Il Nobel non sarà stato dato a Trump, ma il comitato ci si è avvicinato parecchio.giorgiograndi ha scritto: ↑12/10/2025, 12:26Ma La boldrini è a conoscenza del fatto che quella signora non lotta per la democrazia ma per la libertà e nella lista dei ringraziamenti a messo Trump al primo posto?[Scopri]Spoiler
[O.T.] La peggiore sinistra del mondo
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
Sbagli a pensare che ci dovrebbe essere una logica e una struttura e una strategia.Floppy Disk ha scritto: ↑12/10/2025, 14:20Portare avanti un progetto di questo tipo richiederebbe coerenza, coordinamente e un minimo livello di intelligenza tattica. Io non vedo nulla di tutto questo: mi sembra piuttosto che la sinistra progressista europea sia una specie di enorme tendone da circo che vuole raggruppare un po' tutto ciò che attiri l'elettorato "buono", ossia quello giovane, liberal e progressista che è orgoglioso di usare poco l'auto - non avendo famiglia, non ne ha bisogno - e che ogni tanto urla free free Palestine credendo così di stare dalla "parte giusta della Storia". Tale operazione però porta a dei paradossi: si vuole difendere l'ambiente, ma poi si rimane sorpresi se Putin capitalizza tutti i soldi guadagnati grazie agli acquisti di gas e petrolio, resisi necessari anche per via dell'abbandono di alcuni Paesi del nucleare perché poco green, portando avanti una devastante guerra in Ucraina; ci si scandalizza per i "femminicidi", ma di fronte a quelli accaduti il 7 ottobre 2023 si volta lo sguardo e si mandano delle barchette in mezzo al mare credendo che questo possa davvero mettere pressione ad una nazione che è sotto pressione dal 1948; si porta avanti un'asinina ostilità al capitalismo attraverso i mondi dell'editoria e della televisione che sono quanto di più capitalista esista; si dà del fascista a Trump e alla Meloni, ma poi si tollera che nelle università - specie quelle americane, ma purtroppo non solo - prevalga un unico modo di interpretare i fatti e si boicottano gli eventi che riguardano personaggi non correttamente allineati. E potrei andare ancora avanti.giorgiograndi ha scritto: ↑11/10/2025, 11:10[Scopri]SpoilerUhm, è una opinione ragionevole
Io ne ho un’altra
Non sono smidollati, sanno benissimo quello che fanno, lo fanno con forza e convinzione. Supportano l’albanese perché sono antisemiti come lei è perché sanno che quei personaggi estremi raccolgono consensi tra gli antisemiti e i mussulmani. Supportano la salis perché così raccolgono consensi tra i fanatici antifa e tra i delinquenti che occupano case. Raschiano il fondo del barile (cioè della società) tra fanatici di estrema sinistra, sciroccati, mezze seghe che hanno paura della loro ombra, fancazzisti, utili idioti e via discorrendo
È un disegno preciso per togliere potere agli elettori che lavorano (al Lavoro Vivo) e passarlo non al Capitale ma ai burocrati e alla tecnocrazia. Ciò avviene tramite l’introduzione di nuovi cittadini stranieri, tramite l’indottrinamento scolastico, quello mediatico, l’emergenza perenne che hanno costruito (covid, cambiamento climatico, la Russia invasore, tra un po’ cominciano con gli extraterrestri)
Tutte le forme autocratiche, prima della loro caduta, si sono comportate in questa maniera, creando emergenze e facendo guerre per cercare di ri-consolidare il loro potere.
Hanno tutti frequentato le stesse università, letto gli stessi libri, fatto parte degli stessi collettivi, coltivato le stesse ideologie. Loro hanno “studiato” quello che è meglio per la società e lo vogliono imporre a costo di distruggerla la società è ricostituirla.
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Linegoco: "...e se anche fosse (il fallimento della produzione pornografica) chi se ne importa? Nessuno sano di mente si mette a pagare qualcuno solo perché altrimenti fallisce...è ridicolo, ci si dovrebbe impoverire per arricchire altri?"
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"Usare questo o quello studio come bandiera per sostenere una tesi piuttosto che l'altra è sbagliato."
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Oscar: Quello che i miei studi non mi hanno ancora detto con certezza e’ se sono gli italiani a generare PD (senza articolo davanti come sinonimo di sostanza di scarto) o se e’ il PD a generare gli italiani.
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
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La tregua dura da pochi giorni e lei si sta già degradando a meme piuttosto in fretta. Meglio così.
