Brani erotici nella letteratura di ogni tempo

Scatta il fluido erotico...

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Piantadinoci
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Brani erotici nella letteratura di ogni tempo

#1 Messaggio da Piantadinoci »

Apro questo nuovo topic ove vorrei raccogliere tutti i piccoli brani particolarmente eccitanti ed erotici della letteratura; si badi bene, sto parlando della letteratura assolutamente non erotica.
Capisco che il topic è parecchio impegnativo da postarci ed è ad alto rischio "sepoltura" e svacco, ma confido nella qultura con Q maiuscola di moltissimi di voi, considerato anche il fatto che alcuni utenti coi libri mi sembra che ci lavorino, tipo Ronsard e Dostum.

Orsù, coraggio! Panama bianco in testa, martini con l'oliva in mano e si parte! Comincio io naturalmente:

"""
"Che vuoi, che vuoi, Enrico?"
"Non dormi?"
"No, non dormo!"
Egli pronunzió le altre parole in un timbro sconosciuto, come se prendesse degli acuti col petto e li soffocasse con la bocca:
"Vengo da te?"
"Vieni, sì, vieni!... No, non venire! No: ti prego, aspetta!... Tu credi?..."
Egli si lanció nel corridoio, trovó la porta di lei socchiusa: entró, la travolse nel buio, la sentì piccola e imprecisa sotto i ginocchi, vide i suoi occhi spalancati.
Ma non vedeva il corpo che gli stava sotto come una preda; non sapeva nemmeno dove, in quel confuso buio, dovesse immergere la carne.
"Sono vergine!" disse un filo di voce, vicino agli occhi spalancati.
La carne gli palpitó, dalle ginocchia alle tempie. Sentì che una cosa poteva salvarlo, sentì ch'era sporca, ma vi si afferró ugualmente.
Cercó nel buio le mani di lei, le trovó fredde e gracili, a una distanza infinita - così a lui parve - come se ella fosse in croce e avesse le braccia lunghissime; le sollevó; le portó dove la carne gli bruciava maggiormente. Le mani gli strapparono un fuoco tremendo e piacevole, gli strapparono il cervello, l'anima, le forze...
Si sentì sporco, umido. Il seme era caduto nel buio, forse le era caduto sul viso, perchè ella avewva chiuso gli occhi, con rassegnazione, senza lamentarsi, come un giglio si piega sotto la falce.
Enrico ebbe un momento di lucidità : balzó fuori del letto.
"Chiudi" le disse "Non aprirmi!"
E fuggì nella sua camera.
"""
Vitaliano Brancati; "Singolare avventura di viaggio", 1934
"Se pensi che a nessuno al mondo importi che sei vivo prova a non pagare per 2 mesi la rata della macchina"

John Belushi

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Eloe
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#2 Messaggio da Eloe »

interessante questo topic ma difficile da portare avanti.

difficilmente si trovano in internet brani di libri che non siano classici.

certo mi puó sempre spuntare la voglia di ricopiare i brani che più mi piacciono, ma la vedo improbabile.

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Piantadinoci
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#3 Messaggio da Piantadinoci »

Infatti io ho fatto proprio così.
Boh, prima o poi a qualcuno verrà  la tentazione di condividere un brano particolarmente interessante delle proprie letture...
Il topic è sempre qui, ricordatevelo.
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John Belushi

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Husker_Du
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#4 Messaggio da Husker_Du »

Uno dei passi piu' famosi che io ricordi....(sono sicuro che il buon Helmut apprezzera'):

"Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti".
"Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?".

"Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbón,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
6Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce".
Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
Ho detto: "Saliró sulla palma,
coglieró i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi".

"Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là  ti daró le mie carezze!
Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te".
"Signori benpensanti, spero non vi dispiaccia,
se in cielo in mezzo ai Santi, Dio fra le sue braccia, soffochera' il singhiozzo di quelle labbra smorte che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte"

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Berlino
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#5 Messaggio da Berlino »

Topic difficilissimo. Ci provo.

C'è un bellissimo passo nel libro Into Thin Air di Jon Krakauer che è il resoconto della drammatica ascesa all'Everest del maggio 1996 dove morirono otto scalatori. Krakauer racconta di come gli sherpa fossero preoccupati e spaventati dal sesso ai piedi della Montagna.

They believed that one of the climbers on Fischer's team had angered Everest - Sagarmatha, goddess of the sky - and their deity had taken her revenge on Ngawang. The climber in question had struck up a relationship with a member of an expedition attempting Lhotse. Because privacy is nonexistent in the tenementlike confines of Base Camp, the amorous assignations that took place in this woman's tent were duly noted by other members of her team, especially the Sherpas, who sat outside pointing and snickering during the encounters. "[X] and [Y] are sauce-making, sauce-making" they would giggle, miming the sex act by pumping a finger into open fist of the other hand.

