[O.T.]: Blockbuster in bancarotta

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superpippa
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#61 Messaggio da superpippa »

Helmut ha scritto: 2-stendi pure tutti i veli che vuoi...per trombare devi obbligatoriamente conoscere persone dell'altro sesso...stando chiuso in casa a "fabbricare autonomamente" dubito molto che tu possa anche avere la minima occasione... :-D
quindi secondo il tuo ragionamento il tempo libero viene tutto utilizzato per "fabbricare autonomamente" :DDD
Vorrrei tanto aver avuto un passato tragico, giustificherebbe il mio presente
..

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Helmut
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#62 Messaggio da Helmut »

superpippa ha scritto:quindi secondo il tuo ragionamento il tempo libero viene tutto utilizzato per "fabbricare autonomamente" :DDD
Ogni istante è tempo utile per trombare. :wink:
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dboon
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#63 Messaggio da dboon »

io preferisco andare nei cinema dove non c'e' il bar
tanto per farvi capire la mia allergia alle multisale

:motosega: :bonk: :motosega:
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Barabino
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#64 Messaggio da Barabino »

Giulio Tremonti ha scritto:
Barabino ha scritto:lasciando perdere la pirateria (che e' come un dumping)
...
Caro Barabino, il tuo punto di vista è quello delle majors. Dal punto di vista del consumatore il copyright è un monopolio istituzionalizzato e ingiustificato. La nostra società sarebbe migliore se si avesse la possibilità di copiare liberamente le opere prodotte da altri (senza attribuirsele e citando sempre l'autore). Per quale motivo non dovrei avere la possibilità di copiare un video o un brano musicale e distribuirlo ad amici e parenti? Quello che è considerato un danno economico dagli autori è in realtà lo sfruttamento di una posizione di monopolio.
Premetto che guardo film piratati quanto tutti gli altri eh! 8)

Sfruttamento di una posizione di monopolio? In teoria e' vero, ma in pratica il bene immateriale, il prodotto intellettuale, mi da' un beneficio, quindi perche' non dovrei avere il dovere di pagarlo?

Non e' che non sarebbero fatti nuovi film, ma essi sarebbero fatti al risparmio: bukkake con solo 5 uomini invece che con 20 :lol: Film come questi oggi non sarebbero piu' possibili:

http://ahoyhoysbestporn.blogspot.com/20 ... kkake.html

Immagine

Non sono cosi' sicuro neanche che il dir.aut. aiuti solo le major e non gli indipendenti...

- Se copi un film della pixar, comunque quella ha le entrate del botteghino, delle pay tv, del merchandising.

- Se copi una scena porno di Giorgio Grandi, per lui e' una perdita secca

Naturalmente non metto in dubbio che la struttura dei costi sia, tecnicamente, quella di un monopolio: il prezzo e' determinato sclusivamente dalla curva di domanda e NON dal costo marginale del singolo dvd: se vai in un paese "povero" vedi che i dvd ORIGINALI costano 1-2 euro (mentre l'hardware costa praticamente uguale): ciascuna copia viene fatta pagare quanto se lo puo' permettere il consumatore locale

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#65 Messaggio da Giulio Tremonti »

[quote="Barabino"]
Sfruttamento di una posizione di monopolio? In teoria e' vero, ma in pratica il bene immateriale, il prodotto intellettuale, mi da' un beneficio, quindi perche' non dovrei avere il dovere di pagarlo?

Perchè qualcuno lo ha acquistato legalmente e ha deciso di farne copie e distribuirle, che c'è di male? Non toglie niente a nessuno. Se acquisto una torta e, imparata la ricetta, ne faccio altre uguali e le regalo cosa cambia? Il pasticcere non può protestare. Il principio è lo stesso, solo che con gli oggetti digitali tutto si fa meglio e più velocemente.

Non e' che non sarebbero fatti nuovi film, ma essi sarebbero fatti al risparmio: bukkake con solo 5 uomini invece che con 20 :lol: Film come questi oggi non sarebbero piu' possibili

Non è detto, perchè le rendite monopolistiche non solo gonfiano i prezzi, quindi anche i ricavi di produttori e distributori ma tengono alti anche i loro costi di produzione. Tutta la filiera, insomma.

Non sono cosi' sicuro neanche che il dir.aut. aiuti solo le major e non gli indipendenti...

