Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

Scatta il fluido erotico...

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Paperinik
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#376 Messaggio da Paperinik »

Tappa del tour de france: firenze-rimini. Ma andassero a cagare. Esilarante e grottesco visto il topic e la situazione...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.

06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI

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TeNz
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#377 Messaggio da TeNz »

Paperinik ha scritto:
20/05/2023, 22:38
Tappa del tour de france: firenze-rimini. Ma andassero a cagare. Esilarante e grottesco visto il topic e la situazione...
non quest'anno ma il prossimo!
Ti ho detto la mia opinione, che onestamente vale quanto la tua se non di più, ma non ti voglio convincere, fai come cazzo vuoi. (cit.)

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Drogato_ di_porno
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#378 Messaggio da Drogato_ di_porno »

pubblicità progresso 1977
L'allarme alluvioni che viene dal passato
Una campagna di Pubblicità Progresso del 1977: le considerazioni fatte nello spot risultano drammaticamente attuali


https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... ce5de.html
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Gargarozzo
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#379 Messaggio da Gargarozzo »

Paperinik ha scritto:
20/05/2023, 22:38
Ma andassero a cagare.
Nel deserto del Sahara, possibilmente.
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.

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OSCAR VENEZIA
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#380 Messaggio da OSCAR VENEZIA »

Il sindaci hanno lavorato per avere la corsa che parte da Firenze va a Rimini e poi a Torino ed al confine passando per Plaisance in Emilia.
Nardella e Bonaccini hanno lavorato per questo. Non so se questo governo li ha assecondati o e’ stato fatto tutto nel precedente.

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Drogato_ di_porno
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#381 Messaggio da Drogato_ di_porno »

per il degrado televisivo legato all'alluvione consiglio la puntata dell'altroieri di blob, coi cronisti dei vari matano e soci che piazzavano il microfono in bocca agli spalatori di fango dicendogli “giornata brutta oggi eh”

https://www.raiplay.it/video/2023/05/Bl ... afab0.html

tanto precipitosamente quanto puntualmente i climatologi hanno sostituito h24 i virologi e esperti di geopolitica...tutti esperti di casse di espansione e bacini di laminazione. nel marasma generale del “ve l'avevo detto io che non si doveva cementificare tutto!”, nel delirio di insulti social e tv al grido “colpa del claimat ceing emissioni zero subito serve piano con Cina e India!”, “si doveva pulire l'alveo dei fiumi!”, ecc, da segnalare l'abilità del petit caporal còrso
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se si vuole transizione all'elettrico va fatta in fretta perchè poi salta elettricità
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Gargarozzo
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#382 Messaggio da Gargarozzo »

Non da ieri c'è questa gara mediatica a chi dice più cose prima degli altri. Alluvione verbale che accompagna quella materiale: fiumi di parole, dicevano quei carneadi che vinsero Sanremo. Retorica ovunque, e poi c'è la realtà, che ha bisogno di essere vista da tanti punti di vista, per aggregare le competenze e le attenzioni, farle collaborare. Prevale il voler imporre un oligopolio di punti di vista convergenti, questo per me è un male devastante anche quando sono vicino ai punti di vista dei parlanti.
Amicus Plato,
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katmandu69
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#383 Messaggio da katmandu69 »

riaprire i manicomi



il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!

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GeishaBalls
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#384 Messaggio da GeishaBalls »

I cerchietti dell’aeroplano? Ma sono quelli che dicono che piove perché ci sono misteriosi aeroplani che fanno misteriose rotte?

E niente, sipario

marziano
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#385 Messaggio da marziano »

