[O.T.] ISLAM
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Re: [O.T.] ISLAM
molti brigatisti rossi erano studenti universitari, alcuni laureati col massimo dei voti. paradossalmente fu proprio l'accessibilità dell'istruzione alle masse a rendere possibile tale fenomeno, in un popolo analfabeta non avremmo avuto nulla del genere
c'è qualcuno che sa leggere i libri che poi va da quelli che non sanno leggere i libri...
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Re: [O.T.] ISLAM
“Terroristi figli di papà? Come in Italia negli anni ’70”. “Il comando di Dacca era composto da ragazzi di famiglie abbienti, usciti da scuole prestigiose, e allora? Di che vi stupite? Anche i terroristi dell’11 settembre non erano poveri. E negli anni 70 nelle file delle Brigate Rosse non erano forse giovani della classe media a condurre la lotta armata in difesa dei poveri?”. E’ chiaro e diretto il paragone di Vali Nasr, studioso americano di origine iraniana, rettore della Scuola di studi politici internazionali della John Hopkins University di Washington, un’autorità sul terrorismo internazionale di matrice islamica.
Una matrice che si manifesta sempre più – e il riferimento religioso ne ha occultato il carattere più autentico – come la sfida più forte, più efficace all’imperialismo occidentale. In sofferenza sul campo militare dove lo Stato Islamico arretra e perde posizioni in Siria e Iraq, Isis sta raccogliendo i frutti della campagna di propaganda e reclutamento in ogni angolo del mondo.
“L’immagine del terrorista di estrazione modesta, emarginato, è calzante in Europa perché da voi il fenomeno del reclutamento è strettamente legato alla mancanza di integrazione degli immigrati. Ma non è così ovunque. L’Isis attrae per il suo sfoggio di forza e potenza. Il suo richiamo non è soltanto religioso: rappresenta la promessa di emancipare il mondo musulmano dall’Occidente. Con la sua ideologia anti imperialista e anti globalizzazione non porta avanti soltanto una guerra culturale ma anti coloniale”.
In due anni di attacchi, Isis e le diverse sigle locali che si affiliano e affluiscono aderendo al messaggio del Califfato, hanno mietuto 1300 vittime. Una internazionale del terrore che nasce, anche, dalle ceneri e dal fallimento di ogni progetto anti-capitalista o contro la globalizzazione selvaggia, delle sinistre tradizionali. Una bancarotta politica che ha dirottato speranze e illusioni anti-imperialiste verso i più “cattivi”, i più forti.
E’ la suggestione affacciata anche dalla filosofa Donatella Di Cesare che denuncia il ritardo, proprio a sinistra, a capire il fenomeno della mondializzazione del terrore come risposta e vendetta al colonialismo occidentale, da cui l’imbarazzo ontologico ed esistenziale: “il nemico del mio nemico, è mio amico?”. Se ne può uscire, come si dice retoricamente, prosciugando i bacini dell’odio, creando condizioni materiali diverse dalle periferie delle città europee alle bidonville asiatiche. Occorre più condivisione tra i servizi di intelligence dei vari Paesi. E anche affrontare il radicalismo dell’Arabia Saudita che fa parte della coalizione anti Isis ma spende miliardi per promuovere la sua versione estremista dell’Islam sunnita per combattere la diffusione di quello sciita. La narrativa dell’Isis, anch’esso sunnita, presenta le élite sciite come alleate dell’Occidente e i sunniti come loro vittime. Una narrativa ancora più forte dopo il disgelo con l’Iran e la revoca delle sanzioni. Bisogna poi esercitare una forte pressione sui Paesi arabi sunniti per obbligarli a smettere di tollerare l’Isis, come nel caso del Bangladesh.
Una matrice che si manifesta sempre più – e il riferimento religioso ne ha occultato il carattere più autentico – come la sfida più forte, più efficace all’imperialismo occidentale. In sofferenza sul campo militare dove lo Stato Islamico arretra e perde posizioni in Siria e Iraq, Isis sta raccogliendo i frutti della campagna di propaganda e reclutamento in ogni angolo del mondo.