- Se copi un film della pixar, comunque quella ha le entrate del botteghino, delle pay tv, del merchandising.

- Se copi una scena porno di Giorgio Grandi, per lui e' una perdita secca


Questo è vero nell'attuale sistema: il copyright tutela i piccoli. Se però non ci fosse, i piccoli non sarebbero schiacciati ed esclusi dalle majors ed avrebbero le opportunità di competere, a vantaggio dei consumatori che avrebbero più scelta e costi minori.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Barabino
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#66 Messaggio da Barabino »

Giulio Tremonti ha scritto:
Barabino ha scritto: Sfruttamento di una posizione di monopolio? In teoria e' vero, ma in pratica il bene immateriale, il prodotto intellettuale, mi da' un beneficio, quindi perche' non dovrei avere il dovere di pagarlo?


Perchè qualcuno lo ha acquistato legalmente e ha deciso di farne copie e distribuirle, che c'è di male? Non toglie niente a nessuno. Se acquisto una torta e, imparata la ricetta, ne faccio altre uguali e le regalo cosa cambia? Il pasticcere non può protestare. Il principio è lo stesso, solo che con gli oggetti digitali tutto si fa meglio e più velocemente.


Appunto: la copia e' cosi' facile e veloce che il contributo lavorativo del copiatore e' nullo. Fare una torta richiede lavoro/tempo e materiali, piu' del duplicare un dvd.

All'estremita' opposta rispetto al duplicare cd, sta il lavoro del chirurgo: la descrizione di una operazione e' in pubblico dominio (la legge vieta di chiederne il brevetto), solo quello che "copia" l'operazione puo' farsi pagare, non quello che per primo la ha "inventata".

Giulio Tremonti ha scritto: Non è detto, perchè le rendite monopolistiche non solo gonfiano i prezzi, quindi anche i ricavi di produttori e distributori ma tengono alti anche i loro costi di produzione. Tutta la filiera, insomma.


Beh, certo, il dir.aut remunera direttamente solo il produttore, ma in secondo luogo anche gli attori ecc.

Giulio Tremonti ha scritto: Questo è vero nell'attuale sistema: il copyright tutela i piccoli. Se però non ci fosse, i piccoli non sarebbero schiacciati ed esclusi dalle majors ed avrebbero le opportunità di competere, a vantaggio dei consumatori che avrebbero più scelta e costi minori.


??? :gomma:

E' vero che per esempio su youtube tutti hanno grosso modo la stessa visibilita', pero' i grossi riescono a sfruttare diversi canali distributivi per avere un ritorno economico, mentre i piccoli no, quindi sarebbero ancora piu' schiacciati.

Ma forse non ho capito, fammi un esempio di qualche situazione senza copyright.

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Fred Connelly
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#67 Messaggio da Fred Connelly »

Drogato_ di_porno ha scritto:e dimentichi il mitico stanzino del film porno! ah che bei ricordi! dove andavo io lo stanzino infernale era separato da una tenda a corde (di corde luride, di un beige scuro). l'antro del proibito, si varcava la linea del non ritorno.

Immagine

se non c'erano altre persone ne parlavamo tranquillamente col commesso...poi arrivarono alla cassa delle studentesse e la cosa si fece difficile. ora al posto della videoteca c'è un'agenzia interinale :(
:043
Come potremmo dimenticarlo?

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#68 Messaggio da Giulio Tremonti »

[quote="Barabino"][/quote]

Appunto: la copia e' cosi' facile e veloce che il contributo lavorativo del copiatore e' nullo. Fare una torta richiede lavoro/tempo e materiali, piu' del duplicare un dvd.

Anche duplicare un dvd ha un costo, seppur piccolo: ci vuole il software, l'hardware, il tempo. Stando alle tue considerazioni, avremmo la conseguenza paradossale che organizzare la copia in maniera industriale sarebbe legittimo perchè richiederebbe impegno di capitali, lavoro e tempo!
Comunque, questo è assolutamente secondario. L'azione non è più o meno lecita a seconda del costo che ha il copiatore. Stiamo parlando dell'eticità dell'atto di usare l'idea di un altro e duplicarla, indipendentemente dal fatto se costa fatica o soldi a chi lo fa.

