Intervista a Gianfranco Romagnoli
Inviato: 12/06/2012, 15:28
Incontro Gianfranco Romagnoli dopo moltissimo tempo, talmente tanto che non ricordo nemmeno se l'ultima volta
sia stata su un set in Europa dell'est o in uno dei tanti appuntamenti internazionali che i rispettivi lavori nel porno
ci portavano a visitare.
Quelle fiere che ci annoiavano mortalmente ma dove ci si incontrava tutti, crocevia di affari, storie, ambizioni.
Il mondo del porno è molto cambiato, talmente tanto che il re dell'hard dell'Europa dell'est ora ha come sua
attività principale la gestione di un ristorante italiano.
L'ho intervistato e le risposte non sono state per nulla diplomatiche

Gianfranco Romagnoli.
- Vorrei che iniziassimo la nostra chiacchierata parlando della tua vita prima delle luci rosse, ti va?
Va bene, ma troverai sempre un denominatore comune: le donne.
Mi piacevano troppo ed infatti dopo 8 anni di fidanzamento sono riuscito a mandare in aria un matrimonio in soli sei mesi.
Avevo iniziato a lavorare nel mondo della notte. Discoteche, donne...Un delirio.
E' stato il tuo primo lavoro?
No. Sono originario di Senigallia e sono perito elettromeccanico, dai 12 anni ai 19 ho passato le mie ore a
riparare elettrodomestici, televisori, robe così. Prima direttamente poi prendendo gente sotto di me.
Ero rappresentante di marchi importanti tipo Sony, Miele...
E poi?
Poi sono arrivate le discoteche. Vendevo spettacoli nei locali. Organizzavo sfilate, eventi promozionali, spot di moda.
In quel periodo mi ero fidanzato con una modella che era Miss Formula 1.
Non avevo testa per fare il marito con tutto quel ben di Dio intorno.
Ho organizzato anche cose grosse come le sfilate di Parah e Lovable a Dusseldorf.
Poi ho iniziato anche a collaborare con la tv che produceva Colpo Grosso.
In quel periodo mi fidanzai con Erika Lean, ragazza Cin Cin e cover girl di Playboy. Mi trattavo bene...

Ragazze Cin Cin, fra cui l'ex di Romagnoli.
E Budapest come arriva ?
Avevo l'esigenza di trovare modelle per il campionario, ragazze che girassero insieme all'agente del marchio
tot per una ventina di giorni. Non potevo cercare modelle italiane, sarebbero costate troppo,
così ho iniziato a ricevere per posta o via fax le foto di ragazze dell'est che erano disposte a sobbarcarsi quei chilometri
a cifre molto contenute.
Di che anni stiamo parlando?
1987. Il problema però è che magari per un lavoro tu sceglievi Maria e loro ti mandavano Francesca allora
per evitare fregature ho iniziato a mandare mio padre a prendere le ragazze.
Ma mica potevo far fare al babbo avanti e indietro all'infinito così dopo un po' sono venuto in avanscoperta io.

Riccardo Schicchi. Nella seconda foto in ordine Riccardo Schicchi, Gianfranco Romagnoli, Roberto Malone e Rocco Siffredi.
E il caso vuole che chi incontri a Budapest? Riccardo Schicchi...
In realtà io lo conoscevo già perchè gli avevo fatto da service per degli spettacoli di Malù e Moana Pozzi ma
certamente l'incontro in Vacy Utca (una delle vie principali di Budapest ndr) ha cambiato i nostri destini professionali.

Moana Pozzi.
All'inizio però non avete iniziato a collaborare puntando al porno.
No, la nostra era un'agenzia di modelle. Con la Blue Angels, tra le altre, abbiamo lanciato Mercedes Ambrus.
Riccardo arrivava dalle esperienze di Playboy e Playmen ma con loro abbiamo solo perso soldi.
Lo stesso dicasi con le ragazze per i night.
Un casino ottenere i permessi e belle batoste economiche prese da certi personaggi.

Mercedes Ambrus. Nella seconda foto in ordine Mercedes Ambrus e Riccardo Schicchi.
E tra le ragazze tu scopri una certa Eva Henger...
Vero. L'ho presentata io a Riccardo, anche se col senno di poi sarebbe stato meglio di no

Eva Henger.
Perchè?
Perchè le donne sul lavoro ti creano casini. Eva quando si è messa con Riccardo ha iniziato a metterci contro,
mi ha fatto la guerra fino a quando io e Riccardo abbiamo deciso di separare le nostre strade.
Ricordo una Henger giovanissima in un ruolo soft nel primo film di Rocco da produttore e regista, film nel quale Rocco non ha parole molto gentili nei tuoi confronti...
Ha avuto modo e tempo di cambiare opinione visto che abbiamo lavorato insieme anche molte altre volte.
Quanto alla Henger, confermo, davanti alle telecamere all'inizio faceva solo il soft. Davanti alle telecamere...