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
beh, perlomeno non sei complottista come GG, che parla di “loro” che pensano, vogliono, decidono, fanno… e non c’è pezzo di realtà che possa smontarli, hanno sempre bisogno di un grande vecchio che manovra nell’ombra. Nulla di nuovo, è un bisogno “umano, troppo umano” quello di trovare delle cause a qualsiasi cosa.Floppy Disk ha scritto: ↑12/10/2025, 14:20Portare avanti un progetto di questo tipo richiederebbe coerenza, coordinamente e un minimo livello di intelligenza tattica. Io non vedo nulla di tutto questo: mi sembra piuttosto che la sinistra progressista europea sia una specie di enorme tendone da circo che vuole raggruppare un po' tutto ciò che attiri l'elettorato "buono", ossia quello giovane, liberal e progressista che è orgoglioso di usare poco l'auto - non avendo famiglia, non ne ha bisogno - e che ogni tanto urla free free Palestine credendo così di stare dalla "parte giusta della Storia". Tale operazione però porta a dei paradossi: si vuole difendere l'ambiente, ma poi si rimane sorpresi se Putin capitalizza tutti i soldi guadagnati grazie agli acquisti di gas e petrolio, resisi necessari anche per via dell'abbandono di alcuni Paesi del nucleare perché poco green, portando avanti una devastante guerra in Ucraina; ci si scandalizza per i "femminicidi", ma di fronte a quelli accaduti il 7 ottobre 2023 si volta lo sguardo e si mandano delle barchette in mezzo al mare credendo che questo possa davvero mettere pressione ad una nazione che è sotto pressione dal 1948; si porta avanti un'asinina ostilità al capitalismo attraverso i mondi dell'editoria e della televisione che sono quanto di più capitalista esista; si dà del fascista a Trump e alla Meloni, ma poi si tollera che nelle università - specie quelle americane, ma purtroppo non solo - prevalga un unico modo di interpretare i fatti e si boicottano gli eventi che riguardano personaggi non correttamente allineati. E potrei andare ancora avanti.giorgiograndi ha scritto: ↑11/10/2025, 11:10[Scopri]SpoilerUhm, è una opinione ragionevole
Io ne ho un’altra
Non sono smidollati, sanno benissimo quello che fanno, lo fanno con forza e convinzione. Supportano l’albanese perché sono antisemiti come lei è perché sanno che quei personaggi estremi raccolgono consensi tra gli antisemiti e i mussulmani. Supportano la salis perché così raccolgono consensi tra i fanatici antifa e tra i delinquenti che occupano case. Raschiano il fondo del barile (cioè della società) tra fanatici di estrema sinistra, sciroccati, mezze seghe che hanno paura della loro ombra, fancazzisti, utili idioti e via discorrendo
È un disegno preciso per togliere potere agli elettori che lavorano (al Lavoro Vivo) e passarlo non al Capitale ma ai burocrati e alla tecnocrazia. Ciò avviene tramite l’introduzione di nuovi cittadini stranieri, tramite l’indottrinamento scolastico, quello mediatico, l’emergenza perenne che hanno costruito (covid, cambiamento climatico, la Russia invasore, tra un po’ cominciano con gli extraterrestri)
Tutte le forme autocratiche, prima della loro caduta, si sono comportate in questa maniera, creando emergenze e facendo guerre per cercare di ri-consolidare il loro potere.
PS il “sono voluti uscire dal nucleare e quindi la Russia ha i soldi per invadere l’Ucraina” è un po’ forzata ma lo capisco. Il referendum per il nucleare però non c’entra con l’ecologia, c’entrava con la paura di Chernobyl. I Verdi prendevano il 5%, quello lo votarono quasi al 90%
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
Macron ha forse il 10%, la Francia è ferma senza un governo, pure i suoi alleati vorrebbero votare (in modo da levarselo dai coglioni perché è finito), ma lui non molla, resta lì a far marcire una nazione
Alle ultime elezioni europee gli elettori hanno espresso con il loro voto la voglia di cambiamento e i burocrati riescono a mettere alla transizione ecologica una estremista come la riberia
L’eu ha subito un attacco terrorista alle proprie infrastrutture e la Germania vuole indagare delle persone, quelle persone scappano a Kiev (polacchi inclusi) e nessuno osa nemmeno parlarnne a Bruxelles
Vado avanti fino a domani mattina
E poi io sarei il complottista
Alle ultime elezioni europee gli elettori hanno espresso con il loro voto la voglia di cambiamento e i burocrati riescono a mettere alla transizione ecologica una estremista come la riberia
L’eu ha subito un attacco terrorista alle proprie infrastrutture e la Germania vuole indagare delle persone, quelle persone scappano a Kiev (polacchi inclusi) e nessuno osa nemmeno parlarnne a Bruxelles
Vado avanti fino a domani mattina
E poi io sarei il complottista
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Oscar: Quello che i miei studi non mi hanno ancora detto con certezza e’ se sono gli italiani a generare PD (senza articolo davanti come sinonimo di sostanza di scarto) o se e’ il PD a generare gli italiani.
