THE 8TH DAY (2009,Adam & Eve)

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THE 8TH DAY (2009,Adam & Eve)

#1 Messaggio da alexis machine »

THE 8th DAY

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PRODUZIONE: Adam & Eve
ANNO: 2009
Uscita: 8 settembre 2009 (USA)
DURATA: 262 min
Produttore: Kylie Ireland
REGIA: Ren Savant
CAST: Kayden Kross, Amber Rayne, Tori Black, Bree Olson, Daryl Hanah, Violet Marcell, Kylie Ireland, Trinity Post, Jandi Lin, Poppy Morgan, Krissy Leigh, Tyler Knight, Evan Stone, Tommy Gunn, Derrick Pierce, Cheyne Collins, Aaron Wilcox, Sledge Hammer, Jerry, Chris Cannon, Jack Logan
Trama (pubblicita’ Adam & Eve): Time is running out in this apocalyptical erotic adventure. Awakened from a cryogenic slumber, Samantha (Kayden Kross) finds the world she used to know is gone. Lost in a strange city overrun by brutal tribes of proto-humans and teeming with sexual fervor, Samantha is rescued by a scrappy scavenger girl (Amber Rayne). Samantha's only hope for salvation lies in the hands of the charismatic ruler of a desolate dessert village, known as Elysium Fields. But when Prince Amir takes Samantha under his wing, he discovers who she really is and decides that she must make the ultimate sacrifice. Time is up. Time is over.

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Forse se n’era già discusso altrove ma, nel dubbio, mi preme ribadirlo in questa sede: io sono un tifoso sfegatato della Adam & Eve, un loro devoto ammiratore. Lo sono diventato grazie a quello che ho visto, nei loro film, e per quello che ho letto, sulla storia di questa compagnia che occupa una posizione dominante nel mercato hard mondiale senza venire meno alla qualità del suo vastissimo catalogo. Fondata nel 1970 da due studenti della University Of North Carolina, Tim Black e Phil Harvey, la Adam & Eve nasce come organizzazione no-profit dedita alla vendita per corrispondenza di contraccettivi e materiale legato all’educazione sessuale i cui profitti venivano poi investiti in programmi per la pianificazione familiare nei paesi poveri e in via di sviluppo. Attività pionieristica in un periodo nel quale, nonostante la rivoluzione sessuale, l’amore libero e tutto il resto, vendere preservativi attraverso canali non medici era, leggi alla mano, addirittura perseguibile penalmente. Grazie all’enorme successo ottenuto da questa sua prima incarnazione, la compagnia ha nel tempo allargato il suo raggio d’affari ad altri settori inerenti come la distribuzione di materiale erotico per adulti (riviste, sex toys) e alla produzione di film pornografici (la Adam & Eve Pictures, il loro brand più noto, perlomeno da noi).

Un successo conseguito restando sostanzialmente fedeli a quell’insieme di valori e principi che ne avevano ispirato la nascita: ancora oggi questa azienda devolve il 25% annuo dei loro guadagni in beneficienza (“hard-core philantropist” li ha definiti un grande giornale americano), è attiva nella lotta contro la povertà, le malattie (cancro e AIDS), in difesa della libertà sessuale e di parola ed è una delle poche compagnie di così grandi dimensioni ad assegnare una significativa quota del pacchetto azionario in mano ai propri dipendenti. Una filosofia socio-economica che si riflette anche sul piano filmico, ovvero nella produzione pornografica, che è poi l’aspetto che più c’interessa più da vicino. Buona parte dei film della Adam & Eve, in particolare quelli con trama, risentono di un’impostazione formale e concettuale molto anni settanta, libertaria, autoriale, porno-chic. Un’operazione che punta a conferire spessore estetico e narrativo a quella che è, nel complesso, la componente non sex. Un modo di fare cinema che punta a rivisitare lo stile della Golden Age attraverso un’impronta pornografica al passo coi tempi (leggasi: scene di sesso più intense, esplicite, spettacolari). Investendo su soggetti e idee originali anziché giocarsi sistematicamente la carta della porno-parodia o del porno-remake. E girando in modo più naturalista e meno patinato rispetto ad esempio a concorrenti come la Vivid o la Wicked, ad esempio.

