Luca Damiano Intervistato dal Delta Di Venere, Novembre 2005

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Luca Damiano Intervistato dal Delta Di Venere, Novembre 2005

#1 Messaggio da Alec Empire »

Archeologia digitale. Ogni tanto la faccio, ‘à la recherche’ di quello che è stato l’hard ‘quando c’era l’hard’ e dell’apparato giornalistico che vi si dedicava. Già, perché una volta avevamo qua nella nostra ridente Italia una rivista di ‘critica’ pornografica con relativo sito e forum (Videoimpulse) oltre ad un corposo web magazine chiamato Delta Di Venere, puntuale nelle news così come negli approfondimenti storici e tematici dedicati a questo settore e a tutti coloro che lo rendevano ‘speciale’.
Per svariati motivi – intuibili, comprensibili per ‘chi ne sa’ – questi due nomi, Videoimpulse e Delta, sono diventati Storia (per non dire Leggenda), testimoni di un’Età dell’Oro a luci rosse ormai definitivamente tramontata. Non sono i soli, beninteso: esistevano anche varie altre realtà di informazione (mi viene alla mente la rivista ‘Hot News’ ad esempio), per cui non me ne vogliano coloro che non ho nominato, tanto, come si dice nei ringraziamenti, ‘you know who you are’…
Fatto sta che, come dicevo, a me scartabellare nella polvere cartacea e digitale piace. Vado dunque a riesumare un bell’articolo tratto dal sito del Delta Di Venere in cui l’autore, Giorgio Anselmo Andrei, tracciava una biografia del regista Luca Damiano seguito poi da una bella intervista a questo pioniere dell’hard italiano, che ha respirato e ‘fatto’ cinema molto prima di cimentarsi nel porno a tempo pieno per essere poi ricordato come ‘pornografo’, appunto.
Ripropongo la biografia di Damiano/Lo Cascio così come appariva in quell’articolo del Novembre 2005. In un altro articolo sistemerò invece l’intervista. Che i ricordi abbiano inizio.


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“Sono nato e cresciuto nel cinema. Mi ricordo che facevo i temi sul retro dei copioni che mia madre lasciava per casa. Ho sempre amato il cinema e solo una cosa mi piace quanto il cinema: il sesso. Quindi lo sbocco naturale era un giorno poter fare film sul sesso”. Pensieri e parole di Luca Damiano, uno che evidentemente il sogno è riuscito a realizzarlo, anche se magari da ragazzo non si sarebbe immaginato di vincere un giorno l’Oscar in America per un film porno, come poi è successo (nel 1996). Di sicuro è un personaggio con una storia che vale la pena raccontare, anche per sapere direttamente da lui come è cambiato il panorama dell’hard italiano.
Figlio di Luisa Alessandri, che è stata aiuto regista e braccio destro niente meno che di Vittorio De Sica, Luca Damiano (Franco Lo Cascio, all’anagrafe) vanta un discreto background nel cinema di cassetta e difatti ha prestato gavetta al servizio di registi come Nanny Loy, Giulio Petroni, Aldo Grimaldi e soprattutto Fernando Di Leo, padre del noir all’italiana, più volte citato come modello da Quentin Tarantino.
“Fernando ha rappresentato il mio primo ingaggio come aiuto regista (prima ero sempre stato aiuto dell’aiuto). Il film si chiamava Rose rosse per il Fuhrer” ha raccontato lui, anni fa, in un’intervista a Nocturno. Da quel film in avanti, era il 1968, il nostro ha collaborato a diversi thriller di Di Leo, titoli oggi diventati cult assoluti come I ragazzi del massacro, Il boss, Milano Calibro 9, La mala ordina, Colpo in canna. Il suo debutto ufficiale alla regia è del 1974, quando viene chiamato a dirigere Franco Franchi, all’epoca in rotta con l’inseparabile Ciccio Ingrassia, in Piedino il questurino.
Ma la prima vera svolta nella carriera avviene l’anno successivo con L’educanda, prima incursione nel genere che lui ama definire “eroticomico”. Una svolta dettata non solo dagli esiti commerciali della pellicola, che per la cronaca era interpretata dalla sua fidanzata di allora, Patrizia Gori (e finanziato dalla mamma di lei, che in onore della figliola aveva chiamato Patrizia Cinematografica la casa di produzione), quanto per il sodalizio con Diego Spataro. Con il nuovo socio, da lì a qualche anno Franco inizia ad importare pellicole hard dalla Francia, paese che già da un po’ aveva acceso sui cinema le prime luci rosse. Il primo è stato Super Excitation con Claudine Beccarie, un po’ ritoccato nella parti più spinte e con scene di spogliarelli insertate al posto del sesso duro e puro, che all’epoca era ancora proibitissimo nelle sale nostrane. Il successo fu comunque così clamoroso da convincere Damiano a dedicarsi completamente al genere. Spataro: “Nel 1980 avevamo una società di distribuzione di film a luci rosse che ci ha dato degli ottimi risultati. Finchè nel 1982 ci fu un sequestro generale in tutta Italia”. Quel periodo difficile, fra scandali presunti e veri rischi di denunce, passò presto portando anzi nuovi entusiasmi, considerato che il pubblico era proprio il porno che voleva vedere sugli schermi.

