SADOMASO IN CENTRO ESTETICO NEL CUORE DI TORINO
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SADOMASO IN CENTRO ESTETICO NEL CUORE DI TORINO
TORINO - C'era chi si faceva legare alla Croce di Sant'Andrea e frustare con il "gatto a nove code" o chi preferiva essere bloccato alla "gogna" e insultato. Qualcuno voleva addirittura essere insultato e picchiato da una finta infermiera in rigoroso camice bianco. Sono solo alcune delle attività che venivano fatte all' interno del centro estetico "Carpe Diem", scoperto e sequestrato dai carabinieri della Compagnia San Carlo in via Lagrange, nel cuore di Torino.
Più che un privè per appassionati del genere Bdsm (è l' acronimo di Bondage, dominazione, sadismo e masochismo), per il pm Stefano Castellani era invece una casa d' appuntamenti in cui la titolare, Manuela L., 25 anni, indagata a piede libero, faceva prostituire due amiche con tariffe variabili tra i 100 e i 250 euro a seconda delle prestazioni richieste.
L'appartamento era suddiviso in 'stanze tematiche': 'medical', dove i clienti si facevano sottoporre a ogni tipo di terapia da dottoresse improvvisate; 'medievale' con un vasto assortimento di fruste, catene, borchie, lacci, una gogna in pieno stile tortura e una croce a muro; e 'normal' con un ambiente tradizionale. Secondo i carabinieri, il giro d' affari sarebbe stato di circa 10 mila euro al mese, con clienti che andavano dall' insegnante di scuola superiore al libero professionista, dall' impiegato di banca allo scultore. Il "reclutamento" avveniva telefonicamente attraverso inserzioni su un giornale di annunci gratuiti o attraverso un intrigante sito internet. Per l' accusa, Manuela L. riceveva fino a 200 telefonate al giorno.
"La mia era un terapia - ha sostenuto la giovane titolare, una brunetta appariscente - non una forma di prostituzione. Ho solo aiutato le persone a risolvere i loro problemi, nel mio studio non ci sono mai stati rapporti sessuali e non ho mai fatto del male a nessuno. Chi me lo chiedeva lo cacciavo via. Telefonate? Non più di 30 al giorno".
La giovane torinese abita con i genitori in un quartiere popolare ed è difesa dall' avvocato Gianfranco Ferreri, che ha definito il suo centro "un parco giochi per adulti". "Non ho mai chiesto soldi per pratiche sessuali - si è difesa - ma solo rimborsi dai clienti per l' acquisto delle attrezzature e la gestione del centro come un circolo privato. Guadagnavo come una impiegata. Non ho un conto in banca e, per affittare l' alloggio dove ho aperto il centro, mio padre ha dovuto fare da garante per me".
I clienti di Manuela L. arrivavano da Liguria, Toscana, Lombardia, oltre che ovviamente da Torino. "C'erano professionisti abituati a comandare tutto il giorno che volevano provare la sensazione opposta - ha spiegato Manuela - oppure chi voleva tornare ad essere bambino e ricordare i tempi in cui la mamma lo sgridava con il battipanni. Per loro era una valvola di sfogo e le pratiche sado-masochistiche non erano mai finalizzate a rapporti sessuali. C' era anche un operaio della Fiat che in cambio delle frustate mi puliva gratuitamente il centro quando finiva il suo orario di lavoro in fabbrica".
L' inchiesta è nata dalle segnalazioni fatte da alcuni abitanti dello stabile di via Lagrange. Il blitz dei carabinieri è scattato il 27 dicembre e, all' interno dei locali, sono state trovate due "massaggiatrici" impegnate con altrettanti clienti. Nell' ambito del blitz sono stati sequestrati anche alcuni filmini in cui si vedono clienti a cui piaceva essere sporcati con escrementi e varie agende su cui la titolare teneva i conti. "Se fosse legalizzato il sadomasochismo - ha detto Manuela - non avrei problemi a pagare le tasse".
Più che un privè per appassionati del genere Bdsm (è l' acronimo di Bondage, dominazione, sadismo e masochismo), per il pm Stefano Castellani era invece una casa d' appuntamenti in cui la titolare, Manuela L., 25 anni, indagata a piede libero, faceva prostituire due amiche con tariffe variabili tra i 100 e i 250 euro a seconda delle prestazioni richieste.
L'appartamento era suddiviso in 'stanze tematiche': 'medical', dove i clienti si facevano sottoporre a ogni tipo di terapia da dottoresse improvvisate; 'medievale' con un vasto assortimento di fruste, catene, borchie, lacci, una gogna in pieno stile tortura e una croce a muro; e 'normal' con un ambiente tradizionale. Secondo i carabinieri, il giro d' affari sarebbe stato di circa 10 mila euro al mese, con clienti che andavano dall' insegnante di scuola superiore al libero professionista, dall' impiegato di banca allo scultore. Il "reclutamento" avveniva telefonicamente attraverso inserzioni su un giornale di annunci gratuiti o attraverso un intrigante sito internet. Per l' accusa, Manuela L. riceveva fino a 200 telefonate al giorno.
