(OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo & co.
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(OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo & co.
Ho trovato questo sito che tratta argomenti originali, interessanti e stimolanti, rispetto alle solite mignotte e cagate politiche ed economiche dei quotidiani più seguiti
http://informarexresistere.fr/
Chi vuole può contribuire con interventi o video su società, controinformazione, o per farla breve, tutto ciò che non si legge nei giornali e nei tiggì di regime.
Io intanto segnalerei questo documentario sull'obsolescenza programmata..niente che non si sapesse ma è bene diffondere
Comprare Gettare Comprare – Obsolescenza Programmata
E’ una delle principali astuzie industriali finalizzate al supporto della nostra demenziale ‘economia della crescita’, e consiste nella commercializzazione di beni appositamente progettati affinché abbiano ‘vita breve.’
La tecnica della ‘obsolescenza programmata.’ è il tema del documentario proposto di seguito, il quale ne descrive le modalità di attuazione, ricostruisce l’iter economico mediante cui si è affermata e ne sottolinea l’impatto sociale ed ambientale.
La visione di questo film suscita la spiacevole idea di essere pensati in funzione delle esigenze sistemiche, piuttosto che di pensare autonomamente.
Fino a che punto – infatti – il fenomeno del consumismo è imputabile alla ‘volubilità’ delle persone, e in che misura simili strategie industriali hanno inciso nella formazione della mentalità consumistica? Quali altre tecniche ancora ignote stanno adoperando per manipolare il nostro stile di vita? E alla luce di quanto illustrato nel film siamo certi che i costi di smaltimento dei rifiuti non biodegradabili siano equamente addebitati?
Realizzato da Cosima Dannoritzer, Comprare-Gettare-Comprare -Storia Segreta della Obsolescenza Programmata è stato coprodotto da Arte France, Television Española e Televisiò de Catalunya.
http://informarexresistere.fr/2011/03/2 ... z1boUwKmuy
http://informarexresistere.fr/2011/10/1 ... z1boUwKmuy
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E’ una delle principali astuzie industriali finalizzate al supporto della nostra demenziale ‘economia della crescita’, e consiste nella commercializzazione di beni appositamente progettati affinché abbiano ‘vita breve.’
La tecnica della ‘obsolescenza programmata.’ è il tema del documentario proposto di seguito, il quale ne descrive le modalità di attuazione, ricostruisce l’iter economico mediante cui si è affermata e ne sottolinea l’impatto sociale ed ambientale.
La visione di questo film suscita la spiacevole idea di essere pensati in funzione delle esigenze sistemiche, piuttosto che di pensare autonomamente.
Fino a che punto – infatti – il fenomeno del consumismo è imputabile alla ‘volubilità’ delle persone, e in che misura simili strategie industriali hanno inciso nella formazione della mentalità consumistica? Quali altre tecniche ancora ignote stanno adoperando per manipolare il nostro stile di vita? E alla luce di quanto illustrato nel film siamo certi che i costi di smaltimento dei rifiuti non biodegradabili siano equamente addebitati?
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"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
C'è stato un tempo in cui di tutte ste cose non me ne fregava un cazzo, pensavo fossero trovate di pseudo-reazionari da 4 soldi. Ora si sta facendo largo in me la sensazione che tutto ciò sia reale. E ho paura, perchè non so se ci aspetta un nuovo medioevo...
Una revisione del nostro consumismo in base alla ricetta dettata dalla decrescita (sostenibile/moderata) è secondo me il primo passo versa la libertà. La seconda è l'abolizione delle banche col ritiro di tutti i nostri soldi dai conti correnti per quanto possibile.
Una revisione del nostro consumismo in base alla ricetta dettata dalla decrescita (sostenibile/moderata) è secondo me il primo passo versa la libertà. La seconda è l'abolizione delle banche col ritiro di tutti i nostri soldi dai conti correnti per quanto possibile.
Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla.
(Lao Tse)
Ridi, e il mondo riderà con te; piangi, e piangerai da solo.
(Dae-Su, Oldboy - http://www.youtube.com/watch?v=OoFJYI9xrmc)
Evil eye - Twisted smile - Laughing as you cry
(Lao Tse)
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Siamo troppo dentro, oramai questa e' la cornice. Ci si puo' solo salvare individualmente purtroppo.
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
«Io, occidentale, e i miei 66 schiavi »
Un'applicazione permette di calcolare quante persone sono sfruttate per sostenere il nostro stile di vita
http://www.corriere.it/esteri/11_novemb ... 9c54.shtml
http://www.slaveryfootprint.org/
24 schiavetti al mio servizio...
Un'applicazione permette di calcolare quante persone sono sfruttate per sostenere il nostro stile di vita
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Paperinik ha scritto:24 schiavetti al mio servizio...
E pure intossicati.
altroconsumo.it ha scritto:Chimica nei tessuti, diritti dei lavoratori negati, poco rispetto per l'ambiente.
