Film anni '70 gialli, thriller... et similar

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J-Tex
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Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#1 Messaggio da J-Tex »

Vorrei aprire un nuovo argomento, se mi è possibile, citando film gialli o thriller che vi sono piaciuti, magari spiegando il perché, consigliarne la visione o meno e volendo tracciarne una breve trama.
Parto io col capolavoro dei capolavori
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Poi altri due film eccellenti sempre di Dario Argento
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dada
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#2 Messaggio da dada »

J-Tex ha scritto:magari spiegando il perché

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Pim
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#3 Messaggio da Pim »

e mettendo Ot

e
sei sicuro che non ci sia già nulla di simile?

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J-Tex
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#4 Messaggio da J-Tex »

Pimpipessa ha scritto:e mettendo Ot

e
sei sicuro che non ci sia già nulla di simile?
Simile ma non uguale mi pare...
Scusa ma non ho ben capito che cosa vuol dite Ot?
Correggo se c'è da correggere.
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Rodomonte
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#5 Messaggio da Rodomonte »

Vuol dire "fuori argomento".
Ora essendo questo un sito "porno/sul porno, tutti gli argomenti che non trattanospecificatamente questo argomento,vanno indicati come fuori argomento, cioè OT in inglese!
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dostum
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#6 Messaggio da dostum »

Il Tenente Colombo è stato il primo investigatore televisivo ad ispirarsi rigidamente ai canoni del marxismo-leninismo pratica la lotta di classe sbattendo al fresco i multimiliardari criminali (ah se qui arrestassero i vari berlusca,montezomolo,de benedetti,elkan,Delle Palle etc....)



Il nulla-tenente Colombo nel nido dei falchi (di Agnes Heller)

Ciò che ci colpisce sin dal primo momento nelle serie Colombo è il metodo usato dagli assassini. I delitti non sono solo premeditati, ma sono anche "altamente" sofisticati. Gli assassini usano tutta una serie di strani mezzi e trucchi, cioè uccidono con tecnica. E c'è un evidente contrasto tra l'abilità tecnica degli assassini e la, troppo sottolineata, imperizia di Colombo. Questo aspetto marca doppiamente la fondamentale distribuzione dei ruoli in questo programma televisivo. L'oggetto materializzato è una «macchina pensante», che impiega la tecnologia per i suoi intenti. Chiaramente la tecnologia è una metafora che qui significa «contemporaneità». La nostra è un'era tecnologica, l'assassino di questa era è la «macchina pensante». Il soggetto che smaschera l'assassino è invece inesperto, non fa parte dell'era tecnologica.
Il mondo nel quale entra Colombo dall'esterno, e nel quale entriamo noi con lui, è costellato da segni e messaggi facilmente individuati: i segni della ricchezza. La telecamera guida i nostri occhi in modo che neanche un solo oggetto simbolo di questa ricchezza passi inosservato: case enormi, piscine riscaldate, mobili lussuosi (general­mente di dubbio gusto), palestre co­struite all'interno delle case stesse, parchi immensi, bagni grandi come piste da ballo.
A volte ci sono oggetti ancora più personali: indumenti eleganti, oggetti misteriosi che evidenziano l'eccentrici­tà e lo status di un intellettuale alla moda o di un uomo di potere. I crimini convivono con i segni della ricchezza. Così la cinepresa ci porta ad una asso­ciazione di idee: la ricchezza è crimi­ne, i ricchi sono criminali, la ricchezza genera il crimine. A volte ci porta a fare un'altra associazione: chi svolge professioni altamente intellettuali è ricco e costui e la sua professione sono direttamente collegati al crimine. An­che il livello del quoziente intellettivo ha delle affinità col delitto. Tutte que­ste associazioni creano un'atmosfera emotiva che è composta dai seguenti elementi: stupore (come sono cretini i ricchi), attrazione (come è bello essere ricchi e intelligenti!), risentimento (co­me se la cavano bene questi bastardi), vendetta (bisogna dar loro una lezione, sono così vergognosamente ricchi) e soprattutto invidia.
La vera associazione di idee imposta allo spettatore della serie televisiva fin dall'inizio (delitto equivale a ricchezza) offre uno sfogo alle frustrazioni degli spettatori che tirano fuori la loro invidia invocando giustizia seppure in una forma immaginaria. Inoltre è proprio Colombo, il Grande Smascheratore, l'angelo della giustizia a mettere in evidenza l'associazione di idee operata su di noi da mille segni e messaggi. Egli si mette dalla parte dell'invidia dello spettatore facendo osservazioni impertinenti, raffrontando il suo stipendio con il «loro» benessere, paragonando ciò che lui si può permettere con quello che «loro» si possono permettere.
Anche la «presentazione» di Colombo è perfettamente conseguente al ruolo che egli deve recitare. Il nome sottolinea una trascendente associazione: la colomba (del signore) entra nel nido del falchi (il diavolo). Colombo è brutto, impacciato, povero, mal vestito, tanto quanto «loro» sono snelli, eleganti, sportivi, belli, ben tenuti e bene educati. E così il suo impermeabile logoro e stinto, si sa, ha assunto una dimensione simbolica tale da diventare uno degli elementi base del personaggio.
DEMENTIA JOE PRESIDENT OF FREEDONIA

Baalkaan hai la machina targata Sassari?