“L’immagine del terrorista di estrazione modesta, emarginato, è calzante in Europa perché da voi il fenomeno del reclutamento è strettamente legato alla mancanza di integrazione degli immigrati. Ma non è così ovunque. L’Isis attrae per il suo sfoggio di forza e potenza. Il suo richiamo non è soltanto religioso: rappresenta la promessa di emancipare il mondo musulmano dall’Occidente. Con la sua ideologia anti imperialista e anti globalizzazione non porta avanti soltanto una guerra culturale ma anti coloniale”.
In due anni di attacchi, Isis e le diverse sigle locali che si affiliano e affluiscono aderendo al messaggio del Califfato, hanno mietuto 1300 vittime. Una internazionale del terrore che nasce, anche, dalle ceneri e dal fallimento di ogni progetto anti-capitalista o contro la globalizzazione selvaggia, delle sinistre tradizionali. Una bancarotta politica che ha dirottato speranze e illusioni anti-imperialiste verso i più “cattivi”, i più forti.
E’ la suggestione affacciata anche dalla filosofa Donatella Di Cesare che denuncia il ritardo, proprio a sinistra, a capire il fenomeno della mondializzazione del terrore come risposta e vendetta al colonialismo occidentale, da cui l’imbarazzo ontologico ed esistenziale: “il nemico del mio nemico, è mio amico?”. Se ne può uscire, come si dice retoricamente, prosciugando i bacini dell’odio, creando condizioni materiali diverse dalle periferie delle città europee alle bidonville asiatiche. Occorre più condivisione tra i servizi di intelligence dei vari Paesi. E anche affrontare il radicalismo dell’Arabia Saudita che fa parte della coalizione anti Isis ma spende miliardi per promuovere la sua versione estremista dell’Islam sunnita per combattere la diffusione di quello sciita. La narrativa dell’Isis, anch’esso sunnita, presenta le élite sciite come alleate dell’Occidente e i sunniti come loro vittime. Una narrativa ancora più forte dopo il disgelo con l’Iran e la revoca delle sanzioni. Bisogna poi esercitare una forte pressione sui Paesi arabi sunniti per obbligarli a smettere di tollerare l’Isis, come nel caso del Bangladesh.
Re: [O.T.] ISLAM
Paese che vai usanze che trovi
Due gemelli sauditi hanno ucciso la madre che voleva impedirgli di unirsi all'Isis
L'omicidio ha causato un intenso dibattito sugli insegnamenti dello studioso medievale Ibn Taymiyya, precursore del wahhabismo, l'ideologia sposata dai regnanti sauditi
Due gemelli sauditi sono accusati di aver ucciso la madre che aveva tentato di impedirgli di unirsi all’Isis in Siria. Il caso ha avuto una grande eco in Arabia Saudita suscitando forti preoccupazioni riguardo alla militanza di stampo islamista.
L’omicidio è avvenuto il 24 giugno in un paese in cui il rispetto per i più anziani è visto come uno dei cardini dell’ordine sociale e ha infiammato un dibattito sulla possibile nefasta influenza di uno studioso islamico medievale riverito come precursore della scuola sunnita wahhabita, prevalente in Arabia Saudita.
Il portavoce del ministero dell’Interno, il generale Mansour al-Turki, ha reso noto che i due fratelli sono sospettati di aver commesso l’atto. “L’unica cosa che siamo riusciti a stabilire è che i due seguono l’ideologia takfiri (aggettivo che si riferisce all’ideologia seguita dai miliziani estremisti dell’Isis). Stiamo ancora indagando”, ha dichiarato Turki.
Dopo l’attacco, il ministero dell’Interno aveva detto che i gemelli, Khaled e Saleh al-Oraini, erano stati arrestati in quanto sospettati di aver pugnalato la madre Haila, 67 anni, il padre, 73 anni e il fratello, 22 anni, nella loro casa di Riad.
