Viva Vanessa!

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Alec Empire
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Dal pulire e stirare i paramenti di preti e suore nella scuola cattolica al succhiare contemporaneamente due cazzi sul set di un film porno (‘Midnight Desires’, 1976). Questa, in sostanza, la parabola esistenziale che meglio descrive la vita e le opere della portoricana Anna Maria Sanchez, o per meglio dire Vanessa Del Rio. A volte nella vita della gente esiste un punto di rigetto, un limite che segna il confine tra i parametri impostici forzatamente da un’educazione sterile che non abbiamo scelto ed il così detto ‘richiamo della foresta’, ovvero quel carico di pulsioni represse che costituisce il nostro vero io. Un ‘io’ che, è risaputo, tanto più viene frenato quanto più fuoriesce selvaggiamente e in maniera incontrollabile appena lasciato sbocciare senza vigilanza. Evidentemente questo è stato il caso di Vanessa, classe 1952, avvicinatasi al porno direttamente ‘dentro’ un cinema dove s’era recata col ragazzo di allora per assistere, appunto, ad un film a luci rosse. "Il mio ragazzo aveva diciotto anni ed era vergine come me - ricorda la nostra - Siamo andati in questo cinema porno. Al direttore non importava quanti anni avessimo, bastava che pagassimo i nostri due dollari. All'epoca il tipo di scopate che venivano mostrate di solito avvenivano ancora sotto le coperte, ma per i tempi era già una cosa molto hot. Ci siamo seduti in balconata, il mio ragazzo ha tirato fuori il cazzo dai pantaloni e mi ci ha avvolto la mano intorno, insegnandomi a masturbarlo. L'abbiamo fatto un paio di volte, alla fine siamo tornati a casa sua quando i suoi genitori non c’erano e ci siamo scopati fino ad andare fuori di testa. Da quel momento in poi è stato scopare, scopare, scopare, scopare quando e dove potevo” (del resto ‘Mai avuto a che fare con un cazzo che non mi sia piaciuto’, ha dichiarato nel 1983).
L’iniziazione di Anna Maria non fu evidentemente solo sessuale. L’approccio spregiudicato al sesso fu l’elemento preponderante di una svolta esistenziale di più ampia portata, che la vide ’spirito libero’ fin dai primi anni ’70 avventurarsi ‘on the road’ senza fissa dimora assieme al suo lui. “Me ne sono andata di casa presto a causa di certe restrizioni - rammenta Vanessa nel 2010 - e mi sono addentrata nella vita selvaggia delle strade, nel sesso, nella droga, nel rock’n’roll - e non dimentichiamo la discoteca - stile di vita dell'East Village negli anni '70.”
“Eravamo fuorilegge - ricorda ancora la Del Rio alla rivista Adam in un’intervista del 1980 - Io lavoravo come barista e come ballerina di go-go”. Da lì alla ‘chiamata’ da parte del mondo dell’hard il passo fu breve e fragoroso. “Un amico mi ha chiesto se, con un breve preavviso, volevo andare in Svezia. Mi disse che avrei partecipato a film di scopate per cinquanta dollari l’uno con tre film al giorno. Ero così eccitata ed avevo bisogno di soldi…certo non sapevo nulla di recitazione, ma di sicuro sapevo come scopare. Prima che me ne rendessi conto, mi ci ritrovai dentro: ho scopato con tutti sul set, incluso il cameraman!” Ed ecco la ‘genesi’ della vera e unica Vanessa Del Rio, colei che, secondo Luke Ford, ‘per un servizio su una rivista ha succhiato latte dalle mammelle di una mucca’. In particolare Ford, scrittore e attento conoscitore del settore del porno dotato di uno spiccato senso della critica (e dunque attendibile più di tanti altri), riconosce nella volgarità della nostra l’esatto contrappunto ad un’altra regina dell’hard, quell’Annette Haven da lui definita ‘Principessa di ghiaccio’ dotata di classe non frequente nel settore, vera a propria portabandiera dell’era ‘cinematografica’ del porno, laddove il film a luci rosse era pur sempre nobilitato dal lavoro su pellicola tipico della Settima Arte. Dall’altra parte Luke pone, appunto, la ‘lustful latina’ Vanessa, che non ebbe remore nel partecipare a diversi loop col nano Luis De Jesus aka Luis Short Studd, ricordandone soprattutto uno in cui s’è fatta infilare un pugno in culo. E proprio su quel tratto distintivo di ‘latina’ - contrapposto alla ‘Platinum Princess’ Seka, ad esempio - la Del Rio ha edificato il suo modus apparendi pornografico, aggressivo ed eccessivo, diventando pioniera di un’etnia che oggi spopola nel mondo dell’hard (‘le Latinas che ci sono oggi nel porno sono fantastiche!’ ha esclamato la nostra all’Huffington Post).