E' vero che per esempio su youtube tutti hanno grosso modo la stessa visibilita', pero' i grossi riescono a sfruttare diversi canali distributivi per avere un ritorno economico, mentre i piccoli no, quindi sarebbero ancora piu' schiacciati.

Ma forse non ho capito, fammi un esempio di qualche situazione senza copyright.


Beh, siamo su forum porno, quale migliore esempio? Prima degli anni Ottanta c'era un oligopolio di fatto nell'industria pornografica, dato che i film erano appannaggio dei pochi che possedevano la tecnica e mezzi per produrre e distribuire film. Con l'avvento del VHS e, soprattutto, del digitale e di Internet, il mercato è esploso in maniera esponenziale e gran parte del merito è dovuto al fatto che molto del materiale è reperibile copiato.

Eppure, nonostante la gigantesca mole di materiale 'piratato', non c'è stato il collasso dell'industria, che è una delle più floride in rete. Al contrario di quanto dicono i difensori interessati del copyright, la pirateria non ha ucciso l'industria nè la produzione di nuovi contenuti, che sono invece moltiplicati. Non c'è mai stata tanta diffusione e diversificazione di materiale porno come ora. Più offerta, più diversificazione e prezzi più bassi.

Chi ha perso molti soldi e quote di mercato sono state le majors storiche dell'adult enterteinment come Penthouse, Hustler, Playboy e quelle più propriamente pornografiche, da una parte, e le 'star', dall'altra, costrette a produrre di più e guadagnare di meno.
Fidati che il copyright è un male, te lo dico da una posizione liberista. E' lo strumento che permette solo a pochi di copiare e distribuire, garantendosi rendite gigantesche perchè tutelato dalla legge. Rendite non giustificate, dal punto di vista economico, di cui beneficiano soprattutto majors e superstars.
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katmandu69
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#69 Messaggio da katmandu69 »

Giulio Tremonti ha scritto:
Barabino ha scritto:
Appunto: la copia e' cosi' facile e veloce che il contributo lavorativo del copiatore e' nullo. Fare una torta richiede lavoro/tempo e materiali, piu' del duplicare un dvd.

Anche duplicare un dvd ha un costo, seppur piccolo: ci vuole il software, l'hardware, il tempo. Stando alle tue considerazioni, avremmo la conseguenza paradossale che organizzare la copia in maniera industriale sarebbe legittimo perchè richiederebbe impegno di capitali, lavoro e tempo!
Comunque, questo è assolutamente secondario. L'azione non è più o meno lecita a seconda del costo che ha il copiatore. Stiamo parlando dell'eticità dell'atto di usare l'idea di un altro e duplicarla, indipendentemente dal fatto se costa fatica o soldi a chi lo fa.

E' vero che per esempio su youtube tutti hanno grosso modo la stessa visibilita', pero' i grossi riescono a sfruttare diversi canali distributivi per avere un ritorno economico, mentre i piccoli no, quindi sarebbero ancora piu' schiacciati.

Ma forse non ho capito, fammi un esempio di qualche situazione senza copyright.


Beh, siamo su forum porno, quale migliore esempio? Prima degli anni Ottanta c'era un oligopolio di fatto nell'industria pornografica, dato che i film erano appannaggio dei pochi che possedevano la tecnica e mezzi per produrre e distribuire film. Con l'avvento del VHS e, soprattutto, del digitale e di Internet, il mercato è esploso in maniera esponenziale e gran parte del merito è dovuto al fatto che molto del materiale è reperibile copiato.

Eppure, nonostante la gigantesca mole di materiale 'piratato', non c'è stato il collasso dell'industria, che è una delle più floride in rete. Al contrario di quanto dicono i difensori interessati del copyright, la pirateria non ha ucciso l'industria nè la produzione di nuovi contenuti, che sono invece moltiplicati. Non c'è mai stata tanta diffusione e diversificazione di materiale porno come ora. Più offerta, più diversificazione e prezzi più bassi.