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Nel corso degli anni 80, Damiano produce e dirige, anche celato dietro la firma Lucky Faar Delly, diversi film con Marina Frajese (Pin Pon, Fashion Love, Sesso allo specchio, Le voglie di Marina, Le due bocche di Marina, Una moglie così perbene) e altri alla fine del decennio. “Non esisteva più la censura e praticamente si poteva distribuire qualsiasi cosa”. La seconda svolta nella sua vita “hard… tistica” arriva nella prima metà dei 90, periodo in cui ormai il porno italiano si era definitivamente scrollato di dosso quell’aura di semi-clandestinità che lo aveva caratterizzato fin dagli albori. In questi anni Damiano ha infatti riscosso premi e riconoscimenti della stampa specializzata un po’ ovunque, anche grazie a produzioni ambiziose, spesso atipiche, come i rifacimenti in chiave esplicita dei decamerotici e delle favole. Il primo titolo a distinguersi nel mare magnum dell’hard che già affollava le videoteche è stato Le Avventure Erotix di Cappuccetto Rosso, che addirittura mostrava alcune sequenze a cartoni animati. Era il 1993 e le produzioni nostrane avevano (ri)cominciato a filmare non solo l’atto sessuale, inventando spericolate commistioni e gustosi adattamenti. Ha detto il regista: “La protagonista della favola rappresenta la donna che difende la sua sessualità dalle insidie dell’uomo che è lupo per antonomasia, ma anche la curiosità che è femmina e che non ascoltando i consigli della mamma finisce nelle grinfie del predatore che alla fine ha comunque la peggio. Come succede agli uomini che quasi sempre con le donne hanno spesso da smenarci”.
La protagonista era Barbarella (che canta anche la canzoncina della colonna sonora!) mentre Chessy Moore offre un saggio della sua propensione al sesso estremo. Damiano appare vestito da cuoco e il ruolo della nonna era affidato a Karin Schubert.

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Oltre al celebre Marco Polo con Rocco Siffredi, che nel 1994 aveva segnato il ritorno all’hard in grande stile dell’amico e socio Joe D’Amato, altri titoli rappresentativi della nouvelle vogue di Damiano sono Amleto – Per Amore di Ophelia, girato nel castello di Balsorano, con Christopher Clark e Sarah Young (non senza una buona dose di ironia tanto che persino Massaccesi si concesse un raro cammeo nella parte del padre della prosperosa star inglese), e la saga in quattro parti di Decameron X, che tra il ’94 e il ’95 ha riportato in auge un genere del passato, sulla falsariga di quello che nei primi anni 70, contemporaneamente alla Trilogia della vita di Pasolini, aveva fatto la fortuna del cinema erotico.

