Ok, ho capito l'esempio.gi.kappa. ha scritto:Il prozio anziano bestemmia come i turchi, non ho reso bene l'idea.
L'ho citato per dire: se nel 2015 non esiste più una cosa apparentemene banale come il buio e il silenzio di notte (chi va in vacanza nei pressi di qualche deserto, al circolo polare artico, ecc. è la prima cosa che nota), una cosa che fino a settant'anni fa era normale nelle zone rurali; come facciamo noi che abbiamo di tutto e di più ad immedesimarci (al fine di comprendere) con popolazioni vissute migliaia di anni fa?
Popolazioni che avevano altre percezioni, altre realtà, altre interpretazioni della vita e via dicendo?
La comprensione delle religioni non sarà totale, ma esistono studi delle religioni e sono anche molto interessanti oggi. Non siamo troppo diversi, certo abbiamo più strumenti in tante parti del mondo ma i bisogni da coprire sono gli stessi.
Ad esempio avevo trovato utile la comparazione tra religioni del deserto (ad esempio ebraismo con le conseguenti cristianesimo ed Islam) dalle religioni della giungla (sicuramente la più nota è l'induismo). Il tuo Dio ti risolve i problemi che hai, nel deserto ti fa sgorgare l'acqua e ti dona la manna dal cielo. È un creatore. Nella giungla gli dei sono trasformatori, ti aiutano all'evoluzione.
L'ho trovato in uno studio divulgativo "il Vangelo secondo la scienza" di Oddifreddi ma ora mi viene in mente il Vangelo secondo Gesù Cristo di Saramago che non c'entra nulla ma è meraviglioso.
Se ti interessa un po di antropologia ci sono analisi delle religioni da cui si comprendono a che punto di complessità è arrivata una società da che religione si è inventata.
Tutto questo per dire che bisognerebbe che i religiosi capissero che il loro percorso è nobile ma deve essere interiore, le loro credenze non sono universali, non hanno diritto a imporre stili di vita agli altri