... certo che se anche lui facesse spettacolini con dildo ed affini acquisterebbe più pubblico...

Moderatori: Super Zeta, AlexSmith, Alec Empire, Pim, Moderatore1
bigtitslover ha scritto:io continuo a preferire le recensioni di radek...
... certo che se anche lui facesse spettacolini con dildo ed affini acquisterebbe più pubblico...
Il solito polpettone italiano simil-commediaccia di stampo monicelliano.Pimpipessa ha scritto:non uccidetemi e ditemi com'è quello di virzì
Visto in panoramica parecchi mesi fa.radek66 ha scritto:![]()
![]()
![]()
![]()
Parliamo di cinema, va', che è meglio...
Ieri sera mi sono visto uno di quei film che piacciono tanto a Helmut![]()
Non pensarci di Gianni Zanasi; curioso personaggio, questo regista, che realizza un buon film nel '99 (A domani), tenta il bis l'anno dopo (Fuori di me), il film lo vedono in cinque e lui si scoraggia restando nel limbo per sette anni e mezzo. Ci riprova adesso con una commedia agra di ambientazione familiare, locata in quel di Rimini, ovvero dove tutto sembra perfetto, ma non lo è. La vicenda ruota intorno ad un trentacinquenne deluso dalla vita e dal prossimo, che torna all'ovile di una famiglia conosciuta ed (apparentemente) benestante; scoprirà suo malgrado che il velo è totalmente lacerato e sta per squarciarsi definitivamente: un padre con problemi di salute, una madre in crisi di identità , un fratello che fa fallire l'azienda di famiglia e per questo il suo matrimonio va a rotoli, una sorella che molla l'università per andare ad addestrare delfini (non mi sembra poi così da disprezzare l'idea...). Il film non sarebbe male, anche se risente del vizio tutto italiano della ridondanza scenica (immagini rallentate, colonna sonora sparata a palla quando non ce n'è alcun bisogno...); inoltre gli ultimi venti minuti battono un po' la fiacca. Comunque si vede di peggio, tra l'altro ottima la prova di Mastrandrea nel ruolo del protagonista, ben ccodiuvato da Giuseppe Battiston e da Anita Caprioli, sicuramente bona, ma molto più bona è Caterina Murino, che intepreta fugacemente il ruolo di una squillo.
Piccola riflessione finale: le ultime due "squillo" che ho visto sullo schermo sono Caterina Murino ed Eva Riccobono... il cinema specchio della realtà ? Mah...
![]()
![]()
![]()
Pimpipessa ha scritto: Devo dire che non mi è dispiaciuto affatto, film direi piacevole. Non è certo un film dalla trama originale ( crisi del padre di famiglia in pensione, crisi depressiva di una madre con rivelazione choc annessa, il primogenito non all'altezza, il ragazzo cresciuto e che non combin nulla...) ; ma scorre e risulta divertente a tratti molto divertente: i corsi di autostima della madre sono spassosissim!!
Adoro Marisa Tomei.Helmut ha scritto:Peró nela prima scena dove faceva la pecorina con Marisa Tomei mi ha fatto ribrezzo...bigtitslover ha scritto:e philip seymour hoffman è uno dei più grandi attori dei nostri tempi
Non lei, testa...!!!CianBellano ha scritto:Adoro Marisa Tomei.Helmut ha scritto:Peró nela prima scena dove faceva la pecorina con Marisa Tomei mi ha fatto ribrezzo...bigtitslover ha scritto:e philip seymour hoffman è uno dei più grandi attori dei nostri tempi
bellissimo film,con un cast azzeccatissimo.The Mongoxxx ha scritto:ONORA IL PADRE E LA MADRE di S.Lumet
A volte ci sono vite da cambiare.
A volte per cambiarle è sufficiente un po' di denaro in più.
A volte per racimolare quel denaro in più basta poco. Magari una rapina.
A volte una rapina puó essere la cosa più semplice e sicura di questo mondo, se sai cosa e come e quando rapinare.
A volte è tutto talmente facile e alla portata da scordarti che le cose, spesso, sono imprevedibili.
A volte i rischi sono lì in agguato ma tu neanche te ne accorgi, o magari te ne freghi, perchè dopotutto ci sono delle vite da cambiare.
E a volte, tra queste vite c'è la tua.
Il vecchio Lumet torna sul grande schermo con un'opera che dice tutto fin dall'inizio, ma questo tutto in realtà è niente, perchè quello che potrebbe sembrare un film d'azione è in realtà un film dell'anima (bellissimo il titolo originale, un proverbio che suona così: "Prima che il diavolo scopra che sei morto")
Alternando un montaggio lineare a brevi e precisi flashback, lavorando volutamente sottotraccia (niente virtuosismi di macchina e nessuna recitazione sopra le righe) e senza nascondere nulla all'occhio, all'orecchio e al cuore dello spetattore, questo film "famigliare" è un viatico di dolore che cerca il suo sfogo naturale, mostrandoci quali lati oscuri e senza ritorno puó assumere la vita di persone normali e apparentemente appagate.
E' il lento e inesorabile procedere del Destino lungo binarii che ci illudiamo di poter percorrere secondo scelte autonome, ma che al contrario dimostrano una volta di più quanto siano effimere anche le certezze in apparenza più forti. Compresi gli amori, le parentele, la fiducia in se stessi e negli altri...
La grandezza del film sta - tra le altre cose - nell'essere completamente privo di scene costruite ad effetto, mostrandoci la realtà delle cose nella loro forma più vera: la banalità . E da qui, grazie ad un cast azzeccatissimo, abbiamo modo di esplorare l'anima di persone qualunque alle prese con significati più grandi di loro, e la loro impotente lotta nel cercare di comprenderli.
Fino ad un finale che scuote e che puó far discutere, ma che ha il sapore di una tragedia greca dei nostri giorni, quindi senza dèi e senza eroi, ma solo con ció che ne resta.