VE LA MERITATE GIORGIA

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J-Tex
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Re: Film anni '70 gialli, thriller... et similar

#7 Messaggio da J-Tex »

Rodomonte ha scritto:Vuol dire "fuori argomento".
Ora essendo questo un sito "porno/sul porno, tutti gli argomenti che non trattanospecificatamente questo argomento,vanno indicati come fuori argomento, cioè OT in inglese!
Giusto ... Off Topic! Però non so come modificare il titolo...
Comunque tornando ai film... sempre se a qualcuno interessa, sennò si chiude e basta...

PROFONDO ROSSO
Film capostipite di tutti i gialli anni settanta, molti si sono ispirati, lo stesso Argento a tentato di replicare il capolavoroma non ci è più riuscito. È un giallo, difficile scoprire l'assasino, c'è tensione e fa anche paura. La colonna sonora dei Goblin con la loro musica terrorizzante diventata mitica e famosa anche oltre il film in se, riesce sin dalla sigla iniziale ad incutere nello spettatore suspence a go go. Lo vidi per la prima volta quando ero un ragazzino e ne rimasi terrorizzato e nel frattempo estasiato per sempre. Ambientato a Torino come parecchi film del maestro, ancora oggi la villa dove sono state girate le scene salienti e meta del pellegrinaggio di turisti del film cult.
Per la trama, per i pochi che non la conoscessero, la espongo qui di seguito copiandola direttamente da wikipedia.
Occhio però contiene tutti gli spoiler possibili anche chi è l'assassino, chi non ha mai visto il film e vuole guardarlo NON LEGGA ASSOLUTAMENTE!
[Scopri]Spoiler
Helga Ulmann è una sensitiva tedesca che a Roma, durante un congresso di parapsicologia, afferma di percepire tra il pubblico del teatro l'inquietante presenza di un assassino. A congresso finito, la medium rivela allo psichiatra Giordani di conoscere l'identità dell'assassino; i due però non si accorgono che il killer è ancora nel teatro e li sta osservando. Tornata a casa, la sensitiva viene uccisa a sangue freddo con una mannaia da un individuo con impermeabile nero e cappello, che agisce dopo aver sentito una nenia per bambini. Intanto il pianista inglese Marc Daly, che abita nello stesso stabile della Ulmann, assiste involontariamente all'epilogo del delitto insieme all'amico Carlo, un alcolista. Sale subito nell'abitazione della medium e dalla finestra vede allontanarsi furtivamente una figura con un impermeabile nero. Poco dopo arrivano la polizia e una giovane giornalista, Gianna Brezzi, che decide di indagare assieme a lui sul caso. Marc viene tormentato dal ricordo di uno strano quadro all'interno dell'appartamento della vittima, apparentemente rimosso o spostato, ed è convinto che questa sua sensazione abbia un'importanza cruciale per la risoluzione del delitto.In giornata, Marc si reca a casa di Carlo e vi conosce la madre, Marta, un'ex attrice a riposo. Lei lo indirizza a casa di un amico di Carlo, Massimo Ricci, un travestito, dove incontra Carlo. La sera, mentre suona il pianoforte nel proprio appartamento, sente dei rumori: l'assassino è entrato in casa. La stessa nenia infantile che la medium ha sentito prima di morire viene fatta ascoltare anche a Marc. L'uomo chiede aiuto a Gianna al telefono e chiude la porta a chiave. Quando l'intruso se ne va, non prima di aver minacciato di ucciderlo, il pianista si affaccia alla finestra e vede nuovamente la figura con l'impermeabile scuro dileguarsi. Il giorno seguente lo psichiatra Giordani e un collega dichiarano che la nenia infantile, che secondo loro serve al killer per ricreare il climax di una certa situazione in cui aveva già ucciso, è collegata alla leggenda di un bambino le cui grida risuonavano in una villa abbandonata, raccontata in un vecchio libro chiamatoFantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna. Rintracciato il libro, Marc decide di contattare l'autrice, Amanda Righetti; nello stesso pomeriggio però la scrittrice viene assassinata dal killer. In punto di morte Amanda scrive sulla parete a specchi, coperta di vapore acqueo, il nome dell'assassino. A causa dell'aria entrata dalla finestra aperta, però, il vapore si asciuga. Il cadavere viene scoperto la sera stessa da Marc, che nota la strana posizione della donna