Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
quanti mai, che invidia fanno,
ci farebbero pietà!
(Metastasio)
Ognuno di noi si porta dentro qualche dolore.
Ognuno di noi affronta le prove della vita a suo modo, chi reagendo come un leone, chi sotterrando la testa sotto la sabbia.
C’è il papero, c’è wardog.
C’è che anche da un personaggio da forum si possono cogliere le mille sfumature in cui il dolore si declina.
Chi, tra noi, riesce a venire a patti col proprio personalissimo dolore?
Louis Malle - Il danno
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 22:16
da micetta84
Più che "chi" mi chiedo "come".. ognuno lo fa nella propria maniera.
Io generalmente lo accetto, lo vivo e poi cerco di lasciarlo andare, per quanto possibile; questo non vuol dire che dimentico.
Accetto la sua esistenza assieme alla gioia: non si può star sempre bene, non si può star sempre male; mamma mi ha insegnato che "quando il dolore arriva, spalanca le porte e lascia che passi"
Ho solo 30 anni, vedremo come andrà.
Sò che non c'è solo il dolore ma quando ti avvolge davvero, è devastante.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 22:20
da xx86
Il dolore fa parte della vita tanto quanto la gioia ed entrambi sono legati.....nessuno dei 2 potrebbe esistere senza l'altro ma ognuno dei 2 esiste in funzione dell'altro.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 22:37
da Vale
Complimenti per la citazione di Gadda.
Ciò premesso, venire a patti con il proprio dolore - e quindi con se stessi - è una condizione fondamentale per vivere.
Per chi non accetta se stesso non può che aprirsi il baratro.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 22:37
da Drogato_ di_porno
Linus: Nulla dura per sempre. Tutte le belle cose devono finire.
Charlie Brown: E quando cominciano?
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 22:47
da xx86
Vale ha scritto:Complimenti per la citazione di Gadda.
Ciò premesso, venire a patti con il proprio dolore - e quindi con se stessi - è una condizione fondamentale per vivere.
Per chi non accetta se stesso non può che aprirsi il baratro.
Giusto, nascondere la testa sotto la sabbia vuol dire rinunciare a vivere. Il dolore va accettato per quello che (magari prendendone la minima parte di buono che ci può essere) e soprattutto il dolore è un fatto personale, non va fatto pesare agli altri. Almeno secondo il mio pensiero.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 11/02/2013, 23:05
da Beetlejuice67
Io col dolore,quello fisico ci convivo tutti i giorni,e credo che me lo porterò nella tomba.
Quello interiore,che mi ha ferito l'anima l'ho quasi superato.
Ci sono riuscito con tanta determinazione mista a rassegnazione,e con l'aiuto di persone care che mi son state vicine nei momenti più bui della mia esistenza.
In fondo al cuore ci sarà sempre un residuo di quel dolore,che ogni tanto riaffiora a ricordarmi ciò che ero e non farmi dimenticare ciò che sono.
Sotto molti aspetti,posso dire di aver reagito,come dice Casta,come un leone.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 0:41
da Drugo
Do il mio umile contributo tramite qualcuno
che le parole sa usarle meglio di me..
"Il dolore è una vela
così incredibilmente lieve
che nemmeno lo senti,
comincia con la cadenza
dolce della neve,
ed è lì che ti perdi..
Ha la faccia di un bambino
e gli occhi di un lupo triste
che ti lecca la mano,
conosce ogni parola che non esiste
e te le insegna una per una,
piano piano..
..Ed improvvisamente
ecco che hai dimenticato
com'era bello l'amore,
e te ne vai in giro
come un vecchio cane sfiancato
che non sente più nessun odore,
torni a casa con la divisa di un soldato
che non crede più nell'onore..
..Non ne ho la forza né la voglia di provarci
e neanche le ragioni,
altro che balle, sentimenti, tuffi al cuore
e piagnistei per scrivere canzoni;
vorrei guardare più lontano,
ma lontano adesso è un tempo
spaventosamente breve,
vorrei sparire, cancellarmi, non amarmi,
risvegliarmi che non so nemmeno dove.."
