dedicato a chi si riempie la bocca col mercato. E visto che il pericoloso sovversivo che parla non e' esattamente comunista magari fa riflettere.
http://www.corriere.it/economia/09_nove ... aabc.shtml
Il colloquio
«Crisi, otto parole per un inganno
Sulle regole troppe promesse tradite»
Guido Rossi: dal mito del mercato all'etica degli affari, così Wall Street è tornata ai vecchi vizi
«Crisi e regole, siamo ancora a un anno fa». Guido Rossi sembra molto preoccupato di come si sta affrontando il dopo crisi. Anzi, parla di quelle parole-concetto, ne elenca otto, che hanno avviluppato il mondo della finanza, prima provocandone la crisi, poi impedendo qualsiasi tipo di azione riformatrice. «Ma sì, sento tanti paragoni con il crac del 1929 eppure spesso si dimentica che quegli anni sono gli stessi del Glass Steagall Act che separa attività commerciale e di investimento nel credito e della nascita della Sec. Non solo " aggiunge il giurista padre della legislazione Antitrust italiana nonchè ex presidente della Consob ". Quando arriva Roosevelt nel 1933, di gente in galera ne era finita parecchia. Qui si rischia che a pagare sia solo Madoff. Lo stesso che peraltro ha costretto la Sec a confessare di aver seguito con assoluta incompetenza il caso e ad ammettere di non essere stata in grado di intercettare il malaffare ».
A parole, peró, il mondo intero richiede nuove regole, un nuovo assetto sui controlli...
«A parole appunto. Anzi, direi che si è creata una sorta di magia delle parole che ha avvolto il mondo della finanza e che sembra quasi impedire la possibilità di arrivare a modifiche degli attuali assetti. Se vuole le posso fare un elenco...».
Perchè no? Cominciamo dalla prima.
«Il mito del mercato. Dovremmo avere perlomeno l'onestà intellettuale di dire che abbiamo sbagliato tutto. Mentre solo Richard Posner (non a caso un giudice, autore del bellissimo 'A Failure of Capitalism') lo ha fatto».
Che il mercato non abbia funzionato è abbastanza evidente...
«Sì, ma pensi all'altro concetto 'il mercato è democrazia'. Mi basta solo un esempio per smontarlo: Milton Friedman nel 1975 va in Cile da Pinochet consigliandogli di avviare una serie di privatizzazioni e di dare libero sfogo al mercato. Ebbene, entrambi sono scomparsi nel 2006, ma il Cile ha dovuto aspettare un bel po' da quel 1975 prima di vedere la democrazia. Se vuole vado avanti».
Certamente, l'elenco mi pare possa allungarsi...
«Pensi ancora alla trasformazione degli immobili in beni mobili. Delle cose tangibili come un edificio, una casa, sono state trasformate in beni immateriali per poter essere impacchettati, perdendo il legame con la sostanza da loro rappresentata e impedendo di poterne riconoscere i rischi. Ancora, il concetto di autoregolamentazione. Il contratto tra persone e che quindi impegna chi ne è parte ma che prende il posto di norme valide per tutti. E questo in nome del mercato come simbolo di libertà che si tramuta invece in simbolo di distruzione ».
Sin qui peró abbiamo guardato al passato. Ai possibili motivi della crisi. Oggi cosa impedisce di procedere con le riforme?
«Altre parole-concetto molto in voga, per esempio: 'too big to fail'. Espressione stigmatizzata più volte dal Nobel Joseph Stiglitz che ha parlato di azzardi del capitalismo. Azzardi che fanno sì che chi si è comportato in modo scorretto o comunque sbagliando sia stato di fatto premiato con l'immissione di denaro pubblico e quantità di dollari incredibile. Un premio giustificato con il fatto che il suo fallimento avrebbe potuto provocare il collasso del sistema finanziario. E così oggi Goldman Sachs, Citigroup e via dicendo tornano a fare soldi. E tanti. E usando strumenti, come i derivati, che solo un anno fa erano visti come il diavolo e che invece sono tornati a farla da padrone sui mercati».
Eppure nel week end è fallita l'americana Cit che non era piccolina.
«E' vero. Vedremo se si tratterà di un segnale positivo o meno. Perchè, a quanto mi risulta, gli impegni presi nel libro bianco dagli Usa lo scorso 14 giugno sono rimasti lettera morta, dall'agenzia che doveva proteggere il consumatore fino a quella stanza di compensazione dei derivati unico sistema per tentare di depotenziarne gli effetti. Lo scetticismo è d'obbligo: non mi pare che i manager stiano soffrendo per carenza di bonus in questi mesi, anzi è ricominciata la gran distribuzione di denaro a questi signori».
Un'altra parola magica?
«Sì, manager, il versante se permette peggiore. Come definire se non una presa in giro la storia del 'creare valore per gli azionisti'».
Addirittura una presa in giro?
«Ma certo. Diventando loro stessi azionisti hanno alimentato la leva finanziaria perchè a rischiare erano i depositanti, nel caso delle banche, non i soci. La naturale divisione tra proprietà e controllo è stata superata. E il mercato, anche qui, non ha funzionato. La concorrenza non è efficace nel mantenere i compensi sotto controllo tanto che, a seguito di un ricorso ancora di Posner, sarà la Corte suprema degli Stati Uniti a esprimersi su questo versante. E sarà forse la prima vera decisione sui bonus. Rispetto a formule vuote e anche pericolose».
E quali sarebbero queste formule vuote e pericolose?
«Che ne dice della responsabilità sociale delle imprese? »
Anche l'etica degli affari non va bene?
«Ma certo. L'etica degli affari come la responsabilità sociale dell'impresa portano a far credere che le aziende debbano adempiere, cosa della quale peraltro ne hanno anche poca voglia, a funzioni che sono invece del potere pubblico. E' l'indice del fatto che lo Stato viene meno alle sue prerogative e funzioni e se ció accade è la democrazia a soffrirne e a venire meno».
Ma alla fine come se ne esce?
«Ci vorrebbe, e siamo all'ottava parola magica, un'Autorità sovranazionale, mondiale. Ne parlai già alle Nazioni Unite nel 2000. Ma l'idea non è nuova. E' il vecchio laico sogno kantiano di uno jus cosmopoliticum . Come pure la conseguenza delle analisi di John Maynard Keynes. Anche se mi preme dire che sulle autorità internazionali sono ben lontano dalle tesi di Benedetto XVI che mi pare riprenda invece le convinzioni del giurista tedesco Carl Schmitt e quindi di un Impero cristiano dei re Germanici».
Ma si riuscirà a fare questa autorità mondiale?
«Mi permetta di essere pessimista. E' un evento politico non così semplice. Difficile da raggiungere anche solo a livello europeo».
"Duca conte buonasera..sono le 17...le serviamo un tè?" Maurizio Liberti, 25.03.2007
"Sono venuto qui per disgustarmi! oh! Voglio vomitare! oh! siete un cess.... cessi! cessi, diceva toto'! cessi! la banda! cessi!" Carmelo Bene, 1995