con il dito rivolto verso il muro. Il giorno seguente, Marc fa presente a Giordani della morte di Amanda. Giordani si dirige personalmente a casa di Amanda e capisce il perché della strana posizione della donna. Aprendo l'acqua calda, infatti, legge il nome dell'assassino sugli specchi del bagno di casa nel punto in cui era stato ritrovato il corpo della scrittrice. Nel frattempo, Marc trova la villa della quale si parla nel libro e scopre che si chiama "Villa del bambino urlante" e che è disabitata da molti anni. Rintraccia dunque il custode, Rodi, e si fa prestare le chiavi. Quando entra, scopre che sotto l'intonaco di una parete c'è un affresco raccapricciante che raffigura un bambino con un lungo coltello in mano e un uomo con il petto inondato di sangue con un albero di Natale sullo sfondo.La sera, Giordani tenta di chiamare Marc, cui vuole svelare l'identità del killer, ma non lo trova in casa. Mentre sta prendendo un tè entra in camera un pupazzo meccanico. Giordani lo fracassa con un coltello, ma l'assassino sbuca da dietro una tenda e lo colpisce più volte, uccidendolo.Tornato a casa, Daly viene a sapere da Gianna della morte di Giordani: decide così di abbandonare le sue ricerche e di lasciare Roma. Chiede pertanto a Gianna se vuole partire con lui per la Spagna. La giornalista accetta entusiasta e i due si danno appuntamento per la sera stessa. Ma Marc, rivedendo la foto della "Villa del bambinio urlante", si accorge che una finestra della villa è stata murata. Cerca di contattare Carlo al telefono, ma a rispondergli è solo la madre. Scrive allora un biglietto a Gianna per dirle che sta ritornando nella villa. Vi arriva a notte fonda, e si accerta che esiste una finestra murata e scopre che questa nasconde una stanza a sua volta murata; dall'interno della villa abbatte il muro divisorio ed entra nella stanza segreta. È una camera da pranzo, in un angolo c'è un albero di Natale. Poi, con sua grande sorpresa, trova un corpo mummificato. Subito dopo riceve un colpo sulla testa e sviene.Quando si sveglia vede il volto di Gianna: la giornalista ha letto il biglietto, lo ha raggiunto e lo ha trascinato fuori dalla villa, cui qualcuno ha appiccato il fuoco, distruggendo il cadavere. Marc e Gianna, seguendo la pista del disegno, raggiungono una scuola, dove Gianna, nel tentativo di chiamare la polizia, viene ferita dal killer. Nello stesso momento, Marc scopre il nome del presunto assassino: si tratta proprio dell'amico e collega Carlo, che appare alle sue spalle puntandogli contro la pistola. Messo in fuga dalla polizia prima di poter premere il grilletto, Carlo viene investito e rimane ucciso.La stessa notte Gianna viene portata all'ospedale e riesce a salvarsi. Nel frattempo, Marc si rende conto che Carlo non può essere il killer della Ulmann, perché si trovava con lui nella piazza mentre veniva compiuto il primo delitto. Tornato nell'appartamento della medium, si rende conto che il quadro che lo aveva colpito in precedenza era in realtà uno specchio, e che quando entrò per la prima volta nella casa quello che vide riflesso era il volto del vero assassino, ovvero la madre di Carlo, Marta.Capito l'accaduto Marc sta per uscire, ma voltandosi si trova davanti la stessa Marta. Era stata lei tanti anni prima ad accoltellare il marito, che voleva ricoverarla perché malata di mente, sotto gli occhi atterriti del piccolo Carlo che da allora rimase traumatizzato. La scena era rimasta impressa nella memoria del figlio: infatti l'aveva disegnata durante l'ora di disegno a scuola e sulla parete di casa. La villa era stata la prima abitazione di Carlo e il corpo in decomposizione era quello di suo padre. Da adulto, Carlo aveva sempre cercato di proteggere il crimine della madre eliminando ogni traccia dell'assassinio. Nonostante ciò la madre di Carlo aveva continuato ad uccidere tutti quelli che avevano scoperto la verità. Durante il combattimento, Marc dà un calcio a Marta e la sua collana rimane incastrata nelle inferriate dell'ascensore. Marc preme il pulsante che rimanda l'ascensore al piano terra: la donna viene così decapitata.
Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. (Giampiero Boniperti)

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