Floppy Disk ha scritto:
20/05/2023, 13:02
marziano ha scritto:
20/05/2023, 1:55
i danni dell’ambientalismo ideologico
[Scopri]Spoiler
E se fossero gli ambientalisti ideologici i peggiori nemici dell’ambiente? Il professor Massimiliano Fazzini, geologo e docente di Rischio climatico all’Università di Camerino, ieri sul Foglio, ragionando sull’alluvione che da giorni colpisce l’Emilia-Romagna, ha lanciato un tema interessante e ha invitato a ragionare su quante volte, in Italia, la difesa dell’ambiente sia stata ostacolata, in questi anni, dalla burocrazia ambientalista. Il riferimento del professor Fazzini, ovviamente, è ai disastri di questi giorni – ieri sono state trovate altre due vittime, a Ravenna, e il bilancio, dopo due giorni, è di undici morti – e una storia utile a illuminare il fenomeno descritto da Fazzini può essere quella di una diga molto famosa in Emilia-Romagna: la diga di Vetto. La storia è da brividi. Negli anni Settanta, l’allora ministro dell’Agricoltura Giovanni Marcora, propose per la prima volta il progetto della diga di Vetto (sulla sponda destra del fiume Enza, nell’Appennino reggiano). Nel 1988 partirono i primi lavori e il senso dell’opera fu da subito chiaro: trattenere, con una capienza pari a cento miliardi di metri cubi, l’acqua derivata dai corsi presenti in una delle zone più più piovose d’Italia, dove ogni anno cadono circa 3.000 mm di acqua piovana. Sia per portare acqua nelle zone limitrofe colpite da siccità, zone importanti come quelle in cui si produce il prosciutto di Parma e il Parmigiano Reggiano. Sia per formare una riserva idrica in grado di trattenere 30 milioni di metri cubi in caso di alluvione. Uno schermo utile per fermare le esondazioni a valle e proteggere da esondazioni località a rischio come Sorbolo, Brescello e Parma (zona in allerta rossa: ieri a Parma sono stati superati i 120 millimetri di pioggia e sono stati segnalati rischi di frane e piene di corsi minori).
La caratteristica principale di questa diga però non è la sua funzionalità ma è il suo non essere stata ancora costruita a causa di una serie di sabotaggi politici costanti portati avanti da un fronte largo di ambientalisti, che per proteggere la fauna, preservare lo stato ecologico della zona collinare e non arrecare disturbi alle faine del luogo sono riusciti nel capolavoro di bloccare l’opera per molti anni. E hanno scelto di far arrivare a valle l’acqua prelevandola non dalla montagna, come sarebbe stato naturale, ma dal Po, con enormi costi di gestione e conseguente inquinamento prodotto da un trasporto difficoltoso. “Il problema – ha detto ieri il geologo Fazzini al nostro giornale – è che negli ultimi dieci anni dal punto di vista infrastrutturale non è stato fatto nulla, in queste zone, tanto che il territorio è quello mediamente a più alto rischio idrogeologico. La spinta ambientalista all’interno della politica emiliano-romagnola è stata talmente forte che non ha permesso di far nulla”. Un discorso simile, in fondo, si potrebbe fare, sempre a proposito di alluvioni, per un’altra storia non meno paradigmatica che coincide con il nome di un fiume maledetto, nuovamente in piena in questi giorni: il Misa. Dal 1986, quando furono stanziati per la prima volta svariati miliardi per la messa in sicurezza degli argini del fiume, con i Fondi per gli investimenti e l’occupazione (Fio), si discute su come aprire cantieri sul Misa, proprio per evitare le alluvioni. La pericolosità dell’area è nota. E da anni si ragiona, invano, su come creare attorno al fiume quattro aree di laminazione, per far defluire la piena e impedire che l’acqua, come rischia nuovamente in questi giorni, esca dagli argini finendo a valle. Risultato? Dopo trentasette anni, anche a causa della pressione costante di un fronte politico convinto che l’opera avrebbe avuto un impatto negativo sull’ambiente, le laminazioni non sono state create. E in periodi dell’anno come questi, quando gli Appennini raccolgono molta acqua e la fanno confluire nel fiume, le esondazioni tendono a minacciare tutte le zone limitrofe, come sta accadendo in queste ore (oggi, nei dintorni di Senigallia, nelle Marche, dove a settembre vi furono 13 morti a causa di un’alluvione, l’allerta è alta e le scuole saranno chiuse). La storia della diga di Vetto e degli argini del fiume Misa sono paradigmatiche per ragionare sui danni arrecati all’ambiente dall’ambientalismo ideologico. Ma se si sceglie di fare un passo lontano dalle alluvioni ci si accorgerà facilmente che la stessa lente di ingrandimento la si può utilizzare anche su altri campi.
Estratto interessante. L'intervista a Fazzini è questa, ma purtroppo l'articolo è a pagamento.

https://www.ilfoglio.it/cronaca/2023/05 ... i-5278441/
intervista molto interessante, eccola.

L’Emilia-Romagna è da sempre all’avanguardia nella ricerca ambientale. Il problema è che negli ultimi dieci anni dal punto di vista infrastrutturale non è stato fatto nulla, tanto che il territorio è quello mediamente a più alto rischio idrogeologico. La spinta ambientalista all’interno della politica emiliano-romagnola è stata talmente forte che non ha permesso di far nulla”. Lo dichiara al Foglio Massimiliano Fazzini, responsabile del team Rischio climatico della Società italiana di geologia ambientale.