Alla luce di queste premesse, il film di cui parliamo oggi, “THE 8th DAY”, rappresenta forse il nul plus ultra, o comunque uno dei vertici raggiunti nel tentativo di realizzare un hard intelligente ed “adulto” in tutti i sensi. Vero e proprio kolossal pornografico e fantascientifico di circa 260 minuti (più di quattro ore), diviso in quattro dischi, “THE 8th DAY” si riallaccia, sia sul piano tematico che su quello iconografico, a certa science fiction allegorica e distopica in voga negli anni settanta con rimandi, più o meno impliciti, a film come THE CRAZIES (“La città verrà distrutta all’alba”), THE OMEGA MAN (“Occhi bianchi sul pianeta terra”) (1971), SOYLENT GREEN (“2022: i sopravvissuti”) (1973) e la serie “MAD MAX” (il terzo capitolo in particolare).
Ambientato in una sorta di medioevo prossimo venturo dove un imprecisato esperimento nucleare (“The Big Burn”) ha generato una sorta di olocausto tecnologico riportando la terra al suo stato primitivo e riducendo i pochi sopravvissuti a esseri mutanti e deformi o a tribù di selvaggi (più o meno buoni) in perenne lotta fra loro per la sopravvivenza, “The 8th Day” racconta la storia di Samantha Alexander (Kayden Kross), figlia dello scienziato responsabile della catastrofe e da questi messa in salvo in una cella crionica, e del suo lungo e avventuroso pellegrinaggio lungo questa terra desertica e desolata, accompagnata dalla cacciatrice Melinda Lucas (Amber Rayne), fino a raggiungere la comunità di tale Prince Amir, sorta di profeta anti-tecnologico (e apologeta dei piaceri del sesso) venerato come un messia, che ben presto rivelerà una natura corrotta e inaspettata e uno stretto legame con il folle esperimento del padre di Samantha.

Non si salva nessuno in questo “The 8th Day”, né gli scientisti votati all’onnipotenza, che conduce ineluttabilmente al sacrificio di vite umane come fossero cavie da laboratorio, né i fautori di un ritorno alla natura, dove vige solo la legge del più forte e dove, a parte la libertà di fottere a destra e a manca come animali, l’anarchia di fondo non porta alcun beneficio agli “uomini nuovi”. E il finale è quanto di più pessimistico (e liberatorio) si possa immaginare. A salvarsi, anzi ad uscire vincitore da una sfida non facile - gestire un minutaggio così ampio e una produzione così ambiziosa - è per fortuna il film stesso. Prodotto, scritto e diretto con grande mestiere dal regista Ren Savant - già noto agli appassionati per i suoi trascorsi alla Vivid e per aver firmato tre episodi della celeberrima serie lesbo “NO MAN’S LAND” - “The 8th Day” si mantiene in perfetto equilibrio fra esigenza narrative e pornografiche, scegliendo di non penalizzare le scene di sesso (tutte intorno ai 20 minuti minimo) riducendole ad una serie di highlights e al contempo di sviluppare la trama e i personaggi in maniera efficace. Proprio a questo attento e generoso bilanciamento di entrambe le componenti si deve l’anomala dilatazione temporale del formato.

I meriti del film sono evidenti nella realistica e curatissima ricostruzione di un microcosmo futuribile e post nucleare: splendida in particolare la sequenza in cui Kayden Kross si aggira per una periferia deserta e spettrale, popolata solo da palazzi diroccati e archeologia industriale, spazzata da un vento gelido e assediata da una natura che sta lentamente riprendendo possesso di ciò che l’uomo aveva appaltato. Ma a fare dell’opera un piccolo capolavoro, nel suo genere, sono soprattutto una sceneggiatura semplice e calibrata, che sa proporre dialoghi all’altezza dei temi trattati, una splendida fotografia (di Mon Marquis, premiato agli AVN Awards 2010) - arsa e terragna di giorno, livida nelle scene notturne - l’attenzione rivolta ai trucchi e ai costumi (entrambi di ottimo livello) e la grande prova del cast maschile e femminile. Fra le ragazze in particolare brillano - non solo come eccellenti performer - la protagonista Kayden Kross, brava a restituire il senso di malinconia e spaesamento di una bella addormentata che si risveglia in un mondo dove nulla di ciò che conosceva esiste più, e, vera e propria rivelazione, Amber Rayne. Non so se quest’ultima, prima di diventare la “principessa del foro” di tanti gonzo, abbia seguito qualche corso di recitazione o cosa, ma vi assicuro che se la cava davvero bene (bene come ho visto fare a pochissime altre pornostar in vita mia), perfetta nei panni di un personaggio grintoso, energico e un po’ mascolino (contraltare all’eleganza misurata della Kross) che le calza a pennello.

Un consiglio da cinefilo: prendetevi tutto il tempo che vi serve e guardatevelo, almeno una volta, dall’inizio alla fine. I minuti trascorreranno velocemente e a poco a poco vi accorgerete che ne sarà valsa la pena. Per il resto ci sono sempre le scene di sesso che non perdono un’oncia della loro efficacia anche se scorporate dalla trama.