Anita Rinaldi.
In tema di donne che mettono il becco nel lavoro anche tu però non hai evitato l'esperienza...
...Di Anita Rinaldi che mi dici?
Anita l'ho conosciuta tramite Rocco. Era molto bella ma soprattutto molto intelligente e molto furba.
Ricordo che prima di metterti con lei ripetevi sempre che non ti saresti innamorato mai di una del settore...
E avrei fatto bene! La mia attuale moglie sta con me da 12 anni e non ha mai messo piede su un set.
Perchè?
Perchè sul lavoro devi creare empatia con l'attrice per tirarle fuori il massimo, devi essere un po' seduttivo e questa cosa non può non dare fastidio. I set hard non sono posti per mogli.
E dopo la storia negli Usa con Paul Thomas Anita che fine ha fatto?
E' tornata a Budapest, si è sposata e ha avuto dei figli con un bravo tizio.
Quello che più o meno finiscono per volere tutte...
Che ricordi hai del primo periodo nell'hard?
E' stato un gran momento per Budapest quello. C'erano tantissime ragazze e tutte molto belle.
Ora il livello è sceso, inutile che ci prendiamo per il culo. Guadagnavano 400-500 marchi al giorno per due scene.
Quei soldi lì, tutti insieme,da queste parti non li avevano mai visti.

Simona Valli. Nella seconda foto Deborah Wells.
A tuo avviso quali sono le attrici principali che arrivano da qui?
Simona Valli, Angelica ed Erica Bella, Deborah Wells, Nikki Anderson. Sono quelli i nomi...
Ma non era uno star system, sia chiaro, quelle erano panzane che creavo io ad arte. Si trattava di
belle ragazze affamate di soldi che non si facevano troppi problemi a fare sesso davanti ad una telecamera. Punto.
Le vere dive non sono nel porno.

Angelica Bella. Nella seconda foto Erika Bella.
Una cosa che ho sempre considerato un tuo limite è che non sei un pornologo,
il porno fondamentalmente non ti interessa, non ti piace.
Prima di farne un lavoro ne avrò visti due. Io sono un marchettaro, ti confeziono quello che vuoi, basta che mi paghi.
Guarda ad esempio “Gladiator” di Private. E' stato uno sforzo realizzativo incredibile:
27 giorni di produzione, 3 mesi di postproduzione, 3500 mq di scenari, 1000 comparse.
Ho lavorato due mesi e mezzo con 54 persone di staff fissi, solo a noi han dato 450.000 euro, in totale han speso 2 milioni di euro.
Ho portato un leone, una tigre, i cavalli, ricostruito un pezzo di anfiteatro romano...
Produttivamente è stato bellissimo, a livello di film porno è una merda.
Io però mi sono divertito. Mi piacciono questo genere di sfide.

Copertina del DVD di "Gladiator" della PRIVATE.
Facciamo un passo indietro. Ad un certo punto arriva la piazza di Praga a farti concorrenza...
I manager di Praga avevano come unico interesse quello di pigliare i 100 euro di commissione sulla ragazza piazzata sul set.
Erano soldi anche quelli, ma a me piaceva fare altro: organizzare, creare...
E fu così che ad un certo punto diventi anche regista...
Il primo film firmato ufficialmente da me fu Tromb Raider, una bellissima idea massacrata da Joseph Matera di Fm Video
che volle dividere il film in due parti facendolo diventare una cosa senza senso.
In origine il film doveva essere diretto e firmato da Mario Bianchi ma lui non aveva nessuna familiarità con
la tecnologia Blue Screen che serviva per il film, veniva da una concezione di cinema troppo vecchia per quel prodotto.
Così dopo tante regie “in incognito” tra cui anche quelle di Anita Rinaldi per “Planet sex” sono uscito allo scoperto.
Io non ho fatto scuola di cinema ma non dimenticherò mai una cosa:
Joe D'Amato quando girava la camera in mano non la dava a nessuno. L'unico di cui si è fidato sono stato io.