But despite the Sherpas' laughter (to say nothing of their notoriously libertine habits), they fundamentally disapproved of sex between unmarried couples on the divine flanks of Sagarmatha. Whenever the weather would turn nasty, one or another Sherpa was apt to point up the clouds boiling heavenward and earnestly declare "Someone has been sauce-making. Make bad luck. Now storm is coming".


La ascesa si conclude in tragedia a causa di una improvvisa tempesta che coglie gli scalatori di ritorno dalla vetta prima che possano rientrare al campo IV. Muoiono:
- Scott Fisher, scalatore americano fondatore della agenzia Mountain Madness
- Rob Hall, mitica guida neozelandese della Adventure Consultants e scalatore espertissimo lascia un figlio senza averlo mai visto
- Andy Harris, guida del team di Rob Hall
- Yasuko Namba, giapponese che a quarantasette anni è stata la donna piu` anziana a raggiungere la cima dell'Everest
- Doug Hansen, portalettere di Seattle con la passione per la montagna
- Chen Yu-Nan
- Bruce Harrod
- Ngawang Topche Sherpa
- Lopsang Jangbu Sherpa

Immagine

Il libro di Jon Krakauer è bellissimo. Anche nella edizione italiana.
Ich bin ein Berliner. JFK

brainsex
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#6 Messaggio da brainsex »

bello

in inglese stretto


e con 9 morti...

molto erotico :-?

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Helmut
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#7 Messaggio da Helmut »

Husker_Du ha scritto:Uno dei passi piu' famosi che io ricordi....(sono sicuro che il buon Helmut apprezzera'):

"Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti".
"Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?".

"Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbón,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
6Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce".
Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
Ho detto: "Saliró sulla palma,
coglieró i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi".

"Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là  ti daró le mie carezze!
Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te".
E bravo Husker...!!!
Il brano piu' erotico da 6000 anni in qua...!!!

Dimostra che il Libro non e' un mucchio di cazzate,come molti in questo forum sostengono, ma uno scritto estremamente reale, tramandatoci dall'Umanita', con tutte le sue passioni...!!!
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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Romeo
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#8 Messaggio da Romeo »

Helmut, ci sei ancora in Russia?
In questi giorni ti sono arrivato vicino, sono arrivato a Poltava. (circa 700KM...)
Il Bullo: "stasera posso guardarmi allo specchio perchè oggi ho tormentato qualcuno".
E' veramente penoso :)

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Helmut
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#9 Messaggio da Helmut »

Romeo ha scritto:Helmut, ci sei ancora in Russia?
In questi giorni ti sono arrivato vicino, sono arrivato a Poltava. (circa 700KM...)
Sono rientrato il 6 gennaio...e sono andato subito a dare un saluto alla fata bionda russa...e' sempre quella, Romeo...mi trovo bene...!!! :D
"Innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio."

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Piantadinoci
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#10 Messaggio da Piantadinoci »

