Ieri sera, preso da una botta di nostalgia, mi sono rivisto un film di Moana. Ricordavo che in un topic si parlava di un pezzo trovato in rete e scritto dal Boss, che lui aveva acconsentito a postare. Dopo alcune ricerche ho trovato quello che cercavo
Super Zeta ha scritto: ↑28/03/2017, 16:37
L'articolo trovato da Siqueiros dovrebbe essere un pezzo che avevo scritto per Eroticnewage, potete postarlo
L'Hard History su Moana Pozzi pubblicato su Video Impulse invece era di almeno 10 puntate, forse di più. Mica scherzo quando dico che è la più completa biografia scritta su di lei (e ovviamente la più bella
)
Però fatelo in un topic su Moana, questo è dedicato a Selen
Il pezzo potete trovarlo qui
https://groups.google.com/forum/#!msg/i ... NQFIt7DjAJ ma per comodità ve lo copio affinchè resti ad imperitura memoria qui sul Forum
Ritratto su fondo scuro.
23. giugno 2001
Fronte del porno di Fabrizio Zanoni
Tutto quello che nessuno vi ha mai
detto sulla più importante diva hard
italiana di tutti i tempi.
Giovedì sera, Rai 2 le ha dedicato uno speciale. Come sempre
verità e leggenda si sono mischiate e mi è così venuta voglia
di offrirvi un suo ritratto inedito. Amo andare
controcorrente… Il porno viene ghettizzato? Io lo difendo con
tutte le mie forze. Moana viene santificata? Cerchiamo di
riportarla sulla terra. Eccovi dunque Moana come nessuno ve
l’ha mai raccontata. Cominciamo con un dato oggettivo: la
Pozzi era tutto fuorché bellissima. Troppo robusta e
appariscente, volgarotta nei lineamenti e consapevolmente
kitch nel modo di vestire, alla ricerca di una esasperata
femminilità (una volta fu addirittura scambiata per un
travestito…). Un grande personaggio pubblico ma una
pessima pornostar dalla tecnica insignificante per di più
malvista dai colleghi per colpa di insopportabili atteggiamenti da
diva.
“Una volta, durante una pausa sul set, feci il caffè per
tutti. Moana si era chiusa nella sua Mercedes, così
bussai al suo finestrino porgendole una tazza. Mi rispose
che se volevo chiederle qualcosa dovevo farlo
attraverso il suo agente”
(Francesco Malcom)
“Sembrava non accorgersi di nulla. Se la telecamera la
inquadrava solo nelle parti intime era capace di limarsi
le unghie. Quello che avveniva dentro la sua vagina
sembrava non riguardarla.”
(Roberto Malone)
“Era una donna che aveva sposato il porno solo per
passione nei confronti dei soldi e non del sesso”
(Rocco Siffredi).
Ritratto confermato dalle stesse parole della diva: “Gli attori
porno sono, in genere, una massa di disperati e i film a
luci rosse al 99% una realtà squallida.” Il porno, dunque,
non certo come scelta di libertà o desiderio di trasgressione
ma solo un ripiego per una carriera fallimentare da attrice
“seria”. Moana era il prototipo della donna oggetto, nella
versione con sale in zucca. Quella che solitamente si sposa
con l’industriale miliardario e fa la vita della signora. La Pozzi
è stata l’oggetto consapevole del trastullo di tanti uomini, e da
tutti ha cercato di ottenere il più possibile: denaro, gioielli, il
lusso in ogni sua forma. Solo questo le dava certezza, il vero
benessere. In cambio offriva la sua costruita bellezza e una
finta totale dedizione all’uomo di turno.
Forse solo il suo disperato bisogno d’indipendenza le impedì di
diventare l’appariscente mogliettina di qualche stagionato
dirigente. Una donna dalle mille contraddizioni che voleva
sfondare nel cinema ma, per sua stessa ammissione, non
sapeva recitare, che amava gli animali e nello stesso tempo le
pellicce, che a letto era pronta a tutto ma non amava niente in
particolare, che credeva in Dio ma anche al Diavolo agli
Angeli e alla reincarnazione. Moana donna intelligente e
razionale che si rivolge alle fattucchiere e che si fa fare un
rito protettivo al quale crede ciecamente. Moana pornostar
che non perdona le infedeltà del proprio uomo.
Moana che legge la Bibbia e prega tutte le sere ma, nel
frattempo, ha tra i suoi amanti anche un prete. Una donna con
un solo grande padrone: il denaro. Avrebbe fatto qualunque
cosa per averne. Era il viatico per la sua felicità sin da
quando, da bambina, ascoltava la mamma sfogarsi per i
problemi finanziari della famiglia. Moana era di fatto una
prostituta, nell’accezione più alta del termine. “Io sono il mio
corpo” soleva ripetere. Non a caso, la sua posizione nei
confronti del mestiere più antico del mondo fu sempre
estremamente aperto. “Mi ritengo un’artista che sa dare
emozioni ma, tutto sommato, anche una prostituta ne sa dare.
Molti mi dicono “Sei una puttana!”. Non importa, e comunque,
nell'essere una puttana, non ci vedo niente di male.
“Nei periodi più difficili della mia esistenza non sono arrivata a
prostituirmi non certo per una questione di ordine morale ma
solo perché gli uomini che mi mantenevano mi davano anche
una protezione di cui avevo assoluto bisogno.” Moana era
infatti, a dispetto dell’immagine che portava in giro, una
persona dalle profonde insicurezze. Ossessionata all’idea di
contrarre malattie con il terrore della vecchiaia e del
decadimento fisico. Moana era una donna eccessiva: in tutto.
Nel vestire, nel desiderio di possesso, nel numero di amanti.
Sul sesso diceva “Se l’uomo è normale riesco sempre a farlo
concludere” esattamente come l’ultima delle squillo.
La differenza la fece la sua
avvenenza, ma soprattutto la sua intelligenza e
determinazione. Moana era capace di fare quindici ore di
viaggio per un’intervista, di aspettare, ai suoi esordi, ore sul
set in un angolo senza batter ciglio. Sapeva essere disponibile,
dolce, serena e paziente con le persone giuste e trasformarsi
in una strega con chi reputava al di sotto di lei. Se un uomo
poteva esserle utile faceva di tutto per conquistarlo e il
giochino le riusciva piuttosto facilmente. Altrettanto
facilmente veniva però perennemente confinata nel ruolo di
amante, quella che dopo la scopata viene lasciata sola per
fare ritorno dalla moglie di turno. Moana era un porto aperto
in base al conto in banca.
Il resto era secondario. Non si fece molti scrupoli a fidanzarsi
con pluriprocessati e delinquenti di vario livello. L’importante
era che fossero dannatamente ricchi. Se il denaro chiamava,
lei era disponibile. Sempre. Moana era tutto questo e molto
altro ancora. Un personaggio discusso e discutibile che ha
vissuto a 200 all’ora la sua esistenza inseguendo un sogno e
una serenità mai raggiunti pienamente. Ha pagato i suoi
prezzi, e tutti sulla sua pelle. Non sarà diventata una stella
hollywoodiana come sognava, ma un personaggio sì. La sua
intelligenza, il suo charme mancano terribilmente al porno di
oggi. Ma questo è un altro discorso…
Grazie Zeta