vero...ma è sempre una di quelle situazioni per la quale devi dire "..sono a ...." invece sei solo come un cane..anche se te lo sei cercato..io per esempio sto facendo terra bruciata in real...dove vai questo fine settimana??.." con una strafiga brasiliana a cena e poi.."..invece niente solo qui a pigiare una fottutissama sporca lurida tastiera di un pc che si imballa per i troppi programmi o cazzate che ho...true or lies??..se non mi vedrete + postare fra un pó...amen Trez was heresperminator ha scritto:E l'estate per il suicidio com'è?
Città vuote, Lucignolo Bella Vita in tv...tutto il mondo è bello, abbronzato e si diverte...e tu sei solo, nella città vuota, con le ascelle sudate che puzzano.
Non è tragica come il Natale ma 'nzomma...
[O.T.] I suicidi raddoppiano durante le feste di natale
Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Pim, Moderatore1
...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
il natale è maggiormente deleterio per i depressi................l'atmosfera ecumenica del santo natale cosi come lo slancio di effimera fratellanza che animano la ricorrenza in questione provocano nel depresso un senso di unitilità maggiore in quanto il depresso percepisce la sensazione di vacuità convenzionale del santo natale al di la del velo di maia dell'ipocrisia.......
il fulcro della sindrome depressiva consta nell'inadattabilità alle convenzioni di sorta e quindi in occasioni simili (quando i gesti e gli atti convenzionali amplificano la propria rilevanza nell'ambito quotidiano) si viene pervasi da un senso di epifania negativa che si traduce in una percezione di inadeguatezza nei confronti del modus vivendi condiviso dagli altri.......
l'estate e roba per skizzati, paranoici e stressati.........
ottimo wardog........
il fulcro della sindrome depressiva consta nell'inadattabilità alle convenzioni di sorta e quindi in occasioni simili (quando i gesti e gli atti convenzionali amplificano la propria rilevanza nell'ambito quotidiano) si viene pervasi da un senso di epifania negativa che si traduce in una percezione di inadeguatezza nei confronti del modus vivendi condiviso dagli altri.......
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"Dietro ogni italiano si nasconde un cretino"
Ennio Flaiano.
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Perfetto, davveroWARDOG ha scritto:Per quanto riguarda il tema del suicidio, non è comprensibile da una persona che abbia una psiche diciamo "normale", vale a dire funzionale all'autoconservazione.
Il suicida, o il depresso ha delle carenze genetiche IMHO che lo portano a non riuscire a vedere cose che gli altri vedono normalmente, e viceversa a vederne altre che rimarranno completamente nascoste ai piu'.
Ció che mi irrita profondamente è il sentenziare berciante da parte del popolo normale.
"Il suicidio e' atto di vigliaccheria"
"Il suicidio è una fuga dai problemi"
E via discorrendo di ovvietà in ovvieta'.
Il problema relativo alla comprensione del suicidio, e' che non è possibile comprenderlo se non si possiedono gli strumenti genetici giusti, vale a dire un "sabotato" istinto di conservazione e una tolleranza al dolore e alla frustrazione inferiore a quella necessaria per autopreservarsi.
Pensate per un istante a un daltonico..potreste passare ore a descrivergli un quadro di Goya, o un Van Gogh, e lui annuirebbe, ma non potrebbe mai vedere i colori..tutt'al piu' immaginarli..e voi non capireste come lui faccia a non vederli.
Ho detto in altri post che viviamo in un corpo..e in situazioni in cui il corpo è minacciato, non si pensa, si agisce.
Per lunghissimo tempo per me fare paracadutismo, guidare veloce o sentire un bastone che ti passa a 90km all'ora un mm dal viso erano i miei modi per riposarmi.
Se stai per lasciarci la pelle non hai tempo di pensare, non hai proprio tempo.
In quei microsecondi, la mente si fa silenzio,
E tu vivi.
Cessati quegli attimi rimane il dolore furente per avere il pensiero, che ti allontana dal corpo, che non ti permette di "vivere" il corpo.
Il suicida in realtà , come chiunque altro, non vuole morire.
Non sarebbe naturale.
E' solo che quando la mente urla forte, e sopratutto, quando non è geneticamente programmato il concetto di SPERANZA, anzi è assente, tutto è un dolore sordo e continuato..non tanto forte da ucciderti, ma abbastanza forte da non farti vivere.
Cerchi scopo in qualcosa, ma ogni cosa è destinata a non avere speranza.
Alla fine, non vuoi morire, ovviamente, ma al tempo stesso, questa' realtà ti è estranea.