"La mia era un terapia - ha sostenuto la giovane titolare, una brunetta appariscente - non una forma di prostituzione. Ho solo aiutato le persone a risolvere i loro problemi, nel mio studio non ci sono mai stati rapporti sessuali e non ho mai fatto del male a nessuno. Chi me lo chiedeva lo cacciavo via. Telefonate? Non più di 30 al giorno".
La giovane torinese abita con i genitori in un quartiere popolare ed è difesa dall' avvocato Gianfranco Ferreri, che ha definito il suo centro "un parco giochi per adulti". "Non ho mai chiesto soldi per pratiche sessuali - si è difesa - ma solo rimborsi dai clienti per l' acquisto delle attrezzature e la gestione del centro come un circolo privato. Guadagnavo come una impiegata. Non ho un conto in banca e, per affittare l' alloggio dove ho aperto il centro, mio padre ha dovuto fare da garante per me".
I clienti di Manuela L. arrivavano da Liguria, Toscana, Lombardia, oltre che ovviamente da Torino. "C'erano professionisti abituati a comandare tutto il giorno che volevano provare la sensazione opposta - ha spiegato Manuela - oppure chi voleva tornare ad essere bambino e ricordare i tempi in cui la mamma lo sgridava con il battipanni. Per loro era una valvola di sfogo e le pratiche sado-masochistiche non erano mai finalizzate a rapporti sessuali. C' era anche un operaio della Fiat che in cambio delle frustate mi puliva gratuitamente il centro quando finiva il suo orario di lavoro in fabbrica".
L' inchiesta è nata dalle segnalazioni fatte da alcuni abitanti dello stabile di via Lagrange. Il blitz dei carabinieri è scattato il 27 dicembre e, all' interno dei locali, sono state trovate due "massaggiatrici" impegnate con altrettanti clienti. Nell' ambito del blitz sono stati sequestrati anche alcuni filmini in cui si vedono clienti a cui piaceva essere sporcati con escrementi e varie agende su cui la titolare teneva i conti. "Se fosse legalizzato il sadomasochismo - ha detto Manuela - non avrei problemi a pagare le tasse".
- donegal
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- Località: Torino, neh !
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Proprio di fronte a Marvin, accanto a quella sartoria dalla grande insegna.
La conferenza stampa esagerata sembrava sullo stile di quando viene sgominato un clan di camorristi... Vai Banito che ora la città è stata ripulita da questo pericoloso criminale, possiamo tirare un sospiro di sollievo
La conferenza stampa esagerata sembrava sullo stile di quando viene sgominato un clan di camorristi... Vai Banito che ora la città è stata ripulita da questo pericoloso criminale, possiamo tirare un sospiro di sollievo

Maturità e depravazione battono sempre gioventù e bellezza
- Inchiostro Simpatico
- Veterano dell'impulso
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- Iscritto il: 01/05/2001, 2:00
Manuela è una benefattrice.
La propongo per il titolo di Cavaliere del lavoro.
Certo che come imprenditrice è una frana: 10.000 euro al mese diviso 3 fa 3.300 euro a testa ogni mese: veramente
non molto per un bordello.
E poi senza tredicesima e premio di produzione.
La propongo per il titolo di Cavaliere del lavoro.
Certo che come imprenditrice è una frana: 10.000 euro al mese diviso 3 fa 3.300 euro a testa ogni mese: veramente
non molto per un bordello.
E poi senza tredicesima e premio di produzione.
STATO LADRO & RAPINATORE
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
La ricchezza è solo un boccaglio in un mare di merda (N. Balasso)
figata, mi immagino già mercedes bresso che prende a sculacciate chiamparino gridandogli "sono la tua presidente!! si!si!si!"
I'm just another bored male, approaching 30, in a dead-end job, who lives for the weekend. Casual sex, watered-down lager, heavily cut drugs. And occasionally kicking fuck out of someone.