..non so spiegarlo meglio, per come lo intendo io..
..al massimo forse tramite la musica, ma essa
è un linguaggio più soggettivo, a mio avviso.
Ps Casta, come sempre qualunque cosa tu faccia trasparire
(o traspirare) lo fai con rara delicatezza.. anche parlando
di un argomento che ne è l'antitesi, come in questo caso,
non posso non notarvi la bellezza nei modi. Chapeau.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 11:12
da ziggy7
forum sul "piacere", topic sul dolore, mi unisco ai complimenti qui sopra.
"Quando c'è il dolore non c'è l'amore. Come può esserci amore nel momento in cui soffrite e siete tutti presi dalla vostra sofferenza? ... Che cos'è il dolore? È per caso autocompassione? Vi prego di domandarvelo. Non stiamo dicendo che lo è o che non lo è ... Che il dolore sia provocato dalla solitudine - dal sentirsi disperatamente soli e isolati? ... Possiamo osservare il dolore come concretamente si presenta in noi e restare con esso, tenerlo con noi e non distogliercene? Il dolore non è diverso da colui che soffre. La persona che soffre vuole scappare via, fuggire, fare ogni sorta di cose. Ma se contemplate il dolore come si contempla un bambino, un bel bambino, se lo tenete stretto, e non gli sfuggite mai, a questo punto vedrete da soli, se veramente guardate a fondo, che il dolore cessa. E con la fine del dolore c'è la passione; non il desiderio, non l'eccitazione dei sensi, ma la passione"
Il pezzo di discorso e'trovato in rete. Fa parte di alcune delle riflessioni lette che, nei miei limiti, ho trovato piu' vere.
In breve, il primo passo e' guardarlo per cio' che e'. Senza farlo in base all'immagine che il nostro pensiero ha dello stesso. Senza legarlo a passato e futuro.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 19:00
da Parakarro
casta diva ha scritto:
Chi, tra noi, riesce a venire a patti col proprio personalissimo dolore?
subisco il dolore, lascio che mi distrugga il tempo che serve e poi , fortunatamente, mi abbandona.
ogni tanto riaffiora mi lascia malinconico qualche giorno o mi fa scappare un mezzo pianto.
solitamente mi prende di notte, in sogno e al risveglio son dolori... però passa.
ho problemi maggiori nel gestire e reprimere la rabbia, mi sono accorto che covo rabbia e desiderio di vendetta per anni.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 19:12
da casta diva
Da alcuni interventi emerge un aspetto su cui mi sono sempre interrogata: il dolore è più l'assenza di piacere oppure il suo contrario?
E' chiaro che, lungi dal voler arrivare a categorie incontrovertibili, la questione resta sempre aperta ed è super soggettiva. Ognuno la vede dal suo personalissimo angolo.
Nelle occasioni in cui mi è successo di provare forti dolori, soprattutto emotivi, mi è spesso capitato di fare così:
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 20:35
da xx86
Per me dolore e gioia sono 2 entità distinte e contrarie. Però senza l'una non si può apprezzare l'altra.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 20:40
da nik978
Parakarro ha scritto:
ho problemi maggiori nel gestire e reprimere la rabbia, mi sono accorto che covo rabbia e desiderio di vendetta per anni.
leggi qui:
Il dolore..
siamo sicuro che il dolore sia solo quello a cui associamo, appunto, un insieme di sintomi dolorosi?
Oppure si cela anche dietro altri sintomi ed aspetti?
Nel mio caso al 90% è la rabbia a nascere dal dolore. Una rabbia che si radica e dura in eterno.
Rabbia che si genera quando non riesco a fare andare le cose come voglio io, qunado sto zitto invece di parlare, quando dico o faccio una cosa (o non faccio) invece di farne un'altra e via dicendo.
