Gargarozzo ha scritto: ↑04/10/2018, 13:09
E' bizzarro, ma cercando un posto già esistente dove si potesse parlare e mettere a confronto le proprie filosofie personali (ed eventuali esperienze, avventure, disavventure, e spaccati di vita...) non ho trovato niente che mi soddisfacesse, trovando casomai argomenti più specifici.
Mi ha sempre attratto questo topic ma al contempo me ne sono sempre stato alla finestra, un po’ per vederne l’evoluzione, un po’ perché per parlare di filosofie di coppia equilibri e trasgressioni si deve per forza di cose contestualizzare su se stessi; e per farlo bisogna provare a farsi un selfie di quelli tosti.
Sono spinto anche dal fatto che in questi anni ho letto molte cose in internet in merito ai singoli, alle dinamiche, alle mentalità, ma ho sempre trovato tutto molto superficiale, parziale, decontestualizzato. Sarò mooolto lungo, non per voler fare il maestrino che davvero non ho titoli per fare, ma per cercare di contestualizzare tutto al meglio, per parlare di cose che spesso non vengono dette, che ovviamente possono anche essere sbagliate poiché viziate da una visione parziale e dalle mie aspettative.
Quello che ha spinto me ad entrare in un club, e quindi a cercare certe trasgressioni è stata la credenza che l’impostazione canonica del sesso nella coppia sia limitata; sono sempre stato fidanzato con la stessa donna con cui ho perso la verginità e mi sono trovato molto presto ad essere incuriosito allo scambismo. Ovviamente ne ho parlato con lei, ma a 20 anni non tutti sanno accettare certe cose e giocoforza mi sono trovato a voler comunque conoscere qualcosa in più di questo mondo e dopo qualche ricerca in internet (quando internet ancora a casa non c’era e si doveva sbirciare in ufficio con una linea isdn in cui spesso non si caricavano nemmeno le immagini ) si parte.
Si legge spesso che i singoli non giocano nei posti seri, che sono tagliati fuori, che sono maleducati ecc ecc; può essere vero in parte secondo me, ma va tutto contestualizzato.
Al di fuori dei club io sono una persona normale, con un livello d’istruzione medio o forse sotto la media al giorno d’oggi, che proviene da un contesto periferico, che fa un lavoro umile; non sono mai stato un seduttore, non sono particolarmente fico, non sono una persona che spicca per simpatia, non sono superdotato ne un “martellatore”, anzi, nei club quando prima di arrivare ai giochi capita di protrarsi troppo in discorsi personali sulla mia compagna non mi tira. Semmai mi ritengo una persona superiore alla media (fuori da questi ambienti) nel rispetto degli altri, sicuramente sono innamorato delle donne (anche quelle che tanti ritengono brutte) e in qualche modo mi viene facile entrare in sintonia con loro; diciamo che sono uno che ispira fiducia. E questo nei club è una cosa non di poco conto.
Nei club seri si scopa? (non dico gioca perché per me nel gioco rientrano anche altre cose)
Si, diciamo mediamente 2-3 volte ad uscita ed ogni 2-3 uscite si torna a casa con un contatto (e non li chiedo quasi mai io poiché so di non poter dargli seguito, salvo casi eccezionali).
Bisogna tener conto però che iniziare a frequentare club a 20 anni (in un epoca in cui i club erano forse diversi rispetto ad oggi) fa si che si giochi anche non conoscendo alcune dinamiche che s’imparano con il tempo, alcune semplici e banali ma altre non proprio così scontate.
I consigli che di solito ti senti dire sono idealizzati secondo me, partono dal presupposto che tutte le coppie cerchino la stessa cosa quando poi nella pratica invece ogni coppia e ogni situazione è un mondo a se. Quando le coppie giocano con i singoli ci sono coppie che cercano semplicemente sesso, ma sono poche, la maggior parte cerca un esperienza piacevole, se nuova meglio. Un esperienza può essere il gioco della seduzione (sedurre in un contesto come quello dei club è una parola che mi stride un po’) come può essere anche solo smanacciare cazzi da un buco di una parete senza sapere chi c’è dall’altra parte, cos’ come tante altre cose.
