visto che i parla di geo-politica
Giorni fa Macron aveva accolto la pugile algerina riservandole un trattamento di ospitalità destinato a pochi atleti
Macron da tempo sta cercando di migliorare i rapporti con l'ex colonia francese per via delle forniture di gas
articolo di Repubblica che parla di iper-androginismo (Molinari???

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IL CASO DI IMANE KHELIF RISCHIA DI INCRINARE I RAPPORTI DIPLOMATICI TRA ITALIA E ALGERIA
DOPO L’INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA, ALGERI È DIVENTATO IL PRIMO FORNITORE DI GAS NATURALE DEL NOSTRO PAESE: ENI HA STRETTO UN ACCORDO CON SONATRACH E SONELGAZ, I DUE COLOSSI ALGERINI DEGLI IDROCARBURI, PER LA COSTRUZIONE DI UN GASDOTTO VIA LA SARDEGNA
Almeno per ora, nessun accenno all’Italia, che finora è stato un partner. Di tipo economico: l’Algeria è diventata, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il primo fornitore di gas naturale del nostro Paese, sostituendo la Russia. Ma un partner anche di natura politica: quello con Roma resta l’unico canale diplomatico aperto con l’Occidente nella difesa delle aspirazioni dei Sahravi, contro la sovranità marocchina sul Sahara occidentale riconosciuta da Usa, Spagna e Francia.
Così, Algeri non pronuncia parole di troppo contro gli «amici italiani», ma si schiera compatta dietro la sua pugile, Imane Khelif, affetta da iperandrogenismo e al centro di polemiche ai Giochi di Parigi.
Poche ore prima dell’incontro con Angela Carini, il Comitato olimpico algerino aveva denunciato «menzogne completamente ingiuste» e la federazione nazionale di boxe «la falsa propaganda e il comportamento immorale contro la nostra campionessa da parte di certi media stranieri».
Il sito Algerie360, media influente nel paese, ricordava ieri sera che «il popolo algerino, nel suo insieme, ha espresso solidarietà alla pugile, facendone un simbolo contro le discriminazioni».
Va ricordato che l’Algeria non riconosce la transizione di genere, criminalizza l’omosessualità ed è governata da un regime autoritario, ma d’altra parte per gli algerini Imane è una donna e basta. Sui social sono postate foto di lei da piccola, una bambina sorridente.
Venticinque anni, originaria di Tiaret, nel Nord dell’Algeria, ha ammesso di aver combattuto «contro i pregiudizi di una regione conservatrice, dove le donne non facevano la boxe». [L’appoggio alla pugile è a 360 gradi.
Khaled Drareni, rappresentante ad Algeri di Reporter senza frontiere, che fu imprigionato per undici mesi per il suo lavoro da giornalista durante le proteste dell’hirak, ha postato su X: «Un nazista come Salvini preferirebbe dei Giochi olimpici hitleriani, riservati esclusivamente ai bianchi, sul modo abietto proprio ai difensori colonialisti della purezza della razza».
Da sottolineare, una coincidenza: ieri l’altro, quando il caso già gonfiava, Eni ha sottoscritto con Sonatrach e Sonelgaz, in Algeria due colossi pubblici degli idrocarburi, un accordo per la costruzione di un nuovo gasdotto diretto via la Sardegna. Business as usual.
“I always pictured myself limping back to my hometown in Massapequa, Long Island, and all the girls running up to me and hugging me and kissing me, so <<Ron you’re a great hero>>, and getting into the Cadillac and being cheered, and the mayor of Massapequa pinning a medal on my chest, but never once, Bill, did I ever think for a moment that I would come back from that war without a body, a living dead man” (Ron Kovic)