Ti muovi galleggiando dentro un barattolo d'olio, senza sentire rumori, senza percepire colori, pensando che probabilmente questo è quello che accade DOPO la vita, e che forse hai fatto qualche grossa cazzata in precedenza per finire cosi'..cerchi una RAGIONE.
E non la trovi.
Il tempo passa ti scorre tutto accanto, e ti ritrovi a un età in cui a tutto si somma la stanchezza.
Non vuoi morire, ma cazzo, tutto questo deve finire...
E non c'è altro modo che distruggere il corpo.
Allora ti prepari, e per ironia della sorte la stessa volonta' che poni nel farlo è acciaio fuso, e se fosse inversa come polarità , ti porterebbe a ottenere qualsiasi cosa volessi, ma non puo' essere, perchè IL CASO ha stabilito che la polarita' sia negativa.
Stacchi il corpo, lo vedi da fuori, non pensi, cerchi di fotterlo, lui è nemico ti fotte se si accorge di quello che stai per fare.
A un certo punto pensi, e ricordi e che bello quando eri ai giardini e avevi i calzoni corBANG.
Fine.
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Il topic non è stato sviluppato come meritava... sembra il vero ultimo tabù... quello che non si puó confessare nemmeno a se stessi.
Da adolescente ma direi almeno fino ai trenta ero letteralmente innamorato dalla (mia) morte. Non ricordo esattamente i dettagli. Ricordo solo che dicevo a me stesso "Sei un pazzo... continui a pensarci... tu giochi lei no. Lo sai bastardo? ti ucciderà ... e non sarà divertente come pensi... per niente".
Dialoghi da film di Bergman... mancava poco che ci giocassi a scacchi. Era una ossessione ma senza il terrore che forse meritava scoparci mentalmente. Ne ero ossessionato come la più passionale delle amanti. Non pensavo ad altro. La mia morte era un gran bel pezzo di fica.
Sto pensando in questi giorni al suicidio. Nik sa perchè. Una persona che ha avuto una grande influenza su di me si è sparato un colpo alla tempia. Con un calcolo e una lucidità impressionante. Lasciando moglie e due figlie in età preadolescienziale. Il giudizio di tutti: una vigliaccata da bastardo. E non è nemmeno un giudizio morale. E' oggettivo. Vigliaccata perchè colpisce due innocenti (le figlie). Da bastardo perchè intriso di un egoismo che solo un bastardo senza legami parentali poteva compiere.
Lo incrocio con una altra disgrazia che è capitata a quel mio caro amico ingaggiato in una delicatissima partita con la vita. Ha espresso un giudizio a denti strettissimi come avesse subito personalmente una profonda ingiustizia e un insopportabile oltraggio. Posso capire che un suicida ispiri reazioni contradditorie: da quella furiosa o da quella di compatimento o del povero stronzo. Posso capire. Non riesco a condividere.
Ho nei confronti della morte come forse traspare da qualche mio vecchio post un atteggiamento distaccato da uomo maturo. Perfino snob. Come qualcuno che si è riappacificato con una vecchia amante con cui ha avuto un rapporto isterico. Una amica con la quale sentirsi ogni tanto. Non mi manca. So che mi aspetta. E che mi puó prendere quando e come vuole. Ma sa anche che non ho paura. Ora meno che mai.
Condivido il bellissimo post di Wardog. Lirico e razionale nello stesso tempo. Ho una congettura a riguardo. Il modulo (di comportamento) suicidio fa parte dell'algoritmo. E' dormiente per buona parte della nostra esistenza. E facile che rimanga dormiente. Ma è possibile che si risvegli o venga risvegliato.
E' un periodo strano. Avevo cominciato a scrivere una short-story. Il soggetto è appunto qualcuno che convince qualcun altro a suicidarsi. Un intreccio di racconti paralleli. Questo qualcuno sembra essere una sorta di governo ombra dell'umanità che usa alcune potenti armi di persuasione di massa per regolare un pianeta sempre più sovraffollato e inquinato. Il finale (non del tutto sorprendente) è che non esiste nessun governo ombra. Ma solo una singolare congiuntura in cui i comportamenti di miliardi di individui si regolano e si comportano come per autolimitare il sovraffollamento.
Ho smesso di scriverlo. Ho già ammesso che come scrittore faccio cagare. Ma non è questo il punto. Ho smesso di scrivere perchè in qualche modo la storia mi sembra superata dagli avvenimenti. Alcuni segnali sembrano messaggi subliminali che spingono al suicidio. Sono convinto che la tesi del racconto sia reale. Stiamo convincendoci che suicidarsi è LA soluzione. In massa. Forse non è nemmeno la prima volta nella storia. Un comportamento da Lemmings che si gettano dalle scogliere (uso l'immagine dei lemmings anche se so che non è vera).