Sicuramente la cosa più importante è l’empatia, in certe situazioni basta anche solo essere puliti per essere empatici, ma in un contesto come quello dei club tutto fa e tutto toglie. Rompere le balle alle coppie sbagliate non crea empatia, così come non la crea il non rispettare i tempi e gli spazi degli altri perché le coppie spesso non passano tutto il tempo con la testa improntata al gioco. Sicuramente è più facile crearla frequentando spesso un posto, sicuramente è più facile crearla quando si capisce che un club spesso è smosso dall’emulazione. Un bel gioco (o anche solo un preambolo di un gioco) ti da buone possibilità di farne altri, un rifiuto (soprattutto se scortese) te le toglie. Si sarebbe tentati di pensare che le coppie predisposte a giocare con i singoli siano le più “vecchie” o quelle con la lei molto esuberante invece non ci sono grandi correlazioni. Spesso viene consigliato di muoversi per gradi negli approcci o di avvicinarsi quando si ha un gesto di assenso; mah, sono consigli che partono dal presupposto che tutte le coppie siano affiatate. Il lui che ti fa cenno di avvicinarti mentre la lei è girata va sempre preso con le pinze, così come le carezze di una lei che il suo lui non ha notato; a creare un rifiuto che poi porta ad altri rifiuti è un attimo. Quando trovi poi coppie messe assieme per l’occasione non si può andare troppo per gradi; se vuoi giocare con la lei o trovi il modo di separarli o al momento giusto gli devi mettere la lingua in bocca, altrimenti hai buone probabilità che giochino solo tra di loro o che vadano in sala coppie e resti fuori. Bisogna poi tener presente che ci sono coppie che vogliono che il singolo abbia un ruolo passivo nei giochi (una sorta di gioco di sottomissione, che non è sempre immediato da capire e da dividere dalla mancanza di rispetto) e coppie che invece se riescono a fidarsi un po’ vorrebbero che sia propositivo, che conducesse il gioco. Condurre il gioco non è banale; cose anche semplici (come spogliare una donna mettendola di fronte al suo uomo, prenderla per mano mentre si entra in stanza, giocare con le parole) creano un’atmosfera diversa, ma va anche detto che più i giochi diventano “elaborati” meno sono le coppie che li sanno fare in un crescendo. Si corre sempre il rischio di “tirarla troppo per le lunghe”. Ci sono poi anche coppie (probabilmente alle prime esperienze) in cui condurre vuol dire tenere a freno, non mettere altra carne al fuoco. Spesso i lui di coppia cercano un complice per far si che la sua donna tiri fuori il suo lato da “zoccola”, ma si deve sempre trovare il modo nel momento in cui questo accade di non trattarla da “zoccola” ma da donna. Aiuta molto anche capire che i club sono posti dove l’essere e l’apparire si mescolano; spesso non serve che tutto sia vero, basta solo che sia credibile. Questo ti permette (dopo aver fatto una riflessione su te stesso, di capire in cosa puoi essere credibile) di raccontare anche qualche baggianata per portare i discorsi verso argomenti più facili da gestire e sexy, di avanzare qualche proposta che possa intrigare. Sembra di prenderli in giro, invece quando poi gli fai notare che qualcosa detto non era vero nessuno si scandalizza, anzi, fa sorridere. Bisogna anche capire che spesso quello che semini non si raccoglie subito, soprattutto se fatto fuori dalla play room, ma può essere raccolto in un secondo momento. Si tende a pensare che le coppie swinger che frequentano i club abbiano provato di tutto, quando invece i giochi che si fanno sono sempre più o meno gli stessi e che cose anche semplici molti non le hanno mai fatte.
E un gioco che può essere anche molto semplice quando trovi le persone giuste, ma più spesso è un gioco che va sul filo del rasoio, dove il poco è troppo poco e il troppo non va bene; è un gioco in cui si sbaglia tanto.
Mi è capitato di fare un gioco in cui dovevo trovare una coppia (ho conosciuto il lui in rete) che sarebbe stata in un club per la prima volta e avrei dovuto “provarci” sapendo di loro solo l’età, una descrizione fisica sommaria ed appunto il fatto che sarebbe stata per loro la prima volta in club. E stato un gioco interessante perché ti fa azzerare i parametri che di solito si usa e ti fa un po’ sparare nel mucchio. Il risultato è stato quello di trovare una coppia simpatica e alla mano, con cui credevo di aver fatto centro e di finire a giocare con loro, ma quando siamo arrivati in play room sono entrati in sala coppie per giocare soli; alla loro uscita il lui mi ha detto di essere solo amici e mi ha consigliato di andare a Padova per giocare da singolo. La seconda coppia che ho intercettato mi ha invece letteralmente mandato a fanculo dopo due parole di numero. Sarei stato avvicinato io da una coppia, e probabilmente anche se fossi stato alle prime armi sarei potuto finire a giocare con loro, ma va anche detto che se a 20 anni era frequente ora è molto raro. Molto probabilmente avrei combinato di più gironzolando sempre per la play room.
