O.T. Diritti televisivi : svolta epocale
Inviato: 04/10/2011, 19:23
Forse vedremo finalmente una vera concorrenza riguardo alle pay tv
Karen Murphy, titolare di un pub di Portsmouth, vince la sua battaglia legale contro la Premier League. La Corte di giustizia europea le dà ragione dopo la denuncia presentata dalla Lega inglese: "Contrario al diritto della concorrenza". I privati hanno diritto a utilizzare le loro schede ovunque nei 27 paesi dell'Unione
Calcio in televisione senza limiti territoriali. Come dire che posso guardarmi le partite del mio Paese, ma con una scheda venduta in un altro a prezzo inferiore. Insomma, una rivoluzione. Cosa è succeso? La Corte di giustizia europea ha detto un secco "no" ai limiti territoriali per la trasmissione delle partite di calcio. Tutto è nato da un ricorso della Premier League contro i pub che utilizzano schede greche o di altri Paesi per la trasmissione di partite, respinto poi dalla Corte.
la battaglia di Murphy — La decisione trae origine dalla battaglia intrapresa da Karen Murphy, titolare di un piccolo pub di Portsmouth, che ha così battuto i colossi della Premier League. La Corte europea, interpellata a riguardo dall'Alta Corte di Londra, si è infatti espressa a suo favore dopo la denuncia presentata dalla Lega inglese. La Murphy, come altri proprietari di locali, proiettava nel suo pub gli incontri della Premier League utilizzando una scheda greca. Nel Regno Unito, infatti, in molti hanno cominciato, al fine di accedere agli incontri del campionato inglese, a utilizzare schede straniere, rilasciate da un ente di radiodiffusione ellenico agli abbonati residenti in Grecia, acquistando schede e decodificatore a prezzi più vantaggiosi di quelli chiesti da Sky, titolare dei diritti di ritrasmissione in Gran Bretagna. Ritenendo che tali attività violassero l'esclusiva dei diritti di diffusione televisiva pregiudicandone il valore, la Premier League ha cercato di porre termine a questa pratica per via giudiziaria. Ma con la sentenza odierna la Cge rileva "che una normativa nazionale che vieti l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere è contraria alla libera prestazione dei servizi e non può essere giustificata né con riguardo all'obiettivo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, né dall'obiettivo di incoraggiare l'affluenza del pubblico negli stadi". I privati quindi hanno diritto a utilizzare le loro schede ovunque nei 27 paesi. Poi si specifica che una partita non può essere considerata "opera" protetta dal diritto d'autore, ma lo sono le sigle di apertura/chiusura delle leghe che perciò possono essere trasmesse nei locali pubblici solo previa "autorizzazione dell'autore".
Karen Murphy, titolare di un pub di Portsmouth, vince la sua battaglia legale contro la Premier League. La Corte di giustizia europea le dà ragione dopo la denuncia presentata dalla Lega inglese: "Contrario al diritto della concorrenza". I privati hanno diritto a utilizzare le loro schede ovunque nei 27 paesi dell'Unione
Calcio in televisione senza limiti territoriali. Come dire che posso guardarmi le partite del mio Paese, ma con una scheda venduta in un altro a prezzo inferiore. Insomma, una rivoluzione. Cosa è succeso? La Corte di giustizia europea ha detto un secco "no" ai limiti territoriali per la trasmissione delle partite di calcio. Tutto è nato da un ricorso della Premier League contro i pub che utilizzano schede greche o di altri Paesi per la trasmissione di partite, respinto poi dalla Corte.
la battaglia di Murphy — La decisione trae origine dalla battaglia intrapresa da Karen Murphy, titolare di un piccolo pub di Portsmouth, che ha così battuto i colossi della Premier League. La Corte europea, interpellata a riguardo dall'Alta Corte di Londra, si è infatti espressa a suo favore dopo la denuncia presentata dalla Lega inglese. La Murphy, come altri proprietari di locali, proiettava nel suo pub gli incontri della Premier League utilizzando una scheda greca. Nel Regno Unito, infatti, in molti hanno cominciato, al fine di accedere agli incontri del campionato inglese, a utilizzare schede straniere, rilasciate da un ente di radiodiffusione ellenico agli abbonati residenti in Grecia, acquistando schede e decodificatore a prezzi più vantaggiosi di quelli chiesti da Sky, titolare dei diritti di ritrasmissione in Gran Bretagna. Ritenendo che tali attività violassero l'esclusiva dei diritti di diffusione televisiva pregiudicandone il valore, la Premier League ha cercato di porre termine a questa pratica per via giudiziaria. Ma con la sentenza odierna la Cge rileva "che una normativa nazionale che vieti l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere è contraria alla libera prestazione dei servizi e non può essere giustificata né con riguardo all'obiettivo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, né dall'obiettivo di incoraggiare l'affluenza del pubblico negli stadi". I privati quindi hanno diritto a utilizzare le loro schede ovunque nei 27 paesi. Poi si specifica che una partita non può essere considerata "opera" protetta dal diritto d'autore, ma lo sono le sigle di apertura/chiusura delle leghe che perciò possono essere trasmesse nei locali pubblici solo previa "autorizzazione dell'autore".