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Se la considerazione di Ford riguardo la diversità di contegno tra la Haven e la Del Rio è dunque condivisibile, troviamo però forzato fare dello stile di Annette e della presunta mancanza di stile di Vanessa una metafora della diversità tra ‘era del film’ e ‘produzione video’, riconoscendo evidentemente in quest’ultima un bivio unilateralmente negativo. Se vogliamo, questo modo di vedere la cosa è errato anche dal punto di vista cronologico, dal momento che entrambe le pornostar provengono dagli anni ‘70 e dunque, almeno tecnicamente, dal cinema vero e proprio. Tutt’al più un ipotetico scontro stilistico Haven vs Del Rio lo vedo giustificato solo guardando alla fisiognomica, ovvero alla concreta possibilità di dedurre i tratti psicologici di qualcuno osservandone volto e lineamenti fisici. In questo senso non possiamo esimerci dal constatare come Vanessa operi un uso profondo dell’espressività facciale con smorfie e ammiccamenti continui, rendendo il proprio corpo una ‘cherry bomb’ sempre più invadente, macroscopica, esagerata. Se poi tutto questo possa o meno essere riassumibile col termine ‘volgarità’ è cosa soggettiva, limitiamoci a constatare come la 'legacy leopardata' della VanessHard rappresenta uno di quei tratti immortali che definiscono a tutt’oggi un’epoca irripetibile.

Qui di seguito ho voluto riportare due vecchi articoli riguardanti la Del Rio. Il primo, scritto da me, apparve nel Dicembre 2003 sul sito deltadivenere.com (oggi purtroppo non più online, ma chi c’era ricorda) nella ‘mitica’ sezione degli Spotlight, il secondo ha come autore ‘il Pornologo’, the one and only Michele Capozzi, e fu pubblicato nello stesso sito quattro anni dopo, 2007, in occasione della presentazione in quel di Soho del lussurioso book fotografico ‘Vanessa Del Rio - Fifty Years of Slightly Slutty Behaviour’ a celebrazione della voluptas dell’artista (si, avete letto bene, artista) portoricana.

La porno-tigre (3 Dicembre 2003)