Quando si criticano i comportamenti credo si dovrebbe sempre tener presente che i club sono contesti “anabolizzati”, in cui il singolo spesso entra sapendo di avere l’etichetta di sfigato oppure possa credere di essere un seduttore perché gioca. Ma questo non è automaticamente sinonimo di mancanza di rispetto.
Io quando entro parto con l’idea (o la speranza) che probabilmente, se tocco i tasti giusti, ho possibilità di giocare con il 50% delle coppie che ci sono, e credo che prima o poi quasi tutte si troveranno a discutere dell’opzione di inserire un singolo nei giochi. Allo stesso tempo la domanda “cosa ci faccio qui, cosa centro”, soprattutto nei posti fighi te la fai, e questo non aiuta ad essere propositivi, aiuta semmai a tapparsi in play room; quando poi vedi situazioni in cui le donne sono trattate da troie quelle domande te le poni anche li. A dire il vero non si potrebbe nemmeno dire trattate da troie, perché quando ho messo il naso in un club che era palesemente un bordello ho visto che le troie (giustamente) erano trattate da principesse dai singoli che c’erano li. Su questo aspetto e sulla considerazione delle coppie scambiste peccano sicuramente i singoli più di altri, ma peccano anche molte donne che sono li accompagnate dagli amici quando le conosci un po’ di più e alle volte peccano le stesse coppie vere. Ho avuto modo di conoscere fuori dei club una donna all’insaputa del suo lui ed ex lei di coppia e potrei scommettere che mai nessun singolo le ha fatte sentire troie quanto il loro compagno nel momento in cui le loro fantasie sono state giudicate appunto da troie (che non vuol dire mettere in pratica, solo discuterne).
Questa trasgressione non porta però solo a fare giochi (che possono andare a buon fine o meno) nei club, ma porta anche a fare altro. A me a portato a provare il viagra, a passare notti in bianco, a saltare caselli autostradali perché mi sono addormentato alla guida sulla via del ritorno, a smacchiare camicie in fretta e furia da rossetti e sborra, e soprattutto a forzare la mano con la mia compagna per cercare di avvicinarla al mio modo di vedere la sessualità. Io non l’ho mai spinta ad entrare nei club, cosa lontana dalla sua fantasia, ma a lasciarsi andare al sesso al di fuori della coppia in altri contesti. Il suo desiderio nascosto (anche verso se stessa) era quello di fare sesso con altre persone ma non in contesti dove questo sia la sveltina in uno stanzino, ma piuttosto una situazione in cui si possa sentire coinvolta, apprezzata non solo come amante o zoccola ma sotto punti di vista più ampi. Questo non ha mai creato problemi nei confronti delle persone terze, non ha mai pensato (almeno da quello che so io) di lasciarmi per un altro, ma ha creato problemi tra di noi, nonostante a me questo eccitasse un sacco. Passata l’onda dell’eccitazione del momento alcuni argomenti sono diventati di nuovo tabù più di prima, e l’equilibrio che si è creato è come quello nel film “perfetti sconosciuti” in cui si ha una vita pubblica, una privata ed una segreta. E devo dire che la sensazione che aveva lei di fare qualcosa di “sporco” anche se condiviso e voluto da entrambi io all’inizio non l’avevo quando andavo in club di nascosto, ma col passare del tempo è sempre più forte. Ti chiedi sempre più spesso fino a che punto valga la pena. Hai la sensazione di non essere capito da chi hai accanto ma non ce l’hai nemmeno quando vai nei luoghi che pensavi essere adatti a questo. Ho conosciuto una donna veramente splendida come modo di ragionare, con cui sono in sintonia quando mi capita di vederla (molto poco per nostra scelta) ma nonostante tutte le difficoltà con la mia compagna non è lei che voglio al mio fianco. Forse alla soglia dei 40anni sarebbe il caso di fare meno i cazzari ed impegnarsi per davvero.
Tirando le somme (ho scritto a ruota libera, sicuramente ho messo l’accento su cose che non lo meritavano e magari ho parlato poco di altro, ma se inizio a rileggere e correggere non finisco più) direi che gli equilibri sono sempre molto precari in questi ambiti.