Sandy Samuel: Porno, Teatrino e Discodance

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Sandy Samuel: Porno, Teatrino e Discodance

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‘Let me whip you!’ biascica una voce roca su uno scarno beat funk. E ancora ‘I know you want to be hit…lick my long black boots!’ Si tratta di una voce femminile che cerca, a suo modo, di suonare aggressiva e maliarda. E’ la voce di tale Sandy Samuel nella canzone che dà il titolo al suo 45 giri, ‘(I Like) Sado Music’, colonna sonora che le serviva anche da introduzione alla parte sadomaso del suo spettacolo al Teatrino di Milano, come ci ricorda un articolo de La Notte datato 1985.
Ma di chi parliamo? Sandy, dicevamo, milanese classe 1956. Ornella Picozzi, in realtà. Ma si sa, alla fine degli anni Settanta nel porno la realtà si confonde, i nomi cambiano e tutto diventa sfumato, irreale, grottesco. E’ qui che Ornella diventa Sandy, biondina graziosa dalle forme generose ma di trascurabile statura. È stata anche Miss Milano Ornella. I capelli li porta in ‘stile segretaria’, un taglio sobrio e ordinato, insomma tutto penseresti tranne che ritrovartela a dimenarsi nuda in una scena di sesso a tre ne ‘La Cerimonia dei Sensi’ di Antonio D’Agostino (1979). L’intesa saffica pare perfetta, nel contesto di un’orgia ‘dei Poteri Alti’ dai risultati imprevedibili. Nuda o vestita, alla formosa Sandy piace ballare: eccola quindi in un cameo del celebre ‘Sesso Nero’, vero opening title del porno italiano, muoversi in un nightclub con tanto di parrucca scura sulle note di Nico Fidenco. Ed eccola, finalmente, in ‘hardcore action’ per la prima volta nel 1980: il film è ‘Blue Erotic Climax’, il regista - manco a dirlo - il volpone Massaccesi (per l’occasione Alexander Borsky). La performance non è indimenticabile, tutt’altro: la ragazza si sottrae anzitempo alla penetrazione a pecorina di Mark Shanon, che, indispettito, sbotta in un ‘E io che faccio?!’ Esigenze di trama, che la vedono moglie insoddisfatta del prestante Shanon. Del resto lei ha provato a riconquistarlo - e qui parte la seconda scena hard in flashback. Una minicavalcata svogliata, di mestiere diremmo. Che volete farci, è il pressappochismo insito nel primo hard italiano, con attrici musone e una regia che, per quanto le mani siano esperte, si butta un po’ via raffazzonando un montaggio che ripete la stessa inquadratura di preliminari a distanza di pochi minuti.

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Che poi, a dirla tutta, il ruolo ideale di Sandy nella sua carriera pornografica non è quello della moglie, bensì della cameriera: la vediamo in giarrettiere cedere alla vis poetica di Paolo Gramignano, conquistata dai suoi versi e dalla mano destra che la palpeggia ripetutamente. E - potenza della cultura - è sempre leggendo un libro che l’ammiriamo masturbarsi in una scena che poi si trasforma in un sincero tributo al ‘cinema dello spioncino’ di settantiana memoria (Sandy è infatti osservata dal facchino Enzo Monteduro attraverso il buco della serratura). E proprio a Monteduro - caratterista comico - è destinato un accurato pompino della nostra, nel piccolo trionfo finale.
A vedere il cast di ‘Albergo a Ore’ (1981) ecco che la banda femminile del porno italico dei primi anni ’80 è già in bella evidenza: Marina Frajese, Sabrina Mastrolorenzi e Sandy Samuel, le tre moschettiere delle luci rosse all’amatriciana (a cui va aggiunta Guya Lauri). E allora largo ai vari ‘Attenti a Quelle Due…Ninfomani’, ‘Claude e Corinne (Un Ristorante Particolare)’, film che perpetuano lo schema della sexy commedia degli equivoci rinforzata con con scene porno relativamente brevi.

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Personaggi come la Samuel hanno attraversato quella fondamentale fase produttiva in cui film del filone sexy/soft, una volta ottenuto il visto di censura, venivano arricchiti da inserti porno e quindi proposti nelle sale in versione hard. Si pensi ad esempio a ‘La Gemella Erotica’ di Alberto Cavallone (1979), pellicola in cui la nostra interpreta la parte della cassiera di un bar di provincia (mansione che pare abbia svolto saltuariamente anche nella realtà, al Teatrino di Milano) che viene brutalizzata da uno psicopatico. Nella versione soft ci si limita a vederla prostrata all’altezza dei genitali, nella più completa veste hard del film ecco invece che l’inserto prosegue, mostrandoci integralmente il pompino. A seguito di questi timidi ingressi, la ‘scena’ porno italiana si afferma tramite prodotti che nascono per essere hardcore: non c’è più necessità di furtive scene ‘in aggiunta’, i registi e gli attori possono occuparsi di pellicole che prevedono al loro interno momenti di sesso espliciti più o meno ‘contestuali’ ad un canovaccio narrativo che, in questa fase, ci si sforza di mantenere.
Pretendere dai performer italiani hardcore del periodo 1980/85 una vocazione al porno o quantomeno uno sforzo interpretativo è quasi sempre pura utopia, e Sandy Samuel non fa eccezione. Dicevamo prima che la bionda appare quasi sempre ‘musona’, inespressiva, in effetti questa sensazione trova conferma nei brevi cenni biografici che abbiamo su di lei: pare non avesse un carattere affabile, mantenendosi anzi piuttosto scontrosa sul set. Nel fondamentale volume ‘Luce Rossa - Nascita del Cinema Pornografico in Italia’ Andrea Napoli parla di uno spettacolo di Sandy conclusosi in modo piuttosto burrascoso, con polemiche sollevate dal pubblico riguardo al suo scarso impegno sul palco e relativo battibecco...