Questa in parte è la congettura di cui parlo tra le righe nel 3d sull'algoritmo. La congettura ha alcune importanti conseguenze che chi conosce puó sfruttare. Ma ancora per poco
DISCLAIMER (come si conviene a un post delirante): non riesco a essere presente sul forum in questo periodo... magari da questo post si capische anche perche'... sorry.
Da adolescente ma direi almeno fino ai trenta ero letteralmente innamorato dalla (mia) morte. Non ricordo esattamente i dettagli. Ricordo solo che dicevo a me stesso "Sei un pazzo... continui a pensarci... tu giochi lei no. Lo sai bastardo? ti ucciderà ... e non sarà divertente come pensi... per niente".
Dialoghi da film di Bergman... mancava poco che ci giocassi a scacchi. Era una ossessione ma senza il terrore che forse meritava scoparci mentalmente. Ne ero ossessionato come la più passionale delle amanti. Non pensavo ad altro. La mia morte era un gran bel pezzo di fica.
Sto pensando in questi giorni al suicidio. Nik sa perchè. Una persona che ha avuto una grande influenza su di me si è sparato un colpo alla tempia. Con un calcolo e una lucidità impressionante. Lasciando moglie e due figlie in età preadolescienziale. Il giudizio di tutti: una vigliaccata da bastardo. E non è nemmeno un giudizio morale. E' oggettivo. Vigliaccata perchè colpisce due innocenti (le figlie). Da bastardo perchè intriso di un egoismo che solo un bastardo senza legami parentali poteva compiere.
Lo incrocio con una altra disgrazia che è capitata a quel mio caro amico ingaggiato in una delicatissima partita con la vita. Ha espresso un giudizio a denti strettissimi come avesse subito personalmente una profonda ingiustizia e un insopportabile oltraggio. Posso capire che un suicida ispiri reazioni contradditorie: da quella furiosa o da quella di compatimento o del povero stronzo. Posso capire. Non riesco a condividere.
Ho nei confronti della morte come forse traspare da qualche mio vecchio post un atteggiamento distaccato da uomo maturo. Perfino snob. Come qualcuno che si è riappacificato con una vecchia amante con cui ha avuto un rapporto isterico. Una amica con la quale sentirsi ogni tanto. Non mi manca. So che mi aspetta. E che mi puó prendere quando e come vuole. Ma sa anche che non ho paura. Ora meno che mai.
Condivido il bellissimo post di Wardog. Lirico e razionale nello stesso tempo. Ho una congettura a riguardo. Il modulo (di comportamento) suicidio fa parte dell'algoritmo. E' dormiente per buona parte della nostra esistenza. E facile che rimanga dormiente. Ma è possibile che si risvegli o venga risvegliato.
E' un periodo strano. Avevo cominciato a scrivere una short-story. Il soggetto è appunto qualcuno che convince qualcun altro a suicidarsi. Un intreccio di racconti paralleli. Questo qualcuno sembra essere una sorta di governo ombra dell'umanità che usa alcune potenti armi di persuasione di massa per regolare un pianeta sempre più sovraffollato e inquinato. Il finale (non del tutto sorprendente) è che non esiste nessun governo ombra. Ma solo una singolare congiuntura in cui i comportamenti di miliardi di individui si regolano e si comportano come per autolimitare il sovraffollamento.
Ho smesso di scriverlo. Ho già ammesso che come scrittore faccio cagare. Ma non è questo il punto. Ho smesso di scrivere perchè in qualche modo la storia mi sembra superata dagli avvenimenti. Alcuni segnali sembrano messaggi subliminali che spingono al suicidio. Sono convinto che la tesi del racconto sia reale. Stiamo convincendoci che suicidarsi è LA soluzione. In massa. Forse non è nemmeno la prima volta nella storia. Un comportamento da Lemmings che si gettano dalle scogliere (uso l'immagine dei lemmings anche se so che non è vera).
Questa in parte è la congettura di cui parlo tra le righe nel 3d sull'algoritmo. La congettura ha alcune importanti conseguenze che chi conosce puó sfruttare. Ma ancora per poco

DISCLAIMER (come si conviene a un post delirante): non riesco a essere presente sul forum in questo periodo... magari da questo post si capische anche perche'... sorry.
si,Berlino ha scritto:Il topic non è stato sviluppato come meritava... sembra il vero ultimo tabù... quello che non si puó confessare nemmeno a se stessi.