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Oscar: Quello che i miei studi non mi hanno ancora detto con certezza e’ se sono gli italiani a generare PD (senza articolo davanti come sinonimo di sostanza di scarto) o se e’ il PD a generare gli italiani.
Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
sarà un casogiorgiograndi ha scritto: ↑12/10/2025, 20:13Sbagli a pensare che ci dovrebbe essere una logica e una struttura e una strategia.Floppy Disk ha scritto: ↑12/10/2025, 14:20Portare avanti un progetto di questo tipo richiederebbe coerenza, coordinamente e un minimo livello di intelligenza tattica. Io non vedo nulla di tutto questo: mi sembra piuttosto che la sinistra progressista europea sia una specie di enorme tendone da circo che vuole raggruppare un po' tutto ciò che attiri l'elettorato "buono", ossia quello giovane, liberal e progressista che è orgoglioso di usare poco l'auto - non avendo famiglia, non ne ha bisogno - e che ogni tanto urla free free Palestine credendo così di stare dalla "parte giusta della Storia". Tale operazione però porta a dei paradossi: si vuole difendere l'ambiente, ma poi si rimane sorpresi se Putin capitalizza tutti i soldi guadagnati grazie agli acquisti di gas e petrolio, resisi necessari anche per via dell'abbandono di alcuni Paesi del nucleare perché poco green, portando avanti una devastante guerra in Ucraina; ci si scandalizza per i "femminicidi", ma di fronte a quelli accaduti il 7 ottobre 2023 si volta lo sguardo e si mandano delle barchette in mezzo al mare credendo che questo possa davvero mettere pressione ad una nazione che è sotto pressione dal 1948; si porta avanti un'asinina ostilità al capitalismo attraverso i mondi dell'editoria e della televisione che sono quanto di più capitalista esista; si dà del fascista a Trump e alla Meloni, ma poi si tollera che nelle università - specie quelle americane, ma purtroppo non solo - prevalga un unico modo di interpretare i fatti e si boicottano gli eventi che riguardano personaggi non correttamente allineati. E potrei andare ancora avanti.giorgiograndi ha scritto: ↑11/10/2025, 11:10[Scopri]SpoilerUhm, è una opinione ragionevole
Io ne ho un’altra
Non sono smidollati, sanno benissimo quello che fanno, lo fanno con forza e convinzione. Supportano l’albanese perché sono antisemiti come lei è perché sanno che quei personaggi estremi raccolgono consensi tra gli antisemiti e i mussulmani. Supportano la salis perché così raccolgono consensi tra i fanatici antifa e tra i delinquenti che occupano case. Raschiano il fondo del barile (cioè della società) tra fanatici di estrema sinistra, sciroccati, mezze seghe che hanno paura della loro ombra, fancazzisti, utili idioti e via discorrendo
È un disegno preciso per togliere potere agli elettori che lavorano (al Lavoro Vivo) e passarlo non al Capitale ma ai burocrati e alla tecnocrazia. Ciò avviene tramite l’introduzione di nuovi cittadini stranieri, tramite l’indottrinamento scolastico, quello mediatico, l’emergenza perenne che hanno costruito (covid, cambiamento climatico, la Russia invasore, tra un po’ cominciano con gli extraterrestri)
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Hanno tutti frequentato le stesse università, letto gli stessi libri, fatto parte degli stessi collettivi, coltivato le stesse ideologie. Loro hanno “studiato” quello che è meglio per la società e lo vogliono imporre a costo di distruggerla la società è ricostituirla.

MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
A meno che non ti confonda con qualcun altro io mi ricordo che fino ad un po’ di tempo fa tu intervenivi veicolando in maniera sistematica opinioni e concetti che si potevano tranquillamente categorizzare come piddioti. Da un po’ di tempo accade il contrario.Floppy Disk ha scritto: ↑10/10/2025, 20:52I partiti socialisti europei sono in generale composti da una massa di smidollati per una serie di motivi, ma il PD riesce a essere pavido anche al loro confronto.
C’ è stata una repentina conversione ? L’impressione mia e’ che il conflitto israelo-palestinese abbia agito da catalizzatore innescando e obbligando il cambio di paradigma.