La madre è deceduta a causa delle ferite riportate e secondo i meda sauditi sembra che avesse cercato di impedire ai figli di unirsi al sedicente Stato islamico in Siria.
Il padre e il fratello sono stati ricoverati in gravi condizioni, mentre i due gemelli sono stati arrestati mentre tentavano di fuggire in Yemen.
Lo scrittore saudita Mohammad Ali al-Mahmud ha riferito a Reuters che l'episodio ha causato uno shock nazionale perché si tratta di ragazzi molto religiosi che hanno agito in nome dell’Islam.
Questo è il quinto caso in Arabia Saudita di un omicidio avvenuto nell’ambito familiare e che ha coinvolto sospetti jihadisti da luglio dello scorso anno.
A gennaio, in Siria, un membro dell’Isis aveva ucciso la madre in pubblico nella città di Raqqa perché lo aveva invitato a lasciare il gruppo.
Questi omicidi contribuiscono a nutrire il timore per la radicalizzazione dei giovani in Arabia Saudita, e gli attacchi di ieri su tre città saudite, compreso quello sulla Moschea del Profeta di Medina, il secondo sito più sacro dell’Islam, non fanno che confermare queste paure.
Il caso in questione ha inoltre suscitato un acceso dibattito perché l’Islam incoraggia la devozione verso i più anziani.
Alcuni studiosi e commentatori hanno chiamato in causa lo studioso damasceno del Tredicesimo secolo Ibn Taymiyya noto per le sue fatwa sull’apostasia, che potrebbe aver fornito una giustificazione religiosa all’assassinio da parte di giovani miliziani di membri della famiglia ritenuti apostati.
Infatti, l’Isis fa spesso leva sul concetto di apostasia citando proprio Ibn Taymiyya e invitando i fedeli a uccidere altri musulmani considerati apostati, inclusi i parenti.
Ibn Taymiyya è stato la fonte d’ispirazione del fondatore del wahhabismo Sheikh Mohammed Ibn Abdul-Wahhab (Diciottesimo secolo). Il wahhabismo, ideologia sposata dai regnanti sauditi, richiede la rigida adesione alle pratiche del primo Islam e rigetta idee più moderne.
Due gemelli sauditi hanno ucciso la madre che voleva impedirgli di unirsi all'Isis
L'omicidio ha causato un intenso dibattito sugli insegnamenti dello studioso medievale Ibn Taymiyya, precursore del wahhabismo, l'ideologia sposata dai regnanti sauditi
Due gemelli sauditi sono accusati di aver ucciso la madre che aveva tentato di impedirgli di unirsi all’Isis in Siria. Il caso ha avuto una grande eco in Arabia Saudita suscitando forti preoccupazioni riguardo alla militanza di stampo islamista.
L’omicidio è avvenuto il 24 giugno in un paese in cui il rispetto per i più anziani è visto come uno dei cardini dell’ordine sociale e ha infiammato un dibattito sulla possibile nefasta influenza di uno studioso islamico medievale riverito come precursore della scuola sunnita wahhabita, prevalente in Arabia Saudita.
Il portavoce del ministero dell’Interno, il generale Mansour al-Turki, ha reso noto che i due fratelli sono sospettati di aver commesso l’atto. “L’unica cosa che siamo riusciti a stabilire è che i due seguono l’ideologia takfiri (aggettivo che si riferisce all’ideologia seguita dai miliziani estremisti dell’Isis). Stiamo ancora indagando”, ha dichiarato Turki.
Dopo l’attacco, il ministero dell’Interno aveva detto che i gemelli, Khaled e Saleh al-Oraini, erano stati arrestati in quanto sospettati di aver pugnalato la madre Haila, 67 anni, il padre, 73 anni e il fratello, 22 anni, nella loro casa di Riad.
La madre è deceduta a causa delle ferite riportate e secondo i meda sauditi sembra che avesse cercato di impedire ai figli di unirsi al sedicente Stato islamico in Siria.
Il padre e il fratello sono stati ricoverati in gravi condizioni, mentre i due gemelli sono stati arrestati mentre tentavano di fuggire in Yemen.
