[O.T.] Governo Draghi: governo, governicchio o governo del cacchio?

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dostum
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Re: [O.T.] Governo Draghi: governo, governicchio o governo del cacchio?

#1666 Messaggio da dostum »

menomale che parla ai ciellini gli haredim nostrani si stringa lui a coorte

Non c'è più tempo: di fronte a un mondo che è già cambiato, e "non ci guarda con simpatia", l'Europa deve "cambiare", ora.
O è condannata a rimanere "marginale" e "spettatrice" come si è dimostrata davanti alle crisi, dall'Ucraina, all'Iran, a Gaza. E ai dazi imposti "dal nostro alleato di antica data" a cui "abbiamo dovuto rassegnarci". Mario Draghi torna a sfruttare la ribalta del Meeting di Rimini per strigliare l'inazione europea, bloccata nelle sue lungaggini e nei suoi "riti", mettendo in guardia però dal non cedere alla via breve della "sovranità nazionale", del "distruggere l'integrazione europea", che altro non farebbe che "esporre" ancora di più il Vecchio continente.
"Il 2025 sarà ricordato come l'anno in cui è evaporata l'illusione dell'Europa" di contare, va giù duro fin dalle prime parole l'ex presidente del Consiglio, che torna alla kermesse di Comunione e Liberazione per la quarta volta. Dallo stesso palco aveva già cercato di dare la sua ricetta per il riscatto europeo, quella distinzione tra "debito cattivo e debito buono" che torna a citare per invitare i Paesi europei a costruire "forme di debito comune". Le uniche, rimane convinto, in grado di sostenere "progetti europei di grande ampiezza che sforzi nazionali frammentati e insufficienti non riuscirebbero mai ad attuare". Vale per quell'aumento delle spese della difesa, a sua volta imposto da Donald Trump.
L’ Europa tra oggi e domani (Mario Draghi al Meeting di Rimini
La sua elezione, dice senza mezzi termini, è stata "una sveglia brutale" - senza contare che nemmeno la Cina considera l'Europa un "partner alla pari" - e ora il compito dei 27 è quello di ritrovare il modo di "andare d'accordo". Di evolversi, di superare l'idea che basti la dimensione economica per avere "potere geopolitico". Di fronte "a quello che succede", un mondo dove non c'è più "il rispetto delle regole" ma l'uso della "forza militare e della potenza economica per proteggere gli interessi nazionali", la prima cosa che "viene in mente - sottolinea con un certo trasporto Draghi - è che forse la prima cosa da fare è: stringiamoci tutti insieme".
Intervento applauditissimo il suo, e qualche applauso scatta anche poco prima, quando accompagnato dal presidente della Fondazione Meeting dell'Amicizia tra i popoli, Bernhard Scholz, visita una mostra sul lavoro. Non si concede all'assalto dei cronisti, perché poi il suo pensiero sui dazi lo declina sul palco. Il suo non è un europeismo di "visione", anzi, è "pragmatico, coi piedi per terra", dice citando una battuta dell'ex Cancelliere tedesco Helmut Schmidt ("cerchi una visione? vai dall'oculista") e rivelando che nella sua tesi di laurea la moneta unica era definita addirittura "una sciocchezza".
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dostum
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Re: [O.T.] Governo Draghi: governo, governicchio o governo del cacchio?

#1667 Messaggio da dostum »

Abbasso lo Zar!

All'Europa serve 'uno zar del mercato unico'. La proposta, che suona anche come una provocazione, non arriva da Mosca o da San Pietroburgo, ma da Washington, dove ha sede il FMI. "Basta con la retorica su come aumentare la competitività, sapete cosa bisogna fare. È tempo di agire", ha intimato la direttrice Kristalina Georgieva, invitando a pensare alla "nomina di uno zar del mercato unico" che sia però "dotato di reale autorità per portare avanti le riforme". Quali? Quelle che sono da sempre nel menù del Fondo, ribadite in tutti i documenti sull'Europa degli ultimi anni: basta frontiere nel mercato del lavoro, nel commercio, nell'energia, nella finanza. Traduzione: fare veramente l'Unione europea, che deve essere reale sul piano economico prima ancora che su quello politico.
Sono le stesse cose previste nel Piano di Mario Draghi, che aggiunge nel dettaglio soluzioni, tempi e modalità per attuarle. Per questo lo zar della Georgieva non può che corrispondere all'identikit dell'ex presidente della Bce. E l'accostamento più immediato e naturale che si possa fare. Del resto, ogni volta che Draghi ha parlato del suo piano, l'ultima venti giorni fa, ha suggerito a molti osservatori la stessa domanda: l'Europa sarebbe diversa se lui avesse un ruolo operativo?
In quella occasione, era la conferenza a un anno dalla presentazione del suo piano, ha detto, forse con maggiore durezza, le stesse cose che oggi sostiene Georgieva: "Il nostro modello di crescita sta svanendo" o, ancora più definitivo, "l'inazione minaccia non solo la nostra competitività ma la nostra stessa sovranità". I richiami all'Europa che non ha più tempo da perdere sono sovrapponibili. E se Draghi non ha detto, e non lo dirà mai, che non ha il ruolo per incidere veramente, l'ha fatto oggi indirettamente la numero uno del Fondo Monetario Internazionale.
La suggestione dello 'Zar' porta con sé però anche il principale ostacolo a una nomina di Draghi in una posizione che gli consenta di portare avanti il suo piano. Gli Stati membri che faticano a cedere sovranità a Bruxelles potrebbero accettare, sul piano politico, di dare spazio a un uomo che, alla guida della Bce, ha già dimostrato di saper usare il suo potere per piegare le resistenze degli Stati nazionali? Soprattutto, ci sono le condizioni politiche oggi, in Europa, per compiere un passo che non può che essere in direzione europeista e anti-sovranista?
Le risposte a queste domande suggeriscono cautela di fronte a un'ipotesi del genere. Ma è possibile pensare che la mossa di Georgieva sia stata in qualche modo preparata e 'concertata' con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E che, a Bruxelles, si stia concretamente pensando al modo di 'utilizzare' il nome e il peso di Draghi per provare a uscire dall'angolo in cui è finita l'Unione europea.
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