Pensate ad una bocca. Un concentrato di carne caldissimo, non una bocca qualsiasi. Due enormi labbra di colore acceso, sanguigno, che si aprono con la voracità di una tigre per divorare le vostre parti intime. Succhiarle avidamente, famelicamente. Immaginate ora due occhi nerissimi che vi squadrano aggressivi, cattivi, ad accompagnare la dolce morte che la lingua vi sta infliggendo. Se abbassate lo sguardo, potreste notare due seni enormi, turgidi, sodi e luccicanti…seguiti da due cosce giunoniche, colore del caffè più bollente che abbiate mai bevuto. Ecco, ciò che avete immaginato è una donna ed ha un nome: Vanessa Del Rio. Una pantera portoricana col vizio della più golosa dominatrice di uomini. L’unica a saper riempire, letteralmente, lo schermo con una doppia magistrale arte di ingoio: orale e oculare. Già, perché se il membro se ne va dentro a quel caldo forno che è la bocca di Vanessa, state pur certi che i suoi occhi penetranti hanno già provveduto ad ingoiarvi il cervello, nel frattempo. Un omicidio perfetto: la tigre più famosa del porno ha saputo impossessarsi di centinaia di mascolinità a cominciare dal 1976, servendosi della vorace seduzione di quelli che sono passati alla storia col nome di “roughies”, ovvero film di sesso spinto e climax altrettanto esplicito. Il genere in cui la nostra ha trionfato, la sua situazione preferita: quella di dominatrice senza pietà, come recita uno dei suoi film, “Dominatrix without Mercy” appunto. Succede di vedere un Jamie Gillis, già allora marpione del cinema a luci rosse, soccombere di fronte alle scottanti fessure della Del Rio e alle sue fattezze da irresistibile aguzzina. Un’aguzzina che ama il porno a tinte forti, una tigre che mescola sesso e sangue in “Dracula Exotica”, pellicola che inaugura l’hardcore degli anni Ottanta ricordandoci quanto l’intensità di un amplesso sia paragonabile ad un morso, un dente canino che affonda nella nostra pelle cambiandoci per sempre la vita. Il dente è quello di Vanessa, Vita Valdez nel film. Una Vanessa indimenticabile con quella sua maschera di lussuria demoniaca, uno sguardo che raggela proprio mentre si prepara a ricevere l’eruzione dell’incontenibile vulcano di Jamie ‘Dracula’ Gillis, ancora lui. Il porno non è fatto però solo di gocce di sperma soffocate dall’orrore. Il porno sa essere anche commedia, risata, goduria: Vanessa non si tira indietro quando c’è da fare la porcellona in collegio, bagnando con i propri umori anche il genere dell’hardcore più solare di “New York Babes” (1979). Col passare degli anni, tutti vogliono la Del Rio: i registi più creativi del settore, attori dai nomi eccellenti quali Ron Jeremy, John Leslie, Herschel Savage. L’hard della Golden Age è a tutti gli effetti figlio di questa pantera, senza la quale sarebbe stato molto meno sudato, meno pericoloso. Nel divaricare le sue generose cosce Vanessa ha compiuto qualcosa di magico a cui l’intero porno ottantiano deve essere grato. Non a caso riviste quali ‘Cinema X’ e ‘Videotape Guide’ hanno presentato nelle loro hot-ten dei titoli più prestigiosi almeno un film di Vanessa in ogni classifica di quei ruggenti anni d’oro. Non fidatevi di chi, a suo tempo, squadrando la sua aggressività mormorò che Vanessa fosse stata, in passato, un uomo…quelle capienti natiche visibili nei suoi tantissimi film appartengono ad una donna. La donna più vorace che mai luce rossa abbia investito del proprio caldissimo raggio.

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‘Vanessa Del Rio - Fifty Years of Slightly Slutty Behaviour’: il Porno incontra l’Arte (di Michele Capozzi, 18 Dicembre 2007)

L’ 8 Novembre 2007 nel quartiere chic di Soho a Manhattan c’è stato un matrimonio, un incontro, una convergenza tra mainstream e underground. Se l’arte fa parte della prima e la pornografia della seconda.
L’editore tedesco Benedict Taschen ha presentato nel suo esclusivo punto vendita il libro “Fifty Years of Slightly Slutty Behavior” su Vanessa Del Rio, la pornostar per eccellenza, che si è aperta all’amica Dian Hanson, responsabile di molte pubblicazioni sul sesso.
Il libro è un volume quadrato di 396 pagine, 11.8 pollici (circa 40cm.) per lato, inserito in una scatola, con un DVD di 140 minuti che contiene immagini sia dei suoi vecchi film che delle varie chiacchierate/interviste fatte con Dian. L’editore ne ha stampate 1.300 copie, tutte firmate, che sono vendute a 400 dollari, più 200 copie con l’aggiunta di una litografia/ritratto di Vanessa realizzata da Robert Crumb, al costo di 1.000 dollari.
E questi prezzi aumenteranno a partire dal 1 gennaio!
Affrettati caro amico ad accaparrartene una copia su Amazon o meglio, dicendo che sei mio amico, sul sito della Vanessa.
Il titolo è farina del sacco di Vanessa...”cinquanta anni di comportamento lievemente troiesco”…ed è estremamente ironico soprattutto nel “lievemente” perchè il libro ma soprattutto la sua vita sono estremamente hard.
La genialità di Benedict Taschen è quella di avere mischiato in un cocktail esplosivo, arte e pornografia, e di presentarlo come un pezzo da collezione.
Per la mole, il peso, il contenuto, è molto più di un coffee table book (gli eleganti libri fotografici di nudo, arte, viaggi, architettura o design che si tengono in mostra sul tavolo del salotto buono): è un vero e proprio statement.
Il primo ad avere realizzato questo connubio in tempi recenti è stato il fotografo Robert Mapplethorpe, le cui opere sono esposte al Withney Musem, in Madison Avenue, dedicato all’ arte contemporanea americana.
Anche l’evento della presentazione è stato creato per eccitare l’immaginazione.
La libreria Taschen, in Greene Street, è stata trasformata con luci che ricordavano la disco-era, schermi che proiettavano clips del DVD con qualche bel pompino della divina, musica anni ’70, un grande trono rosso, atmosfera di peep-shop di lusso. Lei è scesa da una vecchia Thunderbird, con in braccio il suo nuovo amore, la cagnolina Matilda, e si è seduta sul trono con il suo sorriso, le sue tette, le sue labbra, tutte grandi, ad omaggiare amici, colleghi, artisti, tutti curiosi ed eccitati per l’incontro con un mito, un’icona che ha fatto del piacere del sesso lo scopo, la missione della sua vita.