Secondo Fazzini, geologo e docente di Rischio climatico all’Università di Camerino i primi dati a disposizione sulle precipitazioni in Emilia-Romagna “ci consentono di parlare di eventi eccezionali dal punto di vista meteorologico”: “In alcune zone tra Faenza e Forlì, tra l’evento del 2-3 maggio e quello delle ultime ore sono caduti 500 millimetri di pioggia, che rappresentano il 70 per cento della precipitazione media annua. Questo ci fa capire che la prima metà di maggio sarà sicuramente ricordata come eccezionale”. L’eccezionalità dell’evento, tuttavia, non deve impedire di riflettere su quanto è stato fatto (o non è stato fatto) sul piano della prevenzione dei rischi.
“L’unica struttura che aveva cominciato a occuparsi seriamente del problema era Italia Sicura, la struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica e il dissesto idrogeologico, ma è stata cancellata”, afferma Fazzini. “Adesso il nuovo governo sembrerebbe aver cambiato un po’ le cose. E’ stata fatta la rilettura del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, bloccato da sette anni. Ora però si devono fare i passi decisivi sul piano infrastrutturale”.
“Non si può sempre dire di no a tutto”, aggiunge il geologo. “Con questo nuovo clima bisogna regimare i corsi d’acqua, laddove occorra anche con opere impattanti sull’ambiente, ma sempre nel rispetto di quest’ultimo”, dichiara Fazzini: “Ad esempio, con l’invaso di Ridracoli, nel cesenate, si è risolto il problema dell’approvvigionamento idrico di cinque milioni di abitanti che d’estate popolano la riviera romagnola a scopo turistico. In altre parole, quando occorrono le opere bisogna farle. Non è che andiamo a tagliare cinquanta chilometri di bosco o andiamo a mettere a repentaglio la vita della gente”.
Per l’esperto, dunque, “dobbiamo adattarci e cercare di ridurre al massimo delle nostre potenzialità, tenendo conto dell’ambiente, il rischio effettivo, facendo sì che il rischio residuo sia il più basso possibile. Il rischio zero non esiste, purtroppo. E quindi: dove serve un’infrastruttura grande bisogna farla, dove è sufficiente un’infrastruttura piccola si interviene con l’infrastruttura piccola. Ma bisogna muoversi. Non si può dire sempre di no a tutto, perché altrimenti nel giro di dieci anni siamo rovinati”. “Il 94 per cento del territorio italiano è messo come la pianura emiliano-romagnola – prosegue Fazzini – quindi i fondi del Pnrr andrebbero maggiormente destinati a opere finalizzate a contrastare il rischio idrogeologico”.
Tutto ciò chiama ovviamente in causa la politica. “Negli ultimi mesi – afferma Fazzini – ci siamo confrontati con i ministri Fratin, Salvini, Lollobrigida. Sono tutti favorevoli alle grandi opere. Il problema è che poi a gestire i soldi sono le regioni e spesso, nel momento in cui il segno politico della regione è opposto a quello del governo, si blocca tutto”. Eppure, “l’adattamento al rischio” è la chiave fondamentale, “altrimenti continueremo a contare ogni volta morti su morti”, conclude il professor Fazzini.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.

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El Diablo
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#386 Messaggio da El Diablo »

Appena rientrato dalle zone disastrate.
Un cazzo di inferno sulla terra, e a me l'inferno piace.
Un paio di volte non ce l'ho fatta a non commuovermi parlando con alcuni abitanti.
Devo smetterla di fare volontariato in ambulanza, vaffanculo.
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#387 Messaggio da Drogato_ di_porno »

SPORCHE DI FANGO E CON LE TETTE DI FUORI, NON È UN GIOCO EROTICO MA UNA PROTESTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO – A ROMA FUORI DAL SENATO DUE “GRETINE” CON LE POPPE AL VENTO SI SONO COSPARSE DI FANGO URLANDO: “L’ALLUVIONE DELL’EMILIA-ROMAGNA ERA UN DISASTRO ANNUNCIATO…” – NOVE ECO-VANDALI DEL COLLETTIVO AMBIENTALISTA DI “ULTIMA GENERAZIONE” HANNO MANIFESTATO FUORI DA PALAZZO MADAMA E SONO STATI FERMATI DAI CARABINIERI
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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#388 Messaggio da Billy Drago »

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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#389 Messaggio da Drogato_ di_porno »


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Re: Megadisastri, catastrofi e calamità naturali (ma anche no)

#390 Messaggio da Drogato_ di_porno »


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