El Mejor de SZ 2015 - The Best of
Inviato: 06/02/2015, 18:49
Narratore provetto, cólto citazionista, invincibbile chiavatore dal volto umano.

viewtopic.php?f=2&t=28085&p=2055003#p2055003Blif ha scritto:Ora vi conto un fatto curioso, occorso a un mio amico, che mi concede graziosamente di farne sublimazione letteraria.
Lo farò a pezzi e bocconi, perché è una cosa lunga, e lo farò volgendo la vicenda in prima persona,
sia perché ne cresca l'efficacia drammatica sia perché mi sento come se l'avessi vissuta io,
dato il genere bizzarro di esperienza umana, che mi s'addice.
Avviene dunque, graziosissime donne e gentili uomini, che nella nobile città di Milano, nel rione detto di Porta Venezia,
sia uso proiettare film di vecchia data, ma ancora freschi e fascinosi.
Un lunedì sera, dunque, decido di regalare a me e a un amico La Signora di Shanghai, tumultuosa vicenda di seduzione e intrighi,
dove Orson Welles nella parte dell'irlandese nero Michael O'Hara (o era Oara?), perde la testa per la dark lady Rita Hayworth
e incappa in un mare di guai (fino alla soglia della sedia elettrica) per le macchinazioni di lei, del marito di lei, del socio di lui e via svariando,
in un rutilante quanto delirante giuoco di specchi, dove nulla è ciò che appare e tutto finisce col frantumarsi.
Scendo col mio amico nel mezzanino del metrò per rincasare, e lo sguardo mi s'incrocia con quello di una piacente ragazza di colore,
stivalata e minigonnata, con pesanti calze velate, che donnescamente s'aggira sul gommato Pirelli come pantera in riva allo Zambesi.
Distolgo lo sguardo, aspettiamo qualche minuto e arriva il treno.
Lei si piazza nel sedile di fronte e avvia un curioso movimento rotatorio con la punta dello stivale.
puntando l'asse di rotazione dritto verso i miei occhi. Tipo pesca al coregone.
Guardo. Sorride. Sorrido. Distolgo.
Impegno il mio amico in una strampalata discussione sulla spregiudicatezza dei cinesi nel proporre articoli duplicati e plagiati,
certi dell'impunità garantita dai connazionali piazzati strategicamente negli editorial board delle riviste di mezzo mondo.
L'amico scende, con l'aria di chi ha ricevuto una grazia insperata. Faccio segno alla pantera di accomodarsi nel posto ora liberato.
Dopo un quarto d'ora siamo tornati a Porta Venezia in cerca di un baretto dove infognarci.
Il baretto è discreto, se si esclude l'aroma di panini alla piastra carbonizzati e l'ammicco lubrico nell'occhio del cameriere.
Di fronte a un Prosecco e a un Nebbiolo, in un italiano spagnoleggiante ma sicuro, mi viene propinata l'avventura
di una giovanissima immigrata, in Italia da anni, ma appena trasferita a Milano, che svolge l'attività di commessa ambulante (bancarellaia).
Il trucco, pesante ma non volgare, i lineamenti fini (la perfetta miscela euroafricana del Sud America),
il sapiente gioco degli accessori dorati sulla pelle bruna...
... e l'armoniosa proporzione numerica della terna petto-fianchi-vita ne fanno una compagnia innegabilmente attraente.[Scopri]SpoilerVa be', ho esagerato, ma è per rendere l'idea. La storia è mia.
Nigra sed formosa direbbe il Cantico dei Cantici.
Quindici minuti di comunicazione non verbale suggeriscono l'idea che un bacio non sarebbe sgradito. L'esperimento conferma l'idea.
Qualche minuto ancora, e la conversazione si sposta su terreni inesplorati.
Ma sei tuto pelòsso così?
Eh? Non mi pare di essere molto peloso. [Irsuto? Moi?]
No te depili?
No... è una cosa cha va di moda fra i giovani [culattoni]: sai, io ho una certa... età [dignità].
