile dal palinsesto che viene dato agli italiani quotidianamente. Ogni persona che in questo momento prende parte a questa battaglia civile, sta permettendo di salvare il racconto del paese, di dare possibilità al giornalismo - e non agli sciacalli del ricatto - di resistere. In una parola sta difendendo la democrazia.
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Come l'Angela Zaffa, nel Trent'uno
A i sei d'Aprile, habbia sfamato ognuno.
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
Uff...finalmente potrò parlare tranquillamente al cellulare senza paura di essere intercettato come succede quotidianamente a moltissimi fra amici, colleghi e conoscenti.
Da Dove cazzo vieni comunque soldato? Signore Texas Signore!
Strano io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche soldato cow-boy. Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' quindi il cerchio si restringe.
PS: ma quanto è bello SuperZeta con i server nuovi di zecca.
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
provo ad aiutarti....questa era una legge che doveva essere approvata in 5 minuti....ma come tutte le cose che toccano una casta (e in questo caso ben 2 magistrati e giornali) viene su un putiferio.
Se non devo pubblicare dati secretati, vado in galera. Questo doveva essere.
E poi pensare al resto, che i 2 anni dopo la recessione tecinca sono sempre i più duri...
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
e se lo dice saviano.....buona camicia a tutti!
Re: OT La Repubblica - Prima pagina
ma scusa... continuo a non capire... te mi hai detto che è una legge con lacune... perchè deve essere approvata in 5 minuti?bocha ha scritto:provo ad aiutarti....questa era una legge che doveva essere approvata in 5 minuti....ma come tutte le cose che toccano una casta (e in questo caso ben 2 magistrati e giornali) viene su un putiferio.
Se non devo pubblicare dati secretati, vado in galera. Questo doveva essere.
E poi pensare al resto, che i 2 anni dopo la recessione tecinca sono sempre i più duri...
perchè mi dovrei accontentare di qualcosa che il mio governo non sta facendo alla perfezione?
ti prego aiutami a capire... continuo a non capire!
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
bè su questo hai ragione... in effetti quando fede ha detto che questa legge è giusta e non mina la libertà di stampa mi son sentito molto sollevato...bocha ha scritto:e se lo dice saviano.....buona camicia a tutti!
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
non ho detto che ha delle lacune, se non che è partita più dura e poi l'hanno ammorbidita. Ho detto che ha dei punti oscuri. Doveva essere più diretta e semplice. Personalmente trovo una castronata la pubblicazione per riassunto
Come stanno facendo con la manovra....perchè ci sono levate di scudi dalle caste....
Questo governo dovrebbe tirar fuori una cosa, e se da fastidio alle caste, fregarsene e andare avanti.....ma sono utopico....
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
beh kisho, se mi tiri fuori fede...è inutile andare avanti.....kisho ha scritto:bè su questo hai ragione... in effetti quando fede ha detto che questa legge è giusta e non mina la libertà di stampa mi son sentito molto sollevato...bocha ha scritto:e se lo dice saviano.....buona camicia a tutti!
Re: OT La Repubblica - Prima pagina
bocha...te puoi criticare saviano e io non posso farlo con fede?bocha ha scritto:beh kisho, se mi tiri fuori fede...è inutile andare avanti.....kisho ha scritto:bè su questo hai ragione... in effetti quando fede ha detto che questa legge è giusta e non mina la libertà di stampa mi son sentito molto sollevato...bocha ha scritto:e se lo dice saviano.....buona camicia a tutti!
perchè?
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
beh fede è una macchietta.....saviano si professa intellettuale....
preferisco fede che non fa mistero della sua "partigianeria" che altri che si professano imparziali
preferisco fede che non fa mistero della sua "partigianeria" che altri che si professano imparziali
Re: OT La Repubblica - Prima pagina
ok... quindi esistono dei punti che non contividi?bocha ha scritto:non ho detto che ha delle lacune, se non che è partita più dura e poi l'hanno ammorbidita. Ho detto che ha dei punti oscuri. Doveva essere più diretta e semplice. Personalmente trovo una castronata la pubblicazione per riassunto
perchè ti accontenti? perchè la difendi? perchè non fai valere il tuo diritto di cittadino a pretendere una legge senza punti oscuri?
è di questo che mi sono reso conto in questi giorni. dovunque tu guardi in italia vedi gente rassegnata. rassegnata ad aver perso il proprio paese. persone che non pretendono più ciò che è loro. pretendere la perfezione per noi, in quanto cittadini, è un diritto di nascita, per i politici no. loro DEVONO fare ciò che NOI vogliamo.
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
quindi il fatto che fede sia una macchietta travestita da professionista mi toglie il diritto di criticarlo? non capisco le tue argomentazioni bocha...bocha ha scritto:beh fede è una macchietta.....saviano si professa intellettuale....
preferisco fede che non fa mistero della sua "partigianeria" che altri che si professano imparziali
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
bocha ha scritto: p.s. in thailandia ci vado perchè mi trovo bene e non ci vado certo a trombare le minorenni....



Osservandola, perfino Ratzinger si convincerebbe di quanto sia necessario l'uso dei contraccettivi ( Matt Z Bass ).
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
Questo governo e' il leccaculo delle caste.bocha ha scritto: Questo governo dovrebbe tirar fuori una cosa, e se da fastidio alle caste, fregarsene e andare avanti.....ma sono utopico....
“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
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Re: OT La Repubblica - Prima pagina
guarda...proprio perchè mi sei simpatico....Il Fede ha scritto:bocha ha scritto: p.s. in thailandia ci vado perchè mi trovo bene e non ci vado certo a trombare le minorenni....![]()
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Fanno dei massaggini che rimettono al mondo, meglio del fisioterapista. Ma ti capita mai ( anche per sbaglio s'intende )di fare turismo sessuale? Senza le intercettazioni è molto più semplice in effetti, considerando che le mignotte con i valori della famiglia si intrecciano male. Comunque sei un ottimo sostenitore di questo partito ( immagino ti faccia piacere ricevere un complimento ogni tanto ).
vado a samui...stavolta con la donna...