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Quello che rende grande ed ineguagliabile Vanessa è il genuino piacere di scopare, di succhiare cazzi, di essere catalizzatrice di orge indimenticabili. Nessuna pornostar di oggi, per quanto bella, brava e generosa, potrà mai eguagliare la sua partecipazione, l’ironia, il pathos. Magari oggi fanno più soldi e sono a capo di corporation, ma mai secondo me riusciranno ad avvicinarsi al suo livello. Sono proprio altri tempi.
Mentre tra carta stampata e Rete i cronisti hanno sottolineato gli aspetti divertenti e le storie non convenzionali della sua vita, io tengo invece a rimarcare l’aspetto di connubio tra mondi spesso distanti tra loro.
La presenza di un nutrito numero di artisti, Richard Phillips, Konrad Klaphac, Terence Koh, Sante d’ Orazio, i fotografi Terry Richardson e Richard Kern, conosciuti dagli appassionati per fare libri fotografici molto spinti, e un gruppo selezionato di dignitari “hard-core”, Jamie Gillis, Candida Royalle, Veronica Vera, Alexandra Silk, Luc Wylder, hanno fatto da cornice umana all’evento.
Gli intimi sono stati poi invitati ad un ottimo dinner a Nolita (North of Little Italy), durante il quale Taschen, Dian e Vanessa hanno fatto i loro divertenti discorsetti. Il vostro pornologo era li, e, per noi del mondo “adult”, Veronica Vera ha ringraziato l’editore per il suo coraggio, la sua visione e per questo interessante incontro tra arte, fotografia e porno.
Questo progetto ha impiegato almeno cinque anni per essere completato, perché Taschen non era mai contento dell’impaginazione grafica e ha fatto smontare e rimontare il progetto più volte. Il libro ha anche contribuito a cementare l’amicizia di lunga data tra Dian e Vanessa. Noi amici rimaniamo con un invito alla serata, elegante, raffinato e grande come il libro che ci siamo tutti fatto autografare; io anche con la prova di stampa di un capitolo, regalo personale di Vanessa quando andai a trovarla qualche tempo fa. E’ lì che ho cominciato a “flirtare” con Matilda, la cagnolina della diva, il suo nuovo amore, la sua nuova passione, con cui mi sono baciato appassionatamente di fronte al trono rosso.
Alla fine c’è anche una sorpresa, una riffa di altri tempi. Uno dei 1500 libri ha uno speciale “bonus”, una serata gratis con la divina documentata dall’obiettivo di un famoso fotografo. Non so nulla ma scommetto che si tratterà di Terry Richardson. Bravo, vanitoso, dotato e abituato a immortalarsi spesso nelle sue foto.
Finisco con un saluto alla mamma di Vanessa che ci ha lasciati il giorno di thanksgiving. Sono certo che la mamma abbia aspettato la presentazione del libro, probabilmente incredula che la figlia sia finita sulle pagine dei giornali in omaggio ai tanti pompini offerti, praticati, goduti.
Qualche volta, devo ammetterlo, il mondo cambia in meglio.
 
Viva Vanessa!

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Scan n.2-3 by Matt100qaz
Non parlo con le pedine (Kyrie Irving)
Io mi limito a giocare a basket e lascio che Dio faccia il resto (Michael Beasley)
In rete c’è troppo di tutto ed è meglio “spegnere” ogni tanto (Fabban)

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