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Filmetti gustosi e irriverenti, fin dai titoli: Racconti arguti di mogli puttane e mariti cornuti; Novelle maliziose di bernarde assai vogliose; Racconti di dame e cavalieri, di stalloni e di scudieri; Novelle boccaccesche di cortigiane e fantesche. Tra siparietti pornocomici e volgarissimi dialoghi in rima baciata. Ma anche negli anni successivi, molta della produzione di Damiano è stata improntata all’originalità: dalla rivisitazione di altre favole come Biancaneve e Alice nel paese delle (porno) meraviglie, al recentissimo Penocchio, alle gesta mai raccontate di Napoleone (Roberto Malone) e Paolina Bonaparte (Milly D’Abbraccio), agli instant-movie dettati dalla cronaca rosa come I sogni erotici di Lady D e La principessa, il guardaspalle e la spogliarellista. Anche un porno-musical: Rock Erotic Picture Show.

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Re: Luca Damiano Intervistato dal Delta Di Venere, Novembre 2005

#2 Messaggio da Alec Empire »

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Come annunciato ripropongo di seguito l’intervista al regista Franco Lo Cascio/Luca Damiano originariamente apparsa nel sito deltadivenere.com nel Novembre 2005, ad opera di Giorgio Anselmo Andrei.
Ho voluto dedicare l’immagine di copertina di questo articolo a Luca e a Lollipop (conosciuta anche come Federica Gori, vero nome Maria Besesti), pornostar che è stata compagna del regista, morta prematuramente nel 2008 a soli 38 anni (RIP)


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Fino a pochi anni fa si realizzavano film impegnativi, girati in pellicola anche in location esotiche, spesso in costume. Per esempio tu sei diventato famoso soprattutto per i remake delle favole. E adesso?


E’ cambiato tutto. Una volta si facevano i film con grandi mezzi ed eravamo in pochi a poterli fare. Io, Joe D’Amato, Salieri, forse qualche altro. Inoltre si vendevano i diritti dei film, mentre oggi i pochi che ancora producono, spesso stampano direttamente i dvd per le videoteche. La vera differenza la fa la tv via satellite, anche più di Internet: c’è un sacco di roba che il fruitore può vedere comodamente senza neanche alzarsi dalla poltrona. Lo spettatore che una volta andava al cinema e poi, negli anni successivi, usciva di casa per noleggiare o comprare le videocassette, adesso vede quello che gli pare in pay per view, in pieno anonimato e senza neanche la scocciatura di dover riconsegnare il film.

I canali satellitari non hanno aperto nuove possibilità produttive?

Forse per qualcuno, non lo so, ma di sicuro è un mercato che da solo non basta per chi vuole produrre in grande stile. Mi spiego: in tv una grande produzione e un video gonzo hanno lo stesso valore commerciale. In questo modo il prodotto si livella, così le grandi produzioni non si possono più fare.

E nel mercato internazionale?

Succede lo stesso, si fanno scambi, si vende poco e spesso prodotti di basso livello.

Per esempio, io ho fatto Penocchio, prodotto da Mario Salieri con grandi mezzi, e anche se ha vinto un sacco di premi non riusciamo a mettere in piedi nuove produzioni di questo tipo. Il motivo? Sul Sat è considerato poco più importante di un filmetto costato quattro soldi, magari girato tutto in una stanza.

Come è cambiato il modo di produrre?

Adesso ci sono gli attori “che se le cantano e se la sonano”, nel senso che con le loro telecamerine da 500 euro si filmano la scopata con la moglie, l’amico e la fidanzata. E magari lo fanno pure meglio di me, visto che sono dei professionisti del materasso.

La qualità interessa poco, e chi faceva i grandi film ora non li può più fare.

In futuro cosa succederà?

Chi lo sa. Quando è finito il cinema si pensava che certi film come per esempio Marco Polo, che con Massaccesi girammo nelle Filippine, non si sarebbero più fatti. Invece poi è cambiato tutto rapidamente. Adesso però la vedo scura…Il pubblico dovrebbe essere più critico, ma chi si deve fare una pippa se la fa pure con i prodotti di serie B. Gli altri spettatori, quelli che vogliono vedere un bel film, si accomodano davanti ad un film normale, magari un erotico, non certo un porno.

Progetti?

