"To be, or not to be: that is the question..."
Fate voi... io dico solo che è una cosa imbarazzante, dato che 20 anni fa, quando mi è capitato per la prima volta, se ne sapeva poco e niente e mi sentivo molto "fenomeno da baraccone"...

Non avrei mai immaginato che fosse un
rituale di iniziazione presso i Batoro dell'Uganda e non avrei mai immaginato che fosse un fenomeno che desta tanta curiosità , nel bene e nel male...
ANCHE LE DONNE LO FANNO
Parlando tra uomini si sentono ogni sorta di storie. La donna è un insieme di pulsanti strani. Basta trovare quello giusto per farla impazzire. Magari ce l'ha dietro l'orecchio, magari dietro al ginocchio. La tocchi lì e ti cade tra le braccia ansimante. La clitoride me la descrisse così un amico quando avevo quindici anni.
Poi ci sono le preferenze più strane: quella che voleva i ceffoni, quella che voleva le parolacce, quella che impazzisce se le parli in russo come nel film: "Un pesce di nome Wanda". Poi ci sono le ninfomani che sono come drogate di sesso... non ne possono fare a meno... Tra tutti questi racconti esagerati spunta a volte la storia di donne assatanate di sesso che ululano e sbavano e sul più bello iniziano a farsi la pipì addosso. Cosa che, tra l'altro, i più giudicano imbarazzante. Queste donne fanno un po' paura perchè assomigliano troppo all'uomo. Non se ne stanno ferme, solo leggermente ansimanti, ma si scatenano e mostrano di godere fin troppo dell'orgasmo. E poi questo fatto che fanno la pipì bagnandoti con il loro schizzo sembra proprio un modo per dominarti... un segno di disprezzo o di eccesso, così come è esagerato chi se la fa addosso dal ridere.
Soltanto quando iniziai a studiare con metodo la questione sessuale scoprii che quei getti non provenivano dalla vescica e avevano tutt'altra origine. Ma chi l'avrebbe mai detto che anche le donne possono eiaculare! Se si scrivesse una storia della sessualità negata, una della pagine più incredibili riguarderebbe l'eiaculazione femminile. Ancora oggi non se ne parla su molti manuali di educazione sessuale e in altri testi si nomina questa reazione fisiologica con un fondo di dubbio. Questo nonostante già Aristotele nel I secolo a.C. ne abbia scritto notando che la donna durante l'orgasmo emette un getto.
Si dice che Galeno (anatomista e medico del I secolo d.C) ne fosse a conoscenza nel 200 d.C. Si era scritto poi dell'eiaculazione femminile in molti testi pornografici ad esempio in "The pearl" un'antologia inglese che raccoglie racconti dell'epoca vittoriana ('800) pieni di orgasmi femminili bagnati ma queste storie furono liquidate come allucinazioni maniacali maschili.
Il nordico Theodor H. van De Velde, nel 1926, pubblicó un manuale per coppie sposate nel quale raccontava che alcune donne durante l'orgasmo espellono del liquido. Ben pochi lo presero sul serio.
Tra le lesbiche è da sempre diffusa la coscienza dell'orgasmo con eiaculazione ma non si puó pensare che i medici prendessero sul serio le dichiarazioni di queste "donne depravate". Molti selvaggi, per fortuna, se la cavano meglio non avendo insigni ginecologi ai quali dar retta e hanno meno problemi.
I Batoro dell'Uganda considerano una donna adulta e pronta per il matrimonio solo quando riesce, masturbandosi, a eiaculare bagnando un muro. Le donne anziane insegnano alle giovani come fare "Kachapati" che in lingua batoro vuol dire proprio "spruzza il muro".
Gli abitanti di alcune isole dell'Oceano Pacifico del sud, le Trobriand, non solo conoscono l'importanza dei muscoli pelvici e l'esistenza del punto G ma giudicano che la donna abbia goduto veramente solo se eiacula. Essi hanno un raffinatissimo linguaggio sessuale ma chiamano l'eiaculazione femminile e maschile con la stessa parola: "momona". La cosa divertente è che questo comportamento sessuale è stato registrato dagli antropologi occidentali che peró, schiavi della loro ignoranza e incapaci di imparare qualche cosa dai selvaggi, non ci hanno capito niente. Così sui testi di antropologia trovate ancor oggi riferito lo strano costume delle Trobriand dove le donne fanno pipì addosso ai maschi in segno di contentezza.
Ecco ad esempio come nel 1982 E. Gregersen descrive i costumi sessuali degli Yapese, sulla base di una testimonianza fatta da Salesio nel 1906: «Ella vive un orgasmo dopo l'altro e involontariamente orina un poco alla volta dopo ogni orgasmo.»
Questo errore degli antropologi se ne tira dietro un altro. Visto, infatti, che l'eiaculazione maschile e femminile nella lingua yapese si chiamava ugualmente "momona", essi giungono alla conclusione che i maschi sono tanto perversi da fare pipì durante il coito, cosa peraltro fisiologicamente molto difficile (sia per l'uomo che per la donna). Questo liquido non ha nulla a che vedere nè con le orine nè con le secrezioni vulvo vaginali che irrorano il sesso femminile quando la donna è eccitata e che hanno la funzione di lubrificarla rendendo più facile e piacevole la penetrazione.
Soltanto nel 1981 la Dalhousie di Hlifax, Nuova Scozia, analizzó questo liquido. Il gruppo di ricerca, che comprendeva Edwin Belzer Jr., Perry e Whipple pubblicó i risultati delle analisi dei liquidi prelevati da alcune volontarie sul "Journal of sex research". Il responso fu che si trattava di un liquido del tutto diverso dall'orina e molto simile al liquido seminale maschile (ovviamente non conteneva spermatozoi). A quanto sembra questo liquido viene prodotto da quello che è, nella donna, il residuo della prostata maschile. Infatti, è solo alla sesta settimana dal concepimento che iniziano le differenziazioni sessuali. Inizialmente compaiono le gonadi, poi i genitali interni e alla fine quelli esterni. Gli embrioni umani, prima di questa data sono tutti uguali, quindi ovaie e testicoli hanno una struttura comune.
Ogni ghiandola o organo nel maschio ha la sua copia nella femmina e viceversa. Si usa dire che un organo è "residuo" o "atrofizzato" quando non ha, nell'adulto maschio o femmina, una funzione apparente e sembra, appunto, il residuo della corrispondente ghiandola o organi nell'altro sesso. Anche la prostata è stata sempre considerata nella donna una ghiandola residua
Kinsey ne scriveva così verso il 1950: «Siccome la ghiandola prostatica e le vescicole seminali nella donna sono solo strutture residue, essa in realtà non eiacula. Le contrazioni muscolari della vagina che seguono l'orgasmo possono fare uscire alcune delle secrezioni vaginali e in alcuni casi le espellono con una certa forza. Soprattutto in certa letteratura erotica si definisce questo fenomeno eiaculazione femminile; ma il termine non puó essere usato in quel senso.»
Nel 1966 anche Master e Johnson negavano l'esistenza dell'eiaculazione femminile dicendo che si trattava di «un concetto errato ma diffuso». Infine, nel 1970, Germaine Greer nel libro "Eunuco Femmina" scrive: «Circolano ancora le idee più false e disparate sulle donne, anche se sono state smentite anni fa; molti uomini si rifiutano di abbandonare il concetto di eiaculazione femminile che, anche se ha una lunga e prestigiosa storia, è un puro frutto della fantasia».
http://www.sessosublime.it/donna/aiacul ... fanno.html
http://www.psicologiaoggi.it/index.php? ... _vis&id=22