E' il quadro fornito dall'inchiesta internazionale su 11 delle maggiori marche di jeans condotta con ispezioni nelle fabbriche in Cina, Pakistan, Marocco, Turchia e Italia e con analisi di laboratorio sui capi per verificare l'eventuale presenza di residui chimici e allergizzanti.
Sei marche su undici hanno aperto le porte delle proprie fabbriche.
Il settore non splende in salubrità. Il ciclo del denim pretende consumi d'acqua altissimi e impone trattamenti chimici sull'intero processo di produzione, dalla coltivazione del cotone, alla filatura, tessitura, tintura e manifattura del jeans.
La tecnica della sabbiatura - sandblasting - per conferire al jeans l'effetto usato, è letale se non realizzata con le protezioni necessarie per evitare di inalare silice, strumenti inesistenti nelle fabbriche della produzione del sommerso. Si calcola che in Turchia, sino a quando non è stata bandita come tecnica, nel 2009, a partire dal 2005 abbia prodotto oltre 5000 morti per silicosi. Purtroppo la produzione è stata dislocata su territori meno esigenti sul rispetto della salute degli operai e sottoposti a controlli saltuari: Cina, India, Bangladesh, Pakistan e in parte del Nord Africa.
Il 60% delle aziende e brand coinvolti nell'indagine ha dichiarato di aver abbandonato la tecnica. Tra tutte le fabbriche visitate l'unica che adottasse la sabbiatura, pur con attrezzature protettive, è stata proprio quella in Italia. L'azienda ha dichiarato di aver abbandonato il sandblasting subito dopo la nostra ispezione. E' un fatto: succede che nei Paesi occidentali i controlli si affievoliscano perché si dà per scontato il rispetto delle regole. Quanto di più fuorviante, come abbiamo visto.
Il settore a rischio chimico nella fabbrica è quello della finitura. Tinture, spruzzature, effetti abrasivi, utilizzo resine sono effettuati con sostanze chimiche pesanti in aree dove la ventilazione è carente e gli scarichi per i fumi e i lavaggi non sono adeguati. la prassi è di inviare i neoassunti a lavorare in quest'area perché i lavoratori con esperienza si rifiutano.
La chimica può arrivare sino a chi indossa il jeans, perché non tutte le sostanze si lavano via. Tre modelli da noi portati in laboratorio hanno evidenziato tracce di arsenico, antimonio e formaldeide, pur in quantità non preoccupanti. In un modello trovate invece alte quantità di rame.
Il consiglio per tutti è di lavare sempre il capo prima di indossarlo.
Nel complesso meglio le catene di abbigliamento low cost che garantiscono a prezzi contenuti una maggiore responsabilità sociale.
Tirando le fila: il settore di produzione del denim non è privo di macchie. Scegliete con responsabilità anche quando acquistate un jeans.
- baroccosiffredi
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
E dopo Federica la mano amica, arriva Enrica la maniglia amica.
- Paperinik
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Vi spiego rapidamente perché sono ragionamenti indegni: perché sono supini. Prevedono che, passivamente, uno accetti di decrescere e di morire senza affrontare il presente, o inventare il futuro. Forse è vero che io ho 66 schiavi che lavorano per me. Non credo, ma ammettiamo che sia vero. Se io accetto supinamente che questo non avvenga più, sette sicuri che ci sarà un cinese, un indiano, un malese pin nepalese a cui non frega un emerito cazzo se IO sono uno dei suoi 66 schiavi. NOI, quantomeno, abbiamo principi morali e forniamo a tutti una merdosa possibilità di vita libera. LORO, che hanno la mente sconvolta tra iper capitalismo, caste sociali e religiose, razzismo e differenze etniche, NON SI PONGONO IL PROBLEMA. noi siamo avanti di mille anni perché almeno il problema lo poniamo. Io VOGLIO il mio stile di vita, e VOGLIO che i miei figli vivano meglio di me. Voglio averne molti, voglio trasmettere i miei principi, se NON lo faremo, tutti, state tranquilli che un cinese, un arabo, un indiano, un romeno, lo faranno al posto nostro, disgregando dall'interno tutto quello che abbiamo costruito. Che, per quanto possano essere disfattiste le cronache, e' QUANTO DI MEGLIO ESISTA NEL MONDO CONOSCIUTO in termini di benessere, libertà di azione e di pensiero. ANDASSERO AFFANCULO TUTTI QUELLI CHE PENSANO DI RISOLVERE I PROBLEMI DEL MONDO CON IL RIUTILIZZO E LA RACCOLTA DIFFERENZIATA. AFFANCULO!
Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Quindi "Mors tua vita mea". E poi cosa intendi con vivere meglio? Avere ogni anno uno smartphone ultimo modello, l'auto più performante, vestiti firmati?
Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Il fatto della decrescita e della sostenibilità per ora è una scelta ma tra non molto sarà la nostra realtà che dovremo imporci perchè non ci saranno alternative.
