Marilyn Chambers Contro le Donne Antiporno (1983)

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Marilyn Chambers Contro le Donne Antiporno (1983)

#1 Messaggio da Alec Empire »

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Come ho accennato in altro topic, quando ho avuto l’idea di creare questo spazio non ho pensato tanto al porno inteso come produzione cinematografica, quanto piuttosto al suo più vasto significato di ‘esperienza di vita’, ‘oggetto di discussione’, spunto di riflessione’, eventuale approfondimento. Va da sé che i riferimenti cinematografici restano, in alcuni casi continueranno ad essere preponderanti, ma la tendenza e il fine ultimo è dare uno sfogo al concetto di pornografia come ‘scelta’ consapevole e condizionante per chi l’ha fatta o eventualmente la fa.
Ragion per cui è molto più piacevole per me il recupero e la lettura di interviste dei protagonisti di questo settore - specialmente quando si tratta di persone di qualità e spessore - piuttosto che il recupero di film, pratica che comunque continuo a fare in caso di estremo interesse.
Queste premesse mi sono utili per introdurre un’intervista a Marilyn Chambers datata Venerdì 14 Gennaio 1983, a cura del critico e giornalista canadese Michael Walsh per il quotidiano ‘The Province’.
Ora, che Marilyn Chambers rappresenti una pagina fondamentale nella storia del cinema a luci rosse a partire da ‘Behind The Green Door’, capolavoro dei fratelli Mitchell girato nel 1972, è un dato di fatto. Ma ripeto, recuperare quel film - o quelli immediatamente successivi di Marilyn - è cosa ormai fin troppo facile, talmente facile che alcuni - molti, ‘bottegai’ di ciò che rimane oggi del porno e non - rischiano concretamente di non rendersi conto della portata storico-sociale dei documenti che si ritrovano davanti agli occhi. Meglio dunque concentrarsi sul pensiero espresso dall’attrice in occasione di un atto vandalico femminista anti-pornografico verificatosi appunto in quel di Vancouver nel tardo ’82, proponendo quindi richiami ad epoche di forti attriti ideologici che, se da una parte bollavano il porno come ‘oggetto di ghettizzazione moralista’, dall’altro ne legittimavano involontariamente la potenza eversiva e liberatoria proprio tramite goffi atti simil-terroristici. Vi basti pensare che il movimento anti-porno di cui parla l’intervista si chiamava ‘Wimmin's Fire Brigade’, laddove la parola ‘wimmin’ sta a sostituire il normalissimo sostantivo ‘women’ colpevole, secondo le ‘militanti’, di includere al suo interno le tre odiate lettere ‘M-E-N’, ovvero ‘uomini’. E’ dall’analisi di questo folle delirio che si sviluppa la breve introduzione e l’intervista che riporto di seguito, risalente come ripeto al 1983 da parte di Michael Walsh e reperita in http://reelingback.com/



Alla fine dell'ultimo anno, a Vancouver è stato dato un assaggio del terrorismo urbano a sfondo politico. Nelle prime ore di Lunedì 22 Novembre, alcune esplosioni hanno distrutto due negozi di videocassette del Lower Mainland. In un terzo negozio sono stati trovati ordigni incendiari non esplosi.
Un gruppo che si fa chiamare “Le Vigili del Fuoco” ha rivendicato la responsabilità degli attentati incendiari. Seguendo lo schema stabilito dai gruppi terroristici europei, ha comunicato le sue richieste al governo con un comunicato stampa: “…chiudere videoteche di film porno’.
Da allora, molta attenzione è stata dedicata al cosiddetto "movimento anti-pornografia". Purtroppo, invece di un dibattito ragionato, questa attenzione ha stimolato poco più di una retorica stridula, di slogan e di atteggiamenti politici.
Giovedì pomeriggio, l'attrice Marilyn Chambers era a Vancouver per promuovere la premiere del suo ultimo film sessualmente esplicito, ‘Up 'n' Coming’, svoltasi presso Blaine, Washington. Dato che ultimamente si sono sentite così poche voci a favore della scelta, le ho chiesto di rispondere ad alcune delle questioni che sono state sollevate da convinte assertrici della lobby anti-pornografia.


Ritiene che dare una performance sessuale esplicita la degradi?…la sfrutti?…la renda odiosa?
No. Recitare nei film atti sessuali che siano simulati mi degrada. Le scene di sesso reale sono un'onesta dichiarazione di chi sono. Non mi sento affatto sfruttata. Nessuno, proprio nessuno, mi sfrutta tranne me. Sono un prodotto di me stessa.
Odiata? Sono un'artista. O il pubblico ti ama o ti odia. Ricevo sensazioni molto positive dal mio pubblico. Penso che queste donne abbiano un sacco di preconcetti e di idee sbagliate.