Chi ha perso molti soldi e quote di mercato sono state le majors storiche dell'adult enterteinment come Penthouse, Hustler, Playboy e quelle più propriamente pornografiche, da una parte, e le 'star', dall'altra, costrette a produrre di più e guadagnare di meno.
Fidati che il copyright è un male, te lo dico da una posizione liberista. E' lo strumento che permette solo a pochi di copiare e distribuire, garantendosi rendite gigantesche perchè tutelato dalla legge. Rendite non giustificate, dal punto di vista economico, di cui beneficiano soprattutto majors e superstars.
ottima analisi :wink:
l'unica cosa negativa forse ,e' il fatto di aver fatto chiudere molti negozi fisici,l'esplodere del porno su internet.se non ricordo male,anni fa lessi su di una rivista che piu del 60%delle entrate di una videoteca era dato dai porno :DDD
con il crollo di questi,unito ai film normali,i videonoleggi classici sono crollati,tra cui blockbuster :DDD e un mio amico :cry:

aggiungo questo articolo

Andiamo su internet a vedere un film?

Tra web e mobile device, sta cambiando il consumo di cinema. E a breve arriverà anche il 3D per i dispositivi mobili, senza occhialini


'Star Trek' sull'iPad
di Roberta Saiardi

"Il piacere di guardarsi l'ultimo Star Trek, noleggiato prima di partire e scaricato in dieci minuti nella hall dell'hotel oppure a diecimila metri di quota sopra l'Atlantico è qualcosa che è impareggiabile". E' il racconto di uno dei primi viaggi con l'iPad, condiviso sul web. Era aprile 2010, l'iPad sarebbe atterrato in Italia a maggio. Siamo a settembre e vedere un film sull'iPad non è il massimo della comodità - sempre di una tavoletta si tratta - eppure questa pratica diventa sempre meno inconsueta. Aiutata anche dalle guide sui siti specializzati che spiegano come convertire i formati video e renderli compatibili con la "tavoletta magica". Così con questo mezzo, o con un suoi tanti alter ego - si finisce per entrare in confidenza. Ma, si chiede qualcuno, non è meglio andare al cinema?
Il calo del 2,2% degli incassi durante il ponte del Memorial Day negli USA dice che no, non è meglio andare al cinema. Se guardiamo in casa nostra, i dati del box office sono pure più sconfortanti. E sorpresa delle sorprese: il 3D negli Stati Uniti si sta rivelando un flop, tanto che tre dei "top five performing movies" dell'estate (la stagione d'oro del cinema americano) non hanno neanche un singolo fotogramma in 3D! Non siamo al d-day del cinema, piuttosto all'alba del giorno dopo, alla vigilia del business della ricostruzione.
Anche perché centinaia di migliaia di film da scaricare sui circuiti P2p e la previsione di 28 milioni di iPad venduti nel 2011 (stima di UBS Investment Research) sono cifre che descrivono vecchie abitudini e nuove tendenze di consumo. Insomma, la gente non ha mai smesso di amare il cinema: ha soltanto smesso di andarci. E questo nonostante il 3D, nonostante le sale ipertecnologiche e iperaccessoriate.
Lo spettatore guarda oltre e altrove. Ai nuovi mezzi e modi di fruire il cinema. Ecco allora l'esplosione del "cinema al computer", rigorosamente scaricato da internet. Non è semplice come infilare un dvd nel lettore ma vuoi mettere la soddisfazione di comprare per pochi euro un film da iTunes o Zune o di scaricarlo gratis da eMule, aprirlo con VLC o Mplayer e vederlo in originale con i sottotitoli presi gratuitamente dalle community? Chiamateli pure pirati ma anche questo è un nuovo pubblico e vale milioni di dollari. Ben vengano quindi gli accordi tra major e YouTube e nuovi tempi di uscita di un film dalla sala all'online. Sì, perché 40 giorni sono troppi per una comunità di internauti abituata a vedere il suo serial preferito 24 ore dopo la messa in onda o l'ultimo film di Nolan in contemporanea con gli States o col cinema di quartiere.
Del resto la guerra alla pirateria attraverso le leggi si sta rivelando inefficace ed diventa anche un inutile spreco di risorse pubbliche
. Dare la caccia ai pirati sì, ma in modo nuovo e redditizio sulla scia dei multimedia device come Apple, Microsoft, HP o la Sony, che con la sua Internet TV ha immesso sul mercato il device per accogliere la fruizione legale del cinema (e non solo) on line. Uno strumento che prova a innovare modello IPTV (morto e risorto mille volte) e che ha l'ambizione di fissare un nuovo standard dei media center.
E' il cinema che arriva a casa e che ti porti dove vuoi e quando vuoi. E' il mercato del mobile enterteinment: laptop ultrapiatti, smartphone, iPhone, iPad etc. Tutti questi dispositivi di ultima generazione supportano il video (anche in HD), si collegano a internet e hanno capacità audio sorprendenti. Sono dei veri e propri media center in movimento. Strumenti per vedere e sentire, oltreché parlare e navigare. Principe di questo nuovo modo di vedere, è sicuramente l'iPad e tutta le nuove generazioni di Tablet PC. Il prodotto Apple ha avuto un avvio incerto nell'ambito video (supporto inesistente per Dvix, Xvid, flv e Flash) ma grazie alla community degli sviluppatori e alle iApps è riuscito ad uscire dal guado imponendosi come device principale per il video (e quindi il cinema) mobile. Lo hanno capito - in ritardo - anche gli altri colossi dell'hi-tech fra cui HP che con il suo "Slate" sta puntando proprio al settore video per scalzare l'iPad dalla posizione di privilegio.
Ormai la sfida è lanciata e si gioca sempre di più su due fronti: multistandard (capacità di riprodurre tutti i formati video) ed experience (capacità di rendere la visione più immersiva, piena, emozionante). E in questa chiave riemerge anche la tecnologia 3D, per altro senza la necessità di indossare degli occhialini. L'annuncio arriva dalla società Spatial View che in una data non precisata di questo autunno aprirà il negozio online 3DeeCentral (vendite solo negli Stati Uniti) dove sarà possibile acquistare al prezzo di 20 dollari una pellicola speciale da applicare sullo schermo di iPhone (a breve sull'iPad) per poter visualizzare i contenuti con effetto 3D. E' il cinema del futuro. E domani è già passato.