Come chiamate voi questo fruto?
Passion fruit, il frutto della passione. [Che idea, pucciare quella roba nel Prosecco...]
El fruto de la pasiòn. Mangia, te gusta?
Mmmm, bòno. [Ven chi che te stachi n'uregia...]
Bon, passa un'oretta e lei cala l'asso di bastoni.
viewtopic.php?f=2&t=28085&p=2055073#p2055073Blif ha scritto:Bon, passa un'oretta e lei cala l'asso di bastoni.
Vuoi fare l'amore con me?
... Non sono un po' vecchio per te?
Me gusta l'òmo matùrrro.
A Roma dicono che si sarebbe fatta una certa.
Gli inglesi aggiungono che curiosity killed the cat.
E a dirla proprio tutta tutta, avrei anche già scopato stamattina.
Ma è pur vero che la sapienza l'è figliola dell'esperienza, che la dimanda è posta in guisa sì cortese e che Amore a nullo amato amar perdona.
Leonardescamente/Boccaccescamente/Dantescamente, accetto di correre l'alea e mi accingo a vedere le carte della Fortuna.
Certo.
A questo punto, la serata volge verso il caso di cronaca, aprendo la via al classico bivio:
trattasi di aggressione a scopo di rapina o di adescamento con richiesta di congrua esazione?
Finiamo nella tradizionale mansarda di Porta Venezia fittata a strozzo dall'italiano che ha a cuore il problema dell'immigrazione.
E, come natura vuole, sollazzevolmente traiamo reciproco diletto l'un dell'altra.
Passo il resto della notte in bianco, accucchiaiato attorno a questo po' po' (popo') di panettone
che di tanto in tanto serpentinamente freme (ma che ci avrà da fremere?).
Alternativamente, imploro dalla natura il sonno (grato m'è il sonno...)
o un'improvvisa revanche erettile (...e più l'esser di sasso),
ma entrambe le reazioni fisiologiche mi si negano, impietosamente, fino all'alba.
Inganno l'attesa immaginando i dettagli dell'irruzione con la quale la gang dei complici masnadieri
domattina mi chiederà congruo pedaggio per la traversata di cotanto valico.
Verso le quattro, cominciano le allucinazioni:
Blif chiama Orson. Rispondi Orson!
Ti ashcolto Blif. Che cosa possho fare per te?
Orson, risparmiami il finto accento irlandese, vuoi? Non ci capisco una mazza: siamo in pericolo?
Alcuni sono capaci di presentire il pericolo. Io no. (cit.)
Molto utile, grazie. Come ho fatto a infilarmi in questa situazione?
A volte ci capita di fare una sciocchezza dopo l'altra, e non c'è nulla che possa fermarci. (cit.)
E ora, che facciamo?
L'unico modo di star fuori dai guai è invecchiare: prova a concentrarti su quello. (cit.)
Grazie, Orson: sei un amico. Utile come uno spazzolino da denti di pelo di gatto, ma un vero amico.
Finalmente, si fa mezzogiorno, l'ora di alzarsi e risollazzarsi.
Che hai? Ti aspettavi che ti chiedessi dei soldi?
Ma no, perché dici così? Sei... una sorpresa continua. [Ti do ancora dieci minuti per presentare il conto, poi mi sgancio.]
Arrivo in un ufficio alle due, uno straccio con 30 ore di veglia sulle spalle.
Prima ancora che ci arrivi, mi chiama per sapere quando posso portarla a comprare un telefono.
Devo guardare sull'agenda in ufficio: te lo so dire poi...
Si dirà che sono un figlio di puttana, ma l'agenda ce l'ho davvero in ufficio.
Così posso evitare di prendere impegni senza mentire (mentire è peccato mortale, contro il buon senso naturalmente).
I successivi contatti falliscono: ad ogni mia telefonata parte la sua segreteria telefonica.
Sarà incazzata... bon, morta lì.
Mando un SMS con una vaga disponibilità per domenica pomeriggio, just in case.