In quel momento si radica un ricordo che può restare vivissimo per decenni.. quel momento si cristallizza e nasce un marchio a fuoco. Passerò tutta la vita a ripulirlo cercando di comportarmi in modo diverso in situazioni identiche, ma non riuscirò mai a levarmelo perchè quel momento è già passato ed, amneno che di ricrearlo identico con gli stessi attori ad oservarlo, non potrò mai rimuoverlo..
la rabbia la sfogo nella ricerca della soluzione, nelle mie sfide e nei miei compiacimenti continui nella speranza, vana di sbattere in faccia a qualcuno la cosa... quel qualcuno magari è sparito dalla mia vita o alla meglio "non gliene può fregare di meno"..
Quindi la mia è una condanna eterna... ci sono vicende di 20 anni che avrò ricostruito e risolto decine e decine di volte, uscendone alla perfezione, ma l0immagine e il ricordo di quel momento sono contestualizzati in quel momento e non è possibile tornare indietro..
e' due giorni ad esmepio che sono dietro ad una cosa di un certo livello che se imborcca è un numero da circo, ma che senso ha vsto che poi dopo 5 minuti sarò di nuovo alla ricerca di risolvere ancora lo stesso problema?
QUesto non mi fa godere nulla di quello che faccio e alla resa dei conti aggiunge insoddisfazione alla rabbia...
Il problema "sociale" è che ogni tot anni (tra i 10 e i 25 circa) questa rabbia esplode e si scarica contro chi, in quel momento, ha la sfortuna di famri un torto.
La prima volta eravamo ragazzetti ed è finita che gli ho fatto na faccia così, ma da ragazzetti..
la prima e mezza (perchè ho abortito), si è preso un portamonete in piena faccia
la probabile seconda stavo per andare a prendere a cascate uno, tra l'altro nazionale di pallanuoto, ovviamente alle spalle e ripetutamente... poi il pensiero di mia mamma, del dispiacere e il mio compagno di banco che mi ha preso per un braccio mi hanno fatto desistere...
La seconda mi hanno fermato mentre stavo per aprirgli la faccia con una bottiglia dopo averlo massacrato e rischiando di distaccarlgi la retina...
la terza?
sono passati 17 anni e ancora non arriva anche se 2 0 3 volte ci sono andato vicino, ma la lucidità ha preso il sopravvento. Il tutto esclusivamente perchè la mia vita era ben più di successo che non 17 anni fa...
Bizzarro come io sia a detta di tutti un angelo ed una persona che non si arrabbia mai ed è molto bravo a placare i nervosisimi ed ascoltare le persone.
Forse solo una persona ha capito quanta aggressività ho dentro...
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 20:43
da xx86
Ma chi è quello di questo esempio? A mio parere una persona che vuol dirsi adulta e matura deve riuscire, tramite la ragione, a controllare le proprie pulsioni.
Re: [O.T.] LA COGNIZIONE DEL DOLORE
Inviato: 12/02/2013, 21:32
da araxe
Dicono esista un posto – dicono- chiamato la stanza di Swedenbog. È lì che rimangono le anime dei morti, prima di scapicollarsi nell'aldilà, e io non so cosa possa essere l'aldilà, perché non ci credo e perché non riesco ad immaginare le cose, non come le vorrei, almeno.
Però, forse -per un po'- ci sono stata, nella stanza di Swedenborg, intendo.
Ci sono entrata di forza, come presa per i capelli. E ci siamo entrati tutti e due, e gli strumenti scordati, sì, pure quello che costava un botto, e ci è entrata una casa tutta intera, la vista sul mare e poi i gatti nel giardino e i cani che ti annusano per un'ora, quando non ti conoscono del tutto.
Lì non riesci a respirare bene e vorresti dire una miriade di cose, le ultime cose, ché poi non hai più tempo e non trovi il modo.
Io il tempo l'ho proprio consumato tutto, e poi quella stanza, di giorno in giorno, è diventata sempre più piccola, tanto piccola che non sono più capace ad aprirne la porticina. Quindi resto zitta e mi stringo nelle spalle, anche perché il modo di dire le cose, quelle dolorose, non l'ho ancora trovato.
Che scema.
segue video completamente sconfortante.
Dopodichè cercherò di legarmi una cravatta in testa e fare un oscuro balletto, prima però apro una finestra, che l'aria si è fatta parecchio pesante.