qualcuno mi ha ascoltato :DDD :DDD :DDD
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#70 Messaggio da Len801 »

(1) Se riviste come Penthouse, Playboy, ecc hanno crollato e che quelle foto che pubblicavano di donne nude si potevano vedere (molto piu' esplicite altrove). E inolre: chi caz.... se ne frega nel 2010 chi e la Penthouse Pet, ecc?
Sono cose del passato, che interessano poche oggi.
Il cinema interessa molto a tutti e in tutte le parti del mondo. Per un poco di tempo la TV metteva paura ai majors di Hollywood, che li ha spinti a sviluppare il 3D, il Cinemacope, ausio stereofonico, ecc. Poi le reti cable (HBO, CNN) hanno messo paura alle reti tradizionali come CBS, NBC e ABC. Pochissimi film sono ora trasmessi nelle reti CBS, ABC, NBC a causa che i majors chiedono troppi soldi e l'audience non e' piu' come una volta. La gente si diverte con il PC.
L'undustria musicale ha crollato anni fa, per la cuipidigia delle case distributrici. Un CD audio con 10-12 canzoni (di cui 8-9 facevao schifo) per 26 Euro!
Un film porno circa 30 anni fa su VHS ti costava circa $80 che era una bella sometta 30 anni fa. Non ho sentito nessuna lamentela della parte dei distributori di allora che era una prezzo spregiudicato e che facevano "troppo" soldi. Eppure nella meta' degli anni 80, si producevano film (su video) per circa $10,000 e che costavano molto cari. Nessuno si lamentava.
Anche i major tradizionali vendevano i loro film su VHS a un prezzo molto alto (si vendevano in 2 binari: "rental" e "seel through"). Cioe' per "rental" significava che costava entro $80-100 e soltanto le videoteche potevano acquistarlo per "noleggio". "Sell through" era per i grandi blockbusters che vendevano per cuirca $25-30 (anche a quel tempo un bella sommetta). Nessuno di loro si lamentava che facavano troppo sildi.
Oggi i majors incassono piu' di 3-4 volte per un film su DVD che quando si guadagnano in sale cinematografiche.
Il 3D e' stato una semplice modo di alzare il prezzo di biglietto per un prodotto che gli costava lo stesso prezzo. I spettatori se ne sono accorti e non sono stupidi. Cioe' in gran parte una volta che hanno visto un film, se ne ritornano a visionare film proiettati su formato tradizionale in 2D, come prima.
Ma non e 'vero che gli incassi per un videoteca tradionale che noleggiava anche film porno era 60%. Anche nei migliori tempi credo che la cifra non sia stata mai piu del 35-40%. Pagare 5-6 Euro per il noleggio un film porno di circa 90 minuti ora e ridiocolo sapendo quello che costa per produrlo per masterizzarlo su un DVD. Molto peggio pagare 35-40 Euro per un nuovo porno in DVD. E' ridicolo e non sorpende che la gente scarica su P2P.

