ROMA - C’è una legge, alla Camera dei deputati, che non riesce a sbloccarsi, non va nè avanti nè indietro. Bossi è d’accordo. Il duo effe-effe Fini-Follini, pur con qualche sopracciglio inarcato, è d’accordo anche lui. Berlusconi non ne parliamo: fu il Cavaliere a proporla per primo, proprio dalle colonne di Libero. Eppure il disegno di legge sulla prostituzione è lì, bloccato da quasi un mese in commissione Giustizia. Motivi di ordine pubblico, a quanto pare.
Il fatto è che come tutti i progetti di legge, anche questo prevede le audizioni delle categorie interessate. Ovvio: parlo di medicine, invito a dire la loro i farmacisti; riduco le dimensioni dei quadratini delle reti per la pesca d’altura (succede anche questo) ed ecco il capo dei pescatori d’altura fornire ai parlamentari il suo (...)
(segue a pagina

(...) autorevole parere in materia. Precedenti ce ne sono in quantità , come possono documentare i noiosissimi bollettini delle sedute delle commissioni parlamentari. Questa volta peró la faccenda, non si capisce bene perchè, ha assunto una piega diversa. O forse si capisce, perchè. Gira gira, la questione è riassumibile nei termini seguenti: possono delle signore che esercitano il mestiere più antico del mondo (come si dice quando non si vuole dire prostitute) entrare nel tempio delle istituzioni, calpestare i pianciti che calpestano ministri e deputati, deambulare nei corridoi dove deambularono Giolitti e De Gasperi. Insomma: possono delle puttane entrare in Parlamento? Se già qualcuno si è voltato dall’altra parte scandalizzato sappia che non è finita. Perchè oltre a loro, le signore di nascita, ci sono anche le signore, chiamiamole così, di costituzione. Insomma, i transessuali. Dopotutto il provvedimento interessa da vicino anche loro: soprattutto loro, se è vero (lo sostengono gli intenditori) che la concorrenza che fanno alle donne d’origine controllata è diffusissima e implacabile. E forse proprio per questo l’opposizione ha chiesto già da tempo di invitare le une e le altre in commissione Giustizia per sapere che ne pensano di quel progetto di legge. Ma il tempo stringe, il ddl dovrebbe andare in aula prima della fine dell’anno: il nodo delle audizioni, quindi, va sciolto adesso. La Camera dei deputati per un giorno come la più grande casa chiusa del Paese?
La risposta che finora è aleggiata la si puó racchiudere nella seguente domanda: «Ma non se ne puó fare a meno?». Garante del buon andamento dei lavori nonchè, si suppone, della moralità del luogo in cui si svolgono, il presidente della commissione Gaetano Pecorella manifesta più di un dubbio. «Se diamo corso a tutte le audizioni che hanno richiesto, passano altri due anni». E fin qui, come dargli torto. «E poi, insomma». Segue un silenzio che forse è indicativo. Ma stiamo ancora girando intorno all’argomento. «àˆ che andiamo a creare il precedente». Prostitute e transex che all’improvviso diventano di casa a Montecitorio: ecco il punto. Magari qualcuno apprezzerebbe. «Bisogna sentire cosa ne pensa Casini». Addirittura. «Sta a lui decidere: ma ho l’impressione che quelle audizioni, alla fine, si faranno». Una tragedia. Dalla presidenza della Camera assicurano che «la questione ancora non si è posta». Ma l’inevitabile gossip spiffera che Pier Ferdi l’ha già detto chiaro e tondo: invitate chi vi pare, non voglio entrarci.
Uno che deve entrarci per forza è il capogruppo forzista Luigi Vitali. Il quale ridacchia: «A me personalmente non creerebbe alcun disturbo. Ma se a qualcuno l’idea non andasse giù si potrebbe sempre spedire a quelle signore il testo del provvedimento e chiedere un parere scritto: l’abbiamo già fatto altre volte». Ma poi chi sarebbero queste signore di cui andiamo parlando? «Tutta zente che frequenta congressi internassionali, mica tipi presi così, per strada»: chissà perchè, il bolognese di Franco Grillini sembra aggiungere pepe ad una vicenda che più pepata di così non potrebbe essere. àˆ lui, onorevole diessino e gay dichiarato, ad avere chiesto di ascoltare la leader del comitato per i diritti delle prostitute Carla Corso («una che è già al suo terzo libro, sa?») e il transessuale sessantenne Marcella Di Folco, 150 chili di peso e una voce cavernosa che quando ti incontra e dice CIAO, COME VA? sembra il doppiatore di Hulk in persona.
Giovedì prossimo ci sarà una riunione della commissione che si annuncia decisiva. Almeno per capire se la scontatissima battuta sul casino delle libertà rischia davvero di trovare spazio su qualche titolo di giornale, oppure no.