Non e’ un rimprovero, cambiare idea non e’ vietato e poi l’inversione di tendenza e’ avvenuta verso una direzione che giudico virtuosa.
Forse prima vestivi panni non tuoi che non ti convincevano ma ti condizionavano.
Mi stupisce un po’ la velocità con cui e’ avvenuto il cambiamento, apparentemente senza un periodo di transizione ed un travaglio interiore, tanto che, si potrebbe pensare che un nuovo ed altrettanto repentino cambiamento ritornano al punto di partenza potrebbe anche verificarsi da un momento all’altro senza troppi scossoni. Ma non e’ detto.
Barabino libero!
Re: [O.T.] La peggiore sinistra del mondo
Alla testa di imponenti masse popolari la Compagna Elly guida il PARTITO (anzi la partita in boldrinese) verso il XXI secolo!
BANDIERA ROSSA LA TRIONFERA' AVANTI POPOLO ALLA RISCOSSA
ADDAVENI BAFFONA

er Elly Schlein il sospiro di sollievo è immenso. Eugenio Giani ha vinto bene, gli otto punti di distacco sulla destra del 2020 sono diventati 13. Non a caso la leader Pd si presenta poco dopo la chiusura delle urne al comitato a Firenze. Il messaggio è chiaro: «Una vittoria che ci dà gioia e speranza. Chi ci aveva dati per finiti ha parlato troppo presto e ha preso una facciata». Con la coalizione «abbiamo appena iniziato e ora continueremo a consolidarla per vincere anche nelle altre regioni: i conti si faranno alla fine».
«L’unità fa bene a tutti», spiega Schlein, che loda l’ottimo risultato dei riformisti vicini al 9% e anche i numeri di Avs attorno al 7%. Quanto al M5S, al 4,3%, la leader Pd si spertica in ringraziamenti: «Un risultato significativo, in linea con le altre regioni: per loro non era facile dopo essere stati all’opposizione nella scorsa legislatura in Toscana, abbiamo fatto un percorso insieme sul programma».
Per la leader Pd tutti i pianeti si sono allineati, almeno in Toscana: il Pd sfiora il 35%, le due ali della coalizione (rossoverdi e moderati) hanno dimostrato di poter coabitare senza perdere consensi. A conti fatti, spiega alle tv, dopo il voto in tre regioni «il Pd è il primo partito in voti assoluti». Sommando i con sensi ottenuti, infatti, i dem sono attorno a 630mila voti reali, mentre Fdi si ferma a 554mila. Quanto alle coalizioni, invece (a scrutinio toscano ancora in corso), il centrodestra prevale di circa 25mila voti. Schlein si concede anche una piccola bugia, quando dice che «in sette regioni il centrosinistra non ha litigato neppure un giorno sulle candidature».
l racconto
La donna nuova che spinge Giorgia nel secolo scorso
di Concita De Gregorio
Invecchia la leader di FdI al cospetto di una figura ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo.
La misura del terremoto la dà la reazione delle destre che quando non sanno più cosa dire producono la solita formula “radical chic”
Le rivoluzioni sono così, non le vedi arrivare sennò non esisterebbero. Sennò chi le teme le eviterebbe – presto, sterminare i rivoltosi. Promuoverli, corromperli, imprigionarli –e tutto resterebbe come prima. Bisogna, per fare la rivoluzione, muoversi veloce e non venire a fuoco nelle foto. Fingersi docili (non troppo, un poco), fingersi non temibili. Le minoranze lo sanno per eredità storica e le donne, fra le minoranze non numeriche, lo sanno per educazione alla sopravvivenza. «Come al solito non ci hanno visti arrivare», è stata la prima frase di Elly Schlein e milioni di ragazze, di madri figlie sorelle, hanno riconosciuto l’insegnamento primario: tu, quando vuoi fare qualcosa, intanto falla. Quando le cose cambiano devono trovarti già lì. Vai veloce, invisibile. Hanno riconosciuto quelle parole e hanno sorriso: erano uscite un attimo per andare al seggio, son tornate a casa e hanno acceso la tv. Il sorriso segreto di chi ha cambiato il suo tempo senza dare nell’occhio. «È la prima volta che voto qualcuno che vince», ha detto l’altra sera al comitato un’anziana militante. Ecco, questo. La rivoluzione senz’armi, senza testosterone, con la gentilezza ferma del sorriso.
Non cambia, qui, solo la storia del Partito Democratico, della sinistra.
Cambia lo scenario. Cambia la politica, ruota l’asse cartesiano della realtà.