Lo scrittore saudita Mohammad Ali al-Mahmud ha riferito a Reuters che l'episodio ha causato uno shock nazionale perché si tratta di ragazzi molto religiosi che hanno agito in nome dell’Islam.
Questo è il quinto caso in Arabia Saudita di un omicidio avvenuto nell’ambito familiare e che ha coinvolto sospetti jihadisti da luglio dello scorso anno.
A gennaio, in Siria, un membro dell’Isis aveva ucciso la madre in pubblico nella città di Raqqa perché lo aveva invitato a lasciare il gruppo.
Questi omicidi contribuiscono a nutrire il timore per la radicalizzazione dei giovani in Arabia Saudita, e gli attacchi di ieri su tre città saudite, compreso quello sulla Moschea del Profeta di Medina, il secondo sito più sacro dell’Islam, non fanno che confermare queste paure.
Il caso in questione ha inoltre suscitato un acceso dibattito perché l’Islam incoraggia la devozione verso i più anziani.
Alcuni studiosi e commentatori hanno chiamato in causa lo studioso damasceno del Tredicesimo secolo Ibn Taymiyya noto per le sue fatwa sull’apostasia, che potrebbe aver fornito una giustificazione religiosa all’assassinio da parte di giovani miliziani di membri della famiglia ritenuti apostati.
Infatti, l’Isis fa spesso leva sul concetto di apostasia citando proprio Ibn Taymiyya e invitando i fedeli a uccidere altri musulmani considerati apostati, inclusi i parenti.
Ibn Taymiyya è stato la fonte d’ispirazione del fondatore del wahhabismo Sheikh Mohammed Ibn Abdul-Wahhab (Diciottesimo secolo). Il wahhabismo, ideologia sposata dai regnanti sauditi, richiede la rigida adesione alle pratiche del primo Islam e rigetta idee più moderne.
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA
Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GIORGIA
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- CianBellano
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Re: [O.T.] ISLAM
Quanto mi sei mancato!CanellaBruneri ha scritto:Naturalmente, vista la premessa, queste notizie le hai trovate facendo una tua inchiestaEdonis ha scritto:Perché il giornalismo italiano, specialmente quello d'inchiesta, è formato prevalentemente da pecoroni buoni soltanto al pettegolezzo da due spiccioli. Gente che non approfondisce l'attendibilità delle fonti e che si limita a tradurre il lavoro fatto da altri.marziano ha scritto:cicciuzzo ha scritto:ma scusa i giornali ce la menano da anni dicendo che i terroristi non sono islamici ma sono poveri ignoranti a cui hanno lavato il cervello o offerto denari (ai familiari)!!!
eccheccazzo.
e che si decidano. qual'è il trait d'union?
Basti pensare agli attentatori undici settembrini, molti pensano fossero arrivati in America direttamente dalle grotte pachistane, imbracciando una clava, ma non è affatto così.
Mohamed Atta, l'attentatore/pilota che si schiantò contro una delle torri gemelle (se non vado errato si trattò del primo impatto), si era laureato in Architettura nel 1990 all'università del Cairo, in Egitto, e nei primi anni '90 frequentò la Technical University di Amburgo. Nel 2000 si iscrisse ai corsi di volo della Huffman Aviation, in Florida, ottenendo il brevetto di volo con un voto di 97 su 100. Ottenne la licenza di pilota commerciale dalla FAA dopo aver effettuato 260 ore di volo e dopo aver speso ben 40.000 dollari in lezioni. Aveva l'abilitazione di pilota commerciale per aerei monomotore e bimotore. Successivamente si iscrisse ad un corso di pilotaggio per aerei di linea presso la scuola di volo Eagle International, sempre negli USA, iniziando ad addestrarsi sui simulatori di volo per velivoli DC-9 e Boeing 737. Verso la fine del dicembre 2000 comincia ad impratichirsi anche con il simulator del Boeing 727, presso la SimCendert dell'Opa-Locka Airport, per poi terminare il proprio apprendistato presso la Pan Am International, utilizzando il simulatore di un Boeing 767, che sarà proprio il modello di aereo che dovrà dirottare.
