Lonewolf d'Arabia
Come grandi e piccini sanno, mi sono sciroppato 8 giorni in quel di Dubai per lavoro. In soldoni (parecchi
) sono andato a vendere la sabbia agli arabi
Detto ciò, ammetto di essere stato turbato dalla sensualità delle donne arabe.
Indipendentemente indossassero il burqa o il hijab e che quindi lasciassero intravedere solo gli occhi (o neanche quelli, come la protagonista del racconto che segue) o almeno il viso, alcune di loro erano dotate di una femminilità e sensualità pazzesche. Incredibile il potenziale che hanno se riescono a trasmetterlo nonostante agghindate con quanto di meno femminile e sensuale esista al mondo. Credetemi, in alcuni casi, vedersi squadrare da due occhi di pece o di giada e vedere spuntare da sotto la palandrana nera due piedi curatissimi su tacchi a spillo vertiginosi, ha provocato nel sottoscritto durelli al basso ventre da spannocchiarselo lì seduta stante. Le arabe sono fantastiche. Punto. Fantastiche e recettive.
Un giorno mi piomba sto trio di vedove nere tutte intabarrate. La figlia indossava il velo integrale, cioè manco gli occhi aveva fuori, ma il volto s'intravedeva solo dietro una nera trasparenza. La madre e un'altra donna della famiglia invece indossavano il hijab. La madre sembrava un po' Louis Armstrong col velo
, la figlia invece doveva scegliere dei lampadari per la casa nuova. E non chiedetemi come e perché, ma sprigionava una sensualità ed eleganza da delirio. L'unica cosa che le ho visto sono state le mani curatissimi e con brillocchi da abbaglio e la Louis Vuitton.
Arrivati alla fine della trattativa e buttate giù due righe, mi scrive i suoi dati col suo numero di cellulare, chiedendomi il mio. Io le spiego che il mio numero lì col roaming è fottuto e che mi può contattare solo tramite messaggio. Lei dimostra uno strano entusiasmo all'idea di potermi messaggiare quella sera, entusiasmo che non passa inosservato agli occhi della madre-trombettista jazz, che appena faccio per allungare il biglietto alla figlia, con una zampata afferra il suddetto dicendomi "questo è meglio se lo prendo io!".
Faccio finta di niente e sorrido, ma quando le due megere si alzano per andare a guardare degli specchi, la figlia vergine velata, mi allunga il suo iPhone e mi chiede di digitarle il mio numero così da memorizzarselo all'insaputa di mamma Ebe. Cosa che ho fatto con una rapidità degna di un pianista. Credo che la scena si sia svolta in non più di 3 secondi netti, tempo di valore mondiale credo. Una valorosissima, pochi cazzi. Qua rischiava frustate e lapidazione come niente fosse. Io non so...e non voglio saperlo.
Comunque i miei occhi hanno goduto e non poco durante tutta la settimana.
Ah, sul volo Emirates di ritorno ho avuto il piacere di viaggiare con tale Maja Cotic...mica cotiche... Miss Slovenia World 2013: stupenda...vedere per credere.