Parakarro ha scritto:
ma in linea di massima le domande postate da Kronos sono gli stessi miei dubbi...
circolano voci abbastanza insistenti su una ipotesi dei lungimiranti attuali governanti circa l'idea di una uscita temporanea dell'italia dalla zona euro per operare una pesante svalutazione che andrebbe a ridurre i debiti soprattutto interni del paese rendendoli inesigibili, ma che avrebbe come allegra controindicazione il trascurabilisismo fatto che metterebbe in ginocchio ampie fette di popolazione ed inculerebbe a sangue i piccoli e medi risparmiatori: ovviamente chi ha capitali all'estero camperebbe sereno e sarebbe non solo immune in virtu' della ricchezza messa la sicuro, ma si troverebbe in posizione privilegiata per acquisire poco prima del rientro in zona ue di aziende ed asset mobili ed immobili falcidiati dalla svalutazione.
In uno scenario cosi' preoccupante il costo del lavoro crollerebbe, salterebbe il sistema pensionistico e di previdenza sociale ed il generale riassestamento del welfare verso il basso (taglio drastico di servizi anche essenziali e garantiti dalla costituzione) porterebbe ad un miglioramento del debito pubblico contratto internamente, a quel punto non piu' esigibile. A pagarne le spese ovviamente saranno principalmente i piccoli e medi risparmiatori, i fondi pensione integrativi e i "bot pepole" che verrebbero proiettati in uno scenario argentino da cui difficilmente uscirebbero vivi.
Questo evento innescherebbe una ampia tensione sociale che verrebbe in parte assorbita con il reingresso nella zona euro e con la creazione di condizioni piu' favorevoli per l'investimento di capitali stranieri e creazione di posti di lavoro ovviamente sottopagati nel belpaese e ovviamente il tutto a spese dei piu' deboli.
la delocalizzazione della produzione nei paesi con operai sottopagati è una cagata pazzesca.. prima il pianeta se ne rende conto e meglio è... rischiamo l'immobilismo economico in tempi brevissimi e non basterà certo pompare follemente il valore delle azioni (che poi è come stampare moneta) o inventarsi una new economy per rimetterla in moto... tralasciano il fattore guerre...che è meglio
premesso che il concetto di sottopagato e' rispetto al tuo costo del lavoro (dovresti ragionare il salario in rapporto al complessivo costo della vita, alla tutela e alla regolametazione del lavoro stesso, ai servizi erogati al cittadino e allo stile di vita perseguito dal lavoratore ), questa e' banale applicazione della legge di mercato alla voce applicazione del differenziale del costo sulla manodopera.
non a caso si inventarono i dazi doganali: per controbilanciare proprio questo differenziale.
In futuro l'altra grossa incognita sara' la logistica dovuta al costo energetico del trasporto del bene prodotto: non mi stupirei quindi se in futuro infilassero qualche forma di tassazione supplementare sul trasporto per tentare di sostenere le produzioni locali a chilometro zero.
Per quanto riguarda artigiani e professionisti di servizi essenziali penso riusciranno a tener botta: non faranno piu' i soldi che han fatto fino ad ora, ma la capacita' di adattamento li mettera' comunque in condizione di campare del proprio mestiere.
Tutti gli altri invece spingano perche' di dolce euchessina non ce ne sara' per tutti.
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995