Da adolescente ma direi almeno fino ai trenta ero letteralmente innamorato dalla (mia) morte. Non ricordo esattamente i dettagli. Ricordo solo che dicevo a me stesso "Sei un pazzo... continui a pensarci... tu giochi lei no. Lo sai bastardo? ti ucciderà ... e non sarà divertente come pensi... per niente".
Dialoghi da film di Bergman... mancava poco che ci giocassi a scacchi. Era una ossessione ma senza il terrore che forse meritava scoparci mentalmente. Ne ero ossessionato come la più passionale delle amanti. Non pensavo ad altro. La mia morte era un gran bel pezzo di fica.
Sto pensando in questi giorni al suicidio. Nik sa perchè. Una persona che ha avuto una grande influenza su di me si è sparato un colpo alla tempia. Con un calcolo e una lucidità impressionante. Lasciando moglie e due figlie in età preadolescienziale. Il giudizio di tutti: una vigliaccata da bastardo. E non è nemmeno un giudizio morale. E' oggettivo. Vigliaccata perchè colpisce due innocenti (le figlie). Da bastardo perchè intriso di un egoismo che solo un bastardo senza legami parentali poteva compiere.
Lo incrocio con una altra disgrazia che è capitata a quel mio caro amico ingaggiato in una delicatissima partita con la vita. Ha espresso un giudizio a denti strettissimi come avesse subito personalmente una profonda ingiustizia e un insopportabile oltraggio. Posso capire che un suicida ispiri reazioni contradditorie: da quella furiosa o da quella di compatimento o del povero stronzo. Posso capire. Non riesco a condividere.
Ho nei confronti della morte come forse traspare da qualche mio vecchio post un atteggiamento distaccato da uomo maturo. Perfino snob. Come qualcuno che si è riappacificato con una vecchia amante con cui ha avuto un rapporto isterico. Una amica con la quale sentirsi ogni tanto. Non mi manca. So che mi aspetta. E che mi puó prendere quando e come vuole. Ma sa anche che non ho paura. Ora meno che mai.
Condivido il bellissimo post di Wardog. Lirico e razionale nello stesso tempo. Ho una congettura a riguardo. Il modulo (di comportamento) suicidio fa parte dell'algoritmo. E' dormiente per buona parte della nostra esistenza. E facile che rimanga dormiente. Ma è possibile che si risvegli o venga risvegliato.
E' un periodo strano. Avevo cominciato a scrivere una short-story. Il soggetto è appunto qualcuno che convince qualcun altro a suicidarsi. Un intreccio di racconti paralleli. Questo qualcuno sembra essere una sorta di governo ombra dell'umanità che usa alcune potenti armi di persuasione di massa per regolare un pianeta sempre più sovraffollato e inquinato. Il finale (non del tutto sorprendente) è che non esiste nessun governo ombra. Ma solo una singolare congiuntura in cui i comportamenti di miliardi di individui si regolano e si comportano come per autolimitare il sovraffollamento.
Ho smesso di scriverlo. Ho già ammesso che come scrittore faccio cagare. Ma non è questo il punto. Ho smesso di scrivere perchè in qualche modo la storia mi sembra superata dagli avvenimenti. Alcuni segnali sembrano messaggi subliminali che spingono al suicidio. Sono convinto che la tesi del racconto sia reale. Stiamo convincendoci che suicidarsi è LA soluzione. In massa. Forse non è nemmeno la prima volta nella storia. Un comportamento da Lemmings che si gettano dalle scogliere (uso l'immagine dei lemmings anche se so che non è vera).
Questa in parte è la congettura di cui parlo tra le righe nel 3d sull'algoritmo. La congettura ha alcune importanti conseguenze che chi conosce puó sfruttare. Ma ancora per poco
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ok,
quello che ti pare...
ma come scrittore non fai cacare.
Non vorrei andare fuori topic dando un significato a questo 3d.
lustriniesevizie
Il tempo vola come una freccia, la frutta vola come una banana (G.Marx)
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P e G hanno tradito il loro più caro amico. Amico è riduttivo, era molto di più. Era quello che la sapeva lunga sulle cose del mondo. Era il saggio che dispensava consigli a chiunque prestasse orecchio. Un confidente e maestro. Per causa loro morì prematuro ma indimenticato.
Il suo ricordo li angoscia senza tregua come un fantasma che riaffiora dal passato per dare il tormento. I rimorsi che si portano dietro da quella esperienza li cambieranno per sempre.