Copertina del DVD di "Planet Sex".
Altri tempi però, ora il porno è in coma profondo...
Ti basti pensare che prima lavoravo 25 giorni al mese ora 5. E infatti mi dedico al ristorante.
Una volta trattavo il prezzo per la scena anale, ora il prezzo al chilo della mozzarella di Bufala...
Ma non ho rimpianti, sono felice di quello che ho fatto in questi 20 anni. Il porno poi mica è un lavoro.
Basti vedere chi erano i cosiddetti imprenditori del settore.
A partire da quelli grossi tipo Berth Milton che ha portato al tracollo la Private a quelli di casa Italia:
Rudy Franca, Baffioni, Ducci, Beraldi... Non sono mica imprenditori questi.
Erano improvvisati abituati a far soldi vendendo qualsiasi merda.
Hanno svenduto i cataloghi, arricchito Sky raccogliendo due spicci, tirato dietro i Dvd a niente.
In Europa uno dei pochi che fa ancora imprenditoria hard è Marc Dorcel.

Marc Dorcel.
E in Italia?
Mi viene solo il nome di Atv
E dei registi che mi dici?
Anche lì una bella schiera di fenomeni che si credevano geni:
Woodman, Antonio Adamo, Max Bellocchio...Anche le telecamerine sono state una disgrazia per questo settore:
chiunque ora può girare una cagata a luci rosse con quattro soldi. Prima almeno c'era un minimo di selezione naturale.
Ok ma tu avrai pure fatto i tuoi errori no?
Certo. Il primo è stato quello di pensare che crisi o non crisi una nicchia sarebbe sempre rimasta da noi,
poi il non aver capito quando il mercato si è spostato su Internet . Se avessi preso quel treno ora andrebbe meglio.
Permettimi di aggiungere un altro errore.
Esserti seduto sul trono di re di Budapest quando la miniera d'oro si era ormai spostata da altre parti, in primis San Pietroburgo.
Ti sei fatto soffiare le pepite da sotto il naso da gente che è arrivata nel business 20 anni dopo di te!
Io ho una famiglia e due figli. Non mi andava di sradicare le mie radici che ormai sono consolidate qui.

Gianfranco Romagnoli sul set.
Quindi nessun rimpianto?
Se fossi single forse a San Pietroburgo ora ci sarei io ma è anche vero che all'inizio non ci credevo molto.
L'Italia non ti manca?
L'Italia va bene per farci le vacanze.
Impaginazione e ricerca fotografica a cura di Milk
sia stata su un set in Europa dell'est o in uno dei tanti appuntamenti internazionali che i rispettivi lavori nel porno
ci portavano a visitare.
Quelle fiere che ci annoiavano mortalmente ma dove ci si incontrava tutti, crocevia di affari, storie, ambizioni.
Il mondo del porno è molto cambiato, talmente tanto che il re dell'hard dell'Europa dell'est ora ha come sua
attività principale la gestione di un ristorante italiano.
L'ho intervistato e le risposte non sono state per nulla diplomatiche

Gianfranco Romagnoli.
- Vorrei che iniziassimo la nostra chiacchierata parlando della tua vita prima delle luci rosse, ti va?
Va bene, ma troverai sempre un denominatore comune: le donne.
Mi piacevano troppo ed infatti dopo 8 anni di fidanzamento sono riuscito a mandare in aria un matrimonio in soli sei mesi.
Avevo iniziato a lavorare nel mondo della notte. Discoteche, donne...Un delirio.
E' stato il tuo primo lavoro?
No. Sono originario di Senigallia e sono perito elettromeccanico, dai 12 anni ai 19 ho passato le mie ore a
riparare elettrodomestici, televisori, robe così. Prima direttamente poi prendendo gente sotto di me.
Ero rappresentante di marchi importanti tipo Sony, Miele...
E poi?
Poi sono arrivate le discoteche. Vendevo spettacoli nei locali. Organizzavo sfilate, eventi promozionali, spot di moda.
In quel periodo mi ero fidanzato con una modella che era Miss Formula 1.
Non avevo testa per fare il marito con tutto quel ben di Dio intorno.
Ho organizzato anche cose grosse come le sfilate di Parah e Lovable a Dusseldorf.
Poi ho iniziato anche a collaborare con la tv che produceva Colpo Grosso.
In quel periodo mi fidanzai con Erika Lean, ragazza Cin Cin e cover girl di Playboy. Mi trattavo bene...

