Anna Paratore, madre di Giorgia Meloni, con il nome de plume di Josie Bell o Amanda King ha scritto circa 200 libri. “Il mio stile”, ha detto commentando la sua produzione di narratrice, “era particolare. Era una sorta di rivisitazione di Romeo e Giulietta”.
In uno dei risvolti di copertina la Paratore annuncia che Josie Bell è sceneggiatrice, vive a Los Angeles (e la Garbatella?) con il marito, due figlie (la Paratore ha due figlie, Giorgia e Arianna), un gatto persiano. In un altro risvolto di copertina si dice che Josie Bell vive a Malibù in una casa da cui si vede il mare (e la Garbatella?). Però in questo ultimo risvolto il felino e il marito non ci sono più. Ha divorziato?
In “Desiderio” la protagonista è una giornalista d’assalto, Janet, così descritta: “Quella ragazza... aveva una cascata di soffici capelli biondi e grandi occhi nocciola ornati da folte ciglia. Il nasino leggermente all’in su ... le conferiva l’aria sbarazzina…. ma nasconde un animo da tigre del Bengala”. Infatti, Janet si concede una grandissima scopata in aereo (vedi a seguire).
JOSIE BELL – “DESIDERIO”, editore Le Onde - Estratto
Un marpione, ecco cos'era. Sì, ma da mangiarselo di baci. Janet continuò con la sua esplorazione e si fermò all'altezza della cintura di cuoio. Avrebbe voluto slacciargliela... Per fare cosa? Davvero doveva essersi bevuta il cervello... Clive se ne stava stravaccato al centro del sedile, le gambe leggermente divaricate. Respirava tranquillo. Janet gli sfiorò la coscia muscolosa che tendeva senza pietà la stoffa dei pantaloni, e dovette mordersi le labbra per non mugolare.
Clive si mosse appena, e lei sobbalzò. Ritrasse in fretta la mano e si rincantucciò nel suo angolo. Che figura avrebbe fatto se lui si fosse svegliato e accorto di tutto? Lo scrutò con attenzione, ma l'uomo dormiva ancora, forse più profondamente di prima.
Falso allarme, poteva ricominciare tutto da capo. Un gioco assurdo e forse pericoloso, ma sempre più coinvolgente. Allungò di nuovo la mano... Un guizzo nel buio, e le ferree dita di Clive si strinsero attorno al suo polso.
Nell'oscurità della carlinga, lottarono silenziosamente. Janet che cercava di ritrarre la mano, e l'uomo che non la lasciava andare. Ma lui era troppo forte, e lei non aveva una chance di sfuggirgli. Sempre, poi, che lo desiderasse davvero. Smise di opporsi. Clive la trascinò verso di sé. Si portò la sua mano sulle labbra e le lambì la palma con la punta della lingua...
E poi non era una carogna? Janet deglutì a vuoto e tentò di controllare i battiti furiosi del cuore. Clive sovrappose una mano a quella di lei, e la spinse a carezzarlo sul collo, sul torace, sullo stomaco, e più giù...
«Oh...» Un gemito sfuggì dalle labbra di Janet senza che lei avesse voluto. Come si dice: la situazione le era proprio sfuggita di mano... E poi, quell'uomo! Era scandaloso. Come poteva essere tanto eccitato su un aereo di linea, con degli estranei che dormivano solo una fila dietro alla loro? Era proprio un animale!
Lui sollevò il bracciolo che divideva i loro due sedili, e stavolta l'abbracciò stretta. Ansimava appena quando le infilò le mani sotto la camicetta e risalì sulla sua pelle nuda. «Non hai messo il reggiseno», le sussurrò. «Bene...»
Janet non sapeva se essere più terrorizzata o più eccitata per quello che stava accadendo. Era tutto così incredibile, da sembrare un sogno; surreale. Clive la baciò; un contatto languido, umido, con le sue labbra che si sovrapponevano a quelle di lei, e la lingua che la carezzava in lenti movimenti circolari.
La sollevò di peso e se la sistemò a cavalcioni sulle gambe. Infilò le mani sotto la sua gonna e si avventò sulle mutandine. «Adoro le donne che usano il reggicalze», mormorò. «Con i collant è sempre tutto più difficile.»
Era fuori di testa? Non pensava mica che lei... Che loro... Oddio! Stava armeggiando con la cintura dei pantaloni, e con la lampo. Insinuava il viso nell'incavo tra il collo e la spalla di lei, e la baciava, la mordicchiava, la leccava...
………..
Janet cercò di resistere. Davvero, ce la mise tutta. Lo spinse indietro con le palme delle mani. Ma era un po' come accanirsi contro un solido muro. Clive non si spostò di un millimetro. Adesso lei avvertiva il pene di lui strusciarsi contro le mutandine, premere contro di lei, e spingere...
Come fece, Janet non avrebbe saputo dirlo, né in quel momento, né più tardi. Di colpo, la penetrò. Dentro di lei, grosso, duro, caldo... Mugolò, tentò l'ennesima, inutile ribellione e, alla fine, si lasciò andare.
Speriamo solo che i passeggeri del volo Pan American per Buenos Aires abbiano il sonno pesante, pensò un attimo prima di spingersi contro Clive, ormai ben decisa a non perdersi niente...
JOSIE BELL – ANGEL 1, HONG KONG ADDIO, editore Curcio - Estratto
Un gemito roco le sfuggì dalle labbra mentre Nicola l'afferrava con entrambe le mani sui glutei, spingendola forte a incontrare il suo incontenibile, turgido desiderio. Ancora Angel mugolò roca mentre i capezzoli induriti dal piacere strusciavano sul torace di Nicola e lei nascondeva il suo viso alla base del collo dell'uomo, accarezzandogli i tendini resi evidenti dalla tensione con le labbra umide e socchiuse.
Immediatamente, Nicola voltò la testa verso di lei a incontrare la sua bocca. Il bacio fu un contatto esplosivo, mentre la lingua dell'uomo si insinuava tra le sue labbra, in una lunga circolare esplorazione che diventava sempre più esigente. Poi, Nicola, continuando a tenerla sopra di sé, la sollevò costringendola ad aprirsi, per riportarla subito dopo contro di sé, penetrandola ed entrando così per sempre nella resistenza della custodita verginità.
Il grido di Angel per quella dolce profanazione, si smorzò negli ansiti del piacere che unirono i due amanti, mentre Nicola affondava in lei sempre di più, ormai completamente incurante di tutto quello che non fosse Angel, la meravigliosa Angel stretta tra le sue braccia, la stupefacente Angel che lui possedeva, profondamente affondato nel suo caldo ventre.