Giulio Tremonti
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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#71 Messaggio da Giulio Tremonti »

Quella delle majors è una battaglia di retroguardia dettata dalla disperazione. Costringere la gente al cinema a vedersi prima del film uno spot in cui si paragona chi copia a dei ladri è diffamazione bella e buona.

Chi ruba sottrae qualcosa a qualcuno il quale non ne ha più la disponibilità. Chi copia non toglie niente a nessuno ma rende disponibile la stessa cosa a più persone (con l'obbligo di citare sempre l'autore, il plagio è sempre una carognata). L'unica conseguenza per l'autore è la riduzione del lucro, ma questo è un suo problema. D'altronde, la copia è sempre esistita ed è diventata un problema solo nel momento in cui la tecnica ha reso possibile la produzione di massa. La cosa assurda è pretendere di fare un sacco di soldi su un idea/informazione duplicabile all'infinito. E' contro il principio del valore-scarsità.

Oggi un cd o un dvd ha un ricarico di 5/10 volte il costo di produzione e questo è conseguenza della barriere in entrata al mercato. Il prezzo di un cd o di un dvd dovrebbe essere uguale al suo costo marginale.
La battaglia dell'industria del copyright mi sembra più che altro un tentativo di ritardare la fine e spremere il più possibile quel che rimane da spremere ma per loro il destino è segnato: verranno spazzati via.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#72 Messaggio da Barabino »

Allora con questa logica, bisognerebbe non pagare i biglietti del treno o dell'autobus, tanto il treno viaggia lo stesso sia che io ci sia a bordo, sia che io non ci sia...
1) l'ignoranza crea, la cultura rimastica.
2) dopo cena non è mai stupro.
3) "Cosa farebbe Kennedy? Lo sai che se la farebbe!"
4) le donne vogliono essere irrigate, non ignorate

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#73 Messaggio da Giulio Tremonti »

Non capisco il paragone. Se sali su un bus senza pagare il biglietto usufruisci di un servizio che non hai pagato. Se ti danno la copia di un film vuol dire che qualcuno l'ha pagato e ne ha fatto copie.
Se acquisto un abito di D&G e lo porto da un sarto per farne cento copie uguali da regalare ad amici e parenti, io e chi li riceve siamo dei ladri? non credo proprio.

Inoltre, il paragone è sballato perchè non si può essere proprietari di un servizio, quindi non si può essere accusati di furto per un servizio non pagato.
...mostrando la medaglia appuntata al bavero: "Il Duce m'ha fatto l'onore di darmi questo grande titolo. E io me ne fregio". (Ettore Petrolini)

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#74 Messaggio da Len801 »

Giulio Tremonti ha scritto:Quella delle majors è una battaglia di retroguardia dettata dalla disperazione. Costringere la gente al cinema a vedersi prima del film uno spot in cui si paragona chi copia a dei ladri è diffamazione bella e buona.

Chi ruba sottrae qualcosa a qualcuno il quale non ne ha più la disponibilità. Chi copia non toglie niente a nessuno ma rende disponibile la stessa cosa a più persone (con l'obbligo di citare sempre l'autore, il plagio è sempre una carognata). L'unica conseguenza per l'autore è la riduzione del lucro, ma questo è un suo problema. D'altronde, la copia è sempre esistita ed è diventata un problema solo nel momento in cui la tecnica ha reso possibile la produzione di massa. La cosa assurda è pretendere di fare un sacco di soldi su un idea/informazione duplicabile all'infinito. E' contro il principio del valore-scarsità.