Improvvisamente, in una notte, la “donna nuova” Giorgia Meloni torna a essere quello che è: l’ultima erede di un partito del Novecento, una storia antica. Invecchia, Meloni, al cospetto di una donna ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo. Una giovane di questo tempo: non figlia politica di, non madre, fino all’altro giorno non iscritta al partito che guida, non eterosessuale, niente di tutto quel che rassicura i conservatori e molto di quel che manca a chi vorrebbe cambiare la rotta della storia, invece.
Ciò che è mancato a quel pezzo di mondo che non trovava casa da nessuna parte e l’ha trovata lì. Ai gazebo. L’identità, per esempio.
È la prima volta che un partito esprime una segretaria diversa da quello indicato dei suoi iscritti – è una delle litanie di queste ore. Certo. Perché gli iscritti – sempre meno, una enclave di reduci asserragliati nelle correnti – non esprimevano più da anni il sentimento di un elettorato orfano: che difatti non andava più a votare, non si riconosceva più in quella ristretta rosa di vecchi e giovani-vecchi capibastone (sempre maschi, scusate il dettaglio) devoti a qualcuno, figli politici di.
Poi, è un attimo. È la funzione che fa l’organo. Ti eleggono segretaria e lo sei. Improvvisamente era chiaro che fosse quella la scelta migliore. Brava bravissima, a tua disposizione. Ma no, invece. Sarebbe facile ora riavvolgere il nastro e ricordare quante volte, nel passato recente e remoto, chi era al comando (nel partito, in tv, nei giornali) ha messo il bastone tra le ruote a tutti i giovani di buone intenzioni che hanno provato ad affacciarsi. Le donne, in specie, in un partito ferocemente maschilista che le ha sempre messe in rosa per bruciarle, che le ha accontentate per silenziarle, che ha dato loro presidenze di cartone e le ha eliminate quando erano troppo popolari. Che le ha tenute, quelle che ha tenuto, se rispondevano a qualcuno: se sono lì, è perché rispondono. Ma sarebbe ingeneroso, appunto, voltarsi indietro. Guardiamo avanti. Ora che i giovani e le donne, soprattutto loro, i non iscritti di primarie benedette, hanno determinato il cambiamento. La partecipazione, il primo segnale. Più di un milione, altro che piattaforma Rousseau. Più di un milione di corpi vivi per strada, pazienza per la democrazia dell’Internet, metti like.
Dice. È una che passava di lì, è il papa straniero. Niente affatto. Elly Schlein ha una biografia politica che levati, direbbero i ragazzi che l’hanno votata. Ha anche una biografia personale che è una specie di compendio del Novecento con ucraini ebrei socialisti e radicali fra gli antenati ma questo non è un merito, è la sorte. Di suo, proprio lei, sono quasi vent’anni che è sulla scena e andate a rivedere Occupy Pd, quando il Partito Democratico che ora dirige non lasciava passare i ragazzi come lei, gli anni con Pippo Civati e quelli da europarlamentare, il “siamo più di 101” delle magliette che stampò al tempo del tradimento (a opera del Pd di allora) di Romano Prodi e se un padre putativo, proprio a volerglielo trovare, si deve indicare allora ecco: sta a Bologna, la sua città, ed è Prodi. Che è sempre stato attentissimo a cercare l’ala sinistra del suo Ulivo e dai e dai in questa ragazzina, gli parve allora, l’aveva trovata. Aveva ragione. Poi certo. Quando hanno fiutato la possibilità di un rinnovamento del sangue anche i vecchi campioni del partito hanno messo lì le loro carte. È normale. Dario Franceschini, è un’altra delle litanie del giorno, l’Andreotti del nuovo millennio che ha puntato sempre sul candidato giusto – questa volta anche coi buoni uffici della moglie Michela Di Biase, scrivono ovunque, già artefice della defenestrazione renziana di Ignazio Marino dal Campidoglio: ma il passato è passato, di nuovo. Sarebbe volgare immaginare in politica la supremazia delle mogli, figuriamoci. Sarebbe insensato pensare di poter rottamare tutto, esistono precedenti specifici e sappiamo dove si sono spiaggiati. I risultati delle regionali sono dell’altro giorno. I destini personali sono evidenti, e le relative convenienze. Pensiamo al futuro. Non è che puoi diventare segretaria di un partito senza pezzi di quel partito: questa è la scacchiera e a questa partita devi giocare. Servivano torri alfieri e pedoni, bisogna che qualcuno ti trovi interessante: sono lì, sono in chiaro tutti i nomi. Vedremo presto che ne sarà di loro. Potrebbe anche essere che qualcuno serva. Non è che l’anagrafe sia da sola un giudice, sono le storie e le intenzioni che contano. Vedremo.