"Lucy Mancini rialzó la gonna e corse su per i gradini. La pesante faccia da Cupido di Sonny Corleone,
oscenamente rossa per la lussuria accesa dal vino, la spaventava, ma lo aveva provocato durante la
settimana precedente proprio per arrivare a questo. Nelle due avventure avute al college non aveva
provato nulla e nè l'una nè l'altra erano durate più di una settimana. Mentre litigavano, il secondo amante
aveva borbottato qualcosa come «troppo grossa da quelle parti». Lucy aveva capito e, per il resto del
periodo scolastico, rifiutato qualsiasi appuntamento.
Durante l'estate, mentre si andava preparando per il matrimonio della sua migliore amica, Connie
Corleone, Lucy udì le storie che si sussurravano su Sonny. Un sabato pomeriggio nella cucina dei
Corleone, Sandra, la moglie di Sonny, ne parló liberamente. Era una donna di buon carattere, ma piuttosto
ordinaria, nata in Italia e portata in America da bambina. Costruita solidamente con grandi seni, aveva già 
avuto tre figli in cinque anni di matrimonio. Sandra e le altre donne stuzzicavano Connie sui terrori del
letto nuziale. «Vergine Santa», aveva ridacchiato Sandra, «quando vidi il palo di Sonny per la prima volta
e mi resi conto che stava per ficcarmelo dentro, strillai come un'aquila. Dopo il primo anno la mia violetta
era spappolata come maccheroni bolliti per un'ora. Quando seppi che si dava da fare con altre ragazze
andai in chiesa ad accendere una candela».
Tutte avevano riso, ma Lucy aveva sentito la carne contrarsi in mezzo alle gambe.
Ora, mentre faceva le scale di corsa verso Sonny, una violenta fiammata di desiderio la fece fremere.
Sul pianerottolo Sonny le afferró la mano e la tiró fin dentro ad una camera da letto vuota. Le gambe le si
afflosciarono, quando la porta si chiuse dietro di loro. Sentì la bocca di Sonny sulla sua; le labbra avevano
il gusto di tabacco bruciato, amaro. Dischiuse le sue. In quel momento avvertì una mano salire sotto il
vestito da damigella, udì lo schiocco di un tessuto che cedeva, sentì la grande mano calda fra le gambe,
tirarle da parte le mutandine di satin, per accarezzarle la carne. Gli mise le braccia intorno al collo e
rimase lì appesa mentre egli si slacciava i pantaloni. Le pose entrambe le mani sotto le natiche nude e la
sollevó. Lei fece un saltino in modo da avvinghiare le gambe intorno alla parte superiore delle cosce di
Sonny. La lingua di lui era nella sua bocca e lei la succhiava. Sonny le diede una spinta selvaggia, che le
fece sbattere violentemente la testa contro la porta. Sentì qualcosa di ardente passare fra le cosce. Staccó
la destra dal collo e la abbassó per guidarlo. La mano le si chiuse intorno a un enorme palo di muscolo
gonfio di sangue. Le pulsava fra le dita come un animale e, quasi piangendo con estasi riconoscente, lo
diresse verso la sua umida, turgida carne. Il colpo nell'entrare, l'incredibile piacere, la fece rimanere senza
fiato; portó le gambe quasi intorno al collo di lui, e allora, come una faretra, il suo corpo ricevette le
selvagge frecce dei colpi, innumerevoli e torturanti; arcuando il bacino sempre più in alto, per la prima
volta nella sua vita raggiunse uno struggente orgasmo; sentì la durezza ammorbidirsi e il caldo flusso
dello sperma colare sulle cosce. Lentamente le gambe si staccarono rilassate dal corpo di lui e scivolarono
finchè raggiunsero il pavimento. Si appoggiarono l'uno all'altra, senza fiato.
Avrebbero forse potuto continuare per un po', ma si udì un lieve bussare. Sonny rapidamente si
abbottonó i pantaloni, chiudendo nel frattempo a chiave la porta in modo che non potesse venire aperta.
Lucy freneticamente abbassó e si lisció l'abito rosa, gli occhi brillanti; ma ció che le aveva dato l'indicibile
piacere era nascosto dentro il sobrio tessuto nero. Udirono la voce di Tom Hagen, molto bassa: «Sonny,
sei lì?».
Sonny sospiró di sollievo. Ammiccó a Lucy. «Sì Tom, che cosa c'è?».
«Il Don ti vuole nello studio. Subito». Sentirono i passi che si allontanavano. Sonny attese qualche
momento, diede a Lucy un violento bacio sulle labbra, poi scivoló fuori dalla porta dietro ad Hagen.
Lucy si pettinó. Controlló l'abito e si sistemó le giarrettiere. Sentiva il corpo pesto, le labbra molli e
tenere. Uscì, e sebbene avvertisse un'umidità  appiccicaticcia fra le cosce, non andó nella stanza da bagno
a pulirsi, ma corse direttamente in giardino. Riprese il suo posto alla tavola nuziale vicino a Connie, che
esclamó petulante: «Lucy, dov'eri? Sembri ubriaca. Sta' vicino a me ora».
Il biondo sposo versó alla ragazza un bicchiere di vino, con intenzione. A Lucy non importava. Portó il
succo rosso, scuro, saporoso d'uva alla bocca riarsa e bevve. Avvertì ancora l'appiccicosa umidità  fra le
cosce e strinse le gambe. Stava tremando. Al di sopra dell'orlo del bicchiere, mentre beveva, cercava
avidamente Sonny Corleone. Non vi era altri che a lei importasse vedere. Maliziosamente sussurró
nell'orecchio di Connie: Qualche ora ancora e saprai di cosa si tratta». Connie ridacchió. Lucy congiunse
pudicamente le mani sulla tavola, con un'aria perfida di trionfo, come se avesse rubato un tesoro alla
sposa."



"Il Padrino", Mario Puzo (1969)
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John Belushi

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#11 Messaggio da madball »

cazzo se trovo il lamannto di portnoy ricopio qualcosa ma mi sa che dovró andare in civica ca recuperarlo
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#12 Messaggio da Piantadinoci »

Magari prima controlla che ci sia da qualche parte sul web un ebook da scaricare da cui copiare & incollare... Io ho fatto così.
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John Belushi

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#13 Messaggio da madball »

e lo só ho cercato su googlebook ma non cè. tant'è meglio leggere su carta
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#14 Messaggio da dostum »

Romeo ha scritto:Helmut, ci sei ancora in Russia?
In questi giorni ti sono arrivato vicino, sono arrivato a Poltava. (circa 700KM...)
Finalmente!
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?

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#15 Messaggio da madball »

dovrebbe uscire il "Seguito" del lamento di portnoy, sono curioso, vederemo!
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