“The 8th Day” rappresenta uno dei maggiori successi nella storia della Adam & Eve e ha totalizzato ben 7 riconoscimenti agli AVN Awards 2010 fra cui quello come miglior film dell’anno.

SCENA 1: (Kayden Kross, Tommy Gunn, Aaron Wilcox, Jack Logan)
Risvegliatasi in forma strepitosa dopo una lunga ibernazione, Samantha (Kayden Kross) è comprensibilmente affamata di sesso e di libertà. Mentre vaga tutta nuda, come una sorta di Eva post nucleare, nel fantascientifico laboratorio che fu del padre scienziato, s’imbatte non in uno, ma in ben tre aitanti Adami (Gunn, Wilcox, Logan), un cencio di pelle nera al posto della foglia di fico, e non ci pensa due volte a saltargli addosso. Ma sta succedendo veramente o è solo un sogno? Alla fine del pantagruelico amplesso, una brutta sorpresa attende Kayden. Ma quello che c’è prima compensa ampiamente la delusione. In un silenzio glaciale e aurorale, che si riverbera nelle scenografie tubolari e metalliche della stanza simile al ventre di una navetta spaziale, Kayden dà vita ad una perfomance strepitosa, ben assistita da Gunn e Wilcox mentre a Logan piace solo guardare. Lasciva si sbaciucchia i suoi ragazzoni che è uno spettacolo, esegue pompini degni del Louvre e si dibatte fra irresistibili contrazioni orgasmiche con grida melodiose di sirena. Viene pompata ripetutamente in bocca-fica e riceva una doppia venuta in faccia e sulle belle chiappe. E lo fa con l’eleganza bollente di una diva hollywoodiana degli anni 50. Magnifica scena. Superba lei.

SCENA 2: (Kylie Ireland, Jandi Lin, Derrick Pierce)
Kayden, dopo aver vagato senza meta per la città deserta, ripara in un casermone diroccato dove, fra vecchi mobili scampati al disastro (un divano, una lampada, un grammofono), una neo-barbara (Ireland) di diletta coi suoi due schiavi: maschio (Pierce) e femmina (Lin). Kayden si nasconde e assiste a tutta la scena. Criniera punk e tatuaggi tribali Kylie Ireland, giumenta stagionata e insaziabile, dà il meglio di se dopo un breve intermezzo S/M fra Pierce e la Lin: gole profonde, cowgirl e anal a tutto spiano con Pierce, mentre la Lin, in punizione, si limita a guardare la sua padrona. Infine questa, compiaciuta, le concederà di ricevere in bocca la copiosa sborrata di Pierce. Scena di grande impatto, anche questa, costruita su misura per le sempre notevoli doti e la fisicità impressionante della Ireland.

SCENA 3: (Krissy Leigh, Tyler Knight)
Samantha (Kayden) viene catturata da uno “scavenger” (Knight), un avventuriero che traffica in beni materiali scampati alla catastrofe. Knight la conduce ammanettata nella spelonca di un ricettatore. In cambio del suo bottino quest’ultimo gli concede le grazie della bionda Krissy Leigh, in uno stanzino sul retro. Nel mentre sopraggiunge Mel (Amber Rayne), “scavenger” anch’essa e rivale di Knight, che impietosita la libera. Lo stallone nero, ovviamente, non si accorge di nulla perché troppo impegnato. Dopo un bel pussy licking e un grazioso 69, Knight cavalca la remissiva Leigh a cagnolina. Scopata di discreta intensità ma inferiore alle precedenti.

SCENA 4: (Bree Olson, Poppy Morgan, Tori Black)
Samantha (Kayden) e Mel (Amber) attraversano il deserto dirette verso il villaggio più vicino. Accampatesi attorno ad un fuoco per la notte, vengono svegliate da versi belluini e ringhi animaleschi. Sono tre adepte della tribù dei Puma (Olson, Morgan, Black) che celebrano i loro rituali al plenilunio. Originalissimo threesome lesbico girato di notte e in esterni (una spianata silicea sotto una parete rocciosa). Nude e con gli splendidi corpi decorati da seducenti striature feline Bree, Tori e Poppy si avvinghiano come selvagge sbranandosi sessualmente a vicenda. La vittima è di volta in volta costretta subire i furibondi colpi di lingua e di dita delle altre due. Scena inquietante ed eccitante. Le tre donne-puma così immedesimate nei personaggi da fare quasi paura.
La scena si è aggiudicata un meritato AVN Award come “Best All-Girl Threeway Sex Scene”.