La misura esatta del terremoto la dà, piuttosto, la reazione delle destre. Che quando non sanno più cosa dire, quando gli va in blocco il pensiero producono la formula “radical chic”. Diventano pazzi, non trovano le parole e dicono radical chic, lo considerano un insulto: come colto, beneducato, corretto. Infamie: ridono sguaiati. Oppure dicono: sinistra radicale. Ma se una cosa ha insegnato, la prodigiosa obiettiva ascesa di Giorgia Meloni, è che solo essere radicali paga. Solo non deflettere rispetto alla propria identità è comprensibile all’elettorato. La tragica corsa al Centro della sinistra ha dato come risultato storico un governo di destra. È un fatto. In questo senso da oggi la politica cambia. Perché di nuovo esistono una destra, un centro, una sinistra e a voi la scelta.
Il più preoccupato di tutti dovrebbe essere Giuseppe Conte. Perché sì, è vero che le politiche di Schlein sono più affini a quelle dei Cinquestelle che a quelle di Renzi e di Calenda. Ma è vero che, prima, l’elettorato che fu della sinistra è trasmigrato nei Cinquestelle perché orfano di casa. Per assenza di alternativa. Ora vediamo. Sull’Ucraina, sul pacifismo, sui diritti della persona, sull’ambiente, sui fragili, sui migranti. Sul lavoro precario, sui miliardari che dal loro eremo dettano la linea politica. Vediamo.
Non è che sia “una donna”, la novità. È che sia quella persona. Poi certo: che alla guida dei primi due partiti del Paese gli elettori abbiano indicato due donne qualcosa deve dire. Dovrebbe, almeno. Alle classi dirigenti, a Confindustria, ai fantomatici poteri forti qualche suggerimento potrebbe arrivare. Magari capiscono che gli conviene, sarebbe già molto. Non avere Una di nome e Donna di cognome ma avere qualcuno che arriva dove vuole perché sa quello che vuole e lo fa senza che gli altri se ne accorgano. Marielle Franco, ha detto Schlein. Altri nomi ha pronunciato. Magnati, editori, banchieri: googlateli. Esistono quelle brave a non dare nell’occhio mentre vanno dove devono: pazienza per chi le derideva, donne legittimate da uomini “alle spalle” comprese. Poi tutte, come tutti, vedremo alla prova. Questa è la modernità, signori.
Questa è la realtà, fateci pace perché – diciamo per brevità – vi conviene. Gli altri, intanto, la gente da nulla, torni pure a sperare.
E dai. La speranza è l’unico carburante pulito, del resto: non costa guerre e senza non si vive.
[Di Concita De Gregorio,
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er Elly Schlein il sospiro di sollievo è immenso. Eugenio Giani ha vinto bene, gli otto punti di distacco sulla destra del 2020 sono diventati 13. Non a caso la leader Pd si presenta poco dopo la chiusura delle urne al comitato a Firenze. Il messaggio è chiaro: «Una vittoria che ci dà gioia e speranza. Chi ci aveva dati per finiti ha parlato troppo presto e ha preso una facciata». Con la coalizione «abbiamo appena iniziato e ora continueremo a consolidarla per vincere anche nelle altre regioni: i conti si faranno alla fine».
«L’unità fa bene a tutti», spiega Schlein, che loda l’ottimo risultato dei riformisti vicini al 9% e anche i numeri di Avs attorno al 7%. Quanto al M5S, al 4,3%, la leader Pd si spertica in ringraziamenti: «Un risultato significativo, in linea con le altre regioni: per loro non era facile dopo essere stati all’opposizione nella scorsa legislatura in Toscana, abbiamo fatto un percorso insieme sul programma».
Per la leader Pd tutti i pianeti si sono allineati, almeno in Toscana: il Pd sfiora il 35%, le due ali della coalizione (rossoverdi e moderati) hanno dimostrato di poter coabitare senza perdere consensi. A conti fatti, spiega alle tv, dopo il voto in tre regioni «il Pd è il primo partito in voti assoluti». Sommando i con sensi ottenuti, infatti, i dem sono attorno a 630mila voti reali, mentre Fdi si ferma a 554mila. Quanto alle coalizioni, invece (a scrutinio toscano ancora in corso), il centrodestra prevale di circa 25mila voti. Schlein si concede anche una piccola bugia, quando dice che «in sette regioni il centrosinistra non ha litigato neppure un giorno sulle candidature».
l racconto
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Invecchia la leader di FdI al cospetto di una figura ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo.
