[O.T.] I Simpson
Inviato: 15/10/2004, 3:55
Apro questo post perchè vorrei esprimere tutta la mia riconoscenza a Matt Groening, personaggio che vedrei insignito del Premio Nobel.
Adoro la satira, non potrei vivere senza. Un mondo senza satira è un mondo morto, grigio, incolore. Fra i cartoni mi piacciono Futurama (Il professore, Frai...) e i Griffin (il piccolo Stewie, il cane Brian...); a livello politico i Guzzanti e come satira di costume la Gialappa. Qualcosa anche di Gene Gnocchi e Zelig (Ale e Franz). Detesto invece Luttazzi e South Park.
Ma i Simpson sono di un altro pianeta. Sono IL CARTONE definitivo, per antonomasia. Una satira spietata, radicale, nichilista, perentoria, lapidaria. Per me sono qualcosa più di un must quotidiano, sono una droga: mezz' ora di sollievo, buonumore, relax di cui da anni non riesco a fare a meno. Se non posso vederli li registro. Conosco episodi a memoria ma li vedrei milioni di volte senza stancarmi e scoprendone ogni volta nuovi particolari. Le puntate degne di nota sono troppe, elenco solo i miei personaggi preferiti:
Monthy Burns, lo spietato e cinissimo capitalista.
Il mitico Homer con le sue idee strampalate.
Il leggendario Barney Gambill, che nei rari momenti di sobrità è capace di altissime vette canore e poetiche.
Il corrotto sindaco Quimby col debole per le squillo.
E naturalmente la piccola Lisa, il grillo parlante, la voce della ragione in quello scempio di ordinaria follia che è la vita dell' americano consumista medio.
Una cartone unico e meraviglioso, mai banale e di rara sottigliezza. Ad es. non c' mai un lieto fine per tutti: nel finale di una puntata ricordo che la famiglia si era riappacificata in un Fast Food e, tornata la felicità , tutti dissero: "Che bello essere di nuovo qui tutti insieme". Lo scenario di colpo si incupiva inquadrando un povero lavapavimenti che dallo squallore della sua prospettiva bisbigliava "parlate per voi..."
Di buono c' è che alla fine la famiglia rimane sempre unita.
Adoro la satira, non potrei vivere senza. Un mondo senza satira è un mondo morto, grigio, incolore. Fra i cartoni mi piacciono Futurama (Il professore, Frai...) e i Griffin (il piccolo Stewie, il cane Brian...); a livello politico i Guzzanti e come satira di costume la Gialappa. Qualcosa anche di Gene Gnocchi e Zelig (Ale e Franz). Detesto invece Luttazzi e South Park.
Ma i Simpson sono di un altro pianeta. Sono IL CARTONE definitivo, per antonomasia. Una satira spietata, radicale, nichilista, perentoria, lapidaria. Per me sono qualcosa più di un must quotidiano, sono una droga: mezz' ora di sollievo, buonumore, relax di cui da anni non riesco a fare a meno. Se non posso vederli li registro. Conosco episodi a memoria ma li vedrei milioni di volte senza stancarmi e scoprendone ogni volta nuovi particolari. Le puntate degne di nota sono troppe, elenco solo i miei personaggi preferiti:
Monthy Burns, lo spietato e cinissimo capitalista.
Il mitico Homer con le sue idee strampalate.
Il leggendario Barney Gambill, che nei rari momenti di sobrità è capace di altissime vette canore e poetiche.
Il corrotto sindaco Quimby col debole per le squillo.
E naturalmente la piccola Lisa, il grillo parlante, la voce della ragione in quello scempio di ordinaria follia che è la vita dell' americano consumista medio.
Una cartone unico e meraviglioso, mai banale e di rara sottigliezza. Ad es. non c' mai un lieto fine per tutti: nel finale di una puntata ricordo che la famiglia si era riappacificata in un Fast Food e, tornata la felicità , tutti dissero: "Che bello essere di nuovo qui tutti insieme". Lo scenario di colpo si incupiva inquadrando un povero lavapavimenti che dallo squallore della sua prospettiva bisbigliava "parlate per voi..."
Di buono c' è che alla fine la famiglia rimane sempre unita.