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ROMA, 15 settembre 2004 - Avremmo dovuto parlare di una Roma che fa un passo indietro rispetto a domenica, complice un avversario, la Dinamo Kiev che, più avanti nella preparazione, più compatta e con i meccanismi tattici più oliati le impedisce di giocare palla e di arrivare dalle parti di Shovkovskyi. Invece dobbiamo raccontare dell'ennesimo episodio di inciviltà in uno stadio italiano. Siamo al 47' del primo tempo, subito dopo il fischio dell'intervallo, un Mexes contagiato dal nervosismo della squadra giallorossa, spinge Verpakovskis e poi gli rifila un calcione. Peccato che l'arbitro Frisk veda tutto e mostri il cartellino rosso al difensore francese. Dalle gradinate insieme ai fischi e agli insulti, piovono oggetti, uno di questi (forse una moneta, forse un accendino) centra la fronte del direttore di gara che rientra sanguinante negli spogliatoi.
Segue una lunghissima attesa nella quale le voci si rincorrono: Frisk è stato portato all'ospedale. No, lo stanno curando nell'infermeria dell'Olimpico. Quel che, col passare dei minuti, diviene cosa certa, è la sospensione della partita. Si sentono delegati Uefa parlare di "impossibilità di garantire l'incolumità del direttore di gara", mentre, incurante del fattaccio, la curva Sud continua a cantare, alternando alle canzoncine da stadio il grido di "devi morire" rivolto all'arbitro. Alla fine l'altoparlante scioglie ogni dubbio: "La Uefa comunica che la gara è sospesa perchè l'incidente occorso all'arbitro Frisk è più grave del previsto. Viste le regole Uefa che prevedono la disponibilità di tutte e quattro i direttori di gara, la partita è sospesa in attesa delle decisioni della Commissione Disciplinare". Qualcuno sussurra che forse si ripeterà , ma è molto più probabile (anzi scontato) che alla Roma venga data partita persa a tavolino e l'Olimpico venga squalificato per un tempo non breve. Il tutto peserà sulla coscienza di un vandalo che definire tifoso è davvero impossibile.