La misura del terremoto la dà la reazione delle destre che quando non sanno più cosa dire producono la solita formula “radical chic”
Le rivoluzioni sono così, non le vedi arrivare sennò non esisterebbero. Sennò chi le teme le eviterebbe – presto, sterminare i rivoltosi. Promuoverli, corromperli, imprigionarli –e tutto resterebbe come prima. Bisogna, per fare la rivoluzione, muoversi veloce e non venire a fuoco nelle foto. Fingersi docili (non troppo, un poco), fingersi non temibili. Le minoranze lo sanno per eredità storica e le donne, fra le minoranze non numeriche, lo sanno per educazione alla sopravvivenza. «Come al solito non ci hanno visti arrivare», è stata la prima frase di Elly Schlein e milioni di ragazze, di madri figlie sorelle, hanno riconosciuto l’insegnamento primario: tu, quando vuoi fare qualcosa, intanto falla. Quando le cose cambiano devono trovarti già lì. Vai veloce, invisibile. Hanno riconosciuto quelle parole e hanno sorriso: erano uscite un attimo per andare al seggio, son tornate a casa e hanno acceso la tv. Il sorriso segreto di chi ha cambiato il suo tempo senza dare nell’occhio. «È la prima volta che voto qualcuno che vince», ha detto l’altra sera al comitato un’anziana militante. Ecco, questo. La rivoluzione senz’armi, senza testosterone, con la gentilezza ferma del sorriso.
Non cambia, qui, solo la storia del Partito Democratico, della sinistra.
Cambia lo scenario. Cambia la politica, ruota l’asse cartesiano della realtà.
Improvvisamente, in una notte, la “donna nuova” Giorgia Meloni torna a essere quello che è: l’ultima erede di un partito del Novecento, una storia antica. Invecchia, Meloni, al cospetto di una donna ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo. Una giovane di questo tempo: non figlia politica di, non madre, fino all’altro giorno non iscritta al partito che guida, non eterosessuale, niente di tutto quel che rassicura i conservatori e molto di quel che manca a chi vorrebbe cambiare la rotta della storia, invece.
Ciò che è mancato a quel pezzo di mondo che non trovava casa da nessuna parte e l’ha trovata lì. Ai gazebo. L’identità, per esempio.
È la prima volta che un partito esprime una segretaria diversa da quello indicato dei suoi iscritti – è una delle litanie di queste ore. Certo. Perché gli iscritti – sempre meno, una enclave di reduci asserragliati nelle correnti – non esprimevano più da anni il sentimento di un elettorato orfano: che difatti non andava più a votare, non si riconosceva più in quella ristretta rosa di vecchi e giovani-vecchi capibastone (sempre maschi, scusate il dettaglio) devoti a qualcuno, figli politici di.
Poi, è un attimo. È la funzione che fa l’organo. Ti eleggono segretaria e lo sei. Improvvisamente era chiaro che fosse quella la scelta migliore. Brava bravissima, a tua disposizione. Ma no, invece. Sarebbe facile ora riavvolgere il nastro e ricordare quante volte, nel passato recente e remoto, chi era al comando (nel partito, in tv, nei giornali) ha messo il bastone tra le ruote a tutti i giovani di buone intenzioni che hanno provato ad affacciarsi. Le donne, in specie, in un partito ferocemente maschilista che le ha sempre messe in rosa per bruciarle, che le ha accontentate per silenziarle, che ha dato loro presidenze di cartone e le ha eliminate quando erano troppo popolari. Che le ha tenute, quelle che ha tenuto, se rispondevano a qualcuno: se sono lì, è perché rispondono. Ma sarebbe ingeneroso, appunto, voltarsi indietro. Guardiamo avanti. Ora che i giovani e le donne, soprattutto loro, i non iscritti di primarie benedette, hanno determinato il cambiamento. La partecipazione, il primo segnale. Più di un milione, altro che piattaforma Rousseau. Più di un milione di corpi vivi per strada, pazienza per la democrazia dell’Internet, metti like.
