Eeeeh, Pimpi, se non ci fossi io....
Allore, visto "L'amico di famiglia"... secondo una tendenza ormai consolidata nel cinema italiano, vi si ritrae un'umanità deteriore e degradata; l'ambientazione è l'Agro Pontino, il protagonista è un usuraio, fisicamente deforme e cattivissimo (come tutti gli usurai), convinto peró di essere un benefattore al punto che si presenta alle sue vittime come un "amico di famiglia"... Vediamo sfilare di tutto: una donna anziana che si indebita per giocare al Bingo, un'altra per andare dal chirurgo estetico, un tizio per acquistare un titolo nobiliare, un padre semplicemente per regalare un matrimonio sfarzoso alla figlia. Specchio dei tempi, verrebbe da dire, oggi l'importante è dimostrare al prossimo di essere in grado di fare tutto, e da questo punto di vista il discorso si fa interessante...
Dopo "Le conseguenze dell'amore", Sorrentino racconta ancora la vicenda "umana" di un "marginale essenziale", di un deprivato, di un sottratto... tuttavia, lo fa spostando il tiro, raccontando le bizzarre vicende in cui è coinvolto Geremia (questo è il nome dell'usuraio) con toni grotteschi che non sempre sono funzionali allo sviluppo del film... Anche il finale, come nei due precedenti film del bravo regista napoletano, lascia un po' perplessi, ma è indubbio che dietro la macchina da presa vi sia uno assai capace...
Giacomo Rizzo, il protagonista, attore minore per la prima volta in un ruolo di rilievo, è addirittura commovente nella sua bruttezza, al punto, in alcune situazioni, da sembrare persino bello. Fabrizio Bentivoglio rende con notevole credibilità il personaggio dello sgherro disilluso. Ottima prova anche di Gigi Angelillo, mentre Laura Chiatti è una fica da paura...
Da vedere