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Sta di fatto che quando si ha un personaggio bisogna sfruttarlo fino al fondo del barile, ecco spiegato il motivo della Sandy Samuel pornoattrice e cantante nel 45 giri pubblicato nel 1980 di cui parlavamo all’inizio del nostro racconto. L’arrangiamento del brano, presente nella facciata B come strumentale, prova a scimmiottare i dettami della disco settantiana con risultati davvero trascurabili, così com’è trascurabile l’apporto vocale della nostra. Senza dubbio l’aspetto migliore del disco è la copertina, che vede una Sandy in atteggiamento da mistress intenta sottomettere il malcapitato schiavo mascherato. Il disco fu pensato come vera e propria hit per la heavy rotation nostrana, in quanto venne pubblicato anche in versione extended (allungata e remixata) in formato 12”. Nel sito phonicarecords.com si legge un commento che omaggia canzone e cantante in maniera clamorosa : ‘I Like Sado Music is a gem released by Blitz Records in 1980 among other overlooked records of electronic disco, library music and soundtracks. "I Like Sado Music" is also the only record ever sung by Sandy Samuel, the artist name of Daniela Samueli, a prolific and very famous porn actress of that period.’ Tanto per non farsi mancare niente, questa ‘gemma’ discodance venne rilasciata per una specifica categoria della casa discografica Blitz, denominata ‘Erezioni’. Come poteva essere diversamente...

Fu vera gloria? Macché. Col mutare del mercato porno i film acquisirono una forma sempre più hard oriented, vale a dire scene di sesso più lunghe e trama quasi azzerata o pretestuosa. Verso il 1985 molti prodotti del settore, per limitarsi alla realtà italiana, erano particolarmente scadenti avendo perso l’impronta cinematografica degli anni precedenti e non essendo riusciti ad assorbire con la giusta qualità la nuova veste. Ne uscivano dei prodotti che, per quanto oggi siano oggetti di culto per appassionati, possono a mio avviso essere divisi fra quelli dotati di un valido appeal creativo ed altri, la maggior parte, tecnicamente raffazzonati ed eroticamente approssimativi.
In questo periodo di mezzo Sandy Samuel raggiunge il crepuscolo della sua esperienza a luci rosse, in film quali ‘Marina Vedova Viziosa’ e il pasticciato ’Marina e la Sua Bestia 2’, episodi trascurabili già per la protagonista citata nel titolo - Marina Lotar appunto - in cui comunque Sandy si concede momenti di autoerotismo culminanti nella deflorazione anale con una candela. All’interno della sua filmografia va annoverato anche ‘Goduria’, notevole ‘criminal hard’ del 1982 a firma Dudy Steel in cui la nostra è protagonista assoluta dilettandosi, tra le altre cose, in un threesome con Pauline Teutscher e Luigi Tripodi e sprigionando nel complesso un buon livello di voluptas.

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Che ne è stato di Sandy quando è ritornata ad essere semplicemente Ornella non si sa. Possiamo lecitamente chiederci, senza falsa retorica, qual è il missing link, l’anello mancante, per cui una ragazza eletta Miss Milano e comunque attiva nel circuito delle emittenti locali come spogliarellista si ritrovi nel giro di poco tempo ad abbracciare senza riserve una dimensione che, all’epoca, era l’anticamera della marginalità professionale e risposta spesso estrema a svariate problematiche personali, ma ognuno segue un proprio tracciato esistenziale. Quello di Ornella l’ha riportata in tv nel 2009 in seguito a un grave problema di carattere motorio nel format pomeridiano Festa Italiana, a cui ha partecipato nell’ottica di un riavvicinamento col figlio. Storie di vita.

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‘….certo donna dalla doppia vita. Affascinante per ‘quello che c’è dietro’: cassiera nei teatrini dei fratelli Matera, attrice hard con quella lingerie anni Settanta e le insostituibili calze marron come il tinello dell’austriaca della canzone di Paolo Conte. Misteriosa’ (Michele Giordano)
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Io mi limito a giocare a basket e lascio che Dio faccia il resto (Michael Beasley)
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dboon
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Re: Sandy Samuel: Porno, Teatrino e Discodance

#2 Messaggio da dboon »

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