Dice. È una che passava di lì, è il papa straniero. Niente affatto. Elly Schlein ha una biografia politica che levati, direbbero i ragazzi che l’hanno votata. Ha anche una biografia personale che è una specie di compendio del Novecento con ucraini ebrei socialisti e radicali fra gli antenati ma questo non è un merito, è la sorte. Di suo, proprio lei, sono quasi vent’anni che è sulla scena e andate a rivedere Occupy Pd, quando il Partito Democratico che ora dirige non lasciava passare i ragazzi come lei, gli anni con Pippo Civati e quelli da europarlamentare, il “siamo più di 101” delle magliette che stampò al tempo del tradimento (a opera del Pd di allora) di Romano Prodi e se un padre putativo, proprio a volerglielo trovare, si deve indicare allora ecco: sta a Bologna, la sua città, ed è Prodi. Che è sempre stato attentissimo a cercare l’ala sinistra del suo Ulivo e dai e dai in questa ragazzina, gli parve allora, l’aveva trovata. Aveva ragione. Poi certo. Quando hanno fiutato la possibilità di un rinnovamento del sangue anche i vecchi campioni del partito hanno messo lì le loro carte. È normale. Dario Franceschini, è un’altra delle litanie del giorno, l’Andreotti del nuovo millennio che ha puntato sempre sul candidato giusto – questa volta anche coi buoni uffici della moglie Michela Di Biase, scrivono ovunque, già artefice della defenestrazione renziana di Ignazio Marino dal Campidoglio: ma il passato è passato, di nuovo. Sarebbe volgare immaginare in politica la supremazia delle mogli, figuriamoci. Sarebbe insensato pensare di poter rottamare tutto, esistono precedenti specifici e sappiamo dove si sono spiaggiati. I risultati delle regionali sono dell’altro giorno. I destini personali sono evidenti, e le relative convenienze. Pensiamo al futuro. Non è che puoi diventare segretaria di un partito senza pezzi di quel partito: questa è la scacchiera e a questa partita devi giocare. Servivano torri alfieri e pedoni, bisogna che qualcuno ti trovi interessante: sono lì, sono in chiaro tutti i nomi. Vedremo presto che ne sarà di loro. Potrebbe anche essere che qualcuno serva. Non è che l’anagrafe sia da sola un giudice, sono le storie e le intenzioni che contano. Vedremo.
La misura esatta del terremoto la dà, piuttosto, la reazione delle destre. Che quando non sanno più cosa dire, quando gli va in blocco il pensiero producono la formula “radical chic”. Diventano pazzi, non trovano le parole e dicono radical chic, lo considerano un insulto: come colto, beneducato, corretto. Infamie: ridono sguaiati. Oppure dicono: sinistra radicale. Ma se una cosa ha insegnato, la prodigiosa obiettiva ascesa di Giorgia Meloni, è che solo essere radicali paga. Solo non deflettere rispetto alla propria identità è comprensibile all’elettorato. La tragica corsa al Centro della sinistra ha dato come risultato storico un governo di destra. È un fatto. In questo senso da oggi la politica cambia. Perché di nuovo esistono una destra, un centro, una sinistra e a voi la scelta.
Il più preoccupato di tutti dovrebbe essere Giuseppe Conte. Perché sì, è vero che le politiche di Schlein sono più affini a quelle dei Cinquestelle che a quelle di Renzi e di Calenda. Ma è vero che, prima, l’elettorato che fu della sinistra è trasmigrato nei Cinquestelle perché orfano di casa. Per assenza di alternativa. Ora vediamo. Sull’Ucraina, sul pacifismo, sui diritti della persona, sull’ambiente, sui fragili, sui migranti. Sul lavoro precario, sui miliardari che dal loro eremo dettano la linea politica. Vediamo.
Non è che sia “una donna”, la novità. È che sia quella persona. Poi certo: che alla guida dei primi due partiti del Paese gli elettori abbiano indicato due donne qualcosa deve dire. Dovrebbe, almeno. Alle classi dirigenti, a Confindustria, ai fantomatici poteri forti qualche suggerimento potrebbe arrivare. Magari capiscono che gli conviene, sarebbe già molto. Non avere Una di nome e Donna di cognome ma avere qualcuno che arriva dove vuole perché sa quello che vuole e lo fa senza che gli altri se ne accorgano. Marielle Franco, ha detto Schlein. Altri nomi ha pronunciato. Magnati, editori, banchieri: googlateli. Esistono quelle brave a non dare nell’occhio mentre vanno dove devono: pazienza per chi le derideva, donne legittimate da uomini “alle spalle” comprese. Poi tutte, come tutti, vedremo alla prova. Questa è la modernità, signori.
Questa è la realtà, fateci pace perché – diciamo per brevità – vi conviene. Gli altri, intanto, la gente da nulla, torni pure a sperare.
E dai. La speranza è l’unico carburante pulito, del resto: non costa guerre e senza non si vive.
[Di Concita De Gregorio,
MEGLIO LICANTROPI CHE FILANTROPI
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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