Lei conosce altri interpreti di film sessualmente espliciti che vengono degradati, sfruttati o resi odiosi?
Queste persone sono tutti artisti. Sono attori. Questa non è una situazione in cui le persone sono drogate o hanno delle pistole puntate alla testa. E’ questo il genere di cose a cui molte persone vogliono credere riguardo al business dei film a sfondo sessuale esplicito, ma non è vero.
Tutti quelli che conosco amano il loro lavoro. Ci sono persone che bussano alla porta per entrare in questo business.

La invito a commentare le seguenti affermazioni: "Il porno genera odio per le donne".
Non vedo perché. Gli uomini non odiano le donne. Sono lì perché le amano.

"La pornografia funge da manuale per lo stupratore".

Lo stupro è un crimine di violenza, non di sesso. Ricordo un film intitolato ‘No Way to Treat a Lady’ [‘Non si maltrattano così le signore’, 1968] con Rod Steiger. Lui interpretava un pazzo che odiava le donne. Usciva e le uccideva, metteva loro dei grandi baci di rossetto sul viso e appoggiava i loro corpi sul water. Nessuno però si lamentava di questo.

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"La pornografia violenta è propaganda d'odio contro le donne".
Cos'è la pornografia violenta? Queste persone stanno recitando! Questo tipo di cose [la violenza sessuale] continua a manifestarsi nella nostra società. È una fantasia per alcuni, e una cosa odiosa per altri.
Ascolti. Un film è classificato R se qualcuno taglia il seno di una donna. È classificato X se qualcuno le bacia il seno. Se qualcuno bacia il seno di una donna e poi lo taglia, allora si tratta di ‘Caligola’ e io non voglio vederlo. È comunque una questione di libertà di scelta. Nessuno spezza le braccia alla gente per comperare videocassette.

Quanto è diffusa la (finzione di) violenza sessuale nei film sessualmente espliciti?

Non è affatto diffusa. È una parte molto piccola del business. È come una horror comedy, non c'è molto pubblico per queste cose.
Fondamentalmente i film a luci rosse sono fatti per stimolare e stuzzicare, e la violenza è l’aspetto secondario (lett. svolta) per la maggior parte delle persone. Ma, proprio come c'è un pubblico per diversi tipi di film horror, ci sono alcune persone a cui piace fare giochi sadomasochistici in camera da letto.
Più ci penso, più concludo che ci sia una motivazione di fondo diversa, che non ha nulla a che fare con quello che dicono i portavoce dell'antiporno. Penso che queste siano donne politicamente frustrate e più interessate ai giochi di potere. Andare in giro e bombardare i luoghi - questa è violenza.
La pornografia dovrebbe creare una piacevole situazione di fantasia. L’essere violentata può anche costituire la fantasia di una donna, ma nessuna donna deve mai essere picchiata o violentata. Bisogna sempre chiamare la polizia, o il soccorso per lo stupro.

Pensa che ci sia una differenza qualitativa tra la violenza simulata nei film sessualmente espliciti e lo stesso tipo di violenza così come la si vede nei film non sessualmente espliciti?
In un film a luci rosse il sesso è reale, quindi questo fa sembrare una cosa come uno stupro nella realtà, mentre in altri film non lo è. Alcune persone vengono davvero infastidite da questo.

Esistono i cosiddetti film "snuff" (film in cui un attore viene effettivamente ucciso)?
No, non esistono. Non ne ho mai visto uno, e non conosco nessuno che l'abbia visto. Quella cosa di Shackleton [Snuff, il film del 1975, distribuito da Alan Shackleton, che ha generato la controversia] non era reale. L'hanno dimostrato. La gente vuole solo credere in qualcosa di sensazionale.

Il pubblico dei film sessualmente espliciti è diverso da quello dei film non espliciti? Se sì, come?
Non è diverso. Le persone che vanno a vedere uno, vedono anche l'altro.

Il pubblico dei film sessualmente espliciti è cambiato dal 1972 [anno di uscita del primo film vietato ai minori di Marilyn Chambers, ‘Behind the Green Door’]? Se sì, come?

Sì. Siamo passati dagli uomini in impermeabile, con sotto completi eleganti, al pubblico delle coppie - coppie giovani, coppie mature e persino coppie anziane.
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cicciuzzo
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Re: Marilyn Chambers Contro le Donne Antiporno (1983)

#2 Messaggio da cicciuzzo »

indubbiamente aveva testa, altro che quelle di adesso.....
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione

marziano
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Re: Marilyn Chambers Contro le Donne Antiporno (1983)

#3 Messaggio da marziano »

davvero. concordo al 100%.
una donna col cervello.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.

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