Ragazze Cin Cin, fra cui l'ex di Romagnoli.
E Budapest come arriva ?
Avevo l'esigenza di trovare modelle per il campionario, ragazze che girassero insieme all'agente del marchio
tot per una ventina di giorni. Non potevo cercare modelle italiane, sarebbero costate troppo,
così ho iniziato a ricevere per posta o via fax le foto di ragazze dell'est che erano disposte a sobbarcarsi quei chilometri
a cifre molto contenute.
Di che anni stiamo parlando?
1987. Il problema però è che magari per un lavoro tu sceglievi Maria e loro ti mandavano Francesca allora
per evitare fregature ho iniziato a mandare mio padre a prendere le ragazze.
Ma mica potevo far fare al babbo avanti e indietro all'infinito così dopo un po' sono venuto in avanscoperta io.


Riccardo Schicchi. Nella seconda foto in ordine Riccardo Schicchi, Gianfranco Romagnoli, Roberto Malone e Rocco Siffredi.
E il caso vuole che chi incontri a Budapest? Riccardo Schicchi...
In realtà io lo conoscevo già perchè gli avevo fatto da service per degli spettacoli di Malù e Moana Pozzi ma
certamente l'incontro in Vacy Utca (una delle vie principali di Budapest ndr) ha cambiato i nostri destini professionali.

Moana Pozzi.
All'inizio però non avete iniziato a collaborare puntando al porno.
No, la nostra era un'agenzia di modelle. Con la Blue Angels, tra le altre, abbiamo lanciato Mercedes Ambrus.
Riccardo arrivava dalle esperienze di Playboy e Playmen ma con loro abbiamo solo perso soldi.
Lo stesso dicasi con le ragazze per i night.
Un casino ottenere i permessi e belle batoste economiche prese da certi personaggi.


Mercedes Ambrus. Nella seconda foto in ordine Mercedes Ambrus e Riccardo Schicchi.
E tra le ragazze tu scopri una certa Eva Henger...
Vero. L'ho presentata io a Riccardo, anche se col senno di poi sarebbe stato meglio di no

Eva Henger.
Perchè?
Perchè le donne sul lavoro ti creano casini. Eva quando si è messa con Riccardo ha iniziato a metterci contro,
mi ha fatto la guerra fino a quando io e Riccardo abbiamo deciso di separare le nostre strade.
Ricordo una Henger giovanissima in un ruolo soft nel primo film di Rocco da produttore e regista, film nel quale Rocco non ha parole molto gentili nei tuoi confronti...
Ha avuto modo e tempo di cambiare opinione visto che abbiamo lavorato insieme anche molte altre volte.
Quanto alla Henger, confermo, davanti alle telecamere all'inizio faceva solo il soft. Davanti alle telecamere...

Anita Rinaldi.
In tema di donne che mettono il becco nel lavoro anche tu però non hai evitato l'esperienza...
...Di Anita Rinaldi che mi dici?
Anita l'ho conosciuta tramite Rocco. Era molto bella ma soprattutto molto intelligente e molto furba.
Ricordo che prima di metterti con lei ripetevi sempre che non ti saresti innamorato mai di una del settore...
E avrei fatto bene! La mia attuale moglie sta con me da 12 anni e non ha mai messo piede su un set.
Perchè?
Perchè sul lavoro devi creare empatia con l'attrice per tirarle fuori il massimo, devi essere un po' seduttivo e questa cosa non può non dare fastidio. I set hard non sono posti per mogli.
E dopo la storia negli Usa con Paul Thomas Anita che fine ha fatto?
E' tornata a Budapest, si è sposata e ha avuto dei figli con un bravo tizio.
Quello che più o meno finiscono per volere tutte...
Che ricordi hai del primo periodo nell'hard?
E' stato un gran momento per Budapest quello. C'erano tantissime ragazze e tutte molto belle.
Ora il livello è sceso, inutile che ci prendiamo per il culo. Guadagnavano 400-500 marchi al giorno per due scene.
Quei soldi lì, tutti insieme,da queste parti non li avevano mai visti.


Simona Valli. Nella seconda foto Deborah Wells.
A tuo avviso quali sono le attrici principali che arrivano da qui?
Simona Valli, Angelica ed Erica Bella, Deborah Wells, Nikki Anderson. Sono quelli i nomi...
Ma non era uno star system, sia chiaro, quelle erano panzane che creavo io ad arte. Si trattava di
belle ragazze affamate di soldi che non si facevano troppi problemi a fare sesso davanti ad una telecamera. Punto.
Le vere dive non sono nel porno.