Nulla fu lasciato al caso, anche gli altri piloti dirottatori intrapresero la stessa via. I dirottatori presero il controllo degli aerei soltanto quando i piloti avevano raggiunto la velocità e l'altitudine di crociera, con aereo livellato e pilota automatico inserito, non dovettero né decollare, né atterrare, impostarono le nuove coordinate e disinserirono il pilota automatico quando, ad occhio, si resero conto di essere a destinazione.
Quanti, in Italia, sanno queste cose?
Era gente laureata, preparata e, non tanto dedita al Corano, visto che molti di loro svolgevano vite all'occidentale, alcuni soffrivano di dipendenze varie, tipo l'alcolismo.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)
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Re: [O.T.] ISLAM
A pensarlo sono rimasti solo quei burloni di Tommasi e Fanpeiggvertigoblu ha scritto:Cmq ho apprezzato molto che stavolta all'inizio del raid terroristico abbiano fatto il test sul Corano.
Almeno ci diamo risparmiati lo strazio di quelli:
Eh ma la religione non c'entra.
"Entro in camera di mio fratello,
l'odore è quello,
mi siedo qui e accendo sto colonnello".
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Re: [O.T.] ISLAM
"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: [O.T.] ISLAM
giorno della presa della Bastiglia, festa nazionale. Si parla di colpi di mitra dal camion. C'era già stato un attentato sventato nel 2014 da parte di un commando siriano.
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Re: [O.T.] ISLAM
sono stati presi degli ostaggi in un ristorante vicino. il gruppo sceso dal camion ha sparato contro la polizia prendendo ostaggi.
Re: [O.T.] ISLAM
Alcune fonti locali parlano già di 50 morti...
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
"Questo è quasi peggio del sottoscritto" - [Paperinik]
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Re: [O.T.] ISLAM
sì infatti, qualcuno parla di Bataclan 2
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Re: [O.T.] ISLAM
L'ISIS è in difficoltà sul suo territorio e attacca all'estero
Rivolta anti-Isis a sud di Mosul
'Centinaia di miliziani in rivolta contro i jihadisti'
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... ae2ea.html
Iraq, The Site: "Il capo militare Isis Abu Omar al Shishani ucciso a Mosul". Leader fedele di al Baghdadi
Omar detto "il ceceno" in altre occasioni era stato dato per morto ma è la prima volta che lʼagenzia Amaq, megafono del Califfato, ne dà lʼannuncio
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ir ... 602a.shtml
Re: [O.T.] ISLAM
Atroce. Atroce.
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
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Re: [O.T.] ISLAM
nel 2014 c'era già stato un attacco sventato a Nizza
http://www.globalist.it/intelligence/ar ... nizza.html
http://www.globalist.it/intelligence/ar ... nizza.html
Re: [O.T.] ISLAM
Non esiste alcun tipo di difesa contro questo tipo di atteggiamento. Le autorità possono anche innalzare le misure di sicurezza nei punti nevralgici della città, possono pure piazzare un poliziotto ad ogni angolo delle città, questa gente, se vuole portare a termine il proprio compito, lo fa.
Gli rendono difficile colpire una stazione? Attaccheranno un supermercato.
La Francia è falcidiata.
Il governo francese ha innalzato le proprie misure di sicurezza, eppure questi colpiscono impunemente, con facilità disarmante. Questo dovrebbe far riflettere.
E' emblematico... il luogo dell'attentato era presieduto dalla polizia, fate voi.
Gli rendono difficile colpire una stazione? Attaccheranno un supermercato.
La Francia è falcidiata.
Il governo francese ha innalzato le proprie misure di sicurezza, eppure questi colpiscono impunemente, con facilità disarmante. Questo dovrebbe far riflettere.
E' emblematico... il luogo dell'attentato era presieduto dalla polizia, fate voi.
"L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza".
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
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"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste".
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