Stiamo vivendo da decenni al di sopra delle nostre possibilità, al di sopra della capacità rigenerativa delle risorse; in poche parole stiamo spendendo più di quando guadagnamo intaccando sempre di più il "conto in banca" mondiale.
Ma il conto in banca non è infinito, possiamo solo scegliere di continuare a bruciare le risorse come abbiamo sempre fatto fino ad arrivare al "botto" oppure reimpostare i nostri modelli socio-economici per assicurarci un futuro sereno e sostenibile.
Stiamo vivendo da decenni al di sopra delle nostre possibilità, al di sopra della capacità rigenerativa delle risorse; in poche parole stiamo spendendo più di quando guadagnamo intaccando sempre di più il "conto in banca" mondiale.
Ma il conto in banca non è infinito, possiamo solo scegliere di continuare a bruciare le risorse come abbiamo sempre fatto fino ad arrivare al "botto" oppure reimpostare i nostri modelli socio-economici per assicurarci un futuro sereno e sostenibile.
A mountain man's a lonely man
And he leaves a life behind
It ought to have been different, but ofttimes you will find,
That the story doesn't always go that way you had in mind......
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troppo benessere
Rimango dell'idea che al contrario di ciò che sento predicare ormai da qualche anno ci sia in realtà troppo (e peraltro inutile, se non addirittura dannoso) benessere.Dogbert ha scritto: ... Avere ogni anno uno smartphone ultimo modello, l'auto più performante, vestiti firmati?
Re: troppo benessere
Non tanto benessere in se ma esibizione di un falso benessere, il che è ancora più triste!Vecellio ha scritto:Rimango dell'idea che al contrario di ciò che sento predicare ormai da qualche anno ci sia in realtà troppo (e peraltro inutile, se non addirittura dannoso) benessere.Dogbert ha scritto: ... Avere ogni anno uno smartphone ultimo modello, l'auto più performante, vestiti firmati?
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Re: Re: troppo benessere
L'esibizione di un falso benessere è un'altra cosa ed è perfino un argomento forse ancora più interessante da approfondire ma io intendo proprio il benessere in sè e per sè.
Abbiamo troppo, troppe cose.
C'è troppo benessere e invece si parla di crisi. Mah... Il mondo è strano.
Abbiamo troppo, troppe cose.
C'è troppo benessere e invece si parla di crisi. Mah... Il mondo è strano.
Ultima modifica di Vecellio il 01/01/2013, 20:32, modificato 1 volta in totale.
Re: Re: troppo benessere
[/quote][/quote]Vecellio ha scritto:Non tanto benessere in se ma esibizione di un falso benessere, il che è ancora più triste!xx86 ha scritto:[quote="Vecellio]
Rimango dell'idea che al contrario di ciò che sento predicare ormai da qualche anno ci sia in realtà troppo (e peraltro inutile, se non addirittura dannoso) benessere.
L'esibizione di un falso benessere è un'altra cosa ed è perfino un argomento forse ancora più interessante da approfondire ma io intendo proprio il benessere in sè e per sè.
Abbiamo troppo, troppe cose.
C'è troppo benessere e invece si parla di crisi. Mah... Il mondo è strano.[/quote][/quote][/quote]
Tutti ci siamo abituati ad un certo tenore di vita, tenore che ci si può permettere sempre meno quindi il benessere è diventato normalità.
Certo decrescere non vuol dire tornare alla zappa e a tirare l'acqua dal pozzo con il secchio, ma vivere bene e spesso meglio di adesso consumando meno.
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And he leaves a life behind
It ought to have been different, but ofttimes you will find,
That the story doesn't always go that way you had in mind......
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Re: (OT) Parliamo di argomenti socioculturali: Consumismo &
Non avete idea di quello che dite perché avete una visione limitata. E non sapete proiettarvi perché avete pensieri limitanti. Ricchezza equivale a tempo + denaro. Non all'ultimo smartphone. Significa essere liberi di poter passare l'ultimo dell'anno a cape town, o a perth senza l'assillo di dover tornare al lavoro. Significa coltivare i propri figli e le proprie passioni, significa viaggiare quando gli altri lavorano e lavorare magari quando gli altri festeggiano. Significa potersi permettere di avere 5 figli ed avere il tempo di stare con loro. Significa molte cose. E comunque si. NON ME NE FREGA UN CAZZO DEI CINESI O DEGLI INDIANI. A me frega della mia famiglia, dei miei amici più cari, del mio popolo. Della mia rivoluzione francese, della mia rivoluzione americana, del mio comunismo e del mio fascismo. Si facciano duecento anni di rottura di coglioni DA SOLI senza rompere le palle a me. Basta. BASTA BASTA QUESTA CAZZO DI COMPASSIONE INUTILE. Vogliamo fargli una cortesia? Esportiamo la cgl la CISL e la UIL. Così almeno si levano dalle palle.