Angelica Bella. Nella seconda foto Erika Bella.
Una cosa che ho sempre considerato un tuo limite è che non sei un pornologo,
il porno fondamentalmente non ti interessa, non ti piace.
Prima di farne un lavoro ne avrò visti due. Io sono un marchettaro, ti confeziono quello che vuoi, basta che mi paghi.
Guarda ad esempio “Gladiator” di Private. E' stato uno sforzo realizzativo incredibile:
27 giorni di produzione, 3 mesi di postproduzione, 3500 mq di scenari, 1000 comparse.
Ho lavorato due mesi e mezzo con 54 persone di staff fissi, solo a noi han dato 450.000 euro, in totale han speso 2 milioni di euro.
Ho portato un leone, una tigre, i cavalli, ricostruito un pezzo di anfiteatro romano...
Produttivamente è stato bellissimo, a livello di film porno è una merda.
Io però mi sono divertito. Mi piacciono questo genere di sfide.

Copertina del DVD di "Gladiator" della PRIVATE.
Facciamo un passo indietro. Ad un certo punto arriva la piazza di Praga a farti concorrenza...
I manager di Praga avevano come unico interesse quello di pigliare i 100 euro di commissione sulla ragazza piazzata sul set.
Erano soldi anche quelli, ma a me piaceva fare altro: organizzare, creare...
E fu così che ad un certo punto diventi anche regista...
Il primo film firmato ufficialmente da me fu Tromb Raider, una bellissima idea massacrata da Joseph Matera di Fm Video
che volle dividere il film in due parti facendolo diventare una cosa senza senso.
In origine il film doveva essere diretto e firmato da Mario Bianchi ma lui non aveva nessuna familiarità con
la tecnologia Blue Screen che serviva per il film, veniva da una concezione di cinema troppo vecchia per quel prodotto.
Così dopo tante regie “in incognito” tra cui anche quelle di Anita Rinaldi per “Planet sex” sono uscito allo scoperto.
Io non ho fatto scuola di cinema ma non dimenticherò mai una cosa:
Joe D'Amato quando girava la camera in mano non la dava a nessuno. L'unico di cui si è fidato sono stato io.

Copertina del DVD di "Planet Sex".
Altri tempi però, ora il porno è in coma profondo...
Ti basti pensare che prima lavoravo 25 giorni al mese ora 5. E infatti mi dedico al ristorante.
Una volta trattavo il prezzo per la scena anale, ora il prezzo al chilo della mozzarella di Bufala...
Ma non ho rimpianti, sono felice di quello che ho fatto in questi 20 anni. Il porno poi mica è un lavoro.
Basti vedere chi erano i cosiddetti imprenditori del settore.
A partire da quelli grossi tipo Berth Milton che ha portato al tracollo la Private a quelli di casa Italia:
Rudy Franca, Baffioni, Ducci, Beraldi... Non sono mica imprenditori questi.
Erano improvvisati abituati a far soldi vendendo qualsiasi merda.
Hanno svenduto i cataloghi, arricchito Sky raccogliendo due spicci, tirato dietro i Dvd a niente.
In Europa uno dei pochi che fa ancora imprenditoria hard è Marc Dorcel.

Marc Dorcel.
E in Italia?
Mi viene solo il nome di Atv
E dei registi che mi dici?
Anche lì una bella schiera di fenomeni che si credevano geni:
Woodman, Antonio Adamo, Max Bellocchio...Anche le telecamerine sono state una disgrazia per questo settore:
chiunque ora può girare una cagata a luci rosse con quattro soldi. Prima almeno c'era un minimo di selezione naturale.
Ok ma tu avrai pure fatto i tuoi errori no?
Certo. Il primo è stato quello di pensare che crisi o non crisi una nicchia sarebbe sempre rimasta da noi,
poi il non aver capito quando il mercato si è spostato su Internet . Se avessi preso quel treno ora andrebbe meglio.
Permettimi di aggiungere un altro errore.
Esserti seduto sul trono di re di Budapest quando la miniera d'oro si era ormai spostata da altre parti, in primis San Pietroburgo.
Ti sei fatto soffiare le pepite da sotto il naso da gente che è arrivata nel business 20 anni dopo di te!
Io ho una famiglia e due figli. Non mi andava di sradicare le mie radici che ormai sono consolidate qui.

Gianfranco Romagnoli sul set.
Quindi nessun rimpianto?
Se fossi single forse a San Pietroburgo ora ci sarei io ma è anche vero che all'inizio non ci credevo molto.
L'Italia non ti manca?
L'Italia va bene per farci le vacanze.
Impaginazione e ricerca fotografica a cura di Milk