VIZI PROIBITI SOTTO LA MOLE
Come dovevasi dimostrare. Sabato scorso con un'inchiesta choc abbiamo raccontato una Torino che è diventata portabandiera dell'industria del sesso in Italia, più della metropoli Milano, assai più di Roma. Non proprio come Amsterdam, ma giù di lì. Sesso per tutti i gusti, dove il vecchio night appare come una sorta di pensione per educande. E ieri, da una bella palazzina liberty di via Lagrange, tra banche e uffici, è saltato fuori il covo dei supplizi erotici. Avete capito ben, altro che bordello stile "viva lain" che appena quattro anni fa fece gridare allo scandalo per i vizietti di vip, calciatori, professionisti e industriali che una serie di maliziose telecamere della polizia avevano filmato in tanga succinti e anche peggio. Qui, sotto la fittizia insegna di "centro benessere", etichetta che ha fatto infuriare - e a ragione - chi di benessere ci campa onestamente, c'erano aggeggi per mettere in croce i pervertiti, gogne che sembrano tratte da un film sull'inquisizione spagnola, fruste, manette e catene. La sinuosa e avvenente tenutaria, che ovviamente è stata denunciata, aveva sfogliato un vecchio vocabolario di latino, scomodando addirittura Orazio Flacco, per trovare il nome adatto. Così sulla facciata era comparsa l'insegna "Carpe Diem". Un richiamo quasi subliminale, visto che tra i clienti «che venivano lì per farsi umiliare» - come racconta la Pantera, al secolo Manuela Licausi, che ama anche definirsi «una dominatrice», vi erano insegnanti, professori di liceo (bell'esempio...) e tanti professionisti. Tralasciando il fatto che lei, la Pantera, tenta di spacciarsi come una sorta di terapeuta («ho aiutato solo le persone a risolvere i propri problemi»), viene da chiedersi quanti "umiliandi" hanno frequentato questo bordello in un anno abbondante di attività . E soprattutto che cosa nasconda questa Torino supermarket del sesso che anche grazie a Internet richiama un turismo non proprio olimpico e alimenta inchieste che potrebbero far arrossire il più scafato dei pubblici ministeri. Pruriti a parte, abbiamo scoperto un lato oscuro della nostra città che stride con le grida di dolore della crisi e del caro vita. Già perchè «per farsi umiliare» bisognava scucire alla Dominatrice fior di quattrini, anche se lei sostiene di «guadagnare come un'impiegata». Del sesso estremo, ovviamente.
Beppe Fossati
[img:b9cb35dd7f]http://www.torinocronaca.it/public/imag ... 02dcc1.jpg[/img:b9cb35dd7f]
Come dovevasi dimostrare. Sabato scorso con un'inchiesta choc abbiamo raccontato una Torino che è diventata portabandiera dell'industria del sesso in Italia, più della metropoli Milano, assai più di Roma. Non proprio come Amsterdam, ma giù di lì. Sesso per tutti i gusti, dove il vecchio night appare come una sorta di pensione per educande. E ieri, da una bella palazzina liberty di via Lagrange, tra banche e uffici, è saltato fuori il covo dei supplizi erotici. Avete capito ben, altro che bordello stile "viva lain" che appena quattro anni fa fece gridare allo scandalo per i vizietti di vip, calciatori, professionisti e industriali che una serie di maliziose telecamere della polizia avevano filmato in tanga succinti e anche peggio. Qui, sotto la fittizia insegna di "centro benessere", etichetta che ha fatto infuriare - e a ragione - chi di benessere ci campa onestamente, c'erano aggeggi per mettere in croce i pervertiti, gogne che sembrano tratte da un film sull'inquisizione spagnola, fruste, manette e catene. La sinuosa e avvenente tenutaria, che ovviamente è stata denunciata, aveva sfogliato un vecchio vocabolario di latino, scomodando addirittura Orazio Flacco, per trovare il nome adatto. Così sulla facciata era comparsa l'insegna "Carpe Diem". Un richiamo quasi subliminale, visto che tra i clienti «che venivano lì per farsi umiliare» - come racconta la Pantera, al secolo Manuela Licausi, che ama anche definirsi «una dominatrice», vi erano insegnanti, professori di liceo (bell'esempio...) e tanti professionisti. Tralasciando il fatto che lei, la Pantera, tenta di spacciarsi come una sorta di terapeuta («ho aiutato solo le persone a risolvere i propri problemi»), viene da chiedersi quanti "umiliandi" hanno frequentato questo bordello in un anno abbondante di attività . E soprattutto che cosa nasconda questa Torino supermarket del sesso che anche grazie a Internet richiama un turismo non proprio olimpico e alimenta inchieste che potrebbero far arrossire il più scafato dei pubblici ministeri. Pruriti a parte, abbiamo scoperto un lato oscuro della nostra città che stride con le grida di dolore della crisi e del caro vita. Già perchè «per farsi umiliare» bisognava scucire alla Dominatrice fior di quattrini, anche se lei sostiene di «guadagnare come un'impiegata». Del sesso estremo, ovviamente.
Beppe Fossati
[img:b9cb35dd7f]http://www.torinocronaca.it/public/imag ... 02dcc1.jpg[/img:b9cb35dd7f]