Per G il passato racchiude il senso definitivo e ultimo della vita, per cui il futuro non avrà ormai da offrire nessuna prospettiva se non il supplizio che giorno dopo giorno gli toccherà . Il passato ha ormai fagocitato il suo presente che è diventato il tempo della doglianza, incapace di immagininare un futuro senza progetto, insignificante attesa.
P, invece, ha relegato il suo passato nel complesso delle esperienze che, seppur dolorose, acquistano un significato nella speranza per il futuro. Speranza che non è mera consolazione ma apertura alle infinite possibilità . Non attesa passiva di un divenire che terrorizza ma costruzione attiva della nostra identità non vincolata a ció che è stato.
Il rimorso per ció che è stato e il rimpianto per ció che non è stato sono erbe cattive. Prima o poi è meglio sbarazzarsene. Chi le coltiva è convinto di essere imprigionato nell'inadeguatezza del presente ma in realtà vive nell'incapacità di darsi un futuro.
G Si impiccherà appena fuori le mura della città in un luogo ameno, come amena è stata la sua vita.
Il suo ricordo li angoscia senza tregua come un fantasma che riaffiora dal passato per dare il tormento. I rimorsi che si portano dietro da quella esperienza li cambieranno per sempre.
Per G il passato racchiude il senso definitivo e ultimo della vita, per cui il futuro non avrà ormai da offrire nessuna prospettiva se non il supplizio che giorno dopo giorno gli toccherà . Il passato ha ormai fagocitato il suo presente che è diventato il tempo della doglianza, incapace di immagininare un futuro senza progetto, insignificante attesa.
P, invece, ha relegato il suo passato nel complesso delle esperienze che, seppur dolorose, acquistano un significato nella speranza per il futuro. Speranza che non è mera consolazione ma apertura alle infinite possibilità . Non attesa passiva di un divenire che terrorizza ma costruzione attiva della nostra identità non vincolata a ció che è stato.
Il rimorso per ció che è stato e il rimpianto per ció che non è stato sono erbe cattive. Prima o poi è meglio sbarazzarsene. Chi le coltiva è convinto di essere imprigionato nell'inadeguatezza del presente ma in realtà vive nell'incapacità di darsi un futuro.
G Si impiccherà appena fuori le mura della città in un luogo ameno, come amena è stata la sua vita.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)
[url=http://www.youtube.com/watch?v=b63FTD58nKU]Un posticino tutto speciale[/url]
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"Che morte non voler più morire" (Cesare Pavese)
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Scrivi fistola anale (dboon)
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- Località: tra la Via Emilia e il West
"sembrava facile a pensarci. Eppure donnette l'hanno fatto. Ci vuole umiltà , non orgoglio.CianBellano ha scritto:"Che morte non voler più morire" (Cesare Pavese)
Tutto questo fa schifo.
Non parole.Un gesto. Non scriveró più" (Cesare Pavese 18/8/1950)
L'ultima postilla:
"non fate pettegolezzi"
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
Ehi, campione, che cosa è il pugilato?..." la boxe...uhm....la boxe è quella cosa che tutti gli sport cercano di imitare" (S. Liston)
"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
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"Gli fuma gli fuma, va come gli fuma l'angelomario va, gli fuma , gli fuma, altroche'" (cit. ziggy7)
"Ho un'età elegante" (cit. Lilith, Miss Spring)
Se stai bene il suicidio è un'uscita di sicurezza, è bello sapere che c'è.
Quando stai male, quando non riesci a controllare pensiero, emozioni e corpo è una porta che genera terrore. Hai paura di finirci senza volerlo.
Forse il mio intervento non è esattamente centrato ma volevo dare il mio piccolo contributo.
Questa è tutta la mia esperienza in materia e spero di non andare oltre.
Quando stai male, quando non riesci a controllare pensiero, emozioni e corpo è una porta che genera terrore. Hai paura di finirci senza volerlo.
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Io credo sia un diritto inalienabile, ma neppure io riesco a condividerlo fino in fondo, per lo meno quello altruicolpo ha scritto:secondo me il suicidio è una manifestazione di potere, peró personalmente non lo condivido
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Vedi prof,Prof.Fontecedro ha scritto:
Diciamo che l'ho sempre capito molto.....
Mi disp che il mainstream lo abbia triturato...
R.I.P.
Io penso che il suicidio sia prima di tutto un processo, una dinamica esistenziale, e che in realtà le influenze esterne possano essere al massimo un detonatore od un accellerante, ma mai causa vera
"This machine kills fascists" scritto su tutte le chitarre di Woody Guthrie
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