ziggy7 ha scritto: ↑08/11/2023, 13:09
TD ha scritto: ↑08/11/2023, 9:03
ci sta che andando verso il veneto ci sia più azione, io sapevo per sentito dire mai provato che le venete erano molto disponibili a dare il culo, la spiegazione che mi fu data era che essendo una regione molto religiosa (nonostante il forte uso di blasfemie nel parlato) le donne per non concedere la verginità prima del matrimonio, concedevano l'entrata posteriore
Sta storia qua avrebbe anche un poco rotto i coglioni eh, ormai le anni che gira ma
1 trez si sarebbe già trasferito, invece è ancora in Lombardia
2 nelle altre regioni meno cattoliche si trombava di brutto sotto il sole perché erano moderne, in veneto invece no perché la chiesa non voleva e controllava Però si dava il culo facile tre volte giorno a uno con cui non si era sposati
3 non si capisce poi come questo retaggio mentale dei tempi antichi sarebbe rimasto e tramandato fino ai tempi moderni e a che scopo. Un culto segreto delle antiche nonne che tramite pergamene genealogiche ...? Una trasmissione genetica reazionaria in antitesi con i fondamentali scopi della tradizione genetica?
Che famo? Misuriamo analmente un campione di venete e uno pari di restoitaliane e verifichiamo i dati empirici?
O la teniamo come cazzata cicciuzzipic... colossale?
E soprattutto, nel primo caso, chi misura e come?
Su ziggy, non fare il bastian contrario, il fatto è arcinoto e documentato.
La cosa è conosciuta fin dall'antichità, viene già accennata nei
Protocolli dei Savi di Colon.
Anche in una fiaba de
Le Mille e una notte si parla di un paese magico, Bassano del Grappa, dove i viandanti, dopo esser stati inebriati dall'alcol, vengono sedotti dalle terga delle fanciulle ivi abitanti e passano folli notti amorose a patto che si limitino all'amore anale e non cerchino di deflorarle (chi cade in tentazione è vittima del sortilegio della castrazione chimica).
Si hanno poi racconti simili nel
Decameranal di Boccaccio, dove viene descritta come pratica ricorrente nel Veneto, soprattutto nelle lunghe notti invernali.
La cosa è ripresa e trattata in maniera più organica nel
Principe sodomita di Machiavelli, in cui è chiaramente illustrato che il motto
il fine giustifica i mezzi, da sempre erroneamente attribuito all'applicazione politica, è da ascriversi invece al campo sessuale, cioè
ogni mezzo è buono per arrivare al culo; gli esempi portati come massima espressione da raggiungere erano perlappunto le terre venete, in particolare Con
igliano e Vicenza, dove l'uso del culo era preponderante rispetto a quello della vagina. Questa tesi fu però avversata dal suo grande oppositore Erasmo da Rotterdammelo che nel suo
Elogio della sodomia specifica bene che determinate virtù sono innate e che vana è una strategia per arrivare a quel fine come teorizzato da Machiavelli. E proprio rifacendosi alle donne venete, specificava che l'insistenza della pratica non era frutto di ingegno umano ma che quella particolare predilezione per l'anal spinto e quasi parossistico era un lascito ancestrale, quasi assurto a rito sacrale.
In tempi più recenti abbiamo la testimonianza diretta e quelle indirette raccolte dall'autore nel voluminoso tomo
Cicciuziade erotica, vero e proprio trattato sessuale, con usanze e specialità tipiche del Nord Italia e propaggini centrali.
Ci sarebbe anche la vicenda di Romeo e Giulietta a ulteriore conferma, ma mi sembrano già sufficienti queste testimonianze per dare valore all'affermazione.