Oggi un cd o un dvd ha un ricarico di 5/10 volte il costo di produzione e questo è conseguenza della barriere in entrata al mercato. Il prezzo di un cd o di un dvd dovrebbe essere uguale al suo costo marginale.
La battaglia dell'industria del copyright mi sembra più che altro un tentativo di ritardare la fine e spremere il più possibile quel che rimane da spremere ma per loro il destino è segnato: verranno spazzati via.
Il “copyright” (diritti d’autore) e’ stato creato per ricompensare una persona fisica/cammerciale per il lavoro/spese che ha avuto per creare un libbro, disco musicale, film. Quello che non capisco che almeno nel USA questo cavolo di copyright e’stato steso da 13 anni a l’infinito in poco tempo. Immagina 100 anni or sono era sufficiente per una persona di quel tempo di rifarsi i soldi in 13 anni!. E dopo la sua “opera” diventava “dominio pubblico”. Dopo nemmeno 27 anni erano piu’ sufficienti e il “copyright”: e’ stato esteso a circa 60 anni. Disney non volendo che il loro Mickey Mouse cadeva su “public domain” ha fatto estendere il copyright ad infinitum. Oggi si vuole proteggere un “opera” musicale, film, libbro, per un eternita’, anche quando loro ci hanno guadagnato molto e bene de decenni e decenni. E’ questo l’abuso del “copyright” dalla parte della’utore e dei produttori di queste opere. Non voglio negare a questi autori il diritto di farci un certo guadagno ma hanno bisogno di un periodo eterno per sempre gudagnarci sopra? E la gente deve sempre pagare per vedere, leggere, o gordersi di un “opera” scritta, filmata 70 anni fa?

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Re: [O.T.]: Blockbuster in bancarotta

#75 Messaggio da Len801 »

In questi ultimi post (andati fuori topic) si e'parlato di copyright e pirateria.
Pero' e innegabile che varie ditte (in tutte le parti del mondo) hanno "conservato" male (direi probabilmente molto male) le pellicole nei loro archivi.
Ho vuto l'occasione di visionare qualche film italiano girato negli anni 70 e 80. Sono in condizioni lamentevoli (parlo di film su DVD, oppure trasmessi dalle varie rete televisivi) .
E poi se vado a esaminare il catalogo di un un distributore on-line italiano, cosa ci trovo? I film di Toto e De Filippo? Oppure i film di Fenech (non mi posso lamentare della sua bellezza e sensualita) e Johnny Dorelli e Christian De Sica. Ma e' questo il cinema Italiano? Da anni cercavo una versione (abbastanza ottima) di LA CIOCIARA. Si trovava in full-frame di scarsa qualita visiva, oppure doppiata in inglese. Solo poco tempo fa fu ristaurata. E parliamo di un film del 1960 premiato con un Oscar. Se non ci fosse stato per Criterion che ha ristaurato e messo in circolazione dei "classici" film italiano (LADRI DI BICICLETTE, PAISA, SCIUSCUA) non vederebbe niente del cinema italiano all'estero. Insomma ci vuole un ditta straniera per ristaurare uin film italiano? E parliamo anche di quella schifezza che e' la Rai International (di cui noi all'estero possiamo ricevere) o come preferisce farsi chiamare oggi. Programmi interminabili di "cultura", ma mai un film italiano. Per loro esistono soltanto "fiction" (made for TV).
Dunque sia in Italia che altrove, i film marciscono negli archivi dei produttori/distributori, quando li mettono su DVD (quando ci pensano di tanto in tanto) sembra che sia una copia riprodotta d una vecchia VHS. Poi vengono a dire che ci sono i copyright. Spesso si trovano vecchi film "perduti" nella mani di qualche collezionista (perche non dicono pirata?) o cinemateca. Se non fosse per loro, parecchie cose sarebbe perdute per sempre per la grande negligenza.
Fine a qualche anno fa in Nord America non si poteva ottenere certi film su DVD come KING KONG (1933), THE THREE MUSKETEERS (1948,MGM). Ma era possibile ottenerli tramite Hong Kong, Brasile, UK e altri paesi. Si possono acquistare in Asia ottime copie di film americani (per una fesseria) che non sono mai usciti nel USA.
Non e' che la gente non vuole film, non li vuole pagare, o vuole fare soltanto il "pirata". E che a questi major gli interessa mettere su DVD 165 stagioni di una serie televisiva dove ci incassano bene che uscire un film su DVD prodotto nel 1955.
E' il loro modo "capriccioso" di archiviare i film e di distriburili secondo il loro pensiero. C’e una rete televisiva (cable/setellite) in Nord America che si chiama TCM, che ha un vasto catalogo di film della MGM, Warner Bros, ecc. Certi film che trasmettono non sono mai usciti su DVD. Insomma se li vuoi vedere ti devi abbonare.

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