SCENA 5: (Daryl Hanah, Violet Marcell, Evan Stone)
Sam e Mel giungono infine nel regno di Prince Amir, una sorta di comune fatta di tende e costruzioni di legno che sorge come un’oasi in mezzo al deserto (si vedono acqua, cibo e comodità sconosciute a chi vive fuori dalle sue mura). Qui assistono alla predica dell’invasato profeta che benedice il disastro nucleare per aver ricondotto l’umanità alla sua vera natura. Quindi si danno inizio ai festeggiamenti in suo onore. Fra questi una sorta di rappresentazione mimica e pornografica del peccato originale. La bionda Hanah nei panni di Eva, la mora Marcell serpentesca tentatrice e Stone che fa Adamo. Esplosivo threesome in cui l’energia sessuale dei protagonisti dev’essere pari se non superiore a quella che ha devastato la terra nel film. Daryl e Violet spolpano letteralmente Stone con pompini congiunti strepitosi. Poi questi si scatena impegnandole simultaneamente in un’escalation di figure sessualmente acrobatiche. Gran venuta finale nella croce degli occhi della Marcell. Eccellente performance delle due. Inesauribile Stone.

SCENA 6: (Amber Rayne, Cheyne Collins, Sledge Hammer)
Il principe Amir dà udienza a Mel (Rayne) e la loda per i suoi servigi. Per “purificarla” dal mondo esterno, così dice lui, le intima una mega-scopata con le due sue guardie del corpo (Collins e Hammer). E allora via, purifichiamoci. Dopo aver stupito un po’ tutti con le sue insospettabili doti di attrice, Amber torna a fare quello in cui è maestra. Il “red carpet” per il momento può attendere. Anche perché nella categoria “miglior scopatrice non protagonista” il nostro personale Oscar non glielo toglie nessuno. In un tripudio di deepthroat antropofagi, anal vertiginosi, doppie penetrazioni, quella silfide di Amber spreme fino all’ultima goccia i due muscolosi partner (Hammer in particolare: una specie di gigante, tipo giocatore di rugby samoano).

SCENA 7: (Amber Rayne, Daryl Hanah, Trinity Post, Chris Cannon, Jerry, Tyler Knight)
Il principe Amir invita Sam (Kayden Kross) e Mel (Amber Rayne) ad un grande banchetto a cui partecipa anche una vecchia conoscenza (Tyler Knight). Il filibustiere derubato reclama i suoi diritti su Sam. Con salomonica saggezza il principe dirime la disputa tenendosi la ragazza per sé. Ai convitati non resta che approfittare del desco reale per scatenare un’orgia gigantesca coinvolgendo anche le due ancelle che servono a tavola (Hanah e Post). Tripla accoppiata di straordinaria intensità con l’anal, ottimo e abbondante, come piatto forte. Daryl ed Amber dominano la scena. Pel di carota Trinity Post non sarà magari questa gran bellezza ma affianca degnamente le due protagoniste.

SCENA 8: (Kayden Kross, Violet Marcell, Evan Stone)
Appartatosi nelle sue stanza intanto il principe Amir seduce Sam (Kayden). Al dunque, però, le rivela che le radiazioni che gli hanno conferito immortalità, eloquenza e potere gli hanno purtroppo atrofizzato l’uccello. Ci sono però altri modi in cui lei può darle piacere. Ad esempio dandosi da fare con i cortigiani Evan Stone e Violet Marcell mentre lui si gode lo spettacolo da vero aristocratico voyeur. Il film si chiude in modo speculare a come si era aperto: nel segno della Kross. Valorizzata al massimo dall’intesa erotica con la splendida Marcell (enorme talento sprecato: solo 16 film al suo attivo dal 2006 ad oggi) e strapazzata dal ciclone Stone (memorabile quando viene risucchiato da Violet mentre Kayden gli lecca il culo e le palle), la Kayden (strepitosi i suoi orgasmi e le sue risatine eccitate) si conferma il volto (e il corpo) per antonomasia della Adam & Eve e una delle migliori attrici/performer in circolazione.


VOTO: 8

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Re: THE 8TH DAY (2009 Adam & Eve)

#2 Messaggio da sensibilmente »

otto scene in 262 minuti = 32 minuti per ogni scena
ecchecazz .....
la vita è troppo importante
per essere presa seriamente

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alexis machine
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Re: THE 8TH DAY (2009 Adam & Eve)

#3 Messaggio da alexis machine »

sensibilmente ha scritto:otto scene in 262 minuti = 32 minuti per ogni scena
ecchecazz .....
No, vabbè, compresa la trama, qui più consistente che altrove, le scene di sesso durano una ventina di minuti l'una, qualcuna anche qualcosina meno. :wink:

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