Una nuova favola in chiave hard. Vorrei fare La bella addormentata nuda nel bosco, sempre con la produzione di Salieri. Sarebbe carino ma ancora non si riesce a metterlo in piedi perché chiaramente è un film che costa.

Ora cosa stai facendo?


Nulla. Fortunatamente non ho bisogno di lavorare e se vedo che le cose non rendono, non le faccio e basta. Preferisco aspettare: ho sempre fatto il regista, non mi sono mai occupato della vendita al dettaglio quindi non ho l’esigenza di avere nuovi prodotti a tutti i costi da mandare sul mercato.

Parliamo degli inizi della tua carriera. Quando hai capito che l’hard poteva sfondare anche in Italia?

Io venivo dal cinema ufficiale e quando ho fatto L’educanda, che era una commedia erotica, mi resi conto che il pubblico era proprio il sesso che voleva vedere. Chiedeva di più, sempre di più, e noi cercavamo di darglielo. Così cominciammo ad importare alcune pellicole dalla Francia, alcune con Claudine Beccarie per esempio, anche se magari di due film ne facevamo uno perché dovevamo tagliare le scene più forti per problemi di censura. Poi abbiamo smesso di tagliare e addirittura abbiamo cominciato a produrre da noi. Allora, ti parlo di 20/25 anni fa, c’era Marina Frajese, una che faceva l’hard prima di tutto perché le piaceva veramente. Lo star system delle luci rosse è cominciato con lei.

Se dovessi dare un rapido giudizio su ciascuno dei periodi che ti hanno visto impegnato nel cinema, cosa verrebbe fuori?


Negli anni ‘70 sono arrivati i film erotici e con loro anche la scoperta dell’eros, che voleva dire l’occasione di vedere le tette e la scoperta che si poteva fare del sesso anche al cinema. Negli ‘80 la possibilità di vedere il membro maschile. Il cazzo in erezione significava verità, non c’era possibilità di finzione, c’era la penetrazione vera e propria: non si rappresentava il sesso ma si facevano proprio vedere degli scopatori in azione. Negli anni ‘90 è arrivata l’arte nel sesso, cioè la possibilità di far recitare gli scopatori. Perché se un attore recitante non è possibile farlo scopare, è invece possibile far recitare un attore scopante. In questo periodo sono nati miti come Rocco, Malone, Francesco Malcom, Eva Henger, Selen, Milly D’Abbraccio: star che sanno sia fare sesso che recitare. Gli anni ‘90 sono stati i più belli, con i grandi film, il festival di Cannes, l’Oscar in America, che tra l’altro io ho vinto per Amleto (questa risposta riassume alla perfezione trent’anni di hard, nda)

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E il 2000?

La fine e il degrado. Le telecamere digitali hanno fatto in modo che chiunque possa fare filmini porno. In questo modo il genere si è trasformato in una ripresa di gente che scopa e basta. Insisto, in alcuni dei film che abbiamo fatto 7, 8, 10 anni fa, il pubblico poteva trovare una cosa divertente per ridere, poi un fatto erotico per eccitarsi e poi uno pornografico per raggiungere l’orgasmo. Oggi questo non esiste più. Adesso vanno le cose specialistiche, anche sul satellite, che come dicevo è secondo me il mezzo più importante oggi in questo settore: ognuno trova il canale che trasmette le cose che preferisce, dai trans alle frustate a qualsiasi altra diavoleria. E così torniamo al discorso che facevamo prima. Ma attenzione, il mio non è un discorso moralista e non è una critica né un’accusa. E’ solo la constatazione di quello che succede.
Non parlo con le pedine (Kyrie Irving)
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Re: Luca Damiano Intervistato dal Delta Di Venere, Novembre 2005

#3 Messaggio da cazzaniga90 »

Le Le avventure erotiX di Cappuccetto Rosso e stato recentemente pulito e upscalato da un amatore russo.
Purtroppo la lingua è quella italiana a bassa voce con la voce polifonica russa sopra.

Ma la visione è migliore rispetto al vecchio vhs.
"Ribelle senza causa"
Cazzaniga90

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